Napoli Jazz Fest 2017: la nostra intervista al direttore artistico, Michele Solipano

Archiviata la terza edizione di Napoli Jazz Fest, la rassegna organizzata dall’Associazione Culturale Napoli Jazz Club, con la collaborazione dell’Assessorato comunale alla Cultura e con il Maggio dei Monumenti, svoltasi dal 4 al 7 maggio, alla quale ho partecipato come inviata della nostra testata.

A Napoli ho avuto l’occasione di fare una chiacchierata con il direttore artistico del Festival, Michele Solipano, instancabile promotore della musica e di eventi culturali e grande appassionato di jazz.

Questa è l’intervista che mi ha rilasciato.

D – Napoli Jazz Fest: da settembre, com’era in origine, anticipato a maggio. La scelta è associabile unicamente alla concomitanza con il Maggio dei Monumenti, rassegna culturale molto amata dai napoletani e dai turisti, o la decisione è maturata anche per altre considerazioni?

R – Si, diciamo che abbiamo approfittato di questo rifiorire di fermento turistico nella città di Napoli per associare il Napoli Jazz Fest al Maggio dei Monumenti, allo scopo di poter far conoscere meglio alcune delle più importanti testimonianze culturali presenti nel centro storico.

D – Il Napoli Jazz Fest è alla sua terza edizione, prima di parlare del futuro, mi racconta un po’ del vostro passato, sempre legato al Napoli Jazz Club?

R – Diciamo che il Napoli Jazz Fest è l’ultima nata tra le rassegne che ogni  anno proponiamo, in particolare, nella stagione invernale, ci occupiamo di realizzare il Napoli Jazz Winter, giunto nel 2017 alla sua undicesima edizione,  mentre nel periodo giugno/luglio ci occupiamo di un vero e proprio festival, che realizziamo ormai da 10 anni presso la Piazza D’Armi di Castel S.Elmo e denominato appunto S. ELMO ESTATE.

D – Le faccio una domanda che è un po’ una provocazione: leggo nel comunicato stampa che riparte la collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli. Dove e perché si era perso questo importante – e credo ineludibile – sostegno, fondamentale se si vogliono proporre progetti artistici qualitativamente all’altezza di una grande città quale è Napoli, che può rinascere soprattutto grazie ad un’offerta culturale adeguata?

R – Diciamo che dopo un serie di  disavventure di carattere organizzativo, patite nelle passate edizioni, quest’anno abbiamo deciso di riprendere la collaborazione approfittando anche della macchina organizzativa messa a disposizione dal Comune di Napoli per il “Maggio dei Monumenti”.

D – Lei è da molti anni il direttore artistico del Napoli Jazz Club ed è anche un infaticabile animatore culturale. Le sue scelte seguono una linea precisa o si lascia guidare dall’istinto? Insomma, quali sono i canoni su cui si basa per selezionare gli artisti che propone nelle sue iniziative?

R – Va detto che di tutte e tre le rassegne io mi occupo sia della parte artistica sia di gran parte della macchina organizzativa, diciamo che il filo conduttore parte dalla ricerca e realizzazione di progetti originali e/o in qualche caso quasi inediti, unito alla possibilità di coinvolgere il più possibile le realtà musicali napoletane presenti sul territorio e alla ricerca e valorizzazione di location di particolare pregio artistico, storico e ed architettonico presenti della città di Napoli come il Maschio Angioino, il Cortile di San Domenico Maggiore, Castel S.Elmo, il centro culturale Domus Ars e da quest’anno anche la Basilica di  San Giovanni Maggiore, ove stiamo contribuendo, con una parte degli incassi, al restauro dell’organo del 1890 presente nella Basilica.

D – Napoli Jazz Fest riparte anche dal centro storico e questo non significa soltanto rendere nuovamente fruibile un patrimonio artistico e culturale dimenticato, o semplicemente trascurato, ma anche ritrovare la memoria dei luoghi, di quello che hanno rappresentato nel passato, lo dobbiamo alle nuove generazioni, non crede? E noi appassionati dobbiamo anche trovare il modo di far conoscere ai giovani i linguaggi del jazz, muovendo le giuste leve e creando gli stimoli più vicini al loro sentire. In questo senso, ho notato che lei, oltre al jazz declinato al femminile con la Civello e la Serio, ha puntato anche sulle nuove proposte, dando spazio ai talenti emergenti. Mi riferisco alla Big Band degli studenti del Liceo Margherita di Savoia, in concerto sabato 6 maggio. Una scelta coraggiosa…

R – Si, una scelta coraggiosa, se vuoi dettata dalla necessita di promuovere il più possibile i talenti musicali napoletani ma anche dalla necessita di cominciare a ricostruire un pubblico di appassionati, che col passare degli anni diventava sempre più raro ed in età avanzata, favorendo così una sorta di  ricambio generazionale… Senza contare il fatto che mi sono divertito tantissimo a partecipare alle prove di questo spettacolo, particolarmente piacevole, grazie alla felice scelta dei brani e degli arrangiamenti in chiave jazz-swing, che lo rendono molto intrigante.

D – Ha già delineato nella sua mente la formula dell’edizione invernale di Napoli Jazz?

R – L’undicesima edizione del Napoli Jazz Winter si completerà con un’altra serie di concerti nel periodo di ottobre, novembre e dicembre del 2017, mentre è in cantiere la 10 °edizione di S. ELMO ESTATE che quest’anno vedrà esibirsi, nella spettacolare location della Piazza D’Armi di Castel S. Elmo, artisti del calibro di Niccolò Fabi, Joe Barbieri, Mario Venuti, Remo Anzovino, Greta Panettieri e i Camera Soul, Christian McBride, Chihiro Yamanaka, Diane Schuur e anche un omaggio di un nutrito gruppo di artisti napoletani al compianto Mario Musella, nel periodo di Luglio del 2017.

per le immagini del concerto di Elisabetta Serio 4et feat Javier Girotto si ringraziano i fotografi Sonia Ritondale e Alessandro Catocci