Riparte da 11 una delle rassegne più visionarie della scena musicale friulana: Note Nuove

L’incipit del comunicato stampa recita così: “per chi crede alla simbologia dei numeri, l’11 esprime l’illuminazione e l’ottica visionaria; Note Nuove, la rassegna ideata e promossa da Euritmica, con il sostegno della Regione FVG e del Comune di Udine, una piattaforma di confronto delle trasformazioni della musica contemporanea, giunge alla sua undicesima edizione e lo fa – spiega il direttore artistico Giancarlo Velliscig – “con la consapevolezza di aver sempre portato a Udine e in regione artisti capaci di “inventare” linguaggi innovativi, con una visione mai statica della musica. Oltre a ciò Note Nuove sarà ancora una volta il palcoscenico delle più interessanti e valide proposte musicali del territorio”.

Note Nuove, in effetti, è una rassegna che Euritmica ha sempre sviluppato cercando di esplorare il panorama jazzistico e della musica contemporanea nazionale ed internazionale nelle sue più diverse forme espressive, senza porre steccati di genere, partendo dalla sua matrice popolare, percorrendo le vie della ricerca e della sperimentazione, rivisitando i classici attraverso nuovi codici e linguaggi, con un’apertura verso la migliore produzione artistica espressa in quei territori di confine.

Quello dell’undicesima edizione è un programma poliedrico, che inizierà il 21 febbraio con il nuovo progetto live di James Senese Napoli Centrale, che festeggia sul palco del Teatro Palamostre il traguardo dei 50 anni di carriera e l’uscita di un nuovo album live doppio, e un’appendìce estiva nella quale è previsto il ritorno in terra friulana di Francesco De Gregori.

Il cartellone prevede quindi, il 7 marzo in occasione della Festa della Donna, un omaggio al mondo femminile con il musical “Ode a Tina”, tributo al genio artistico e all’incredibile vicenda umana della friulana Tina Modotti, fotografa, attrice, rivoluzionaria, splendente icona del Novecento. Un musical popolare, vocale e recitativo, che racconta la storia di questa straordinaria donna friulana che visse da protagonista, con palpitante partecipazione e grande sensibilità artistica, episodi storici del primo novecento.

Mercoledì 21 marzo sarà la volta di un altro tributo, a due grandi poeti e intellettuali friulani da poco scomparsi: Leonardo Zanier e Pierluigi Cappello. Lo spettacolo “Quando muore un poeta…” vedrà protagonisti, in una doppia performance, il cantautore Lino Straulino, che ha da poco pubblicato un album dal titolo “Ogni sera: Straulino canta Zanier” e la cantante e compositrice Elsa Martin, con “La Via dei Canti – dedica a Pierluigi Cappello”.

Il programma prosegue sempre a Udine il 28 marzo, con il secondo dei due musical. In scena al PalaMostre una delle opere rock più amate della storia: “Jesus Christ Superstar”, scritta nel 1970 da Andrew Lloyd Webber e Tim Rice. Questa produzione è firmata da Nathan Vitta eTwenty Count per Remitour ed è diretta da Leonardo Zannier, che interpreta anche la parte protagonista di Giuda, assieme ad un organico di 8 cantanti, una band di 6 musicisti, un corpo di ballo e un coro. Una produzione imponente e spettacolare!

Sarà il Friuli Venezia Giulia ad ospitare, il 10 aprile, l’unica data per il Nord Italia di Kenny Barron, uno dei migliori pianisti al mondo, vincitore degli Awards 2017 per la Jazz Journalists Association, come pianista dell’anno e più volte recensito dai nostri autori. Barron, nato nel 1943 a Philadelphia, inizia la sua ascesa verso l’Olimpo del pianismo jazz negli anni ’60, suonando al fianco di Dizzy Gillespie. Genio del be-bop, tecnica sopraffina, sperimentazione sonora e uso di preziose e inconsuete tessiture armoniche sono le caratteristiche che rendono il suo stile unico. Difficile dire chi, tra i nomi eccellenti del jazz contemporaneo, Kenny non abbia accompagnato: parliamo di Stan Getz, Yusef Lateef, Freddie Hubbard, Roy Haynes, Dave Holland… Dagli anni ottanta, il pianista americano predilige nelle sue performance la formula solistica e in “piano solo” si esibirà anche al PalaMostre di Udine.

Piccola ma significativa nota a margine del programma: per il secondo anno, Euritmica propone una speciale e meritevole iniziativa volta a favorire la partecipazione dei giovani ai concerti. Gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado (Conservatori inclusi) entrano agli spettacoli di Note Nuove con un biglietto speciale al prezzo simbolico di € 1. Per prenotare tali biglietti basterà inviare una mail di richiesta a stampa@euritmica.it 

I biglietti per i concerti sono disponibili su VivaTicket.it, nelle prevendite autorizzate e si possono prenotare anche inviando una mail a stampa@euritmica.it – info 04321744261 www.euritmica.it

Didier Lockwood Il Paganini del jazz

Magnetismo personale, tecnica eccezionale, creatività e inventiva, capacità di trasmettere sapere e conoscenza, erede dei più grandi violinisti di jazz: queste sono solo alcune delle specificità cha caratterizzano Didier Lockwood che ci ha lasciati domenica scorsa (18 febbraio) all’età di 62 anni, a seguito di una crisi cardiaca.

Dire che il mondo del jazz – francese, europeo, internazionale- è sotto choc è un eufemismo. Nell’arco di oltre quattro decenni di carriera, il talentuoso strumentista, originario di Calais e figlio di un professore di violino, dapprima membro del gruppo rock kobaien «Magma» del batterista Christian Vander, quindi di « Zao , una formazione di jazz-rock e di rock progressive guidato da François “Faton” Cahen et Yoshk’o Seffer, si è finalmente imposto nel mondo del jazz diversificando, un po’ alla maniera di Michel Portal, le sue attività musicali. Compositore di musiche da film, di opera jazz, di musica sinfonica (ricordiamo in particolare il suo concerto “Les Mouettes”), di poemi e di spettacoli lirici come “Le Jazz et la Diva” con  Caroline Casadesus, il violinista, acustico ed elettrico, depositario del violino di Michel Warlop – il quale, a sua volta, l’aveva ricevuto dal suo primo mentore e ‘maître à penser’, Stéphane Grappelli – ha esteso la sua passione musicale anche attraverso l’insegnamento creando una scuola, il CMDL (Centre des musiques Didier Lockwood) a Dammarie-les-Lys en Seine-et-Marne).

La forza di questo grande musicista, particolarmente affabile e disponibile, era inoltre la sua facoltà di visionario capace di mescolare le musiche. Qui il jazz francese con le sue declinazioni, anche manouches, lì ancora il jazz-rock, la fusion, là la musica classica e le sperimentazioni sonore della più spinta avanguardia. E tutto ciò con una immensa professionalità e una passione divorante per la sperimentazione, la ricerca e il desiderio di oltrepassare qualsivoglia formalismo.

Violinista estremamente sensibile, generoso, amico fedele, seduttore e incantatore in musica, si era esibito appena qualche settimana fa al Duc des Lombards a Parigi – con André Cecarrelli (batteria) e Antonio Faraò (piano) per la presentazione della sua ultima opera, “Open Doors” (Okeh/Sony Music), e aveva appena suonato al Bal Blomet (Parigi – XVè) quando la grande falciatrice ha tolto al mondo del jazz, senza preavviso, uno dei suoi fiori più belli e adorabili.

Didier Pennequin