I nostri CD. In Italia il duo è sempre di moda





a proposito di jazz - i nostri cd

Claudio Angeleri – “Why?” – CDpM

whyPianista, compositore, didatta il cinquantenne musicista bergamasco si ripresenta al suo pubblico con questo eccellente album registrato nel marzo del 2016 assieme al suo storico quartetto (Gabriele Comeglio al sax alto, Marco Esposito al basso, Vittorio Marinoni alla batteria) con l’aggiunta della vocalist Paola Milzani in “Pannonica”. In repertorio cinque original dello stesso pianista e due standard, il già citato “Pannonica” di Thelonious Monk e “Nefertiti” di Wayne Shorter. Angeleri vanta una vasta discografia ( ben sedici album a proprio nome ) in cui ha dimostrato di conoscere bene tutta la storia del jazz, dalla tradizione – Monk, Ellington – alla sperimentazione più ardita, collaborando con musicisti di assoluto livello quali, tanto per citare qualche nome, Bob Mintzer, Charlie Mariano, Mike Richmond… Come accennato, quest’ultimo album si basa, prevalentemente, su composizioni di Angeleri ad evidenziare questo aspetto della sua poliedrica personalità. E il risultato è ancora una volta pari alle aspettative: tutti i pezzi sono ben congegnati, ben equilibrati tra composizione e improvvisazione, caratterizzati dalla ricerca melodica che da sempre connota la scrittura di Claudio e da quella profonda cultura musicale cui si accennava in precedenza. Così, il brano d’apertura , “Gymnosatie” è chiaramente ispirato dalla “Gymnopedie” n.1 di Erik Satie mentre “Trane Mambo” è stato scritto nel 1995 e , come afferma lo stesso Angeleri, nel corso degli anni “si è trasformato con il contributo di tutti e quattro i musicisti nelle numerose esecuzioni live” . Se ad assumere preminenza è l’aspetto compositivo del leader, lo stesso non dimentica di essere pianista di spessore: lo si ascolti in “Nefertiti” affrontato in splendida solitudine.

Gianni Bardaro, Pierluigi Villani – “Next Stop” – Verve 0602547772763

next-stopGianni Bardaro (sax alto e soprano) originario di Formia e Pierluigi Villani batterista napoletano costituiscono da tempo un’affiatata coppia che abbiamo avuto modo di apprezzare nel precedente “Unfolding Routes” con Andreas Hatholt al contrabbasso e Yohan Ramon alle percussioni. I due si presentano adesso in sestetto con Giovanni Falzone alla tromba, Francesco Villani al piano, Viz Maurogiovanni al basso elettrico, Giorgio Vendola al contrabbasso e il risultato è ancora una volta eccellente. I sei si misurano su un repertorio di nove originals scritti ,sei, da Gianni Bardaro e tre da Pierluigi Villani. L’atmosfera che si respira è quella di un convincente hard-bop in cui non mancano echi funky o di un jazz modale alla Miles Davis. In tale contesto i musicisti si trovano a proprio agio con un mirabile equilibrio tra pagina scritta e improvvisazione. Così abbiamo modo di ascoltare le capacità di Falzone, particolarmente trascinante in “Bogo”, di Gianni Bardaro (lo si ascolti in “Morning Star”) e di Francesco Villani sempre efficace nella duplice veste di armonizzatore e solista (trascinante e convincente il suo intervento in “Open The Door” di Pierluigi Villani. I tre sono sostenuti da un’eccellente sezione ritmica con i due bassisti a fornire precisi punti di riferimento e il batterista a legare il tutto rimanendo in evidenza senza alcuna pretesa di protagonismo.

Con Alma Trio – “Con Alma Trio Meets Jerry Bergonzi” – abeat 154

con-alma-trioAtmosfere d’antan… ma quanta gradevolezza, quanto entusiasmo, quanta freschezza, quanta gioia di suonare in questo album in cui l’Alma Trio incontra il sassofonista Jerry Bergonzi. Il Trio, composto da Vito Di Modugno all’organo Hammond, Guido Di Leone alla chitarra e Mimmo Campanale alla batteria, costituisce da circa quindici anni una bella realtà del jazz italiano. Dal canto suo il quasi settantenne Bergonzi è considerato “tenorista” di assoluto livello e grande interprete della lezione coltraniana; il sassofonista non è nuovo a collaborazioni con musicisti italiani tra cui, ricordiamo Salvatore Tranchini, il Trio Idea, i “Sonora”… e sempre il connubio aveva prodotto frutti succosi. La stessa cosa è accaduto con quest’ultimo CD in cui, eccezion fatta per tre brani, il quartetto esegue originals scritti dallo stesso Bergonzi (due), da Vito Di Modugno (due) , da Guido Di Leone (due) e da Mimmo Campanale (uno). E ce n’è davvero per tutti i gusti, a partire dal brano di apertura “Bi-Solar” di Bergonzi , introdotto magistralmente dalle armonizzazioni di Di Leone e impreziosito dalla sonorità e dal fraseggio del sassofonista, a chiudere con “Kynard” di Di Modugno che conferma quel magnifico interplay che si è avuto modo di apprezzare nel corso di tutto l’album. Tra i brani non originali, da segnalare l’interpretazione del gillespiano “Con Alma” con Di Modugno in grande spolvero. (altro…)