Il ricordo di Marina Tuni

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Il 3 marzo un malore tanto fulmineo quanto irreparabile ha spento, a soli cinquantatre anni (appena compiuti), la splendida voce della cantante e attrice Roberta Alloisio. L'arresto cardiaco che l'ha colpita, avvenuto nella sua casa di Genova la mattina del 3 marzo, non le ha lasciato scampo.

Roberta, piemontese di nascita ma genovese – anche nell'anima – da una vita, vinse la Targa Tenco nel 2011 con l'album “Janua”, come migliore interprete; la sua seconda passione, il teatro, soprattutto quello civile, l'ha portata a collaborare stabilmente con il Teatro della Tosse, con la Compagnia del Festival Suq e con don Andrea Gallo. Quest'ultimo fu il coautore, con Carla Peirolero, della piéce “Esistenza soffio che ha fame”, alla quale anche la Alloisio partecipò. Rappresentato al Mittelfest nel 2006, il testo è un'appassionata e vivace rilettura del Qohelet (o Ecclesiaste), il libro sapienziale che tratta dell'eterno contraddittorio tra il bene e il male.

Roberta Alloisio debutta giovanissima, nel 1977, con l'Assemblea Musicale Teatrale, gruppo costituito dal fratello Gian Piero, un'affascinante esperienza che univa elementi musicali e teatrali, sulla scia del teatro-canzone di Gaber, dal quale fu anche diretta nel 1981 ne “Gli ultimi viaggi di Gulliver”.

Artista proteiforme e donna dalla raffinata cultura e grande vitalità, la cantautrice aveva appena finito di registrare il suo ultimo album, “Luigi” (OrangeHomeRecords) dedicato a Tenco, con il chitarrista Armando Corsi, “la chitarra che sorride”, uscito da pochi giorni.

Io ho avuto il piacere e l'onore di assistere ad una delle prime uscite di questo progetto, il 27 gennaio, al Teatro Pasolini di Cervignano, in provincia di Udine, con un super ensemble nel quale, ad accompagnare sul palco Roberta ed Armando, c'erano Luca Giugno alla chitarra, Nevio Zaninotto al sax, RomanoTodesco al contrabbasso e U.T. Gandhi alla batteria, concerto organizzato da Euritmica.

Uno di grande spessore artistico e umano, con un approccio nuovo al lavoro del poeta e cantore piemontese, che va ben oltre ad ogni stereotipo, di rara sensibilità ed intensità, che anche la famiglia Tenco ha apprezzato e che Roberta aveva spiegato così: “affrontare il repertorio di Luigi è la sola cosa che potessi fare dopo aver ricevuto un premio a lui dedicato. Da quel momento non è passato giorno in cui non mi sia domandata se quel premio fosse meritato e perché. Non c'era forse altro modo per sciogliere il mistero se non affrontarne l'opera con un grande musicista come Armando Corsi…”.

Nel corso della serata, presentata dal filosofo Fabio Turchini e con la partecipazione di Sandro Amicone, amico personale di Tenco, ho apprezzato la particolarità degli arrangiamenti, piacevolmente non filologici, specialmente in “Ciao amore ciao”, dove Roberta smonta completamente il ritornello intridendolo di profondità lirica e delicatezza o la sorprendente versione flamenca di “Vedrai Vedrai” o ancora una ritmicamente incalzante e teatrale “Io si”, con un bel momento dialogico tra voce, chitarra e sax soprano e la ripresa di “Luigi e gli americani”, brano originariamente cantato da Ombretta Colli e scritto da Giorgio Gaber e Saro Cosentino nel 1984, che Roberta interpreta quasi recitandola, con grande temperamento, con il suo timbro graffiante e al tempo stesso dolcemente vellutato e una soggiogante espressività e presenza scenica.

Ecco, io credo che il miglior modo di ricordarla sia proprio questo, parlando della sua arte, della sua voce, della sua proprompente personalità, sul palco e fuori.

Dopo il concerto, siamo andati tutti assieme a cena e al termine, tardissimo… Armando ha imbracciato la chitarra, intonando la meravigliosa e toccante “Alfonsina y el Mar”, che gli autori Ariel Ramírez e Félix Luna dedicarono alla grande poetessa argentina Alfonsina Storni. E Roberta, seduta accanto a me, nonostante l'ora impossibile, la spossatezza ed anche un po' per gli effetti degli eccellenti vini del Collio e dell'ottimo cibo tradizionale friulano, non propriamente leggero… ma da lei e dai suoi musicisti molto apprezzato, non si è tirata indietro, regalandoci con il suo canto un momento indimenticabile, di bellezza assoluta e di profonda emozione. Grazie Roberta, per questo e per tutto il resto che tu sai…

A te, dedico un brano dell'ultima poesia scritta da Alfonsina Storni, che ti accompagni in questo tuo nuovo e infinito viaggio tra le costellazioni…

Vado a dormire, o mia nutrice, cullami \ Ponimi una lucerna al capezzale, una costellazione; quella che ti piace; tutte van bene; smorzala un pochino. \ Lasciami sola: ascolta erompere i germogli… \ un piede celeste ti culla dall'alto e un passero ti traccia uno spartito perché dimentichi… \ Grazie. \ Ah, un incarico se lui chiama di nuovo per telefono digli che non insista, sono andata…

photo: Riccardo Bostiancich ©

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