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Antonio Flinta ambasciatore del jazz italiano: il quartetto guidato dal pianista con Roberto Bucci, contrabbasso, Claudio Gioannini, batteria e Paolo Farinelli alto sax in sostituzione di Piercarlo Salvia, effettuerà nei prossimi giorni una tournée in Finlandia e in Russia.
In particolare Flinta e compagni saranno il 29 ottobre a Joensuu al club Jazzkerho-76, il 31 ottobre al Kalevala Music Festival di Petrozavodsk, nella Carelia russa, e il 1 novembre al JFC Jazz Club di San Pietroburgo .
Petrozavodsk è un’importante città russa con oltre duecento mila abitanti, capitale della Repubblica autonoma di Karelija ed è situata sulla sponda occidentale del Lago Onega; da essa partono gli aliscafi per le  splendide isole Kiži. Il suo nome significa «officina di Pietro», perché Pietro il Grande ne aveva fatto (1703) un centro industriale con fonderie e officine ed ancora oggi è sede di industrie meccaniche, navali, del legno e alimentari. Con due università, la città è caratterizzata da una intensa vita culturale, anche musicale, agevolata dal fatto che la vicinanza con il confine finlandese le conferisce un tocco europeo.
Lo JFC Jazz Club di San Pietroburgo è il jazz club più importante di San Pietroburgo e uno dei più importanti dell’intero Paese: ambiente raccolto, pubblico attento (anche se nel locale è possibile cenare) , un cartellone mai banale e in cui si alternano sempre musicisti di grosso calibtro.
Joensuu è una città finlandese di oltre settanta mila abitanti, situata nella regione della Carelia settentrionale, di cui è capitale; fu fondata nel 1848 dallo Zar di Russia Nicola I alla foce del fiume Pielisjoki, da cui il suo nome. E’ una località che dedica particolare attenzione alla musica: ogni anno vi si svolge l’Ilosaarirock  un concerto rock molto atteso che si protrae per un intero fine settimana verso la metà di luglio con la partecipazione di moltissimi giovani, e tanti musicisti in larga parte finlandesi; agli inizi di giugno si svolge il Kajakka Festival, dedicato a musiche e danze popolari careliane. Il jazz trova ospitalità nel corso dell’anno nei locali della città tra cui il citato jazz club in cui si esibirà il gruppo di Flinta.Gruppo che i lettori di “A proposito di jazz” conoscono per una recensione dell’album “Art is an insurgento poem” di qualche mese fa. Il quartetto costituisce una delle più belle e solide realtà del jazz italiano dal momento che, costituitosi dapprima come trio e quindi , con la partecipazione del sassofonista Piercarlo Salvia, come quartetto nel 2009, ha affinato negli anni un’intesa assolutamente rilevante. Non a caso, dopo i quattro album ad opera del trio, registra come quartetto altri due CD, riscuotendo grande successo di pubblico e critica, e partecipando a numerosi festival internazionali .
Flinta è pianista di solida preparazione e di squisita sensibilità; ha una profonda conoscenza dello scibile jazzistico e lo evidenzia nel suo solismo quando, memore ma non succube della lezione free, si esprime ora con un fraseggio in qualche modo riconducibile agli anni ‘60-‘70 , ora disegnando atmosfere slegate da una qualsivoglia facile etichettatura, lasciando ampie possibilità a tutti i musicisti di mettersi in luce. Così, sotto la sua guida, i quattro si muovono con grande empatia e compattezza esplorando diversi aspetti della musica: ritmo, colore, forma… Le possibilità di interagire, di fare dialoghi incrociati e di combinare elementi musicali rendono la musica più aperta, più libera, ma anche più compatta. Seguire i flussi creativi del momento oppure crearne di nuovi, riempire lo spazio o perdersi dentro, sono tutti ingredienti fondamentali di questa formazione. I brani, come accennavamo, sono a volte aperti all’improvvisazione totale, a volte nella forma di “standards” jazz, sempre tenendo in mente che la Musica, linguaggio universale, deve “COMUNICARE”.

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