Secondo la classifica compilata nello scorso settembre da “uDiscover Music”

Tempo di lettura stimato: 2 minuti

 

Nello scorso settembre “uDiscover Music” ha pubblicato The 50 Best Singers Of All Time a firma di Charles Warning, laureando campione di canto di tutti i tempi Ella Fitzgerald, seguita a un palmo da Frank Sinatra e Nat “King” Cole.

La lunga nota seguiva altre precedenti riguardanti grandi maestri di sax, tromba, piano, batteria, insomma una sorta di olimpiadi del jazz con medagliere conferito a tavolino.

Ecco ora finalmente arrivare in rete la classifica dei 50 migliori chitarristi di tutti i tempi, un countdown ragionato, con breve prolusione, singole schede predisposte dall'estensore Charles Waring e un video a commento della scelta (https://www.udiscovermusic.com).

Si tratta di un “ritorno” sulla sei corde in quanto nel 2015 Richard Havers vi aveva pubblicato The Greatest Jazz Guitar Album, con relativi links, anticipando di fatto orientamenti in parte ripresi nella odierna Top 50 chitarristica.

Dunque non un dizionario, ma una sequenza di musicisti, predisposta a mo di conto alla rovescia con quello spirito di “gara” ideale per rendere piacevole la lettura ed il relativo ascolto delle tracce e dei filmati a corredo.

E ciò vale sia per i neofiti che per i jazzofili più esigenti.

La classifica è in larga prevalenza maschile con l'eccezione della Mary Osborne (49). E si caratterizza per l'ospitare sia interpreti classici come il mitico Eddie Lang (39) e il caposcuola Charlie Christian (3) che contemporanei come il giovane Julian Lage, classe 1987 (43).

Ci sono artisti di anima latina come Laurindo Almeida (37) e Charlie Byrd (19) anche se non c'è un Paco De Lucia evidentemente da catalogare in ambito più strettamente spanish. Diverse le presenze fusion a partire da Lee Ritenour (30), Larry Carlton (38) il “goldfather” Larry Coryell (17).

Non mancano gli “eclettici” rappresentati in pompa magna da Pat Metheny (10), gli sperimentali alla Kurt Rosenwinkel (44), l'area di radice blues seppure rivisitata quale James “Blood” Ulmer (41), il jazz-rock di Bill Connors (32) e quello contaminato di John McLaughlin(15), inglese come Alan Holdsworth (18).

In assenza di italiani si ritrovano americani di origine italica: Pat Martino (29), John Pizzarelli (50), Joe Pass (9).

E poi personaggi come George Benson (5) che figura anche fra i migliori vocalist al posto n. 33 raddoppiando le postazioni a proprio nome (al pari di Chet Baker che figura sia per la voce che come trombettista).

Al vertice dei chitarristi si situa Wes Montgomery affiancato da , quest'ultimo in testa ad una compagine di europei non molto nutrita: il primo della lista dell”Olimpo” dopo Django è l'ungherese Gabor Szabo (14).

La prima, personale, impressione è che, dall'Italia, si ha probabilmente una percezione un po' diversa dei valori di questi virtuosi di statura eccelsa. Il che dipenderà da fattori di “spostamento” e circuitazione dei concerti in zona, dalla maggiore penetrazione locale nel mercato discografico, dal carisma del personaggio, dalla attrattività e trasversalità del relativo stile, dalla attenzione dei media locali…

Ci saremmo aspettati al riguardo un Ralph Towner molto prima del 28mo piazzamento assegnatogli; altrettanto dicasi di Frisell (26) Al Di Meola (23) Stern (21) e Scofield (20) mentre Stanley Jordan si può dire ben collocato al dodicesimo piazzamento.

Ma è anche vero che la categoria comprende dei “competitor” che si chiamano Jim Hall (4) Barney Kessell (7) Kenny Burrell (8) Tal Farlow (11) e che i numeri, stringi stringi, sono e restano quelli a disposizione.

I 50 chitarristi inseriti in questa “Hall Of Fame” meritano tutti gli onori della critica e del pubblico degli appassionati.

Certo che, se si fosse ampliata la gamma delle nominations, si sarebbero potuti includere ‘Nguyen Lè, Marc Ribot, Terye Rypdal, Derek Bailey, e perché no qualche italiano, un Franco Cerri o un Lanfranco Malaguti, per esempio, visto che la stessa Biographical Encyclopedia Of Jazz di Feather e Gitler ha da tempo aperto le porte agli artisti di casa nostra, a Rava, Fresu, Fasoli, Del Fra, Rea, Di Castri, Pietropaoli…

Va da sé che il jazz è musica nero/afro/americana ma i talenti che ne condividono e ne hanno condiviso il linguaggio sono disseminati in tutto il pianeta.

 

Amedeo Furfaro

Articoli scelti per te:

Ti è piaciuto l'articolo? Lascia un commento!

Commenti

commenti

Shares