Intervista raccolta da Gerlando Gatto

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Intervista raccolta da Gerlando Gatto

Andrea Beneventano, pianoforte

-Come stai vivendo queste giornate?
“In queste giornate bisognerebbe distinguere le cose negative da quelle positive (quest’ultime non troppe per la verità..); l’aspetto che viene subito in mente è la monotonia delle giornate scandite da elementi tristemente ripetitivi, ci si alza, poi la colazione, studio del pianoforte, verso mezzogiorno pausa, si esce a comprare qualcosa per il pranzo, si cucina, si pranza davanti al TG1 delle 13.30, ogni tanto rispondi a un messaggio sui social (il più delle volte , video e amenità idiote che sottolineano ancora di più la vuotezza delle giornate delle persone, ma forse anche la vuotezza delle persone? O forse anche un bisogno di comunicare anche a costo di mandare baggianate) poi quasi sempre pennichella dopo pranzo, 15.30 circa si fanno i piatti, poi ci si rimette a studiare il piano con qualche pausa qua e là.. Nel frattempo si sono fatte le 19.30 circa, bisogna farsi qualcosa per la cena! E allora vai in cucina a cucinare… Ore 20.00 telefonata ai genitori in Sicilia, poi cena davanti al TG delle 20.30. Poi se c’è un bel film me lo vedo altrimenti si spegne la TV e si ascolta un po’ di musica tra cd Youtube etc. Più o meno a mezzanotte/l’una a letto. Le varianti sono leggere qualche libro, annaffiare le piante nel balcone, pulire la casa, fare la lavatrice etc. Come vedi il quadro non è esattamente il massimo. La cosa più positiva è avere tantissimo tempo a disposizione per suonare e studiare lo strumento, sto anche componendo qualcosa. L’altra cosa positiva sono le lezioni su Skype che faccio tre volte a settimana agli allievi del conservatorio di Latina dove attualmente insegno, quello è un momento bello”.

-Come ha influito tutto ciò sul tuo lavoro? Pensi che in futuro sarà lo stesso
“Per il lavoro è un disastro! A parte l’insegnamento sulle piattaforme digitali, che non è sicuramente la stessa cosa delle lezioni tradizionali, il musicista non suonando più in giro non solo non ha più le gratificazioni del pubblico ma non guadagna! Non vorrei essere oggi nei panni di chi lavora soltanto con i concerti… Sono ottimista per il futuro ma chissà però QUANDO si ritornerà esattamente come prima!! nessuno può dirlo”.

Stando così le cose, da dove trai i mezzi di sostentamento?
“Sbarco il lunario con lo stipendio del conservatorio (…che fortuna oggi)”.

Vivi da solo o con qualcuno? E quanto ciò risulta importante?
“Vivo da solo e questo mi sembra una “dura prova” in questo periodo”.

Pensi che questo momento di forzato isolamento ci indurrà a considerare i rapporti umani e professionali sotto una luce diversa?
Non sono sicuro che questa situazione porterà a particolari cambiamenti nelle persone, se non per la capacità di gestire il lavoro da casa e qualche altra cosa.  Ma quando ci saremo lasciati tutto alle nostre spalle ognuno sarà quello di prima con pregi e difetti”.

Credi che la musica possa dare la forza per superare questo terribile momento?
La musica per me è forse una delle pochissime cose che mi sta tirando fuori dalla tristezza e negatività di questo periodo, penso che per molti sia così, anche non musicisti”.

Se non la musica a cosa ci si può affidare?
“Ci si può affidare solo a sé stessi, alle proprie passioni da coltivare e alla speranza che tutto finisca al più presto”.

-Quanto c’è di retorica in questi continui richiami all’unità?
“L’unità tra la gente per me non è una finzione. Lo vedi anche quando esci e incroci lo sguardo di qualcuno, sotto le mascherine si avverte la condivisione purtroppo e la sensazione che stare nella stessa barca ci avvicini l’uno all’altro… Forse è solo una mia sensazione. Se poi ti riferisci all’unità nazionale mi sembra che ci sia abbastanza, ma dove lo trovate un ottimista cosi?? L’Italia si è dimostrata abbastanza unita anche nei comportamenti. Senza parlare dei medici e infermieri che tutti noi dobbiamo ringraziare e che in molti hanno sacrificato la loro vita”.

Sei soddisfatto di come si stanno muovendo i vostri organismi di rappresentanza?
“Non molto a dire la verità. È pur vero che gestire una situazione del genere non è per niente facile, comunque bisogna aspettare i risultati per poter giudicare”.

Se avessi la possibilità di essere ricevuto dal Governo, cosa chiederesti?
“Personalmente chiederei visibilità alla categoria dei musicisti e degli artisti in generale e sensibilizzerei il Governo a considerare negli aiuti non solo le fabbriche, gli imprenditori con partita Iva etc. ma tutto il sommerso che non si vede, i musicisti che lavorano senza essere riconosciuti, che non hanno contributi previdenziali e adesso sono letteralmente in ginocchio! Ho aderito anch’io, ultimamente, a lettere indirizzate agli organi competenti che affrontano queste problematiche”.

-Hai qualche particolare suggerimento di ascolto per chi ci legge in questo momento?
Nessun suggerimento in particolare”

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