Il concerto del 2 febbraio alla Casa del Jazz di Roma

Tempo di lettura stimato: 1 minuto

!30 Dino Rubino

Bella iniziativa, bel concerto quello che martedì 2 febbraio alla Casa del Jazz a Roma, ha visto quale protagonista con “Around Tǔk Music: Special Project. Sogno e utopia”.

Il sogno, l'utopia di Paolo Fresu che, fortunatamente, si è trasformato in realtà è stato quello, come spiega egregiamente Luigi Onori nell'articolo qui di fianco, di dare spazio, voce a nuovi talenti del panorama jazzistico nazionale, aiutandoli nella realizzazione dei propri progetti, curandone la produzione oppure anche soltanto attraverso piccoli contributi quali ad esempio l'aiuto delle note di copertina di un lavoro discografico.

Ma il 2 febbraio c'era qualcosa di più, c'era la registrazione live del primo album di una nuova serie che vedrà la luce per il gruppo editoriale Repubblica-L'Espresso in marzo, ripercorrendo le orme di quelle iniziative editoriali degli scorsi anni che ottennero un incredibile successo di pubblico, con vendite di CD che raggiunsero livelli oggi inimmaginabili.

Per questo primo album Paolo Fresu ha voluto regalarci qualcosa di speciale riunendo sul palco alcuni degli artisti Tŭk vale a dire Mirko Signorile (pianoforte), Dino Rubino (pianoforte, tromba), Debora Petrina (pianoforte, voce), Raffaele Casarano (sax alto & soprano), Gaetano Partipilo (sax alto & soprano), Luca Aquino (tromba), Bebo Ferra (chitarra), Marco Bardoscia (contrabbasso), Francesco Ponticelli (contrabbasso), Enrico Morello (batteria) e in qualità di grande “special guest” Gianluca Petrella (trombone e elettronica). Tutti nomi che oramai è difficile considerare promesse dal momento che hanno già dato ampia dimostrazione delle proprie possibilità. Così, tanto per citare qualche fatto, Marcio Bardoscia ha di recente licenziato un bell'album per contrabbasso solo, Dino Rubino è tra i pochissimi musicisti al mondo a suonare altrettanto bene sia la tromba, sia il pianoforte, mentre Luca Aquino e Raffaele Casarano suoneranno il 6 e il 7 aprile all''Olympia di Parigi nel gruppo di Manu Katché e accanto a grandi nomi ospiti per l'occasione.

Tornando al concerto del 2 febbraio, lui, il gran maestro di cerimonie, Paolo Fresu, non si è certo risparmiato esibendosi in svariati contesti come duo, trio, quartetto e formazioni più allargate; in repertorio undici composizioni originali scritte dagli stessi giovani musicisti.

Ed è stato un bel sentire, innanzitutto perché tutti i brani sono apparsi ben strutturati, in perfetto equilibrio tra modernità e tradizione, senza inutili lungaggini (tutti i pezzi non superavano i cinque minuiti) a conferma della buona maturità compositiva raggiunta da questi musicisti, in secondo luogo per l'alta qualità delle esecuzioni. Guidati da Paolo Fresu, sempre grande nella sue performances live, con un uso sapiente e mai eccessivo delle nuove tecnologie, e da un Gianluca Petrella il cui talento non è certo una novità, tutti i musicisti che si sono succeduti sul palco hanno dato ottima prova entusiasmando il pubblico che alla fine ha chiesto ed ottenuto a gran voce un bis.

Ciò detto appare davvero difficile citare un pezzo ché faremmo un torto a tutti gli altri… basti solo ribadire che non c'è stato un solo momento di stanca e che un'ora e mezzo è volata via senza quasi accorgersene.

Articoli scelti per te:

Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commento!

Commenti

commenti

Shares