In programma a Parigi dal 15 al 22 novembre

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soul-eyes daybreaks

Due venerabili veterani – Charles Lloyd et Al Jarreau – un talento che torna al jazz – Norah Jones – e parecchi rappresentanti della nouvelle vague quali Robert Glasper, Christian Scott, Trombone Shorty et Kandace Springs formano l’ossatura della nuova edizione del Blue Note Xperia Lounge Festival che si svolgerà a Parigi dal 15 al 22 novembre.
Dopo aver debuttato sulla scena jazzistica nel 2002 e aver vinto non meno di cinque Grammy Awards, l’anno seguente la pianista e cantante Norah Jones, 37 anni, ha intrapreso altre strade molto più redditizie dal punto di vista economico come il pop-jazz, il folk, il country, il soft-rock e il soul. Il che ha ovviamente deluso quanti avevano risposto molte speranze in quella che consideravano un astro nascente della mitica scuderia “Blue Note”. Dopo una dozzina d’anni, l’artista torna con il suo ultimo album, “Day Breaks”, alle sue radici jazz e blues. E’ sufficiente, al riguardo, ascoltare ” Carry On “, molto orientato verso il blues, o ancora la sua ripresa di ” Fleurette africaine (African Flower) “, una composizione di Duke Ellington registrata nel 1963, e ” Peace ” di Horace Silver. E da notare la presenza di jazzmen straordinari come Wayne Shorter (saxes), Lonnie Smith (organo) e Brian Blade (batteria) – già presenti nel suo primo album  – per constatare il desiderio della pianista/cantante di allontanarsi dalle strade seguite in precedenza… Ma fino a quando? (il 15 Salle Pleyel & il 21 nov. à L’Olympia – concerti sold out).

DUE ARZILLI SETTANTENNI

Charles Lloyd e Al Jarreau, rispettivamente 78 e 76 anni, hanno marcato il jazz contemporaneo della loro impronta. Il primo, negli anni ‘60, all’epoca della sua collaborazione con il batterista Chico Hamilton, poi soprattutto in seno ad uno straordinario quartetto (1966 – 1968) formato da Keith Jarrett (piano), Cecil McBee (contrabbasso) et Jack DeJohnette (batteria), che sarebbe stato protagonista d’un jazz post-bop e free, spesso orientato vero il soul-jazz, e caratterizzato soprattutto da una formidabile inventiva e creatività, di cui la più bella realizzazione resta ” Forest Flover ” (Atlantic – 1966). In seguito, il carismatico leader, sassofonista e flautista partirà in viaggio verso altri orizzonti musicali e sarà personalmente toccato dalla spiritualità e dalla meditazione trascendentale. Due sfaccettature che si ritrovano ormai nel suo approccio musicale, talvolta legato alla sua appartenenza alla scuderia ECM. Una musica spesso emozionante, con un lirismo espressionista e romantico che è un invito alla meditazione verso il cammino dell’estasi per gli iniziati. (il 19 novembre à Pleyel – con il gruppo Mare Nostrum, composto da Paolo Fresu, Richard Galliano e Jan Lundgren nella prima parte).
Quanto ad Al Jarreau , vincitore di numerosi Grammy Awards (sette) in diverse categorie (jazz, pop, R&B), il vocalist ha oramai deciso di “scattare” sulla musica di Duke Ellington (” The Duke Ellington Songbook “), accompagnato dall’orchestra NDR (Norddeutscher Rundfunk), una big band fondata nel 1945 per accompagnare i più importanti jazzmen americani di passaggio in Germania (Olympia, 22 novembre).

NOUVELLE VAGUE

Fondata nel 1939, la Blue Note ha sempre avuto tra i suoi punti di forza la scoperta di nuovi talenti. Oggi queste scoperte portano il nome del tastierista Robert Glasper – alfiere del mélange tra l’ hip-hop, il soul, il funk e il jazz – di Christian Scott, un trombettista venuto da New Orleans, che pratica un jazz meticciato, mescolando le sue radici “louisiane” al free, al soul e al rock. E’ la stessa strada seguita da Troy Andrews, alias Trombone Shorty, anch’egli proveniente dalla ” Cité de Croissant “, che ama mescolare vari input, una costante nelle radici della musica locale.
Comunque la vera rivelazione porta il nome di Kandace Springs. A 27 anni, la giovane cantante, cooptata da Prince, è soprattutto una magnifica pianista che basa il suo stile, la sua ispirazione su gloriose antenate come Nina Simone, Roberta Flack e… Norah Jones. Il suo primo CD per l’etichetta, ” Soul Eyes “, conferma tutte queste influenze ma è soprattutto live che l’artista esplode e si rivela in tutta la sua grandezza. Una stella in divenire?

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