Il ricordo di Adriano Mazzoletti

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Adriano Mazzoletti ed André Clergeat

Il dolore è grande. Con la scomparsa di André scompare anche un pezzo importante della mia vita.
Se ne è andato alle tre del mattino di sabato scorso 23 luglio. Aveva 89 anni compiuti  da sei ,mesi e diciassette giorni. Era nato il 5 gennaio 1927.
Ci eravamo conosciuti sessanta anni fa. Era il 15 luglio del 1956. Ero arrivato per la prima volta a Parigi due giorni prima, grazie ad un regalo di mio padre che aveva voluto farmi passare qualche giorno in quella che all’epoca era la capitale del jazz in Europa. Dopo essermi ambientato mi precipitai a Rue Chaptal a Montmartre dove aveva sede la redazione della rivista “Jazz Hot” a cui ero abbonato e che ogni mese leggevo avidamente. Non appena entrato, vidi un signore in piedi dietro al banco di ricevimento. Lo salutai e dissi: “Vous etes monsieur Clergeat!” Lui abbastanza sorpreso mi rispose in italiano. Aveva capito dal mio accento che non ero francese. Lo avevo riconosciuto per via di una sua foto pubblicata su “Jazz Hot” di cui era redattore capo, qualche mese prima.
Da quel momento nacque una amicizia durata senza interruzione per sessanta anni. Amicizia che divenne fraterna. I miei genitori gli volevano bene come ad un figlio, mia moglie Anna Maria da quando lo conobbe nel 1971, come ad un fratello. Era difficile se non impossibile non volergli bene.
Era una persona straordinariamente generosa e disponibile. Sempre pronta ad aiutarti a rintracciare persone, notizie. E’ stato André a  presentarmi Charles Delaunay, André Hodeir, Boris Vian. E vedevo come tutti lo tenessero in alta considerazione. La sua competenza in ambito jazz era immensa. I suoi Dizionari lo dimostrano. Ma non solo. La sua cultura umanistica era altrettanto straordinaria. Era in grado di scrivere in latino e non solo. Parlava perfettamente tre lingue, inglese, italiano e spagnolo. Con lui ho girato il mondo, quando ambedue facevamo parte dell’Unione Europea di Radiodiffusione ed era una gioia viaggiare con lui.
I ricordi dei sessant’anni  passati con lui mi si affollano alla mente. Sono tanti, tantissimi. Non solo abbiamo viaggiato insieme, ma abbiamo lavorato assieme alla Radio, per la Grande Enciclopedia del Jazz e molto altro ancora. Abbiamo passato insieme con sua moglie Françoise, suo figlio Romain e mia moglie molte vacanze, in Italia e in Francia. L’ultima volta che ho avuto occasione di vederlo è stato nella settimana 6-12 luglio dello scorso anno a Rapallo, per una vacanza passata insieme aiutandomi anche a correggere il libro che sto faticosamente scrivendo. L’ultima volta che l’ho sentito, tre giorni prima del suo ricovero. Si informava sulla mia salute.

Ci manchi André, ci manchi tantissimo.

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