A Tolfa un sincero omaggio alla cultura di New Orleans

Max lazzarin

Grazie alla sapiente regia di Marcello Rosa, direttore artistico nonché anima e motore della manifestazione, il Tolfa Jazz, svoltosi dal 22 al 24 luglio scorsi, ha oramai raggiunto una sua precisa fisionomia che si sostanzia nell’essere l’unico festival del jazz italiano dedicato, in qualche modo, alla città di New Orleans. Ma attenzione: l’omaggio non si declina attraverso la riproposizione di vecchi temi nello stile della Città del Delta quanto nel ricreare un certo clima e soprattutto nel proporre una serie di gruppi che in qualche modo riescano a far rivivere tutte le molteplici istanze che oggi animano la scena di New Orleans.
Ecco quindi le Street Parade a colorare le vie di Tolfa, ecco sabato 23 luglio la splendida Street Parade con Pink Puffers Brass Band e il Centro Artistico di Balletto di Tolfa: è stato davvero emozionante vedere tante bambine divertirsi e danzare nell’interpretazione della fiaba “La principessa e il ranocchio”.
Sotto il profilo strettamente musicale, questa settima edizione del Festival ci ha proposto tanta musica, tutta di qualità, spesso trascinante.
Ad aprire il Festival, nella splendida cornice dell’anfiteatro all’interno della villa comunale, il gruppo del sassofonista Simone Alessandrini con il progetto “Storytellers”: Antonello Sorrentino tromba, Riccardo Gola basso ed effetti, Riccardo Gambatesa batteria cui si è aggiunto quale special guest il grande sassofonista Francesco Bearzatti. Il quintetto ha proposto un jazz fresco, attuale che però non disdegna la tradizione: sono bastati pochi passaggi, un sound particolare per evidenziare come Alessandrini conosca assai bene la storia del jazz. La front-line si misura con composizioni originali evidenziando un’intesa perfetta ed una grande capacità espressiva: pur non potendo contare su uno strumento armonico, le linee dei fiati si incontrano, si intersecano ad elaborare melodie ora minimali ora più complesse in cui l’equilibrio fra pagina scritta e improvvisazione si mantiene su livelli di assoluta eccellenza. Il tutto sorretto da una ritmica puntuale e propulsiva. Il progetto prende le mosse dalla decisione del sassofonista romano di raccontare in musica alcuni aneddoti accaduti durante la seconda guerra mondiale, appresi dal nonno. (altro…)