Due amici, la musica, e il Jazz a fin di bene

Tempo di lettura stimato: 1 minuto

Lorenzo Tucci (composer)
Claudio Filippini, pianoforte (courtesy CAM JAZZ)

Jando MusicVia Veneto Jazz

Nel Jazz può ancora capitare di cullarsi per cinque minuti con un brano in ¾, inusuale, inatteso, nuovo di zecca, che non abbia nulla da invidiare a brani celeberrimi come, per dirne uno, Waltz for Debbie.
Può capitare di stupirsi di un’ atmosfera sognante, dolce, senza essere stucchevole, nuova, fresca, frutto del perfetto bilanciamento tra una melodia semplice e un disegno armonico sotteso tutt’altro che scontato.
E sorprendente è anche che un tale piccolo gioiello (Andrà bene ne è il titolo) sia stato creato da un fenomenale batterista, uno dei migliori sulla piazza: Lorenzo Tucci, che svela una vena compositiva che, a dire il vero, era emersa già in precedenza in altri suoi lavori (cito i suoi album Tranety e Sparkle, e non sono certo gli unici di cui si potrebbe parlare). Un batterista che con il suo strumento non produce solo ritmo e battiti. “Suona”, infatti. Come più volte abbiamo sottolineato in questo sito, la batteria di Lorenzo Tucci canta, e suona, oltre ad essere potente strumento ritmico.
In Andrà Bene però la batteria non c’è. Tucci c’è, ma a monte, come compositore, e pensa questo brano per piano solo. Lo compone per Claudio Filippini, altra eccellenza del Jazz, e suo amico da sempre: musicista sopraffino, dallo stile unico, dal tocco inconfondibile, che gli dà suono interpretandone l’atmosfera e mostrando una sintonia che va al di là della bravura, delle capacità espressive, dovuta ad una profonda conoscenza reciproca. Non a caso i due sono compagni di moltissimi viaggi musicali.

Perché mi è sembrato bellissimo questo brano? Perché comincia con otto battute semplici fatte di due note che si alternano e che sono le quinte dei due accordi ascendenti, cromatici, su cui danzano, e che ti prendono irrimediabilmente per mano. Perché poi si apre esplorando un ambito tonale più complesso, ed affascinante, nel quale la melodia si dipana fluttuando, e perché poi approda ad un altro episodio ancora, con un’altra melodia che ti cattura e ti culla. E perché poi di nuovo si apre nell’improvvisazione e nello stile unico di Claudio Filippini.
Alcuni musicisti sono inconfondibili: e non certo perché suonino sempre le stesse note alla stessa maniera. Perché hanno un loro tocco, un loro modo di esprimersi, di riempire il silenzio con suoni che sono loro, e di nessun altro. Sia quando compongono che quando suonano. Due di questi sono Lorenzo Tucci e Claudio Filippini. E’ il motivo per cui questo singolo, registrato alla Casa del Jazz, non potrà passare inosservato.

In questo articolo, vi garantisco, si parla di bella musica.
Ma in finale aggiungo una cosa importante: l’intero incasso sarà devoluto in beneficenza, a favore dell’Associazione Italiana Persone Down (AIPD), sezione di Roma. Una azione importante, benefica anche per chi la fa.

Il brano potete acquistarlo qui: ne vale la pena, in tutti i sensi e per tutti i sensi.

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