PercFest di Laigueglia: la terza serata e Billy Cobham

La terza serata vede la piazza di Laigueglia gremita di gente già molto prima del concerto. E’ sabato sera, l’aria è dolce, i ragazzi della Escola de Samba passano per le vie portando in giro i loro ritmi festosi. Davanti all’ Albatros, il locale dove si svolgono le Jam Session notturne è stata allestita una passerella dove si svolge la sfilata di moda delle stiliste Flavia Bonaccorso e Manuela Guasco (Flauel).
Magliette e abiti. Le magliette indossate dai musicisti presenti oggi al PercFest. Chi sono? Tutti! Ellade Bandini, Nicola Angelucci, Bebo Ferra, Francesco Gimignani, Tullio De Piscopo, Alessio Menconi, Gilson Silveira, Francesco Lento, Rosario Bonaccorso e … Billy Cobham! Che percorre la passerella giocando, facendosi ammirare, voltandosi su se stesso con la sua maglietta rosso fuoco: il più fotografato di tutti, naturalmente, ride e scherza tra due ali di pubblico praticamente incredule, compresa la sottoscritta .

I concerti cominciano in anticipo: la partita la si gioca sempre con il maltempo. E’ prevista pioggia in nottata, ma vi faccio lo spoiler subito: vince Rosario Bonaccorso 3 a 0, perché comincia a piovere solo dopo l’ultima nota del secondo concerto (e comunque la musica continua all’ Albatros).

Alle 21:30 comincia il concerto di Andrea Pozza e Scott Hamilton in duo.

Andrea Pozza, pianoforte

Scott Hamilton, sax tenore

Un tuffo ristoratore nel mainstream più elegante, questo concerto di Scott Hamilton e di Andrea Pozza: ogni tanto è bello ritrovare suoni e atmosfere rassicuranti, un timbro caldo di sax tenore e un pianoforte che costruisce lo sfondo armonico ritmico per esaltarne i fraseggi.
E’ un Jazz tranquillo, scorrevole, fatto di esposizione del tema, sviluppo, assoli, scambi ogni quattro battute in forma di domanda – risposta, di feeling e grande interplay.
Andrea Pozza suona garantendo linee di basso fondanti, accordi corposi presentati anche in modo percussivo quando serve l’apporto ritmico che darebbe la batteria: ma non si esime da improvvisazioni gradevoli e divertenti.
“You’ve changed” è accarezzata dal sound inconfondibile del sax di Hamilton , che trasforma un tema melodico in una sorta di racconto emotivo affascinante e che provoca il pericoloso effetto collaterale che canteresti insieme a lui, disturbando il vicino che ascolta accanto a te: tanto più che lo faresti accompagnata da un pianoforte che sa bene come va trattata una ballad, in questo tipo di Jazz.
Il Blues non fa eccezione ed è trascinante come deve essere un Blues, decretando il successo di un duo pregevole, che la piazza dimostra con grande, grande calore.

 

Ore 22:30 Billy Cobham & Italian All Star

Dado Moroni, pianoforte
Francesco Lento, tromba
Francesco Gimignani, sax
Alessio Menconi, chitarra
Rosario Bonaccorso, contrabbasso
Giorgio Palombino, percussioni

Presenta: Tullio De Piscopo

Il concerto viene introdotto dal grande Tullio De Piscopo, batterista a dir poco epico, non solo in Italia, che intrattiene il pubblico giocando con il suo stile inconfondibile e presentando uno ad uno i musicisti di questo eccezionale settetto guidati da un gigante del Jazz nero americano, Billy Cobham.
Il palco si popola velocemente e la musica esplode all’istante.
Billy Cobham aveva aperto la prima edizione del Festival, vent’anni fa: Rosario Bonaccorso ha voluto fortemente ricostituire la Band di allora, che vedeva insieme lo stesso Rosario, Cobham, Moroni e Menconi. Ed è riuscito nell’impresa regalando più di un’ora di un Jazz traboccante di energia, groove, sonorità possenti e assoli incredibili.
Non è la prima volta che ascolto e guardo Cobham dal vivo: ma ero sempre capitata ai concerti in cui il suo drumset era fantasmagorico, sovradimensionato, con cento tamburi cento ride cento elementi e mille accessori.
Ieri sera a Laigueglia ho assistito al concerto di Cobham in versione “side man” nonostante fosse il leader della formazione: una formazione di star, musicisti e solisti bravissimi, che hanno creato un palco da brivido. E Cobham anche in questa versione (che non posso definire minimal, perché Cobham per fortuna è sempre Cobham) mi è piaciuto moltissimo.
Un drumming potente ed esplosivo, lo sappiamo tutti, che ha però la capacità di armonizzarsi con il contesto: e, reciprocamente, la sicurezza di musicisti capaci di rapportarsi ad una personalità musicale deflagrante come quella di Cobham, batterista che ha fatto e fa la storia del Jazz americano, no, anzi, mondiale.
Un timing entusiasmante, più che perfetto sovrumano: inarrestabile sia nelle parti libere che negli accompagnamenti, così come negli obbligati. Gli assoli di Cobham non ve li devo descrivere io: sono momenti da cardiopalma, raffiche infinite sul rullante, evoluzioni impressionanti su tamburi e piatti, sequenze di battiti ripetuti fino a quando l’orecchio quasi si abitua, ed è lì che parte l’improvviso cambio sonoro che ti fa sussultare. Ogni assolo è improvvisazione pura ma non è mai casuale: Cobham nella testa ha un percorso ben preciso, e dunque costruisce fraseggi musicali compiuti, non certo bordate a destra e a manca per dimostrare quanto può essere veloce e potente un batterista.
Dado Moroni è il pianista splendido che chi ama il Jazz conosce bene: il suo stile ricco di pathos è quello che ci vuole in un’occasione come questa. E Rosario Bonaccorso tira fuori dal suo contrabbasso la solidità ed il suono necessari a contribuire alla massa sonora importante per trovare la sintonia con la batteria.
La sezione fiati ha dato un apporto ottimo: il sempre più bravo trombettista Francesco Lento, solo apparentemente intimidito da un sound così pieno, e il giovane sassofonista Francesco Gimignani hanno strappato molti applausi con il loro rigore ma anche con le loro improvvisazioni ed i loro scambi. Alessio Menconi è apparso elemento fondamentale nella costruzione del tessuto sonoro ma anche negli assoli che si sono stagliati nettamente sulla imponente mole di suoni in cui si inserivano. E Giorgio Palombino non ha fatto che esaltare, con le sue percussioni, l’atmosfera esuberante e gioiosa che ci si aspettava da un settetto simile e che puntualmente si è avverata.
Vi avevo dato già un accenno di spoiler, ed ora vi svelo esattamente l’accaduto : appena l’ultima nota si è librata nell’aria si è materializzato acquazzone pazzesco. Il tempo si è sicuramente adeguato al timing sovrumano di Cobham… sovrumano come l’intuito incredibile di Rosario Bonaccorso, che ha anticipato il concerto del numero di minuti esatti per evitare il disastro. Quanti saranno stati? 19? 13? 17? 23? Non si sa. Secondo me, un numero primo: una magia!