Emanuele Coluccia in concerto a Parma con “Birthplace”

Venerdì 23 novembre Emanuele Coluccia torna sul palco nell’ambito del tour dedicato al suo album “Birthplace” prodotto da Workin’ Label con il sostegno di Puglia Sounds Records 2018. Alle 21.30 sarà difatti in concerto a Parma presso il Circolo Giovane Italia (via John Fitzgerald Kennedy, 7) in trio con il contrabbassista Giampaolo Laurentaci e il batterista Dario Congedo: info e prenotazioni al 320.1992273.
Emanuele Coluccia, che ha trascorso molti anni della sua carriera negli Stai Uniti, è una delle figure più talentuose e eclettiche del panorama musicale italiano: pianista, sassofonista, polistrumentista, arrangiatore, compositore, direttore d’orchestra, didatta, Coluccia ha condotto il suo percorso artistico parallelamente tra Europa e States, facendo definitivamente ritorno in Italia qualche anno fa.
Gli 8 brani originali di “Birthplace” (disponibili su Spotify al link http://bit.ly/spotifyBIRTHPLACE) segnano proprio la ricapitolazione di un percorso, un ritorno al luogo di origine, dove il potenziale è al massimo e le possibilità infinite, punto di partenza di una nuova vita. Nella tracklist anche la rivisitazione del celebre brano di Paolo Conte “Azzurro”:
“Il brano appartiene al mio immaginario infantile. Da piccolo lo ascoltavo su 45 giri e ci ballavo sopra. L’originale è musicalmente molto semplice e mi sono divertito molto a riarmonizzarlo, cambiandone il colore, che da azzurro diventa un colore molto misterioso.”
Nel disco, registrato con Luca Alemanno e Dario Congedo, anche un cameo della cantante Carolina Bubbico che ha prestato la sua voce in “Eagle’s Wish” per riportare il tema del brano alla sua natura originaria di canto libero, immediato, espressione del desiderio di un essere che conosce il volo come propria condizione naturale e quotidiana.
Improvvisatore, sempre teso alla sintesi delle esperienze e ispirato da una visione sincretica della vita e delle arti, Emanuele Coluccia è un musicista sui generis. Al centro della sua raffinata ricerca vi è il desiderio di cogliere il cuore delle cose: del suono, dell’ascolto, dell’azione musicale.
Le parti tematiche delle composizioni nascono da “appunti di viaggio”: note vocali prese al volo durante i frequenti viaggi o da momenti di ispirazione, in cui sembra che il canto e il suono siano una perfetta opportunità di relazione e conoscenza con se stessi. La parte armonica è realizzata con una tecnica mista (tonale, modale, atonale) nello sforzo costante di tenere vicini i rispettivi piani espressivi in una danza sempre più complessa e, allo stesso tempo, concreta.

BIO
Pianista e polistrumentista eclettico, Emanuele Coluccia conduce la sua carriera parallelamente tra Europa e Stati Uniti. Nel suoperiodo newyorkese, iniziato nel 1999, ha intrapreso un percorso molto attivo sia per quanto riguarda l’attività concertistica (Brooklyn Film Festival, Lincoln Center, University of Stoneybrook, WAX Studios, Consolato Tedesco, Brooklyn Museum of Art, Università di Princeton) sia per l’attività discografica. Negli USA ha collaborato con la cantautrice americana Myla Hardie, l’artista afro-jazz Alain Kodjovi, la cantante italiana Greta Panettieri, il trombettista/compositore tedesco Volker Goetze, il cantautore francese Chris Combette, e ha partecipato ai tour europei del trombettista newyorkese Greg Glassman e al tour in Andalusia con il trio Malesciana Folk.
Rientrato in Italia ha fondato con Claudio Prima e Redi Hasa Bandadriatica, progetto con cui ha all’attivo 4 lavori discografici, numerosi tour in Italia e all’estero e prestigiose collaborazioni (King Naat Veliov e la Kocani Orkestra, Eva Quartet). Negli anni ha condiviso il palco con moltissimi artisti, tra cui Fabrizio Bosso, Carolina Bubbico, Gabriele Mirabassi, Javier Girotto e Silvia Manco, e nel 2005 e nel 2006 è stato membro dell’Orchestra della Notte Della Taranta.
Collabora a diversi progetti multidisciplinari caratterizzati dall’interazione fra musica, danza, pittura e letteratura, prendendo parte a spettacoli, residenze artistiche e gruppi di ricerca con attori, pittori danzatori e performer. Affianca la sua attività di compositore con quella di arrangiatore e orchestratore per Bandadriatica e per la Giovane Orchestra del Salento.
Nella sua formazione spiccano le lezioni e i workshop di Joe Lovano, Joe Zawinul, Paul Motian, Bill Frisell, John MacLaughlin, George Garzone nell’ambito delle clinics del Berklee College of Music a Umbria Jazz. Proprio nell’edizione del 1999 del grande Festival umbro, ha partecipato a performance improvvisate con Jason Moran, Taurus Mateen, Eric Harland e Pat Metheny.

CONTATTI
Facebook: https://www.facebook.com/emacoluccia/
www.workinproduzioni.it  workinmusic@gmail.com
Ufficio Stampa: Fiorenza Gherardi De Candei  tel. 328.1743236 info@fiorenzagherardi.com

IL DUO BOSSO – BIONDINI AL TEATRO VASCELLO


Tutte le foto sono di ADRIANO BELLUCCI

Teatro Vascello, Roma, 6 novembre 2018, ore 21

FLAUTISSIMO 2018 – 20ma edizione
“Camminando a vista”

FACE TO FACE

Fabrizio Bosso, tromba
Luciano Biondini, fisarmonica

Il Teatro Vascello con la rassegna FLAUTISSIMO 2018, Camminando a vista, direttore artistico Stefano Cioffi, apre al Jazz e si rivela, per chi vi scrive inaspettatamente,  uno spazio davvero eccellente per ascoltare musica.

Tromba e Fisarmonica, ovvero Fabrizio Bosso e Luciano Biondini sul palco.
Reciprocamente preziosi e totalmente paritari tra loro, cominciano con Pure Immagination. E’ la tromba a presentare il tema, mentre la fisarmonica disegna il tessuto armonico ritmico del pezzo: ma ben presto i ruoli si invertono, la melodia passa a Biondini, e prelude ad un lungo e variegato domanda / risposta denso di idee e di sfumature dinamiche continue.
La tromba è il Jazz, la fisarmonica è la musica tradizionale.
L’ambito armonico, quello tematico, sono spesso ispirati al repertorio tradizionale della musica da fisarmonica.
La struttura dei brani è spesso Jazzistica (presentazione del tema, improvvisazione, scambi ogni otto battute tra i due musicisti, ripresa del tema, conclusione). Spesso, ma non necessariamente.

C’è una precisa distinzione tra due mondi, verrebbe da pensare… eppure non è esattamente così, perché in questo terreno di incontro la tendenza dei due musicisti è quella ad amalgamarsi, dando origine ad un flusso sonoro del tutto nuovo. E’ una dualità di generi che si percepisce dunque solo concentrandosi razionalmente per capire, facendo il mestiere di chi scrive di musica.


Il tema melodico è sempre oggetto di grande cura sia che emerga piano piano da una intensa introduzione di Biondini (come in Bringi) sia che invece venga esposto in maniera molto netta da subito, come ad esempio in In Lembra de Win, presentato dalla tromba, e reso con delicatezza, esaltato dalle circonvoluzioni poetiche della fisarmonica.

Le dinamiche sono ampie e legate fortemente all’andamento armonico (vedi la tensione che si crea negli accordi di settima di dominante, resi o con potenti forte o con sottili e poetici pianissimo, che sottolineano con poetica efficacia l’urgenza del risolvere alla tonica) .
I due strumenti sono complementari sempre, qualsiasi ruolo decidano di intraprendere (ad esempio la funzione ritmica delle note ribattute da Bosso in Stagione, o il tramutarsi degli accordi della fisarmonica di Biondino in melodie struggenti, come in Nuovo Cinema Paradiso).

Molti gli episodi di improvvisazione libera, ondate sonore potenti non scevre da dissonanze, complice anche il loop elettonico della tromba. E gli obbligati che li incorniciano e su cui risolvono godono, a contrasto, di attacchi e conclusioni ineccepibili, l’entrata in acqua perfetta dopo un tuffo triplo carpiato.
Rumba for Kampei è trascinante, ed evidenzia l’innegabile virtuosismo di Bosso e di Biondini che sfruttano tutte le possibilità dei propri strumenti (anche gli urli laceranti della tromba in African Friends supportati dalla eccezionale densità del tessuto armonico della fisarmonica non sono da meno). Tre bis dimostrano la capacità comunicativa di un duo che si può definire, in tutta onestà, eccellente. Giudizio che è l’anticipazione del piccolo capitolo successivo di questo scritto.

L’IMPATTO SU CHI VI SCRIVE (considerazioni personali)

Un concerto coinvolgente, emozionante, in cui i molti richiami armonici e tematici tradizionali dettati dalla fisarmonica, o le strutture e i fraseggi tipicamente jazzistici dettati dalla tromba hanno la particolarità di essere percepiti come inediti e nuovi, poiché… lo sono. Il fondersi di questi due mondi vive di un impulso creativo molto netto, di un’urgenza espressiva anch’essa molto netta sia di Bosso che di Biondini. Questa urgenza espressiva, e questa creatività estemporanee diventano Jazz, in quanto improvvisazione non certo di maniera. Non ci sono trucchetti acchiappa applausi, c’è un flusso sonoro in divenire, in cui l’impianto armonico è magari ben definito, ma all’interno del quale avviene di tutto. E così la benefica tensione che si prova all’ascolto non è dovuta solo alle leggi armoniche – melodiche che regolano innegabilmente l’andamento dei brani, ma anche e soprattutto alla irresistibile urgenza creativa dei due musicisti che rifugge da ogni cliché predeterminato.
Un dialogo serratissimo, una empatia incredibile, permettono dunque di tramutare la bravura tecnica in espressività trascinante. Pathos, lirismo, fantasia, una forbice ampia dal brano placido, o nostalgico, a quello più sanguigno, o dispari, a velocità incredibile: Face to Face, tromba e fisarmonica danno vita a Musica.

La galleria che segue delle bellissime foto di Adriano Bellucci può dare idea dell’atmosfera della serata al Teatro Vascello: per guardare ciò che vi ho descritto con le parole.



Carlo Atti & Pat Senatore Quartet dal vivo all’Elegance Cafè

Carlo Atti, classe 1968, è da molti considerato uno dei più influenti sassofonisti jazz europei. Esterna un’eloquenza elegante e raffinata, in un discorso musicale in cui ognuna delle sue note ha un peso, una profondità ed una sensibilità che la rendono essenziale in seno a un discorso melodico ineccepibile in quanto ad equilibrio, finezza e articolazione. In trent’anni di carriera ha avuto modo di farsi apprezzare tanto in Italia quanto all’estero, collaborando con artisti americani di chiara fama come Joey DeFrancesco, Steve Grossman e molti altri. Ha inoltre partecipato ad alcune produzioni di artisti pop italiani (Lucio Dalla, Gianni Morandi, Rossana Casale). Lungo l’ultimo decennio ha suonato in prestigiosi club italiani ed europei con alcune formazioni espressamente costruite attorno alle sue doti di improvvisatore e comunicatore attraverso l’universale linguaggio della musica. Nel 2016 incontra Pat Senatore, contrabbassista americano, di recente trasferitosi a Roma, che vanta una carriera di oltre 50 anni a fianco di personaggi leggendari della storia del jazz: tra i due si crea una immediata sintonia musicale, che porta Pat ad invitare Carlo a suonare con lui a Los Angeles nello storico Vibrato Jazz Club. Tornati in Italia, i due musicisti continuano a collaborare, dando vita ad un progetto musicale basato sull’interplay e sul reciproco ascolto, utilizzando alcuni standard tratti dal Great American Songbook ed alcune composizioni di Coltrane, Silver e Shorter, come trampolino di lancio per una costante esplorazione musicale, rispettosa della tradizione mainstream eppure assolutamente attuale, moderna, fresca e originale.
Sul palco Carlo Atti (sax), Pat Senatore (contrabbasso), Pietro Lussu (piano) e Marco Valeri (batteria).

Venerdì 30 novembre
ore 21 e ore 23.30 (doppio set)
Elegance Cafè Jazz Club
Via Francesco Carletti, 5 – Roma
Euro 15 (concerto e prima consumazione)
Infoline +390657284458

Terreni Kappa al TrentinoInJazz

Sabato 17 novembre 2018
ore 17.00
Sala Sosat
Via Malpaga
Trento

TERRENI KAPPA

ingresso gratuito con offerta libera

Sabato 17 novembre nuovo appuntamento in Sala Sosat a Trento, il secondo dei quattro concerti autunnali di Katharsis 2018, diretti da Eduardo Bruni e organizzati da Ars Modi. Terreni Kappa è un quartetto di giovani jazzisti, un ensemble strumentale dallo stile multiforme ed avventuroso. Roberto Zantedeschi (tromba), Luca Crispino (chitarra), Chiara Brighenti (contrabbasso) e Luca Pighi (batteria) propongono anche dal vivo composizioni originali che con elegante misura fondono suoni, colori e ritmi provenienti da diverse epoche e culture musicali del mondo.

La denominazione Terreni Kappa fa esplicito riferimento a Zeder, il film del 1983 di Pupi Avati, che ruota intorno alle proprietà metafisiche di questi “terreni”. Secondo la teoria, elaborata agli inizi del XX secolo da un certo Paolo Zeder, alcuni terreni sparsi per il mondo aventi particolari caratteristiche chimiche comuni (da lui battezzati “terreni K”) costituirebbero una porta tra il mondo reale e altre dimensioni. Nel 2016 la formazione pubblica con Zeder Records l’album d’esordio Ripples in the Lagoon, ottimamente recensito ed accolto dalla critica specializzata, registrato in presa diretta in poche riprese, enfatizzando così un dialogo più energico e ricercato da parte dei musicisti.

Prossimo appuntamento con il TrentinoInJazz 2018 domenica 25 novembre: Swing Friends a Rovereto.

FCT Trio al TrentinoInJazz 2018

Sonata Islands
presenta:

Giovedì 15 novembre 2018
ore 21.30
Loco’s Bar
Via Valbusa Grande 7
Rovereto (TN)

FCT TRIO

Giovedì 15 novembre a Rovereto nuovo appuntamento con Ai confini e oltre, la sezione del TrentinoInJazz 2018 che ha fa dialogare aree musicali ed extra tra jazz, avanguardie e cinema. Al Loco’s Bar arriva FCT Trio, la nuova creatura del batterista Francesco Cusa, insieme al pianista Gianni Lenoci e il bassista Ferdinando Romano. Il trio FCT esplora i territori delle composizioni originali e della poliritmia, ripropone in chiave acustica le esperienze progettuali del passato del percussionista siciliano con uno sguardo alla musica di tradizione e agli standard, debitamente rivisitati.

Dichiara Cusa: “La mia idea per questo lavoro nasce da una prospettiva opposta rispetto a quella dei normali processi che determinano la prassi musicale. Si parte da materiali improvvisati con lo scopo di costruire strutture poliritmiche, melodie, che soltanto in futuro determineranno (semmai) un processo compositivo che potrà essere fermato sulla carta. Troppo spesso viviamo nell’urgenza di produzioni contingenti, di idee musicali anche nobili che necessiterebbero però di ben altre sedimentazioni, di tempo, di maturazione. Per queste ragioni ho tentato di invertire il processo, ovvero di creare un trio con il quale esercitare un’idea quasi minimalista di composizione istantanea, con cui prestare ascolto alla scintilla creativa dell’istante e sviluppare le cellule sonore frutto delle influenze ambientali, degli umori del momento, delle suggestioni del viaggio, dei cibi assaporati, ecc. Ma sarebbe delittuoso parlare di “musica improvvisata”: la definirei piuttosto una centratura subliminale atta a determinare l’edificarsi di architetture sonore. Un processo “inevitabile” che col tempo determinerà la necessità espressiva del trio, in modo che, nel suo inesorabile farsi, ogni nota, ogni colpo inferto allo strumento, saranno quelle scaturite dall’ineluttabile. Nessuna scelta”.

Andrea Pozza Italian Trio live al Capolinea8 di Torino

Sabato 17 novembre, il jazz del pianista Andrea Pozza torna a Torino al Capolinea8 (Via Maddalene 42 bis). Una serata che si preannuncia ricca di swing con un repertorio di brani tratti dagli album più recenti del pianista genovese “Siciliana” e “A Jellyfish From The Bosphorus. Durante la serata non mancheranno poi brani della grande tradizione americana e standard jazz. Il pianismo di Pozza è caratterizzato da uno stile elegante, attento ai colori, alle sfumature, in perfetto equilibrio fra la solidità di un impianto formale di stampo europeo e l’inventiva fresca e ammaliante di un sound oltre oceanico. La ritmica sarà affidata alla grande musicalità del contrabbasso di Simone Monnanni e all’estro e alla maestria di Riccardo Zegna alla batteria.

Andrea Pozza ha una solida carriera nazionale ed internazionale che lo ha visto protagonista in Estremo Oriente, in America ed in Europa. Pianista genovese è attualmente riconosciuto dalla critica e dal pubblico come una delle personalità più rappresentative in ambito jazz attualmente in circolazione. Musicista eclettico capace di affrontare con grande disinvoltura qualsiasi repertorio, è sia leader carismatico sia partner ideale per grandi artisti che trovano in lui empatia e innato interplay. Andrea Pozza ha debuttato a soli 13 anni e da allora si è esibito al fianco di alcuni “mostri sacri” della storia del jazz: Harry “Sweet” Edison, Bobby Durham, Chet Baker, Al Grey, George Coleman, Charlie Mariano, Lee Konitz, Sal Nistico, Massimo Urbani, Luciano Milanese, Steve Grossman e molti altri ancora. Intensa la sua attività concertistica che lo porta costantemente in tour in Italia e in Europa, dalla Gran Bretagna alla Svizzera, dalla Germania al Portogallo, alla guida delle formazioni a suo nome. Pozza collabora stabilmente, tra gli altri, con Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Scott Hamilton, Jesse Davis, Tullio De Piscopo, Ferenc Nemeth, Bob Sheppard, Antony Pinciotti, Furio Di Castri e tanti altri. Andrea Pozza è inoltre protagonista di numerosi progetti discografici a suo nome, tra questi, l’album più recente si intitola “Siciliana” realizzato in trio con Andrew Cleyndert e Mark Taylor (Trio Records, Inghilterra, 2016), preceduto da “I Could Write a Book”(Gennaio 2014) e “Who cares?” (Dicembre 2014) in super audio cd e vinile, in duo con Scott Hamilton; “A Jellyfish From The Bosphorus” (ABEAT REC, 2013) in trio, inciso tra l’Italia ed il Regno Unito e “Gull’s Flight”(ABEAT REC, 2011) realizzato con l’Andrea Pozza European Quintet e che coinvolge musicisti inglesi e olandesi.

 

Sito ufficiale di Andrea Pozza: www.andreapozza.it

Facebook Official Page: www.facebook.com/AndreaPozzaOfficial

 

Ufficio Stampa Andrea Pozza: Top1 Communication Press Office

Per info: segreteria@top1communication.eu

Stefania Schintu Cell. +39 347 0082416