L'esibizione del quintetto alla rassegna “Jazz da Gustare”

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Michelle Hendricks

Il vocalese e' di gruppo, prendete i Manhattan Trasfer, o Lambert Hendricks and Ross. Ma è anche di singoli singers… Ella Fitzgerald, tanto per fare un nome. E in campo maschile ecco nella mente ricorrere appunto il cognome Hendricks, quello del mitico Jon. E' per questo che un concerto con a capo sua figlia Michele può garantire un ghiotto assaporamento di scat d'autore.
Siamo a Castiglione Cosentino, su un colle adagiato in riva a Crati, e la rassegna e' Jazz da Gustare, direttrice artistica Maria Letizia Mayera'.
Si diceva della Hendricks. Il genoma, anzi il janoma, in caso di figli d'arte jazzistica, e' quello. E il pubblico sa di non sbagliare accorrendo al Teatro Il Piccolo. Belcanto jazz … Da gustare alle 21, prima del collettivo After Hours alle 23, gentilmente offerto dalla Casa. Un aperitivo musicale rinforzato a base di vocalese: note con appiccicati gorgoglii, borboglii, lamenti, vocalizzi sillabati in un ‘ escursione aereiforme di fonemi in libertà. Lo swing in fase di riscaldamento ingrana subito le marce alte, e' biturbo in “I Got Rhythm”, medio in “I Wanna Be Loved By You” . Si tratta, come nelle aspettative, di una voce-strumento che, agli strumenti, quelli veri, fa scanzonatamente il verso. Michele è su quel cote'. Ma di ci mette del suo. Una discreta teatralità d'abord. Poi l'inventiva esofagea, gutturale, labiale, talora di selvaggia ancestralita', soprattutto improvvisativo/melodica, posata su un timbro che preferisce il registro basso della voce, e che richiama, in qualche ballad, la Simone e la Vaughan.
Il quintetto a suo nome è cronometrico, con la locomotiva umana Giovanni Scasciamacchia alla batteria, il navigato Aldo Vigorito al contrabbasso, la scoperta, per chi scrive, di Bruno Montrone al pianoforte, e la conferma del chitarrista Guido Di Leone, sempre in bilico nell'incarnazione fra Wes Montgomery o Barney Kessell.
Lo scat, per la scansione ritmica e quando il lessico è ossessivo, parrebbe l'antenato del . Ma è jazz, bellezza, che a qualcuno, evidentemente, piace ancora classico!

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