Angelo Gilardino: i tre Concerti per chitarra e orchestra

Gilardino 2

C’è una componente immateriale, sospesa nella musica di Angelo Gilardino, classe 1941, un colore indecifrabile che attrae insieme con la musica stessa, una luce nascosta nella luce.
Di che cosa si tratta, esattamente? Forse il segreto ce lo spiega il compositore stesso, parlando apparentemente d’altro. “ E’ l’orchestrazione che stabilisce il destino dello strumento solista”, egli afferma.
A proposito di concerti solistici, non è raro trovarsi di fronte ad opere antagonistiche, situate sul terreno di un conflitto, quello tra il solista e l’orchestra, che può anche divenire aspro. Gli esempi potrebbero essere molti.
Sarebbe tuttavia difficile percorrere una strada simile con la chitarra, strumento intimo, solare ed ermetico insieme, dotato di sonorità limitata. Angelo Gilardino ricava dalla propria immaginazione un materiale sonoro di raffinata lega in cui, grazie all’alternanza di zone lucide ed opache, di contrasti di luce ed ombra, vengono delineati e composti i frammenti di un tessuto pregiato. I suoi lavori per chitarra e orchestra rappresentano dunque, di per sé, una soluzione nuova al problema dell’integrazione di questo strumento con ampie masse strumentali: già non è poco. (altro…)