Charles Lloyd Ocean Trio il 23 in un concerto pay-per-view al Teatro Lobero di Santa Barbara

L’Ocean Trio del sassofonista Charles Lloyd, completato da Gerald Clayton al piano e Anthony Wilson alla chitarra, terrà venerdì prossimo 23 ottobre presso lo storico Teatro Lobero di Santa Barbara, un esclusivo concerto pay-per-view, quindi senza la presenza di un’audience in osservanza delle normative Covid.

I biglietti, prenotabili presso il sito web del Teatro, sono fissati a 15 euro e i possessori del biglietto potranno vedere lo spettacolo anche nelle successive 72 ore. Il ricavato sarà destinato a sostenere sia il Teatro Lobero sia la NIVA, National Independent Venue Association (organizzazione americana di locali musicali indipendenti, promotori e festival indipendenti, costituita nel marzo 2020 e con sede a New York).

Charles Lloyd è una delle più grandi personalità jazz di tutti i tempi: oggi è Jazz Master NEA (National Endowment for the Arts) nonché Cavaliere delle Arti e delle Lettere (prestigioso riconoscimento francese), senza trascurare il fatto che è stato inserito nella Memphis Music Hall of Fame. Molte le vicende della sua vita che hanno segnato profondamente la storia del jazz. Così quando dal 1960 al 1963 suonò nell’orchestra del batterista Chico Hamilton, diventandone anche il direttore musicale e uno degli arrangiatori, contribuì in maniera decisiva a portare rapidamente la band verso un linguaggio più aperto alle influenze post-bop. Ancora nel biennio 1966-1968 Lloyd guidò un quartetto in cui comparivano il pianista Keith Jarrett, il contrabbassista Cecil McBee (successivamente sostituito da Ron McClure), ed il batterista Jack DeJohnette. Il gruppo fu importante per almeno due ragioni: innanzitutto fornì ad un giovanissimo Jarrett l’opportunità di mettersi in luce e fu anche l’occasione in cui questi conobbe DeJohnette con cui sarebbe nato, anni dopo, un lunghissimo sodalizio. La musica del quartetto era una interessante fusione di linguaggi, dal post-bop al free jazz al soul jazz, ben esplicitati nel celebre album “Forest Flower”, prodotto dalla etichetta Atlantic Records, che ebbe un ampio successo commerciale tanto da essere ancora oggi uno dei dischi più ascoltati nel mondo del jazz.

Durante gli anni ’70 scomparve dalle scene jazzistiche per ricomparire nei primissimi anni ’80 grazie anche all’incontro con Michel Petrucciani e al contratto firmato nel 1989 con la prestigiosa etichetta ECM. Da allora non manca di far sentire la voce del suo sassofono in tantissime occasioni, tornando così ad essere un esponente di primissimo piano.

Nel concerto di cui in apertura sarà coadiuvato da Gerald Clayton e Anthony Wilson. Clayton è un pianista e compositore, nominato per ben quattro volte ai Grammy, che è stato anche Musical Director del Monterey Jazz Festival. In tournée si è esibito con Roy Hargrove, Diana Krall, Gretchen Parlato, the Clayton Brothers Quintet e molti altri. Questa estate ha inciso l’album “Happening: Live At The Village Vanguard via Blue Note Records” con Logan Richardson al contralto, Walter Smith III al tenore, Joe Sanders al contrabbasso e Marcus Gilmore alla batteria.
Il chitarrista e compositore Anthony Wilson, è figlio del grande band leader Gerald Wilson la cui influenza si è fatta ovviamente sentire. Apprezzato per la sua capacità di transitare senza difficoltà alcuna da un genere all’altro, ha collaborato con alcuni bei nomi sia del pop sia del jazz quali Diana Krall, Mose Allison, Bobby Hutcherson, Madeleine Peyroux, Al Jarreau, Paul McCartney, Willie Nelson e Barbra Streisand
Wilson ha inciso molti album sia come leader sia come sideman a partire dal 1997.

Gerlando Gatto

Nicola Mingo e Marilena Paradisi all’Alexanderplatz di Roma

Nonostante il Covid continui a condizionare le nostre vite, le attività jazzistiche non si fermano seppure fortemente rallentate. In questo senso esemplare il comportamento dell’Alexanderplatz Jazz Club di Roma che continua a programmare concerti di eccellente livello. In quest’ambito vi segnaliamo due eventi degni della massima attenzione.
Giovedì prossimo, 8 ottobre, di scena il quartetto del chitarrista Nicola Mingo coadiuvato da Giorgio Rosciglione al contrabbasso, Gegè Munari alla batteria e Leonardo Borghi al pianoforte.
In programma brani tratti dall’ultimo CD del chitarrista napoletano “Blues Travel”. Come ho già avuto modo di scrivere in altre occasioni, Mingo rappresenta una solida realtà del panorama jazzistico non solo italiano: a testimoniarlo i suoi 8 album, gli indiscussi apprezzamenti di critica e pubblico… e forse ancor di più la stima da parte dei suoi colleghi musicisti. In quest’ultimo lavoro discografico, Mingo si è presentato
in quartetto con Giorgio Rosciglione al contrabbasso, Gegè Munari alla batteria e Andrea Rea al pianoforte, quindi due fidi compagni di viaggio cui si è aggiunto il bravo Rea, già vincitore, nel 2007, del Prestigioso premio internazionale “Massimo Urbani”, E la formazione con cui suonerà nel locale romano è praticamente la stessa eccezion fatta per Leonardo Borghi che sostituisce Andrea Rea. Ma non è arduo supporre che l’intesa all’interno del gruppo non ne soffrirà più di tanto data la profonda empatia che lega gli altri tre musicisti i quali suonano assieme già da molto tempo. Comunque sarà ancora una volta un vero piacere ascoltare questo quartetto impegnato in un repertorio assai variegato che va da pezzi scritti dallo stesso Mingo, che conferma così le sue doti compositive, ad altri brani dovuti alla penna di grandi della musica quali Harold Mabern, Kurt Weill, George Benson, Isham Jones, Wes Montgomery, Kenny Dorham.

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Mercoledì 21 ottobre sarà la volta della vocalist Marilena Paradisi in trio con Riccardo Biseo al pianoforte e Steve Cantarano al contrabbasso.  “Estemporanea-Mente” è il titolo che Marilena ha voluto dare al suo spettacolo per esprimere tutto il senso della sua ricerca musicale. In buona sostanza un viaggio nella musica come ricerca sulla improvvisazione e sull’estemporaneità, essenze del linguaggio jazzistico. In programma musiche di W. Shorter; P. Markowitz; J. Henderson; H. Mancini; B. Hutcherson; Cy Coleman; A. Butler; M. Tyner; T. Harrell; M. Davis, Mal Waldrom; J. Mercer; Edu Lobo; Eumir Deodato; Wilson-Asher, ecc.

Marilena Paradisi – ph Paolo Soriani

Vocalist, compositrice, improvvisatrice, l’espressività della Paradisi spazia dal jazz alla musica contemporanea, con un’attenzione particolare all’uso e alla sperimentazione della voce. Proprio grazie a queste peculiarità, ha ottenuto riconoscimenti internazionali, con recensioni sui principali magazine internazionali di settore. Dal 2002 al 2018, Marilena ha pubblicato ben 8 album come leader, in collaborazione con importanti musicisti italiani e internazionali. I primi tre di jazz: “I’ll Never Be The Same” (Philology 2002), col trio di Eliot Zigmund; “Intimate Conversation” (Abeat Records 2004) in duo col contrabbassista Pietro Leveratto, il Cd Live “Pensiero Omaggio a Gino Paoli”, in trio con Renato Sellani e Dino Piana (Philology 2007). Gli ultimi tre di contemporanea e improvvisazione totale, con cui esplora nuove possibilità della voce, e sperimenta l’improvvisazione sulle opere d’arte: “Rainbow Inside” (Silta Records 2010), con il chitarrista Arturo Tallini, “Prelude For Voice and Silence” (Silta Classics, 2011) voce sola e in duo con la cantante giapponese Michiko Hirayama. “Come Dirti”, special guest Stefania Tallini e, settimo progetto a suo nome, “The Cave” (Silta Records 2013), in duo col percussionista Ivan Macera, una ricerca sui suoni nelle grotte del Paleolitico, presentato a gennaio 2014 all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Nel 2017 pubblica, con la prestigiosa etichetta norvegese Losen Records, il cd “Some Place Called Where”, in duo con il leggendario 82enne pianista americano Kirk Lightsey, pianista di Dexter Gordon, Chet Baker, Bobby Hutcherson e tanti altri. Il duo ottiene recensioni stellari in tutti i più importanti magazine del mondo confermando l’assoluto livello della vocalist romana.

Gerlando Gatto

“Grado Jazz by Udin&Jazz”: un festival all’insegna dell’ottimismo!

Come preannunciato nelle scorse settimane “Grado Jazz by Udin&Jazz” sarà uno dei pochi festival jazz che avranno luogo nel corso di questa travagliata estate 2020. L’occasione è particolare in quanto si festeggia il trentennale di una manifestazione che ha saputo conquistarsi un posto di rilievo nel pur variegato panorama delle manifestazioni jazzistiche grazie alla costante ricerca di una precisa identità declinata attraverso due precise direttive: musica di alta qualità e grande spazio alle eccellenze locali.

Il festival si terrà dal 28 luglio al primo agosto, nel massimo rispetto delle norme anti-Covid, in compagnia di alcune stelle italiane e un’incursione internazionale d’avanguardia con Michael League & Bill Laurance (Snarky Puppy).

Con questa iniziativa “Euritmica”, che organizza il Festival, vuole rispondere alla necessità, da più parti sollecitata, di considerare la cultura per quello che realmente è, vale a dire un bene necessario e vitale. Già con l’iniziativa JazzAid, Euritmica ha voluto dare un importante segnale di vicinanza agli artisti, per rinnovare anche la consapevolezza che… #JazzWillSaveUs. “Grado Jazz” si inserisce in questa logica fornendo una tangibile speranza dato che i concerti si faranno dal vivo in presenza e in sicurezza. E non ci vogliono certo molte parole per spiegare quanto tutto ciò sia costato agli organizzatori anche in termini economici (distanze, sanificazioni, provvedimenti anti assembramento).
I concerti si svolgeranno nel Parco delle Rose, allestito con uno spazioso palco e centinaia di poltroncine distanziate, con un angolo food&drinks ove si potranno gustare i prodotti enogastronomici del territorio.

Ed ora un rapido sguardo al programma.

Martedì 28 luglio apertura con due concerti. Alle 20 saranno di scena i Quintorigo, con il progetto “Between the Lines”. La serata continua alle 22 con lo straordinario duo di Michael League & Bill Laurance (contrabbasso e pianoforte), anime degli Snarky Puppy (già ascoltati a Grado nella passata edizione).

Mercoledì 29 luglio tocca ad Alex Britti in quartetto, protagonista della scena musicale italiana da molti anni con successi quali “Solo una volta”, “Settemila caffè”, “Mi piaci”.

Alex Britti

Giovedì 30 luglio il duo Musica Nuda, vale a dire Petra Magoni (voce) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso); dopo diciassette anni di attività, 1500 concerti in tutta Europa, 11 cd, i due continuano a incantare le platee più diversificate.
Alle 22 una prima assoluta: due grandi donne del jazz italiano per la prima volta insieme, la pianista Rita Marcotulli e Chiara Civello (voce e chitarra), supportate dal violoncello di Marco Decimo.

Venerdì 31 luglio l’immagine più rappresentativa del jazz italiano e grande amico di Udin&Jazz, Paolo Fresu; il trombettista sardo porta a Grado “Re-wanderlust”, progetto composto da vecchie e nuove composizioni dello storico Quintetto, nato nel 1984 (Paolo Fresu, tromba e flicorno; Tino Tracanna, sax tenore e soprano; Roberto Cipelli, pianoforte e Fender Rhodes electric piano; Attilio Zanchi, contrabbasso; Ettore Fioravanti, batteria) cui nell’occasione si aggiunge il giovane trombonista Filippo Vignato.

Paolo Fresu 5et feat Filippo Vignato

Finale in grande stile, sabato 1 agosto con un doppio concerto: alle 20 il quintetto di Francesco Cafiso (sassofonista tra i più rappresentativi del jazz europeo) rende omaggio al genio di Charlie Parker nel centenario dalla nascita, con il progetto “Confirmation” (Francesco Cafiso, sax; Stefano Bagnoli, batteria; Alessandro Presti, tromba; Andrea Pozza, pianoforte; Aldo Zunino, contrabbasso).
A chiudere GradoJazz è il piano solo di Stefano Bollani (ore 22) con il suo nuovo progetto “Piano Variations on Jesus Christ Superstar”: una versione totalmente inedita e interamente strumentale dell’opera rock di Andrew Lloyd Webber che custodisce, come un tesoro, l’originale e che è stata registrata per ECM.

 

Gerlando Gatto

Apre a Roma “The Music Loft”, nuovo punto d’incontro dedicato alla musica

Si chiama “The Music Loft” ed è un grande spazio dedicato interamente alla musica. Situata in via Carlo Conti Rossini 55 a Roma e organizzata come associazione culturale questa nuova struttura, che sarà inaugurata nel prossimo gennaio, mira a proporre la diffusione della musica in generale, prescindendo dai generi, promuovendo l’educazione all’ascolto musicale e permettendo agli appassionati di incontrarsi in un ambiente ideale per godere della musica e poter scambiare esperienze.

Non a caso “The Music Loft” mette a disposizione degli appassionati oltre 40 mila dischi in vinile che possono essere ascoltati in cuffia nei molti punti d’ascolto disseminati nelle varie sale ed eventualmente acquistati, limitatamente ai soci. E sarebbe veramente il caso di riflettere su questo dato: trovare oggi una collezione di tanti album, alcuni davvero storici, è un patrimonio di assoluto valore che viene messo a disposizione di chi voglia profittarne, confinando le finalità di lucro in un ambito del tutto marginale (ma indispensabile in una iniziativa che non gode di alcun finanziamento pubblico)

Il locale dispone di uno spazio per le conferenze, possibilità di proiezione di video e documentari, nonché di una sala d’ascolto di 50 mq dove gli associati potranno ascoltare musica diffusa da un impianto stereo di qualità, in un ambiente confortevole. Durante l’ascolto potranno ammirare la collezione delle locandine originali di alcuni concerti tenuti al Fillmore West di San Francisco alla fine degli anni Sessanta, nonché il grande disegno originale su cartoncino di Miles Davis “Deep Blue”.

L’ambito delle attività che verranno via via sviluppate prevede incontri con giornalisti e musicisti, guide all’ascolto, presentazione di libri, corsi mirati alla conoscenza dei vari generi musicali ed esibizioni acustiche di piccoli gruppi.

L’idea di TML trae spunto dalle esperienze degli anni settanta del loft di Ornette Coleman, situato al 131 di Prince Street, New York e da quello di Charles Mingus, che divennero per un certo periodo un punto di aggregazione importante per le sperimentazione musicale e la diffusione della cultura musicale in genere.

Redazione

Nuova presentazione romana per “L’altra metà del Jazz”, di Gerlando Gatto

Dopo il successo e le due ristampe del primo libro “Gente di Jazz”, ritorna nelle librerie Gerlando Gatto, con “L’altra metà del Jazz”, pubblicato per i tipi di KappaVu / Euritmica Edizioni – Udine. Il volume, dopo l’anteprima al Salone Internazionale del Libro di Torino e diverse presentazioni sul territorio nazionale, arriva nuovamente a Roma, all’Elegance Café Jazz Club (Via Francesco Carletti, 5 info www.elegancecafe.it ).

Sabato 9 novembre 2019 l’opera sarà illustrata alla presenza dell’autore e della giornalista Marina Tuni, in rappresentanza dell’editore, prima della performance di una delle musiciste intervistate: Lara Iacovini (inizio alle ore 21.30); la vocalist presenterà un repertorio tratto dai suoi ultimi lavori discografici, in particolare “Right Together”, l’album realizzato in collaborazione con il grande bassista newyorkese Steve Swallow, sulla cui musica la jazz vocal ha composto i testi.

Gatto è tra i più importanti giornalisti e critici musicali jazz italiani, nonché Direttore Responsabile di questo portale nazionale da lui stesso fondato.

Dopo la raccolta di interviste “Gente di Jazz”, dunque, in cui il giornalista ci ha fatto scoprire aspetti artistici ed umani di una nutrita schiera di musicisti, tutti protagonisti in varie edizioni del festival Udin&Jazz, casualmente tutti maschi, questa nuova pubblicazione racchiude una serie di interviste raccolte nel ricchissimo panorama del jazz al femminile nazionale e internazionale.

Donne che amano il jazz, lo vivono e ne fanno territorio in cui esprimere una creatività intensa e spesso dirompente, attraverso scelte anche non facili come affiora chiaramente da molte di queste interviste.

Non solo cantanti, ma molte strumentiste, compositrici, arrangiatrici, vere protagoniste del jazz moderno in cui hanno trovato una loro forte dimensione con personalità, capacità, determinazione e con una profondità che può emergere solo dall’Altra Metà del Jazz. Trenta interviste a personaggi assai noti – e meno noti – tutti accomunati dall’essere donna e, in quanto tali, dall’avere una storia da raccontare, da rivivere assieme al lettore.

La prefazione è a cura della giornalista Rai Claudia Fayenz e tra le musiciste intervistate, oltre a Lara Iacovini, figurano Dee Dee Bridgewater, Chiara Civello, Rita Marcotulli, Petra Magoni, Sarah Jane Morris, Tiziana Ghiglioni e molte altre; alcune delle interviste non erano mai state pubblicate, come quella a Dora Musumeci, una delle prime pianiste jazz in Italia, scomparsa nel 2004.

Redazione A Proposito di Jazz

 

Luigi Onori: “Il Jazz che spezza le catene”

Il nostro collaboratore Luigi Onori terrà quattro seminari presso la Casa del Jazz sul tema “Il jazz che spezza le catene”. Domenica 13 ottobre il primo appuntamento cui faranno seguito le date del 27 ottobre, domenica, 19 e 24 novembre, ore 11-12,30, biglietto 8 euro (4 per studenti).

Quattro incontri per rileggere la storia afroamericana in musica: dalla rappresentazione della schiavitù alla “centralità africana”.

In particolare domenica 13 sarà esaminata la celeberrima la “Freedom Now Suite” di Max Roach

Il 27 sarà la volta dei “Castles of Ghana” di John Carter

Giovedì 19 novembre sotto la lente di Luigi Onori ci saranno Wynton Marsalis e il suo oratorio: “Blood on the Fields”.

Domenica 24 novembre chiusura con Randy Weston, “The Spirit of our Ancestors”