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Questa settimana si invita all'ascolto di una incisione ormai quasi introvabile. Dovrete armarvi di santa pazienza e provare a reperirla sul Leviatano ‘Amazon' ,sulle bancarelle, oppure scaricarla da iTunes. La fatica sarà ripagata da un Tesoro. Questa grande cantante fu baciata dalla fortuna per mezzo di un dono vocale prodigioso, di qualità unica. Voce duttile, risultò perfetta – tra l'altro – per Mozart, Schubert e i classici, grazie a un'intonazione adamantina e a un controllo senza eguali. Uno dei lavori discografici più ragguardevoli tra i suoi fu proprio l'incisione integrale delle opere vocali da camera del salisburghese. Queste si dividono in due tronconi: i canti accompagnati dal pianoforte ne rappresentano il corpus primario. Più collaterali, e non certo meno belli, quelli con l'accompagnamento di mandolino e alcuni quartetti vocali con i fiati. Si tratta di una produzione che potrebbe tranquillamente dirsi cospicua per qualsiasi altro compositore ma che, nel suo caso, può apparire quasi marginale se si pensa alla massa critica dell' opera omnia.
Se volessimo giocare ad immaginare l'edificio mozartiano come una grande casa aristocratica, magari dell'antica Grecia, questi Lieder rappresenterebbero la Corte a peristilio, il luogo più raffinato e “chic” del palazzo, destinato ad accogliere gli ospiti, o addirittura all'intimità.La vertigine dell'ascolto non deriva qui dalla complessità ma al contrario, dal limpido scaturire, quasi fonte surgiva, di un'ispirazione infantile. Strutture spesso strofiche, di cristallina semplicità di moto e ornate da melodie di disarmante candore. La sofferenza del comporre, in questi micromondi, viene sublimata nella bellezza dell'azione, nello scatto, nella commozione che sa coglierci ogni volta impreparati. Non per nulla Busoni diede di Amadeus la toccante definizione:
colui che pone il problema offrendo nel contempo la soluzione. E' quanto si riscontra ad esempio in “Abendempfindung”, dove una melodia infinita in fa maggiore, quasi wagneriana, delinea una scena di bellezza perfetta, incrinata soltanto dalla sensazione che essa non durerà; oppure in “Das Lied der Trennung” nel quale il pianoforte, come un dono che continua a donare, moltiplica emozionanti frammenti melodici. O la strofica canzonetta “Komm, liebe Zither, komm” , in duo col mandolino, che ha il potere di rendere anche noi alati come Pegaso balzante fuori dal collo mozzato della Gorgone. Queste musiche celebrano il senso stesso della parola creazione poichè, improntate come sono alla pura bellezza estetica e godibili da chiunque anche ad un ascolto superficiale, avvengono come dietro l'influsso di una potenza superna, che ne regola l'andamento e la logica in un gioco inestricabile.
Si diceva dell'interprete di queste incisioni, la soprano olandese Elly Ameling, qui accompagnata benissimo dal pianista Dalton Baldwin.
Fu artista che svolse una carriera improntata a una grande intelligenza di scelte, affrontando molto spesso il repertorio liederistico, cameristico e anche musica contemporanea, con grandi direttori come Britten, Giulini, Ozawa. Scelte non convenzionali e un alto profilo culturale. Come si diceva, la sua vocalità si colloca proprio nell'alveo di queste musiche, ella sembra naturalmente fatta per cantarle.
Non si sa infatti se provare più ammirazione per lo splendore vocale o per l'ordine potremmo dire ‘goethiano' che pervade queste letture, per me difficilmente superabili anche sotto il profilo stilistico.
Meglio goderne senza farsi troppe domande e contemplare, con questa incisione, una costellazione musicale che non cesserà di illuminare le nostre vite arrecando perpetuo conforto.
Aggiungo che la registrazione, nonostante conti oramai qualche annetto, è buonissima, calda e dotata di equilibrio perfetto.

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