Cettina Donato in tour a Tokyo

Dopo i 5 sold out consecutivi del suo tour siciliano con il nuovo album “Piano 4Hands”, la pianista, compositrice e direttore d’orchestra Cettina Donato riprende il suo tour internazionale dedicato al disco “Persistency-The New York Project”, registrato a New York e edito da AlfaMusic. Dal 13 al 16 marzo sarà in concerto a Tokyo, insieme a 2 band giapponesi: il 13 e 14 marzo alle ore 20 salirà sul palco del club APOLLO Shimokitazawa insieme al sassofonista Kei Matsumaru, il contrabbassista Daisuke Ijichi e il batterista Sota Kira, mentre il 16 marzo sarà impegnata in un doppio concerto al B FLAT di Akasaka (Tokyo), rispettivamente alle 19.30 e alle 21, con il bassista Rikiya Kanazawa e il batterista Masatsugu Hattori. Durante i live, oltre ai brani di “Persistency” presenterà le sue nuove composizioni.

Artista internazionale, dalla carriera parallela tra Europa e Stati Uniti, tra mondo classico e tradizione jazzistica, Cettina Donato si è sempre distinta per la grande raffinatezza e versatilità nell’affrontare e fondere tra loro i diversi generi, ottenendo grande consenso dalla stampa di settore sia per i suoi lavori discografici che per la sua attività concertistica.
“Il mio percorso nell’ambito classico si fonde con i miei studi e con il mio amore per la tradizione jazzistica: questa unione è evidente sia nel mio modo di suonare sia nella musica che scrivo. Nei miei brani vi è ampio spazio sia alla cantabilità, all’aspetto lirico, che ai tratti distintivi del jazz, come i riff della mano sinistra. Del jazz colgo anche la disciplina che, per alcuni versi, trovo anche più restrittiva di quella della musica classica. Un mio grande Maestro, Salvatore Bonafede, affermava: “Il jazz è libero, ma è una libertà vigilata.”

Prima donna italiana a dirigere orchestre sinfoniche con un repertorio jazz da lei arrangiato, sia standard che originale, è stata più volte votata tra i migliori arrangiatori italiani al JAZZIT AWARD. In Italia ha collaborato come direttore, compositrice e arrangiatrice con varie orchestre tra cui l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari, l’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina, la New Talents Jazz Orchestra di Roma, l’Orchestra Giovanile “Città di Molfetta”, la Late Night Jazz Orchestra di Los Angeles. Sempre in Italia si è diplomata in pianoforte classico, mentre a Boston in Jazz Composition presso il prestigioso Berklee College of Music, dove è stata nominata “Best Jazz Revelation Composer and Performer” e ha ricevuto l’ambito Carla Bley Award for “Best Jazz Composer of Berklee College of Music”. Proprio a Boston ha fondato un’orchestra a suo nome, la “Cettina Donato Orchestra” composta da musicisti provenienti dai cinque continenti, con cui ha inciso un album per l’etichetta Jazzy Records, insieme a un quartetto d’archi.

Ha ricoperto il ruolo di International President del Women In Jazz del South Florida, associazione volta alla promozione di musiciste e compositrici di tutto il mondo, ed è attualmente membro del The Worldwide Association of Female Professional che ha sede a New York.

Negli anni ha suonato con alcuni tra i didatti-jazzisti più importanti, tra cui Eliot Zigmund, Stefano Di Battista, Fabrizio Bosso, Salvatore Bonafede, Ray Santisi, Laszlo Gardony, Joanne Brackeen, Greg Hopkins, Jackson Schultz, Ken Pullig, Dick Lowell, David Santoro, Adam Nussbaum, Hal Galper, Billy Harper, Ron Savage, Scott Free, Dario Deidda, Roberto Gatto, Ken Cervenka, Bob Pilkington, Marcello Pellitteri, Marco Panascia, Orazio Maugeri, Dado Moroni, Bob Mintzer, Garrison Fewell.
“Nella mi musica si trovano tutte le mie esperienze, i miei luoghi e i miei vissuti. Alcuni spettatori mi dicono che dopo un mio concerto continuano a canticchiare mentalmente le mie melodie, altri che suono il piano come se fossi uno strumento a fiato: respiro, lascio dei vuoti per poi ricominciare a “parlare”.

Laureata in Psicologia Sociale con due Master sulla didattica speciale, dedicata a soggetti che presentano diversità di apprendimento, con la promozione del suo disco “Persistency-The New York Project” sta portando avanti da anni il sogno della creazione di una residenza per ragazzi autistici in provincia di Messina, chiamata “VillagGioVanna”, anche grazie all’aiuto del noto attore e regista Ninni Bruschetta che ha aderito alla campagna di promozione come testimonial e con cui ha stretto da anni un sodalizio artistico attraverso diversi spettacoli teatrali.

Attivo è anche l’impegno sul fronte della didattica musicale. Attualmente è titolare di cattedra al Conservatorio di Bari e insegnamenti in altri Conservatori italiani.
“Per me l’insegnamento è meraviglioso, trasferire le mie conoscenze e il mio percorso artistico è una fonte di grande soddisfazione. Ogni settimana percorro moltissimi km per poterlo fare. La musica ha un fortissimo potere pedagogico, e riesce persino a sbloccare alcuni meccanismi o limiti della personalità. Se si insegna in maniera attiva, la didattica è una grandissima occasione di arricchimento: osservando il processo di apprendimento e le personalità degli studenti, un insegnante può imparare moltissimo.
Non so se questa mia predisposizione sia innata o derivi dagli studi per la Laurea in Psicologia Sociale.”

INFO
www.cettinadonato.com email: info@cettinadonato.com
Ufficio Stampa Cettina Donato: Fiorenza Gherardi De Candei > tel. 328.1743236 e-mail info@fiorenzagherardi.com

L’Arcadia Trio ricomincia il tour da Challand-Saint-Victor

Venerdì 15 marzo l’Arcadia Trio del sassofonista Leonardo Radicchi torna in tour: dopo una splendida serie di concerti con special guest il trombonista Robin Eubanks, il trio (completato dal contrabbassista Ferdinando Romano e dal batterista Giovanni Paolo Liguori) torna a calcare i palchi italiani per presentare il nuovo album “Don’t call it Justice” uscito lo scorso febbraio con l’etichetta AlfaMusic (distr. EGEA Music/Believe digital).
Il 15 marzo, la formazione sarà live al Bistrot Ramet di Challand-Saint-Victor (Frazione Villa 226, provincia di Aosta). Tra le prossime date: il 16 marzo al The Craftsman di Reggio Emilia.

Talentuoso ed eclettico musicista, uno dei più attivi e apprezzati a livello nazionale, Leonardo Radicchi ha scelto di percorrere una strada alternativa a quella di molti suoi colleghi: dopo gli eccellenti studi presso il Berklee College of Music di Boston, di cui è stato Student Ambassador con la sua band Creative Music Front, è tornato in Italia evolvendosi in una ricerca musicale parallela alla crescita della sua consapevolezza come individuo nella società civile. Le sue attività in ambito sociale, tra cui una lunga esperienza in prima linea con Emergency per il progetto Ebola (in Sierra Leone) e il progetto War Surgery (in Afghanistan), hanno contribuito a conferire un significato “politico” alla sua musica. Non attraverso uno schieramento partitico, ma con una maturata consapevolezza dell’ingiustizia sociale e delle contraddizioni da cui essa deriva.

Così l’Arcadia Trio racconta la sua musica come un manifesto, articolato in 10 brani: 10 storie che raccontano fatti, persone e idee che lasciano il segno: il brano “Child Song”, ad esempio, racconta di bambini che “devono” essere adulti e di altri che potrebbero non diventarlo mai; la titletrack “Don’t call it Justice” urla forte che una legge non fa giustizia se rende illegale un essere umano; “Necessary Illusions” è un omaggio alla visione dell’intellettuale e filosofo statunitense Noam Chomsky. I titoli degli altri brani: “Utopia – A song for Gino Strada”, “Stop selling lies”, “Peace”, “Change and Necessity – Pointless Evolution”, “In memory of Idy Diene”, “Our anger is full of joy”, “Salim of Lash”.
Prodotto da Leonardo Radicchi insieme a Rosso Fiorentino, l’album è stato registrato dal trio, insieme a un piccolo ensemble, lo scorso giugno presso la Sala del Rosso di Firenze e masterizzato alla White Sound Mastering Studio. Ospite del disco è Marco Colonna, impegnato al clarinetto basso.

Leonardo Radicchi, che negli ultimi anni è impegnato in un centro per richiedenti asilo della Toscana, ha raccontato le sue storie anche nel libro “In fuga”, pubblicato nel 2016 da Rupe Mutevole (collana Letteratura di Confine) e attualmente in ristampa.
Con questo disco, e quindi attraverso il jazz, vuole raccontare, far riflettere, incitare a un senso di riscossa della mente e del cuore di fronte a una costante di ogni società: l’ingiustizia. Tutto questo attraverso il jazz e la musica, con note portatrici di energia e di un messaggio positivo, che ritroviamo nella track n. 3: our anger is full of joy – la nostra rabbia è piena di gioia.
Secondo Radicchi “La musica ha il dovere di contribuire, anche se in minima parte, alla massa critica che ci permette ogni giorno di essere umani. Il mondo è un posto complesso, ci serve una musica in grado di raccontarlo.” Le esperienze che ha scelto di vivere, e di condividere attraverso questo album, hanno cambiato il suo modo di vedere la vita, rafforzando un sentimento di riscossa e operatività.

Che impatto può avere una musica non di massa sulle grandi dinamiche del nostro tempo? La stessa dei saggi, della poesia, della letteratura, dell’arte in generale. Questo è ciò che muove l’Arcadia Trio.

Le date precedenti del tour 2019: 7 febbraio al Padova Jazz Club @Cockney London Pub, l’8 febbraio live a Il Birraio di Perugia, il 9 febbraio allo Smallet Jazz Club di Modena, il 10 febbraio al Teatro Sant’Andrea di Pisa per il festival Pisa Jazz, il 12 febbraio alla Casa del Jazz di Roma, il 13 febbraio al Teatro Dante Carlo Monni – Campi Bisenzio (Firenze), il 14 febbraio all’Argo16 di Mestre.

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