Ajugada Quartet

 Le prime quattro foto sono di FABRIZIO SODANI. La foto di Juan Carlos Albelo Zamora è di VICTOR SOKOLOWICZ.

Solitamente le produzioni discografiche risultano superiori alle esecuzioni live, per cui quando accade il contrario è davvero una sorta di piccolo evento. Piccolo evento che si è verificato venerdì 30 novembre al Teatro Studio dell’Auditorium Parco della Musica di Roma.
In programma la presentazione dell’album “Hand Luggage” (Filibusta Record)  da parte dell’ “Ajugada Quartet” al secolo Antonella Vitale voce, Gaia Possenti piano, Giulia Salsone chitarra, Danielle Di Majo sax e flauto, special guest Juan Carlos Albelo Zamora violino e armonica.

Conosco Antonella Vitale da molto tempo ma non mi era accaduto di sentirla live in un contesto così strutturato; ebbene, è stata una bellissima sorpresa. Antonella è dotata di una voce molto duttile che sa padroneggiare con estrema disinvoltura ed è altresì capace di praticare uno scat tutt’altro che banale. Di qui la possibilità di adattarsi compiutamente alle esigenze musicali espresse dal quartetto nella sua globalità.
In effetti mentre di solito la presenza di una voce fa sì che tutto il gruppo ruoti attorno alla stessa, nell’Ajugada Quartet il discorso è completamente diverso. La Vitale – si potrebbe dire – è uno strumento al pari degli altri, niente di più niente di meno, e così la sua voce, usata spesso in funzione strumentale, contribuisce in maniera determinante al sound particolare del combo, che non risente della mancanza di una sezione ritmica tradizionale composta da batteria e contrabbasso.

Determinante, al riguardo, l’atmosfera che promana dal palco; le quattro artiste si intendono a meraviglia frutto di un idem sentire declinato compiutamente attraverso le capacità strumentali ed espressive delle stesse. Così Gaia Possenti, di chiara formazione classica, sfoggia un pianismo ora materico ora assolutamente etereo in grado sia di prendere convincenti e lunghi assolo sia di tessere un tessuto sonoro su cui si innestano gli interventi di Danielle Di Majo che soprattutto al sax alto sfoggia un sound vigoroso e personale e di Giulia Salsone chitarrista tecnicamente ferrata e dalla forte espressività.

Il tutto è stato impreziosito, nella seconda parte del concerto, dalla presenza del cubano Juan Carlos Albelo Zamora violino e armonica, superlativo soprattutto all’armonica con cui ha toccato davvero il cuore del numeroso pubblico.

Foto: Víctor Sokolowicz

Il gruppo ha presentato, ovviamente, quasi l’identico repertorio dell’album composto in massima parte da original delle quattro artiste, cui si affiancano riletture di brani di estrazione moderna, come “Kind of Folk” del grande Kenny Wheeler e “A Rã” di João Donato.
Alla fine meritati e prolungati applausi coronati da un sentito bis.