Jacky Terrasson e Cécile McLorin Salvant al Roma Jazz Festival

Auditorium Parco della Musica, sala Sinopoli, 22 novembre 2016

Jacky Terrasson, pianoforte;
Cécile McLorin Salvant, voce;
Lukmil Perez, batteria;
Chris Thomas, contrabbasso.

Comincio questo articolo con una considerazione. Nel Jazz ci sono standard stranoti che pensiamo di non voler più ascoltare: li abbiamo incrociati troppe volte, in tutte le salse, ci sembrano format oramai sterili e sfruttati anche malamente fino allo spasimo.
In realtà nella maggior parte dei casi ciò che capita veramente è che quei brani li sentiamo troppe volte da chi NON sa suonare il Jazz e si appoggia come ad un sostegno sicuro a brani che potenzialmente danno la sicurezza di piacere a prescindere, permettendo di “nascondere” le proprie innegabili carenze.
Quando capita di ascoltare, ad esempio, Caravan da un trio come quello di Jacky Terrasson, o Love for Sale cantata da una interprete come Cécile McLorin Salvant, ci si rende conto che non si è affatto stufi di ascoltare quei piccoli gioielli: anzi forse non si vedeva l’ora di riascoltarli filtrati da chi il Jazz lo sa fare veramente.
Non che Jacky Terrasson e Cécile McLorin Salvant abbiano suonato all’ auditorium solo standard.
La performance inizia in trio, con un lungo episodio costruito sulla giustapposizione di una parte lirica, dolce (su progressione armonica discendente), con una parte più dissonante, ritmicamente netta, fatta di accordi martellanti, di ostinati incrollabili al contrabbasso, di batteria martellante. L’ alternanza dura diversi minuti fino ad arrivare ad un terzo episodio, morbido, melodico e improvvisato: a questo punto fa capolino My funny Valentine. Bella, variata, inizialmente appena accennata in un pianissimo tanto sommesso quanto denso di armonici. Le dinamiche e questi pianissimo così tesi ed intensi sono stati una delle caratteristiche profondamente attraenti della musica di questo bellissimo concerto.
L’episodio successivo, in 5/4, suonato prevalentemente alla tastiera, comincia con una cellula tematica fissa che si sviluppa in un flusso sonoro quasi sensuale, attraverso diminuendo e crescendo sfumati tra il pianissimo ed il forte, e che sfocia in una flebile traccia di Take Five, che appare tra esplosioni energiche a volume intenso, subito soffocate in silenzi improvvisi. Il tema riappare dopo un po’,e migra dal piano al contrabbasso, fino alla svolta in 4/4, per poi riapparire al contrabbasso e terminare, dopo un andamento terzinato, in un altro pianissimo conclusivo.
Potrei descrivervi tutto il concerto in questo dinamismo continuo: come forse qualcuno sa, mentre ascolto prendo appunti per fissare tutto ciò che accade, ma l’importante è capire che la musica di questo trio si sviluppa in una progressione continua che non prevede mai il “voltarsi indietro”. E’ un andamento travolgente ma anche pieno di momenti introspettivi, e chi ascolta è portato a chiedersi “cosa succederà ora”?
Caravan è presentato con il tema tesissimo, un tempo superveloce, quasi adrenalinico, un assolo di batteria fulminante che comincia tutto su rullante e cassa, per poi diventare afro con un rullio continuo sui tom: il brano riesce a diventare ipnotico per le continue reiterazioni circolari melodico – ritmiche, tra le quali il tema riappare a momenti ridestando i sensi da un quasi ottundimento.
A metà performance appare sul palco Cecile McLorin Salvant.
Vincitrice di un Grammy per il miglior album di Jazz vocale: questo lo si scrive per un giusto dovere di cronaca, ma i titoli non valgono a far comprendere la particolarità di una voce come quella di questa interprete che non esito a definire straordinaria. Intonazione e tecnica perfette, va detto, ma tutt’altro che una delle mille “brave cantanti” di cui è disseminato il panorama Jazzistico odierno. Ironica, appassionata, deliziosamente civettuola, espressiva all’inverosimile. Registro grave possente, registro acuto cristallino, un timbro cangiante, un’estensione vocale notevolissima, virtuosa ma non “circense”.
E come i musicisti che in questo concerto la accompagnano, anche Cecile McLorin Salvant cura le dinamiche con notevole grazia, e in particolare i piano, i pianissimo, in tutte le loro infinite gamme. I suoi leggeri glissando sono colmi di leggiadria. La sua voce è strumento potente e gentile: ed è in perfetta sintonia con il trio. Oh my love, di John Lennon, comincia come se fosse Someone to watch over me e poi diventa una piccola meraviglia di dolcezza e di maestria, di tutti: del contrabbasso che fa poche note ma intense, della batteria che soffia su rullante e sul charleston, del pianoforte che suona poco e piano ma nei momenti giusti, quelli dell’impatto emotivo corrispondenti al cambio dell’ accordo, e della voce, sognante, perfetta, da brivido.
Il bis è una splendida Alfonsina y el mar, commovente ed intensa.
Penso di concludere qui questo articolo, perché potrei andare avanti all’infinito. Ma chiudo con il consiglio di ascoltare appena potrete questi musicisti e questa, lo ripeto, straordinaria cantante, anzi, no… musicista, anche lei.

Greg Burk Expanding Trio @ Zingarò Jazz Club, Faenza

Greg Burk. pianoforte, Moog
Stefano Senni. contrabbasso
Enzo Carpentieri. batteria

Mercoledì 30 novembre 2016. ore 22

Zingarò Jazz Club
Faenza. Via Campidori, 11
web: www.twitter.com/zingarojazzclub

Mercoledì 30 novembre 2016, lo Zingarò Jazz Club ospita il Greg Burk Expanding Trio con Greg Burk al pianoforte e al Moog, Stefano Senni al contrabasso e Enzo Carpentieri alla batteria. Il concerto avrà inizio alle 22 con ingresso libero.

Greg Burk ha scelto il contrabbassista Stefano Senni e il batterista Enzo Carpentieri, due tra i musicisti più interessanti del panorama italiano, per dare vita ad un trio che si espande verso direzioni espressive meno consuete rispetto alle solite dinamiche del piano trio jazz. La loro collaborazione comincia nel 2011 e, sin da subito, il trio acustico “aumenta” grazie all’inserimento del Moog da parte del pianista e grazie, soprattutto, alla capacità di interplay e di dialogo che i tre fanno nascere sul palco e che utilizza tutte le potenzialità e le sfaccettature contenute nella loro musica. (altro…)

I grandi del Jazz nelle foto di Jean-Pierre Leloir

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Bel progetto che sicuramente interesserà tutti gli appassionati di jazz, in particolare quanti amano le foto: stiamo parlando del catalogo di fotografie inedite dei grandi del jazz ad opera di Jean-Pierre Leloir .
Appassionato di musica sin dall’adolescenza Leloir (1931-2010) inizia a scattare fotografie per pubblicazioni come Jazz Magazine, L’Express e Le Nouvel Observateur, appena ventenne. Nell’arco della sua carriera, ha immortalato molti dei musicisti jazz che hanno visitato Parigi o hanno fatto della capitale francese la loro casa fra il 1950 e gli anni ’60, tra cui Louis Armstrong, Chet Baker, Sydney Bechet, Art Blakey, Donald Byrd, John Coltrane, Miles Davis, Duke Ellington, Ella Fitzgerald, Billie Holiday, Charles Mingus e Lester Young. Le molteplici fotografie utilizzate in questa splendida raccolta sono state accuratamente selezionate dall’immenso catalogo di Leloir. Molte delle immagini non erano mai state pubblicate prima in nessun formato. (altro…)

Cafiso e Marchioni rivivono Charlie Parker

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“I concerti nel parco” chiude in bellezza domenica 27 novembre alla Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica, in collaborazione con Musica per Roma, con L’Inseguitore, con Vinicio Marchioni e il Francesco Cafiso Quartet. Si tratta di un Monologo in jazz sulla vita di Charlie Parker tratto da “L’Inseguitore” del grande scrittore argentino Julio Cortázar (1914-1984). Pubblicato nel 1959 nella raccolta “Le armi segrete”, il racconto s’ispira liberamente agli aspetti più drammatici della vita di Charlie Parker, ribattezzato Johnny Carter, la cui vicenda è filtrata dalle parole del suo amico Bruno, critico musicale.
Vinicio Marchioni ha adattato il testo e lo ha messo in scena insieme ad uno dei più brillanti musicisti postparkeriani, il sassofonista Francesco Cafiso, che con il suo quartetto, Mauro Schiavone al pianoforte, Pietro Ciancaglini al contrabbasso e Adam Pache alla batteria, interagisce con il corpo e la voce di Marchioni. (altro…)