Se n’è andato Gianni Lenoci

Un altro grande del jazz italiano se n’è andato: Gianni Lenoci è scomparso a 56 anni, la sera del 30 settembre.

Originario di Monopoli, in Puglia era considerato una sorta di orgoglio locale, un personaggio di cui andare fieri… e non solo come artista ma forse anche, e soprattutto, come uomo. Non a caso sui social si leggono frasi del tipo “una persona eccezionale, un amico speciale, un musicista strepitoso, un collega insostituibile”, e proprio oggi su Facebook è possibile leggere un ricordo davvero commovente vergato da Francesco Cusa, altro valente jazzista.

Il fatto è che Gianni Lenoci sapeva davvero conquistare chi a lui si avvicinava grazie ad un carattere deciso ma allo stesso tempo dolce e privo di astrusità. Ma era il coté artistico che l’aveva portato alla ribalta internazionale, ottenendo la stima e la fiducia di pubblico e critica.

Diplomato in pianoforte presso il Conservatorio “S. Cecilia” di Roma e in Musica elettronica presso il Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, Lenoci ha studiato jazz ed improvvisazione con Mal Waldron e Paul Bley. Forte di questo bagaglio, si è affacciato sulle scene jazzistiche già nei primi anni ’90, collaborando con alcuni artisti di assoluto livello internazionale come Enrico Rava, Steve Grossman, Harold Land, Carlo Actis Dato, Antonello Salis, Glenn Ferris, Han Bennink, Kent Carter, John Tchicai, David Murray, Roscoe Mitchell, Evan Parker… tra gli altri.

Alla musica ‘attiva’ sul campo affiancava l’attività didattica esercitata nei corsi jazz del conservatorio Nino Rota della sua Monopoli, e i suoi ex studenti lo ricordano oggi con tanto, tanto affetto.

Dal punto di vista artistico, Lenoci si è caratterizzato da un canto per la grande capacità improvvisativa declinata attraverso composizioni originali sempre indirizzate verso una sperimentazione mai fine a sé stessa, dall’altro per l’estremo scrupolo con cui studiava ed eseguiva le composizioni altrui, che quando venivano da lui interpretate nulla perdevano dell’originario fascino. In particolare, Lenoci si è dedicato alla rilettura delle pagine di Morton Feldman, Earle Brown, Sylvano Bussotti, John Cage (su questo stesso blog ricordo la recensione dell’album “One – John Cage Piano Music” – Silta Classics SC002) oltre all’opera completa per strumento e tastiera di John Sebastian Bach. Il tutto impreziosito da un tocco sempre al servizio della scrittura, con una attenzione particolare ad ogni minimo dettaglio sia timbrico sia dinamico e con un linguaggio che cercava di essere fedele alle intenzioni del compositore.

Insomma un artista e un uomo straordinario!

Gerlando Gatto

Il jazz in Italia con Sonata Islands al TrentinoInJazz

TRENTINOINJAZZ 2019
e
Sonata Islands

presentano:

Mercoledì 2 ottobre 2019
ore 20.00
Sala Fondazione Caritro
Via Calepina 1
Trento

IL JAZZ IN ITALIA – GLI ITALIANI NEL JAZZ (tavola rotonda)
con
SONATA ISLANDS QUINTET

Mercoledì 2 ottobre si apre un nuovo ciclo di appuntamenti per il TrentinoInJazz 2019, in collaborazione con Fondazione Caritro e Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento, all’insegna della divulgazione e della musica. In apertura la tavola rotonda Il jazz in Italia – gli italiani nel jazz, incentrata sul tema della ricezione del jazz in Italia e sulla presenza di italiani nel jazz sin dagli esordi. Interverranno figure prestigiose quali Luca Bragalini, Paolo Somigli e Salvatore De Salvo, moderatore Marco Uvietta.

I vari interventi degli ospiti saranno alternati dalla rivisitazione di brani di autori italiani in prima esecuzione da parte del Sonata Islands Quintet, in una inedita formazione: Giulio Visibelli, Carlo Nicita, Emilio Galante ai flauti, Luca Gusella al vibrafono, Tito Mangialajo Rantzer al contrabbasso. Fra le musiche, tutte italiane, una chicca: l’arrangiamento di I Got the Blues, il primo blues mai pubblicato nella storia del jazz, nel 1908, a firma dell’italo-americano Antonio Maggio.

Prossimo appuntamento: giovedì 10 ottobre La filmografia di Gianni Amico + concerto di Tino Tracanna e Umberto Petrin a Trento.