La creatività di Bill Laurance nell’ultimo album

Di Luigi Viva – Il 23 maggio dello scorso anno alla Union Chapel, una stupenda chiesa anglicana, abbiamo assistito  al concerto di Bill Laurance, pianista e tastierista degli Snarky Puppy . Si trattò di una serata molto coinvolgente: bel palco, ottima produzione, luci curatissime, atmosfera unica, complice la stupenda location scelta,  pubblico calorosissimo. Da quel concerto, per certi versi unico, viene ora pubblicato un  cd/dvd “Live at Union Chapel” uscito per la GroundUp. Pianista di formazione classica, inglese, trentacinque anni, Bill Laurance ha cominciato ad esibirsi  professionalmente a 14 anni. Inizialmente influenzato da Bill Evans e  Herbie Hancock, per il piano e Joe Zawinul  e Chick Corea per le tastiere, Laurance ha elaborato nel tempo una sua cifra stilistica convincente dando prova della sua bravura  negli album degli Snarky Puppy e nei tre ottimi lavori da solista : “Flint” (2014), “Swift” (2015), “Aftersun” (2016) tutti pubblicati per la GroundUP.

Nel corso degli anni ha collaborato con tanti grandi musicisti: Salif Keita, Bobby McFerrin, Susana Baca, Laura Mvula, Jacob Collier, Lalah Hathaway, Chris Potter, Lionel Loueke, David Crosby (stupende le sue parti di piano in “Lighthouse” ultimo cd di Crosby). Ha inoltre scritto musica per  numerose compagnie di danza oltre a musica per pubblicità, film e documentari.

Un artista poliedrico, sulla cresta dell’onda, complice lo straordinario successo degli Snarky Puppy, il gruppo del momento, vincitore per il secondo anno consecutivo del referendum dei lettori di Down Beat come miglior gruppo jazz oltre ad essere freschi di nomination al Grammy con l’album “Chulcha Vulcha”. Non a caso la band che lo accompagna in questo live vede la presenza di due componenti degli Snarky : il leader Michael League (basso e contrabbasso) oltre a Robert “Sput” Searight alla batteria. Completano il line up: Felix Higginbottom alle percussioni, Vera Van Der Bie (violino), Isabella Petersen (viola), Annie Tangberg (violoncello) e Katie Christie (corno), queste ultime componenti della Metropol Orkest.

I brani proposti nella versione live  sono tratti dai due primi cd  e  nella versione in concerto acquistano nuova lucentezza. In scaletta, tratti da “Flint” : Gold Coast (molto brave le  musiciste della Metropol Orkest, con toccanti soli al violino e al corno), The Good Things (da sottolineare qui, come in tutto l’album, lo straordinario lavoro di quel gran batterista che è Robert Searight), Never-Ending City (gran solo al piano che riporta alla mente Bill Evans, Paul Bley e Lyle Mays), Swag Times (con Laurance impegnato al Fender Rhodes), Ready Wednesday con l’emozionante l’introduzione di Laurance al pianoforte). Da  “Swift” vengono invece riproposti: The Rush (gran intervento di League al basso) The Real One (caratterizzato dalle sonorità del Roli Seabord), Swift (con il tema suonato da Katie Christie al corno ), Red Sand (dall’impronta fortemente ritmica), Fjords (dalla lunga intro al vocoder), December in New York (la più bella composizione di Laurance, eseguita da Searight alle spazzole, con League al contrabbasso e un  raffinato lavoro in pizzicato da parte degli archi).

Musica che ha molto a che fare con il jazz modale ed il crossover mediando le influenze della musica classica mitteleuropea con il jazz, la musica minimale e l’elettronica. Il risultato è un grande album, fresco, che colpisce per la bellezza dei temi  grazie anche al gran senso della melodia e al notevole tocco di Laurance al piano. L’allegato dvd diretto da Andy Laviolette  consente, a chi non c’era, di rivivere una serata memorabile. “Live at Union Chapel” contribuisce a fissare l’artista in un momento di gran vena creativa, uno degli album più belli degli ultimi tempi.

 

Luigi Viva