Oyster in concerto al TrentinoInJazz 2017!

TRENTINOINJAZZ 2017
e
Panorama Music
presentano:

Domenica 30 luglio 2017
ore 13.00
Belvedere
Canazei (TN)

Oyster

ingresso gratuito

Una domenica di jazz in alta quota, con il concerto degli Oyster al TrentinoInJazz 2017. Appuntamento alle 13.00 di domenica 30 luglio al Belvedere di Canazei (TN), con il nuovo evento di Panorama Music, la sezione del festival che si svolge in Val di Fassa. (altro…)

CivitaFestival e il Jazz: Blue Moka feat. Fabrizio Bosso

 

Foto in B/N di Damiano Rosa

Foto a colori di Laura Girolami

Cortile Forte Sangallo, mercoledì 19 luglio, ore 21:30
BLUE MOKA feat. Fabrizio Bosso
Fabrizio Bosso, Trumpet
Alberto Gurrisi, Hammond
Emiliano Vernizzi,Sax
MIchele Bianchi, Guitar
Michele Morari, Drums

Il secondo concerto Jazz al CivitaFestival vede salire sul palco un gruppo di musicisti giovani e giovanissimi che, pur scegliendo deliberatamente di ispirarsi ad un Jazz “noto” (loro stessi dichiarano di fare un hardbop rivisitato, riletto e riproposto in chiave nuova), hanno suonato per un’ora e mezzo facendo musica fresca, energica, interessante e formalmente ineccepibile. Eseguendo quasi tutti brani originali, per di più.
Il gruppo comincia a vedersi parecchio in giro e si chiama Blue Moka. I suoi componenti sono Alberto Gurrisi, Emiliano Vernizzi, Michele Bianchi e Michele Morari. Con loro Fabrizio Bosso, in veste di ospite, certo, ma che collabora proficuamente con il quartetto da tempo: e infatti è prevista l’uscita di un album insieme a breve.


Un quartetto impeccabile di musicisti giovani, energici, creativi, in possesso di una tecnica invidiabile, e un indiscusso fuoriclasse della tromba sono stati gli addendi di un evento musicale notevole.
L’inizio è già bruciante: Bacon contro Tofu, di Emiliano Vernizzi, comincia con l’esposizione del tema da parte di sax e tromba, prosegue con l’assolo  funambolico di Alberto Gurrisi, poi Emiliano Vernizzi, poi Fabrizio Bosso, poi Michele Bianchi. Infine si torna al tema iniziale. Tutte le armi tecniche, pressoché prodigiose, vengono mostrate da subito, e anche l’andamento lineare del procedere dei brani: esposizione, sviluppo, assoli e improvvisazione in sequenza, ritorno all’esposizione.
Eppure ad un tale rigore strutturale non corrisponde una percezione della musica dal sapore scontato: questo perché i brani sono quasi tutte composizioni originali, ma anche perché tutti i componenti di questo quintetto sono solisti ed improvvisatori di classe. Hanno una tecnica ferrea, e si ha il piacere di assistere ad episodi strumentali da quel punto di vista ragguardevoli, ma sempre finalizzati ad una musicalità con un certo livello espressivo. Anche in presenza di standard notissimi come Body and Soul non si ascolta un semplice replicare di cose già accadute.


Le sezioni scritte sono formalmente precise, gli obbligati della sezione fiati sono eseguiti in maniera perfetta ma si aprono sempre in episodi improvvisati per nulla prevedibili: anche per il groove, occorre notare, che Michele Morari sa imprimere, bilanciandosi perfettamente con le personalità spiccatissime degli altri componenti del gruppo. La chitarra di Michele Bianchi procede con fraseggi ampi, aperti, gioca con la tromba strepitosa di Fabrizio Bosso, che è davvero un mattatore, sul palco. La sua tromba è versatile, e viene usata in tutta la gamma timbrica: senza mai però attirare l’attenzione solo su di sé.  ln questo senso l’abusato termine interplay mi tocca citarlo per forza, perché è costantemente presente: i cinque musicisti sono in continua e proficua relazione sul palco, sia nel complesso, sia quando l’organico va ad assottigliarsi.

E così fa Emiliano Vernizzi, che ha suono e creatività positivamente dirompenti, quando si intreccia con Alberto Gurrisi, che con il suo Hammond sembra un’intera orchestra, per quanto multifunzionale è il suo apporto ritmico, armonico e melodico. Quando simula il contrabbasso lo fa tutt’altro che banalmente: la sua creatività diventa quella di un contrabbassista, pur mantenendo una mentalità “d’insieme”.
Sale sul palco Gegé Telesforo, che era tra il pubblico, e si unisce alla musica: duetta con tromba e sax, tre voci invece di due, mentre la ritmica procede in un crescendo energico fino ad arrivare ad un finale applauditissimo.


Il bis, richiesto a gran voce, è un adrenalinico e vertiginoso tema dei Flinstones! Pubblico comprensibilmente impazzito e un altro colpo messo a segno dal direttore artistico Fabio Galadini: non basta il sold out a decretare il successo di una scelta: occorre anche il successivo riscontro del gradimento. Che in questo caso è stato totale.