Tempo di lettura stimato: 3 minuti

 

Per il 30 aprile 2016 la Repubblica di San Marino ha dedicato alla Giornata Internazionale del Jazz tre valori bollati realizzati dal designer Lucio Schiavon. La ricorrenza è stata adottata dall'Unesco a partire dal 2012 con la motivazione che il jazz è strumento di sviluppo e crescita del dialogo interculturale volto alla tolleranza e alla comprensione reciproca.

Si è trattato di un bel segnale di attenzione da parte della filatelia nei confronti della musica afroamericana, un segnale che si auspica possa influenzare in positivo anche l'Italia. Perché se è vero che hanno avuto il proprio meritato spazio i vari Leoncavallo e Rossini, Verdi e Puccini, Vivaldi e Casella, Pavarotti e Mino Reitano, come anche “Tintarella di luna” e “Nel blu dipinto di blu” fra le , l'industria della fisarmonica e persino zampogna e launeddas fra gli strumenti etnici, non ci pare che francobolli sul jazz siano state emissioni molto ricorrenti.

Dalle fonti a nostra disposizione non pare rilevare, nella produzione filatelica nostrana, un'apertura costante al grande jazz italiano, nonostante alcune singole emissioni su festival e artisti e diversi annulli su cartoline postali. Eppure non sarebbe male editare una serie filatelica su jazzisti italiani, a partire da Gorni Kramer, Nicola Arigliano, Lelio Luttazzi, Pepito Pignatelli, Dora Musumeci, Nunzio Rotondo, Gianni Basso, Oscar Valdambrini, Gil Cuppini … fino a , Renato Sellani, Giorgio Gaslini … insomma quanti storicamente figurano, a diverso titolo, nell'Olimpo del jazz italiano. Ma, si sottolinea, da stampare e diffondere serializzati, e non in modo sporadico, a riprova dell'esistenza di una tradizione, una scuola, un background consolidato. E non solo per la gioia di collezionisti e il vezzo di quanti ancora utilizzano il servizio postale in barba a mail, chat, tweet e chi più ne ha più ne spedisca. O per motivi di promozione culturale. Ma perché il jazz, come ha certificato l'Unesco, è un genere musicale simbolo di libertà e “affrancamento”.. E perché il jazz è anche Immagine in grado di interfacciarsi con diverse discipline artistiche sicuramente adatta alla raffigurazione filatelica.

Ci sono all'estero tanti esempi su come il jazz sia da “affrancatura”.

Dalla Grande Madre Africa ecco il Chad con bella effigie trinitaria su postcard di Ellington/Bechet/Armstrong. Dal Mali voila un Cole Porter del'71. E poi ancora materiale dall'Alto Volta, Senegal, Congo, Gabon, o un Sachtmo versione Niger. In Europa la Francia (vedasi il Django del 1993 o la mitica coppia Piaf-Davis edita da La Poste in partnership con U.S.Postal Service nel 2012) dimostra, come da dna, uno specifico riguardo alla materia. Gli U.S.A., ovviamente, abbondano, in primis con i Morton, Hawkins, Garner, Coltrane, Blake, Parker, Parker, Monk, Mingus fra i Jazz Musicians delle Legend Of American Music Series. E con bei ritratti fra gli altri di Ella Fitzgerald, Sarah Vaughan, Billie Holiday, Bessie Smith (it.pinterest.com / Black Heritage Post Stamps) e un Ray Charles quotato su Amazon a 10,50 $ (esempio-campione in quanto ci sarebbe di che approfondire anche sulle quotazioni). In Italia va detto che le PT anche negli ultimi tempi stanno registrando, nelle scelte tipo/grafiche dei francobolli, il consueto sguardo ai creativi oltre alle tradizionali materie come occasioni, avvenimenti, natura, fede, spettacolo, storia, tradizione,  monumenti, palazzi, piazze, chiese, città, sport, politici, santi, economisti, scienziati, filosofi, marchi d'impresa, etc. Ed il fatto che il primo francobollo celebrativo del 2017 sia dedicato a Luigi Tenco rafforza un trend per certi versi positivo.

Ma la musica jazz dovrebbe avervi una presenza più decisa, a nostro modesto avviso, come presa d'atto istituzionale di una immagine estetica da (tele)comunicare attraverso i mezzi di cui si dispone.

I francobolli hanno valore economico nominale  e in quanto oggetti da collezione, di mercato; ed hanno una valenza estetica specifica perché questo mini/modo di rappresentare un'arte musicale può coinvolgere fotografia, pittura, scultura, disegno, computer graphic: è forse questa varietà di forme possibili il carattere più tipico del francobollo jazzistico. E del resto questo genere di filatelia, rileva Joaquim Romaguera in El Jazz Y Sus Espejos (Edicion de La Torre, 2002), è arte “plastica jazzistica” così come pittura e comics lo sono nel quadro dei rapporti multidisciplinari che il jazz, polisemico, intreccia (le altre discipline afferiscono a Suono/Immagine e Letteratura).

Si potrebbe proseguire parlando di poster, affiches di rassegne, cover discografiche, fotogrammi filmici… Ma lo scopo di questa nota, scritta in prossimità della Giornata Europea del Jazz 2017, è solo l'auspicio che anche in Italia l'occhio del jazz si posi, in maniera non episodica, nelle emissioni postali. Giriamo l'appello, via posta prioritaria, al manager Ente Poste pro-tempore e per conoscenza al competente Ministero che sovraintende. In attesa di cortese esito. O di gradita smentita.

 

Amedeo Furfaro

Articoli scelti per te:

Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commento!

Commenti

commenti

Shares