Come Prospero, Duca della canzone

Antonio Ballista, uno dei più cari ed intimi amici della Musica, ha compiuto da poco ottant’anni. Per l’occasione “La Bottega Discantica” licenzia l’album forse più personale, cui lavorava da tempo, titolato “Hit Parade – il meglio della canzone secondo me”. Singolare il repertorio: si va da rivisitazioni proprie e del compositore Alessandro Lucchetti di Bixio, Churchill, Gershwin per giungere fino a Grieg, Schumann, Strauss, Gluck e altri giganti. Curioso il percorso ‘a ritroso’ essendo forgiata a gambero l’intera scaletta, proprio come le classiche hit-parade: salvo che qui, fortunatamente, si finisce con  “Anything goes” di Cole Porter e non con Rovazzi.

“Canzone” è termine quasi logoro, sfibrato dall’amore dei melomani; dacché nel canto consiste l’apparato cardiovascolare della musica. Arnold Schoenberg provò ad abolire la melodia cercandola nei timbri e mal gliene incolse. Ogni esperienza moderna in cui la melodia venne oscurata per preferirle il ‘bruitisme’ o altri parametri causò ammutinamenti nel pubblico. Instancabile, l’uomo cerca un’anima gemella e nella canzone, lui fedifrago per natura, sembra trovare l’unica irriducibile fedeltà. Si dirà che con discorsi del genere io voglia fare carne di porco di ogni ricerca linguistica avanzata. Ma non è così, soprattutto non è questo il punto. Tutti ammiriamo Schoenberg e Xenakis, ci buttiamo ginocchioni davanti al compianto Boulez come di buon grado ci siamo fatti trapanare i timpani dalle “Mikrophonie” di Stockhausen, il grande Lancillotto del secondo Novecento. Sembrerebbe non esserci via d’uscita da questa aporìa. Ma se ammettessimo che forse essa è illusoria? ‘Melos’ è parametro cardinale, secondo alcuni imprescindibile, per trovare il codice di accesso dell’ascoltatore. A questa tesi tiene bordone il noto pianista jazz Keith Jarrett, non certo un ‘Beckmesser’ qualsiasi, quando severo dichiara: “La musica è melodia”. Affermazione disgustosa alle orecchie di un adorniano, ma non per forza infondata.
La Canzone appartiene all’arte di ogni tempo ed è moneta corrente anche nel nostro, “grato che mai non si stingue del libro che ’l preterito rassegna”. Le avanguardie hanno fatto le loro rivoluzioni e continueranno a farle in sæcula sæculorum , indisturbate e benedette dal Cielo. Amen, e così sia.

Tornando al CD, il significato suo più profondo si rivela all’ascolto più che alla lettura del programma: l’abbattimento dei generi. Fornisce prova inconfutabile del fatto che in musica, a certe condizioni, le distinzioni di genere non sono che costruzioni abusive che non condizionano neppure gli orientamenti del pubblico. Il presente Compact Disc è simile a un’entità plurigemellare nel cui petto batte unico cuore; non  prodotto di laboratorio ma creatura viva, figlia di Arte e Fantasia, educata dal Tempo. Ballista non si balocca con  accoppiamenti più o meno giudiziosi, giustapposizioni facili: più che a un giocoliere somiglia a un chimico tintore che esplori l’anima della musica con l’intento di trovare il proprio “colore nuovo”. L’interprete demiurgo cerca affinità tra sè e le cose ritrovando se stesso, per triangolazione logica, tra le cose medesime. Il programma non somiglia a una collana di perle, sembra piuttosto un’intera barriera corallina. Ascolti un incantato Morgen, “Parlami d’Amore Mariù”, Brahms e un “I tre Porcellini” contornato da bagliori musorgskijani, finché smarrisci gli Autori e trovi la Musica; quindi, per la medesima silloge, trovi Ballista che “è” la musica. Come si diceva,un simile sincretismo può inverarsi solo a certe condizioni, in primis la sincerità totale dell’interprete. Guai a gettarsi in operazioni meta-linguistiche con scarsa attrezzatura e convinzione.
E quanto cross-over inutile e corrivo si sente ultimamente! “Hit Parade” riassume con discrezione l’umile e prezioso lavoro di un Poeta.  Antonio Ballista è appunto questo: pianista-Poeta che fa musica nell’unico modo possibile, dicendo la verità.
A chi è destinata una silloge tanto insolita? A tutti, ma in particolare a un ascoltatore “nuovo”, privo di inibizioni e schemi preconcetti.
Nel magnifico discorso finale della “Tempesta” il Duca di Milano, Prospero, concittadino di Ballista non che sovrano della piccola isola in cui tròvasi relegato, invoca liberazione per sé e i compagni attraverso un benevolo applauso del pubblico, in un entanglement tra poesia e realtà. Ad Antonio – Prospero sia tributata l’acclamazione più calorosa per quanto continua a dare all’arte musicale e alla vita. Esecuzioni pianistiche vive e colme di grazia; molto buona l’incisione, curato il packaging.

Interessanti le note vergate dallo stesso Ballista e da Davide Tortorella.

Artchipel Orchestra al TrentinoInJazz!

TRENTINOINJAZZ 2017
e
Suoni d’acqua, suoni di vini
presentano:

Sabato 2 settembre 2017
ore 17.00
Biblioigloo Prati di Gaggia
Andalo (TN)

In caso di maltempo:
ore 21.15 Palacongressi di Andalo

Domenica 3 settembre 2017
ore 15.00
Parco delle Feste – Lagolo
Madruzzo (TN)

ARTCHIPEL ORCHESTRA
direttore Ferdinando Faraò

(ingresso gratuito)

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#jazz4italy, il Jazz italiano per le terre del sisma. La nuova geografia del terremoto ridisegna la mappa della solidarietà: 4 regioni, 800 musicisti, 100 band e 150 concerti

“Il Jazz italiano per le terre del sisma”, #jazz4italy, iniziativa che riunisce in un progetto comune un pool di enti con capofila il MIBACT, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo, la città de L’Aquila, la “Perdonanza Celestiniana” e quest’anno anche i comuni di Amatrice, Scheggino e Camerino, sta per avviare la sua imponente macchina organizzativa. La maratona del jazz, itinerante dal 31 agosto al 3 settembre,  gode del sostegno della SIAE come sponsor principale oltre all’apporto di partner tecnici e alla copertura mediatica della Rai. L’organizzazione è a cura dell’Associazione i-Jazz (che raggruppa ben 50 promoter di  festival in tutta Italia), di MIDJ (associazione dei Musicisti Italiani di Jazz) e della Casa del Jazz di Roma.

Dopo l’enorme riscontro delle due passate edizioni (60.000 spettatori solo nel 2015!) il programma di quest’anno vede la policroma carovana del jazz spostarsi attraversando quattro regioni: Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo, seguendo la mappa ridisegnata in base alle scosse che si sono succedute negli ultimi anni nell’Italia Centrale.

Si parte dunque dal borgo di Scheggino, in Valnerina, nella provincia di Perugia, il 31 agosto, poi a Camerino, Macerata, il 1° settembre, proseguendo il viaggio nelle terre colpite dal sisma il 2, con tappa nella martoriata Amatrice (Rieti), per arrivare il 3 a L’Aquila, capoluogo d’Abruzzo. Qui sono attesi quasi 800 musicisti (il numero è ulteriormente lievitato rispetto a quello annunciato il 20 luglio alla conferenza stampa romana, che Luigi Onori ha seguito scrivendone su queste pagine), a formare un centinaio di gruppi (tutti si esibiscono a titolo gratuito) e decine e decine di persone che andranno a comporre l’esercito dello staff, con volontari provenienti da tutta Italia – compresa la scrivente – che contribuiranno alla migliore riuscita di questo significativo evento. Lo scopo è soprattutto quello di portare un messaggio di vicinanza alle popolazioni terremotate da parte di tutto il movimento del jazz. “Un gesto di solidarietà da parte del mondo dello spettacolo che ha il merito di portare l’attenzione sulle comunità che con grande sacrificio e perseveranza stanno ricostruendo il proprio tessuto vitale“, ha dichiarato il Ministro della Cultura Dario Franceschini.

Il cartellone mette quasi paura: sotto la direzione artistica di Paolo Fresu, in stretta collaborazione con il patron di i-Jazz Gianni Pini e la partecipazione amichevole, in veste di presentatrice, dell’attrice Geppi Cucciari, sono infatti previsti più di 100 concerti in una ventina di location cittadine, con inizio già dalle 11 del mattino e sino a notte inoltrata. I fondi raccolti si sommeranno a quelli della passata edizione, che in prima battuta sembrava dovessero essere destinati sempre ad Amatrice ma per la ricostruzione del cinema-teatro Garibaldi (opzione di fatto non percorribile), saranno invece dirottati alla costruzione di un Centro Polifunzionale nel quale opererà la onlus “Io Ci Sono” in stretta collabrazione con i musicisti jazz italiani che, come afferma una nota dell’organizzazione, “daranno vita e respiro alla struttura”.

ph: Pino Ninfa

A L’Aquila la protagonista sarà indubbiamente la musica ma anche lo sport scenderà “letteralmente” in campo con la Nazionale Italiana Jazzisti: il 2 settembre una partita di calcio benefica promuoverà una raccolta di fondi con lo scopo di acquistare strumenti musicali per la banda di Amatrice. La NIJ si scontrerà con la formazione degli AAA (Amici Aquila Amatrice) che sarà capitanata da Raoul Bova e composta da personalità amatriciane e aquilane, nomi dello spettacolo, tra cui il conduttore di Brasil Max De Tomassi, originario di Amatrice, ed ex calciatori. Tra i musicisti, Paolo Fresu, il crooner Walter Ricci, il contrabbassista Dario Rosciglione, il batterista brasiliano Reinaldo Santiago, ovviamente nel ruolo di centravanti!

Nella lunga maratona musicale, il jazz italiano è sicuramente ben rappresentato, con nomi di assoluto livello. La guest star sarà indubbiamente Mario Biondi ma ci saranno moltissimi musicisti di spicco come Franco Ambrosetti e Dado Moroni, Enrico Intra, Gegè Telesforo, Glauco Venier, Rosario Bonaccorso, Gabriele Coen, la vocalist Diana Torto, i Solis String 4et,  Roberto Magris, Remo Anzovino&Roy Paci e moltissimi altri… citare tutti sarebbe nobile ma in questi spazi impossibile. Facciamo comunque nostra la dichiarazione di Paolo Fresu, anima dell’iniziativa: “avremo artisti da tutta Italia, di generi, età, ispirazioni diverse, tutti con il nome scritto con gli stessi caratteri, perché siamo tutti uguali” e, aggiungiamo noi, tutti accomunati dallo stesso spirito di solidarietà e vicinanza alle genti del centro Italia, attraverso il linguaggio di pace del jazz.

Questo il link dove è possibile visualizzare il programma completo di ciascuna giornata:

https://issuu.com/italiajazz/docs/jazz4italy2017_programma_hd_ok

Al portale di ItaliaJazz le news e info costantemente aggiornate:

http://www.italiajazz.it/notizie/760?language=it

 

Si chiude con successo la XXXVII Edizione del Roccella Jazz Festival!

La XXXVII edizione del Roccella Jazz Festival ha chiuso i battenti oltre la mezzanotte di giovedì 24 agosto con le note del pianoforte di Claudio Cojaniz, confermando il segno lasciato nella lunga storia della manifestazione, la cui direzione artistica è adesso opera di Vincenzo Staiano: produzioni originali, prime assolute, valorizzazione di nuovi talenti e ricerca di sonorità nuove ed elettrizzanti. Lo ha confermato anche il primo dei protagonisti dell’ultima serata, ovvero lo spiritato trombettista Jonathan Finlayson a capo del suo Sicilian Defense, un ensemble ad alta gradazione di talento, che prende il nome da una storica contromossa d’apertura del gioco degli scacchi.

Dichiara il direttore artistico Staiano: “Risultati oltre le aspettative per la XXXVII edizione del Festival, visto il ritardo con il quale è stata annunciata la manifestazione. Folta la partecipazione di pubblico con circa 9.500 spettatori che hanno seguito la manifestazione, secondo una prima stima approssimativa. Hanno superato il banco di prova anche le master class, i workshop e i seminari, che sono stati ripristinati quest’anno con successo. Il Comune di Roccella Jonica (unico ente organizzatore del Festival) ha saputo solo agli inizi di agosto che il Festival era stato finanziato dalla Regione Calabria, essendo risultato uno dei vincitori del bando grandi eventi che assegna contributi triennali. Erano 15 i partecipanti e il progetto di Roccella Jazz è risultato tra i primi cinque, precedendo anche i grandi comuni calabresi. La macchina organizzativa del Festival si è subito messa in movimento ed è riuscita ad attivare tutte le procedure necessarie per garantire i concerti e le altre attività grazie anche al fatto che il programma della manifestazione era già pronto da tempo”.

La XXXVII Edizione del Festival ha visto nella prima settimana, dal titolo Jamming Around & New Talents, i concerti dei nuovi talenti che, sottolinea Staiano, “hanno dimostrato tutto il loro valore a partire dalla bassista polacca Kinga Glyk, un’autentica rivelazione. Di grande spessore le performance del Francesco Orio Trio, dei Red Basica e dei Raw Frame. Hanno fatto la loro parte anche Thomas Umbaca, il trio Ophir, il duo Gennai-Cosentino e il trio Ammendola-Brissa-Scopelliti. Bello l’esordio del Carafa Quartet di Francesco Loccisano. Sono risultati una conferma musicisti come Ettore Castagna e gruppi come The South Project e Rhythm Permutations, che hanno suonato a Siderno, e il Gabriele Buonasorte Quartet, The Dave Howard Initiative e la Freak-out Band. Il fotografo Pino Ninfa, dopo anni di assenza, è tornato a Roccella con un bel progetto legato ai suoi recenti viaggi”.

Fiore all’occhiello della rassegna due produzioni originali dedicate a Rino Gaetano, che hanno riscosso particolare attenzione. Ricorda nuovamente il direttore artistico: “La prima, quella elaborata dal grande Giovanni Tommaso, è stata accolta con grande favore dal pubblico che ha affollato fino all’inverosimile gli spalti del Teatro al Castello. E’ stata la bella Jasmine Tommaso a dare voce agli arrangiamenti jazzistici delle canzoni di Rino fatte dal padre Giovanni. Vista l’assoluta originalità del progetto, la registrazione del concerto, probabilmente, sarà riversata su Cd. La seconda, invece, è stata un’operazione all’insegna del più sapiente istrionismo e ha avuto come protagonista Massimo Donà che ha presentato il suo progetto “Pitagorino”, suggerito dalla passione che Rino Gaetano aveva per le numerologie e Pitagora. Il grande filosofo e trombettista veneto ha dato una divertente chiave di lettura del rapporto tra Pitagora e la musica”.

Grandi attenzioni anche per i big italiani e stranieri scelti da Staiano, orgoglioso della risonanza avuta: “Non ha deluso le aspettative della vigilia la tanto attesa prima e unica tappa europea di Jonathan Finlayson and the Sicilian Defense. Il giovane trombettista statunitense ha dimostrato di possedere un proprio spessore stilistico lontano da imitazioni e espressioni stereotipate. Anche il Roccella Quartet, che si è formato nell’ambito della manifestazione, ha messo in luce grandi individualità come quelle di Alexander Hawkins, Sabir Mateen, John Edwards e Steve Noble. Già scontato, invece, il grande successo di musicisti come Tuck & Patti, Antonella Ruggiero, Antonio Faraò e la Med Free Orkestra. Un po’ di commozione, invece, per il ritorno su un palcoscenico di Luca Aquino dopo un fermo di due mesi a causa di un infortunio: il trombettista campano ha suonato con l’ausilio di strumenti elettronici e ha dimostrato di essere sulla via della guarigione. Molto coinvolgente il concerto del quartetto di James Taylor che è riuscito far ballare la quasi totalità del pubblico con un organo Hammond che sembrava uscito da un museo. Molto apprezzati il Quartetto guidato da Tino Tracanna e quello di Claudio Cojaniz, i due gruppi che hanno chiuso il Festival”.

Appuntamento allora al Roccella Jazz Festival 2018, per l’edizione n. 38.

Roccella Jazz:
http://www.roccellajazz.org/

Maccianti, Tavolazzi e Gatto al TrentinoInJazz

TRENTINOINJAZZ 2017
e
Panorama Music
presentano:

Domenica 27 agosto 2017
ore 13.00
Alpe Lusia
Località I Ronc 4
Moena (TN)

FRANCESCO MACCIANTI TRIO
feat.
ARES TAVOLAZZI
e
ROBERTO GATTO

(ingresso gratuito)

 

Ultimo appuntamento con Panorama Music, la sezione del TrentinoInJazz della Val di Fassa, dedicata ai concerti in alta quota. Il concerto finale, alle 13.00 di domenica 27 agosto, chiude in grande stile la rassegna con un trio eccezionale: Francesco Maccianti insieme a due giganti del jazz italiano – due figure di rilevanza anche internazionale – come Ares Tavolazzi e Roberto Gatto.

Il pianista fiorentino presenta questo trio di recente formazione che completa un lungo e entusiasmante percorso artistico. Formatosi con Franco D’Andrea a Siena e qui protagonista come fondatore del Centro Attività Musicali (C.A.M.) dove insegna pianoforte e musica d’insieme, Maccianti ha avuto modo di avviare una straordinaria attività concertistica insieme a colossi italiani (Pietro Tonolo, Maurizio Giammarco, Larry Nocella, Paolo Fresu, Luca Flores, Sandro Gibellini, Giovanni Tommaso, Flavio Boltro) e stranieri (Eddie Lockjaw Davis, Harry Sweets Edison, Sal Nistico, Joe Chambers etc.). Ha fatto stabilmente parte del Quartetto di Massimo Urbani (con Enzo Pietropaoli e Giampaolo Ascolese), dell’Orchestra del C.A.M. sotto la direzione di Bruno Tommaso e di Enrico Rava, il trio di cui è ideatore e titolare lo vede accanto a due maestri del rispettivo strumento come Tavolazzi (contrabasso) e Gatto (batteria), protagonisti indiscussi della musica italiana.

Il concerto è gratuito, il costo del biglietto della Cabinovia Lusia a carico dei partecipanti. In caso di maltempo il concerto si terrà all’interno dello Chalet Valbona. Prossimo appuntamento TIJ 2017: Artchipel Orchestra, Andalo, sabato 2 settembre.

 

Trentino Jazz:
http://www.trentinojazz.com/

JAZZITFEST QUINTA EDIZIONE – FELTRE

Questo è il fotoreportage di Carlo Mogavero che, nei momenti di libertà dalla residenza creativa a Palazzo Guarnieri con Daniela Floris, ha scattato per realizzare un racconto per immagini di un evento eccezionale come il JazzitFest. Una Expo del Jazz in cui il lavoro di tutti i volontari concorre all’incontro tra musicisti, artisti e operatori del settore. Dove un’intera città si apre all’accoglienza ospitando nelle proprie case centinaia di persone provenienti da tutta Italia, aprendo bellissimi edifici storici per ospitare le residenze creative e i concerti previsti da un programma fittissimo e variegato.

Luciano Vanni definisce gli ultimi dettagli insieme ai volontari durante la riunione finale la sera prima dell’inaugurazione

Luciano Vanni, una volontaria ascolta le ultime direttive prima dell’apertura

Allestimenti in città: volontari al lavoro

Preparativi e allestimenti

Il sorriso dei volontari

Le tavolate chilometriche di una comunità creatasi in tre soli giorni

L’ufficio organizzativo nella bellissima Piazza Maggiore

Le chiacchiere in piazza: Pasquale Innarella, Francesco Truono

Musicisti con strumenti e passeggini in giro per le vie di Feltre

Gli artisti al JazzitFest di Feltre non sono solo musicisti: ecco Silvia Decet, scultrice, ceramista, al lavoro nel suo bellissimo laboratorio. Anche lei ha aperto la sua casa: Daniela Floris è stata la fortunata ad essere ospitata.

Il Maestro Enrico Intra. E il fotografo Michele Mari in azione

Due artisti della fotografia: da sinistra Paolo Galletta e Francesco Truono

Pianista donna: Cettina Donato

Pianista uomo: Enrico Pieranunzi

Beppe di Benedetto, trombonista

Bruno Marini, sax, Giuseppe Bassi, contrabbasso

Dettaglio

Pasquale Innarella, sassofonista

Giulio Stermieri