Intervista al trombonista, compositore e arrangiatore Mauro Ottolini

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Un “luogo di incontro” al di fuori delle istituzioni e a favore della libera creatività si propone di essere il “Teatro per una società senza pensieri”, in via Marco Biagi 9, a Peschiera del Garda (Verona). Il 23 e 24 aprile scorso questo originale centro culturale ha iniziato la sua attività con una densa due giorni di concerti e performance, a cavallo di varie arti, dal jazz al cabaret; ne abbiamo parlato con uno dei fondatori nonché direttore artistico, Mauro Ottolini (trombonista, compositore ed arrangiatore).

“Il teatro è partito alla grande – ci dice Ottolini – Abbiamo dato la possibilità alla gente di decidere o meno se farsi la tessera (per iscriversi all’associazione “Società senza pensieri”, n.d.r.) e in due giorni sono state tesserate cinquecento persone. Devo dire che saranno passate almeno un migliaio di persone… Tutti contentissimi”.

Tu sei il direttore artistico del neonato centro culturale “Teatro della società senza pensieri”. Ci puoi spiegare la filosofia di questo progetto a cui state lavorando da un anno e fornirci un “identikit” degli altri ideatori: Edoardo Nolo, Mirko Bonati, Francesco Lecce e Francesco Molesini?
“Stiamo vivendo un cambiamento epocale che riguarda tutto e tutti, nel quale c’è poco spazio e praticamente nessun investimento nell’innovazione artistica. Eppure l’Unione Europea investe miliardi di euro nell’innovazione ma lo fa con la concezione culturale di una Comunità fortemente legata allo sviluppo tecnologico, alla produttività e alla competizione. 
Il progetto del “Teatro per una società senza pensieri” evoca una visione della società sostanzialmente differente da quella che viviamo nel quotidiano, e “senza pensieri” non vuol dire “disimpegnata”, tutt’altro: per noi significa libera da stereotipi di massa che hanno pervaso anche la musica e l’arte nelle sue diverse forme. La nostra idea è creare un luogo di incontro tra artisti di genere diverso: musica, fotografia, scultura, fumetto… Edoardo, Mirko e i due Francesco nella vita sono principalmente dei professionisti-imprenditori e – anche se in qualche modo la musica riguarda tutti – ciò che veramente ci accomuna è l’essere degli artisti, ognuno nel proprio mestiere. Grazie a questa fusione di arti e mestieri il nostro Teatro rappresenta una grande innovazione perché lo spazio che gli abbiamo dedicato è parte di un più ampio centro di co-working che si occupa di green design, smart cities, cambiamenti climatici e innovazione della pubblica amministrazione. Si tratta quindi di un vero e proprio centro culturale fatto da artisti e per gli artisti, dove sarà possibile realizzare quei progetti che di solito faticano a trovare casa, proprio perché il nostro Teatro vuole essere una “casa” per gli artisti capaci e meritevoli”.

La politica del recupero e del riciclo ha improntato l’allestimento dello spazio e non solo per motivi di risparmio. Cosa c’è dietro questa pratica di “risignificare” spazi ed oggetti abbandonati dalla nostra società?
“Lo spirito “green” è una filosofia di vita per noi, un atteggiamento olistico che esprimiamo anche nell’arte. Il riciclo delle cose che abbiamo impiegato per realizzare il teatro nella zona industriale di Peschiera del Garda, in via Marco Biagi, è simbolico delle cose buone che “recuperiamo” tutti i giorni nelle opere d’arte che sembrano ormai passate di moda o superate, per farne venir fuori l’attualità e l’utilità per il nostro presente. Penso che la grandezza di un artista si affermi proprio dalla capacità di cogliere l’anima delle cose e farla vivere nel presente. Non conta l’epoca in cui queste cose sono state fatte: nella musica, ad esempio, cosa c’è di più moderno delle opere di Stravinskij o di Boulez!? Credo che la società di oggi abbia un bisogno estremo e l’urgenza di “risignificare” tante cose. Il nostro è un modesto contributo e riguarda, in particolare, la musica e l’arte ma è qualcosa di vero, di concreto… e noi ci crediamo”.

Che tipo di produzioni avete in animo di ospitare e quale tipo di rapporto intendete avere con gli associati al teatro?
“Non abbiamo posto limiti alle forme d’arte che il Teatro potrà ospitare. L’associazione “Società senza pensieri” promuove l’arte e gli artisti in generale, anche se la musica e lo spettacolo sono le nostre specialità. Con la due giorni di inaugurazione, sabato 23 e domenica 24 aprile, abbiamo proposto una dimensioni immersiva della musica, concerti e spettacoli originali e di grande qualità, accompagnati da una mostra fotografica e laboratorio vintage, per coltivare un’impronta artistica con cui caratterizzare la nostra proposta culturale. Nei programmi per l’autunno ci sono seminari di musica con la partecipazione di artisti di fama internazionale, realizzati con modalità praticamente sconosciute in Italia, per far emergere la creatività dei nostri artisti e allievi. E ancora: scuola di musica, corsi di formazione, gruppi di lavoro e conferenze sull’arte e la sua storia. Insieme ad alcuni avvocati ci stiamo interessando anche della riforma della SIAE e della proprietà intellettuale, questioni in cui le norme italiane sono ormai superate dalle direttive europee. Per partecipare alle attività del Teatro occorre essere soci dell’associazione. Le persone che credono nel nostro progetto possono anche essere soci sostenitori e contribuire in modo significativo alla crescita dell’iniziativa, ottenendo visibilità e trattamenti speciali nelle attività del teatro”.

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Lo spazio è collocato in un’area fortemente caratterizzata dalla presenza politica leghista. Pensi che ciò potrà condizionare l’azione del vostro centro culturale oppure la sua esistenza potrebbe servire a coalizzare le “energie positive”, comunque presenti in una zona di raccordo tra varie regioni del nord?
“Credo che la politica in generale abbia già a disposizione il proprio teatro permanente, fatto di show, festival e salotti televisivi. Da molto tempo ha occupato tutti gli spazi, compresi quelli dei comici. Una volta mi pareva di aver intravisto il governatore della Lombardia che suonava la tastiera ma, a quel tempo, c’era Berlusconi che cantava romanze napoletane. Scherzi a parte, la politica è una cosa seria e importante e noi vorremmo dimostrare che con la cultura e l’arte si può anche mangiare ma, soprattutto, vivere meglio. Speriamo che le amministrazioni locali siano interessate e disponibili verso  i nostri progetti, che  sono particolarmente innovativi. Come ambasciatore della cultura UNESCO mi piacerebbe sperimentare lo sviluppo di un paese dove la musica e le attività artistiche sono libere e la burocrazia gestita direttamente dal comune; stiamo già lavorando per riuscire a sviluppare  un’idea di questo tipo, ora vedremo chi è veramente pronto e disponibile a sostenerla assieme a noi”.

Collegate al teatro ci saranno altre iniziative, tra cui un’etichetta discografica. Ci puoi fornire qualche altra informazione sui progetti in cantiere?
“Nel teatro si può registrare su tracce separate e ci stiamo organizzando per trasmettere le dirette degli spettacoli in streaming web. La nostra idea è di produrre dischi che siamo già in grado di distribuire grazie alla collaborazione con l’etichetta veronese Azzurra Music. Ci interessano i prodotti musicali di particolare spessore artistico, creativi e innovativi. La nostra etichetta si chiamerà “Teatro per una società senza pensieri””.

Nel vostro  primo comunicato si afferma che ”se siete stufi di vivere in questa società vuota, dove ormai la poesia, la musica, la passione per qualcosa stanno scomparendo, allora potrai condividere con noi questo straordinario luogo di incontro”. Avete pensato come potrà essere articolata ed organizzata questa condivisione?
“Uno dei nostri amici artisti, il pianista Franz Bazzani, ha scritto un post bellissimo sulla pagina Facebook del teatro: “Se l’arte non va più a teatro il teatro ha deciso di cercare l’arte”. Questa è la nostra missione, per risvegliare le passioni nella gente con la poesia, la musica e l’arte in tutte le sue espressioni e per coltivare una “cultura della società senza pensieri”. Il teatro è il cuore e il laboratorio in cui ci incontriamo per sperimentare e creare nuove contaminazioni. La condivisione di questo luogo è gestita dal direttivo dell’associazione che promuove uno sviluppo naturale delle attività perché le cose belle vengono da sole quando c’è passione e quando si ama ciò che si fa”.

Da ultimo, quali luoghi ed esperienze ti hanno ispirato nel dar vita al “Teatro per una società senza pensieri”?
“Ho la fortuna di fare il musicista da oltre venticinque anni e girando il mondo ho visto luoghi dove la cultura della musica e dell’arte hanno dato frutti straordinari. Spesso questi luoghi incarnano lo spirito di persone con grandi ideali, mosse dalla passione per la bellezza. Il Bimhuis di Amsterdam è un esempio eccezionale di come sia possibile fare musica di nicchia, come il free jazz, ed avere un pubblico di qualità e di particolare sensibilità culturale. In Italia, adesso, c’è il “Teatro per una società senza pensieri” e speriamo di essere un’ispirazione per molte altre persone che desiderano impegnarsi nella cultura dell’arte”.

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