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Gianmaria Testa era un musicista che non aveva bisogno di artifizi, ne' di mosse ad effetto o sbraiti o di un' apparenza forzatamente trasgressiva per apparire originale.
Gianmaria Testa aveva la sua unicita' in una pacatezza profonda che proveniva dall' intelligenza. Dall' interpretare la realta', anche quella dolente, sempre da un punto di vista inusuale e restituirla sotto forma di poesia. Gianmaria raccontava se stesso quasi involontariamente, nell' atto stesso di raccontare gli altri, con quella empatia vera che solo gli artisti veri sanno provare, e che porta all' espressivita' piu' vera, quella che commuove, e che alimenta pensieri, considerazioni, idee. Il contrario del narcisismo, il contrario dell' atteggiarsi e dell' apparire, il contrario del “non essere”: ed e' per questo che Gianmaria Testa era cosi' profondamente amato da chi decideva di ascoltare le sue storie e la sua musica.
E' per questo che il suo messaggio arrivava cosi' potente attraverso la sua musica: era essenza, era forza, era gentilezza, era sostanza.
Ed e' per questo che era cosi' amato anche nel mondo del Jazz, che con lui si era intrecciato piu' volte.
Daniela Floris, Gerlando Gatto, daniela crevena e tutti qui abbracciamo Paola e Nicola con affetto.