Antonino Cicero e Luciano Troja a Lecce

Camerata Musicale Salentina
è lieta di presentare:

CANTABILE:
ANTONINO CICERO & LUCIANO TROJA
IN CONCERTO

Domenica 17 marzo 2019
ore 11.00
Teatro Paisiello
Via Giuseppe Palmieri
Lecce

Posto Unico:
Intero € 15,
Ridotto € 12
(per over 65 anni | Docenti | Studenti | Soci BiCinema | Dipendenti BPP Banca Popolare Pugliese)

Cantabile. Non c’è aggettivo migliore per definire la musica di Antonino Cicero e Luciano Troja, e non è un caso che i due artisti siciliani lo abbiano scelto per il primo dei loro cinque concerti primaverili. Appuntamento speciale domenica 17 marzo al Teatro Paisiello di Lecce con un concerto importante, nel prestigioso cartellone della 49ma Stagione Concertistica della Camerata Musicale Salentina, la storica associazione fondata dal M° Carlo Vitale nel 1970. E’ il quinto dei matinée domenicali con aperitivo di questa stagione inaugurata lo scorso ottobre da Matthew Lee e l’Orchestra della Magna Grecia: al termine del concerto, come sempre, l’aperitivo diventerà l’occasione per un commento a caldo della performance in compagnia dell’artista. Prevendite disponibili presso la sede della Camerata Musicale Salentina, il Castello Carlo V, online e nei punti vendita del circuito Vivaticket Italia.

Il programma musicale di Lecce segna una novità rispetto alle precedenti esperienze che Cicero e Troja hanno affrontato insieme, poichè alle musiche di Troja, contenute nell’apprezzato An Italian Tale (pubblicato nel 2016 da Almendra Music), il fagottista e il pianista affiancano An American Tale: titoli celeberrimi di George & Ira Gershwin (Summertime), Billy Strayhorn (Lush Life, Satin Doll, Daydream e Take The “A” Train), Duke Ellington (In A Sentimental Mood), Cole Porter (I’ve Got You Under My Skin), Joseph Kosma/Jacques Prevert (Autumn Leaves). Un repertorio straordinario, un connubio tra jazz e melodia, tra Italia e America, inevitabilmente cantabile. Sarà ancora una volta la dimostrazione della collaudata e singolare combinazione strumentale di pianoforte e fagotto all’insegna della melodia, ampiamente esplorata nell’album An Italian Tale e nei numerosi concerti che il duo ha tenuto dal 2016.

An Italian Tale ha rappresentato un momento cruciale per Antonino Cicero e Luciano Troja, il disco infatti ha raccolto straordinarie recensioni (es. Musica Jazz, Il Manifesto, Jazzit, L’Isola della Musica Italiana, Italia In Jazz etc.) grazie alla pregevolezza delle composizioni firmate da Troja e all’originalità del duo fagotto-pianoforte, con un’operazione dedicata a un’Italia che non c’è più, quella evocata dalle canzoni di Giovanni D’Anzi al quale l’album era ispirato. An Italian Tale, anche in concerto, sprigiona un notevole potere immaginativo, evoca il cinema, le canzonette, la radio, i vinili, la gommalacca e il Campari, Milano, le bellezze e le biciclette, memorie di un’Italia che in quella musica trovava respiro e rinnovamento senza smarrire le proprie peculiarità. Accanto ai sei brani italiani, i pezzi americani rilanciano l’orizzonte artistico del duo e la capacità di interpretare degli standard alla luce di una personalità forte e definita.

Luciano Troja è un compositore e pianista jazz di fama internazionale (non è raro trovarlo su All About Jazz USA, Cadence o Stereophile, o vederlo dal vivo a New York), Antonino Cicero è un fagottista tra i più attivi e preparati in area classica: i due musicisti messinesi hanno trovato nella melodia, nella cantabilità, nella narrazione strumentale il punto di incontro che rende An Italian Tale, per usare le parole dello stesso Troja, “una specie di colonna sonora di un film immaginato, legato a un periodo storico, magari girato in bianco e nero”. Le prossime date del duo saranno: Reggio Calabria (Università, 5 aprile); Messina (Teatro Savio, 6 aprile), Carlentini (Auditorium, 13 aprile); Comiso (Teatro Naselli, 26 maggio).

Info evento:
http://www.cameratamusicalesalentina.com/evento/antonino-cicero-e-luciano-troja/

Antonino Cicero e Luciano Troja in concerto a Cosenza!

Venerdì 16 marzo 2018 nuovo appuntamento dal vivo con una delle proposte più originali e avvincenti della musica italiana, il duo composto da Antonino Cicero e Luciano Troja, fagotto e pianoforte nati per l’ammirato album An Italian Tale, pubblicato dalla palermitana Almendra Music. Il pianista e il fagottista messinesi saranno il 16 marzo a Cosenza, al Teatro dell’Acquario, con un concerto inserito nella rassegna musicale Lord Franklin. Un evento importante, che conferma l’interesse per An Italian Tale: in un anno il disco ha raccolto ottime recensioni confermando la pregevolezza delle composizioni firmate da Luciano Troja, l’originalità di questo anomalo duo fagotto-pianoforte, la riuscita dell’operazione dedicata a un’Italia che non c’è più, quella evocata dalle canzoni di Giovanni D’Anzi, al quale l’album è ispirato.
La forza di An Italian Tale, come sottolineato dal videoclip realizzato da Valerio Vella, è nel suo potere immaginativo, nella sua capacità di evocare il cinema, le canzonette, la radio, i vinili, la gommalacca e il Campari, Milano, le bellezze e le biciclette, insomma memorie di un’Italia che in quella musica trovava respiro e rinnovamento senza smarrire le proprie peculiarità. La stampa lo ha notato immediatamente, basta pensare a Musica Jazz (“Un’operazione intelligente e raffinata che valorizza la nostra cultura senza atteggiamenti pedissequamente filologici”), al Manifesto (“Dieci pezzi che evocano il romanticismo a volte swingato dell’autore di O mia bela Madunina”), a Italia In Jazz (“un album rigenerante… denso di colorazioni impressioniste, in cui struggente cantabilità e signorile melodiosità sono sacre come reliquie”), per citare solo tre delle numerose testate che hanno apprezzato l’opera.
An Italian Tale è una ricerca in musica tra le storie e le canzoni di Giovanni D’Anzi, che sono state lo spunto ispiratore per due musicisti diversi per storia ma affini per curiosità, intraprendenza, preparazione e fantasia. Luciano Troja è un compositore e pianista jazz di fama internazionale (non è raro trovarlo su All About Jazz USA, Cadence o Stereophile, o vederlo dal vivo a New York), Antonino Cicero è un fagottista tra i più attivi e preparati in area classica: i due artisti messinesi hanno trovato nella melodia, nella cantabilità, nella narrazione strumentale il punto di incontro che rende An Italian Tale, per usare le parole dello stesso Troja, “una specie di colonna sonora di un film immaginato, legato a un periodo storico, magari girato in bianco e nero”.
Questa singolare combinazione strumentale, pianoforte e fagotto all’insegna della melodia, ha trovato dal vivo una rinnovata linfa, come dimostrerà il concerto di Cosenza. Info e prenotazioni: tel. 0984 73125, mail: teatrodellacquario@gmail.com.
Venerdì 16 marzo 2018
ore 21.00 
Teatro dell’Acquario
ingresso 12 euro
Almendra Music:
An Italian Tale:
You Are The Melody – videoclip:
Synpress44 ufficio stampa:

Kinderheim: il ritorno di Mezz Gacano con la sua ‘scolaresca jazz-rock’

MEZZ GACANO & SELF-STANDING OVATION BOSKÀUZ ENSEMBLE
Kinderheim
17 tracce (+ ghost track) | 50 minuti
Almendra Music (AM0032) | Lizard Records (Lizard CD 0131)
Bandcamp e Digitale | Distr. The Orchard
Fisico (CD) | Distr. G.T. Music / BTF Vinyl Magic

«Faccio musica dal 1986: di ogni genere, stile, derivazione e colore. A ogni nuova musica cerco di liberarmi dagli schemi e dai confini che si creano, inevitabilmente, appena ci si rilassa un po’ su quel che si crede di conoscere e (terribile e sintomatica parola!) “padroneggiare”. Scrivo musica, infatti, per quel bisogno innato, quella esigenza fisiologica, di comunicare all’Universo, ma in primis a me stesso, che esisto ed esistiamo, nonostante l’utile e i guadagni, e quindi anche nonostante le chiese che (in buona o malafede, ma fede pur sempre!) li garantiscono o vorrebbero garantire. Questo album, Kinderheim, è la mia quinta esperienza discografica in 32 anni di far musica».

32 anni di fare musica: un periodo intensissimo per Mezz Gacano, dapprima progetto poi vero e proprio alter ego di Davide Mezzatesta, multiforme compositore, chitarrista e pittore palermitano, tra i principali agitatori dell’underground nazionale con la sua musica di frontiera, in perenne movimento tra rock, jazz, elementi colti e contemporanei, raptus metallici e Rock In Opposition. Mai come in questo caso, dopo quattro album e tanti anni di musica in formazioni mutevoli al crocevia tra vari generi, Mezz Gacano afferma il suo esistere nella libertà. Lo fa con il ritorno della ‘piccola orchestra rock’ Self-Standing Ovation Boskàuz Ensemble (da lui fondata nel 2003 e riportata alla luce nel 2016) e con un lavoro ricco di riferimenti, spunti e tensioni tra popular e colto, di connessioni artistiche ed extramusicali, di gioia e piacere nel suonare in un ampio e versatile collettivo. Un disco importante perchè afferma in modo definitivo la spumeggiante musicalità di Mezz Gacano, abile nel rendere “commestibili” esperienze di confine come il Rock in Opposition di Henry Cow e Stormy Six (non a caso è ospite un certo Tommaso Leddi…), ammirevole per la passione e il furore compositivo racchiusi in questo nuovo lavoro.

Kinderheim è un disco importante anche per Almendra Music, che ne ha curato gestazione e produzione, e che lo pubblica insieme a Lizard Records. Un matrimonio inevitabile, quello tra Mezz e la factory palermitana, non solo per motivi territoriali: se nel 2016 Sonate di terra e di mare, attraverso il violoncello di Giovanni Sollima, ha rivelato un connubio tra passato e presente, tra le composizioni firmate dai giovani artisti nel periodo pre-Almendra e una nuova espressione delle stesse all’inizio di un rinnovato percorso discografico, Kinderheim coniuga passato e futuro, parte da brani scritti da Mezz in più di vent’anni di attività e lancia all’orizzonte una visione collettiva dell’avvenire, con il coinvolgimento di un nutrito team di musicisti che, in tempi e modi diversi, dialogano e si esprimono con Almendra Music. L’ensemble protagonista è composto da Lavinia Garlisi, Dario Compagna, Beppe Viola, Roberta Miano, Mauro Greco, Ornella Cerniglia, Gianmartino della Delizia, Davide Pendino, Francesco Tavormina, Luca La Russa, Simone Sfameli, gli special guest sono Tommaso Leddi (Stormy Six), Gianni Gebbia, Giovanni Di Giandomenico, Giorgio Trombino (Furious Georgie, Haemophagus, Elevators to the Grateful Sky, The Smuggler Brothers), Ruhi Nokoda, Marco Monterosso (La Banda di Palermo, Airfish), Yu Suwon, Valerio Mirone e Simone Giuffrida (Utveggi), Lucio Villanti, Danilo Romancino, N’Hash e Naiupoche. Nella foto-collage interna del booklet i partecipanti sono ritratti come in una scolaresca che, ricorda Mezz, «parte da lontano, sia per quel riguarda lo spazio-tempo che per le “risorse umane”; ci sono musicisti che provengono da ‘luoghi’ musicali completamente differenti fra loro: jazzisti, concertisti da camera, producer elettronici, musicisti tradizional-popolari, concretisti, esponenti del Fluxus, saltimbanchi e mangiatori di fuoco».

Nel sorprendente e policromo labirinto sonoro in cui Mezz e i suoi scolaretti si avventurano, Kinderheim si rivela proprio come un album-manifesto: è un quinto LP che ha la capacità di presentarsi come “nuovo debutto” sia perchè è stato concretizzato per la prima volta nello Zeit Studio – l’atelier creativo di Almendra Music da cui stanno nascendo alcune delle perle più interessanti e promettenti della nuova musica nazionale – sia perchè mette insieme sensibilità differenti finalmente unite in un ampio e coerente progetto artistico. Per citare il progressive e l’avant-rock tanto amati da Mezz, il Self-Standing Ovation Boskàuz Ensemble può ricordare una sorta di “Centipede 2.0”, di cui Mezzatesta è artefice e regista: «il rinato SSOBE è una perfetta combinazione di Rock/Folk/Pop band miscelata con un sestetto da camera, per poter dare ‘sfogo’ anche alle soluzioni più arzigogolate della mia scrittura, ma anche potenzialmente al servizio di altre scritture “compatibili nella libertà”. Il filo conduttore di questo lavoro sta nel pensiero, nelle cellule compositive (o se preferiamo ‘moduli’) all’interno di ognuna delle composizioni, che anche se scritte nell’arco di molti anni – alcuni brani risalgono al 1993 – hanno una sorta di DNA in comune».

Info:

Kinderheim:
https://almendramusic.bandcamp.com/album/kinderheim

An Italian Tale: Cicero e Troja in concerto a Catania

Continuano gli affascinanti concerti del duo fagotto e pianoforte. Dopo Messina e Cosenza, sabato 11 marzo presentano il loro nuovo album al Fuorischema 2017
 
AN ITALIAN TALE
Antonino Cicero e Luciano Troja in concerto!
 
Sabato 11 marzo 2017
h. 21.00
Fuorischema 2017
Sala Magma
via Adua, 3
Catania
 
Ingresso gratuito
Prenotazione consigliata:
095.444312 – 3491084840 – 3333337848
 
 
Nuovo appuntamento per An Italian Tale di Antonino Cicero e Luciano Troja! Dopo i concerti a PalermoMessina Cosenza sabato 11 marzo per la rassegna Fuorischema 2017 Catania i due musicisti messinesi porteranno dal vivo questo eccezionale album pubblicato da Almendra Music. An Italian Tale sta raccogliendo svariati apprezzamenti dalla stampa come TV Sorrisi e CanzoniL’Isola della Musica ItalianaAlias – il Manifesto e molte altre; proprio per la sua riconosciuta qualità è stato scelto per aprire la rassegna Fuorischema 2017 – che si compone di vari appuntamenti tra seminari, conferenze e presentazioni tra marzo e novembre. An Italian Tale è una ricerca in musica tra le storie e le canzoni di Giovanni D’Anzi, che sono state lo spunto ispiratore per due musicisti diversi per estrazione e provenienza ma affini per curiosità, intraprendenza, preparazione e fantasia. Cicero e Troja hanno trovato in un nucleo di canzoni di D’Anzi un territorio da esplorare reinventando – si tratta di musiche originali scritte da Troja – il rapporto tra jazz e melodia italiana, equilibri classici e songbook, per condurre l’ascoltatore tra atmosfere, suggestioni e fantasie del secolo scorso, verso un oggi possibile.
 
“In questa galleria c’era una volta un re: Giovanni D’Anzi. Scrisse magiche note, e la più dolce serenata la cantò per Milano”. Così recita la targa commemorativa dedicata a Giovanni D’Anzi (1906-1974) in Galleria del Corso a Milano. Un omaggio della sua città all’autore di Madunina e di alcune tra le più famose canzoni della nostra storia: pensiamo a Ma l’amore noBellezza in biciclettaVoglio vivere cosìMa le gambe, entrate subito nel canone della canzone italiana, in un periodo storico in cui una dittatura finiva e il dopoguerra avviava una modernità “americana”, improvvisa e incompiuta. Il cinema, le canzonette, la radio, i vinili, la gommalacca e il Campari, e Milano, l’Italia, le bellezze e le biciclette, memorie di un’Italia che non c’è più, che in quella musica trovava respiro e rinnovamento senza smarrire le proprie peculiarità. A tutto ciò si ispira il nuovo lavoro prodotto e pubblicato dalla factory palermitana Almendra Music: una suggestione musicale, sociale e culturale che diventa un esperimento strumentale, artistico, umano. È una strana coppia, quella fagotto e pianoforte, una felice e originale anomalia che fa da chiave di volta dell’intero album: Luciano Troja è un compositore e pianista jazz di fama internazionale (non è raro trovarlo su All About Jazz USA, Cadence o Stereophile, o vederlo dal vivo a New York), Antonino Cicero è un fagottista tra i più attivi e preparati in area classica. I due hanno trovato nella melodia, nella cantabilità, nella narrazione strumentale il punto di incontro che rende An Italian Tale, per usare le parole dello stesso Troja, “una specie di colonna sonora di un film immaginato, legato a un periodo storico, magari girato in bianco e nero”.
 
Ricorda Cicero: «La cantabilità del repertorio swing della canzone italiana anni ’30 e ’40 mi attrasse subito. Da lì venne l’ispirazione che il fagotto potesse benissimo suonare, anzi “cantare”, quelle melodie retrò, ricche sì di swing, ma al tempo stesso classiche nell’impostazione del canto, accompagnate da eleganti orchestre che riecheggiavano e rielaboravano all’italiana lo swing di quegli anni. Da questa scoperta e dalla ricerca che ne seguì, capii che la canzone italiana di quegli anni univa naturalmente le tradizioni classiche e belcantistiche con il jazz, e mi venne in mente di proporre a Luciano questa “forma” come punto di partenza, materia musicale da condividere per suonare insieme». Aggiunge Troja: «Quando Antonino mi ha parlato di un approfondimento sulla canzone italiana del periodo fascista e dell’immediato dopoguerra, non me lo sono fatto ripetere due volte. Sia per l’interesse naturale per questo repertorio, sia perché Antonino è uno splendido musicista, curioso, e soprattutto molto attento alla melodia. Amando molto le opere monografiche, mi è sembrato naturale proporgli di partire dalle canzoni di D’Anzi, tuttavia era molto più intrigante non semplicemente rielaborare le canzoni o riarrangiarle per improvvisarci sopra. Molto meglio scrivere dei brani nuovi che si ispirassero a D’Anzi, a quell’epoca, a un certo nostro modo di sentire la melodia, tutto italiano, rivolto istintivamente oltreoceano ma destinato a guardarsi dentro, con i nostri inevitabili cromosomi melodrammatici. Ho avuto la possibilità di scrivere un album di temi originali, e quindi realizzare insieme ad Antonino un disco dove l’esposizione della melodia è l’elemento preponderante: pensare che queste melodie fossero “cantate” al fagotto (perché Antonino lo fa cantare il suo fagotto), era l’altro importante motivo che mi entusiasmava».
 
Info:
 
Almendra Music:
 
Luciano Troja:
 
An Italian Tale su Bandcamp:

Heptachord dal vivo a Castelbuono (PA)

Presentazione del disco Heptachord
ingresso libero

Sabato 18 febbraio 2017
ore 18.30
Putia Sicilian Creativity
Cortile Poggio san Pietro 3 bis
Castelbuono (PA)

Nicola MOGAVERO, sax soprano
Alessandro BLANCO, chitarra classica
[Melo Mafali & Dimitri Nicolau music]

Sabato 18 febbraio a Castelbuono (PA), finalmente dal vivo Alessandro Blanco e Nicola Mogavero con il nuovo disco Heptachord, che dà anche il nome a questo nuovo ed entusiasmante progetto artistico per chitarra classica e sax soprano. Il nuovo album della palermitana Almendra Music ribadisce il sostegno ad artisti che esplorano percorsi inconsueti, ritenuti difficilmente praticabili, come la composizione per chitarra e sax.

Heptachord nasce nel 2009 per volontà dei due solisti siciliani (messinese Blanco, palermitano Mogavero), desiderosi di condividere un nuovo repertorio per due strumenti poco o quasi mai ascoltati insieme, immaginando un progetto aperto anche sperimentazioni di tipo elettronico e strumenti amplificati. Tale singolarità ha fatto scaturire velocemente un ampio corpus di riscritture e “traduzioni” (dalle Six Melodies di John Cage all’area iberica e latino-americana con Assad, Gismonti, Bellinati, Piazzolla) ma soprattutto ha stimolato la curiosità di compositori che hanno deciso di comporre pagine originali per Heptachord, come Carlo Francesco Defranceschi, Victor Kioulaphides, Alessio Fabra, Dimitri Nicolau e Melo Mafali. Sono proprio questi ultimi due gli autori protagonisti del debutto del progetto Heptachord.

Alessandro Blanco ricorda: “Heptachord nasce da un’estrema sintonia umana tra noi due e da un’innata curiosità e ricerca del ‘nuovo’, a maggior ragione per la pressoché totale assenza di musica originale per questo insolito duo. L’oggettiva difficoltà di accostare una chitarra non amplificata al sax soprano, così presente dal punto di vista della pressione sonora, ha scoraggiato i compositori, ma come spesso è accaduto nella storia della musica, l’interprete può essere punto di partenza per nuove strade prima impraticabili. Iniziammo a testare trascrizioni varie, scoprendo che l’equilibrio era in realtà possibile: il chitarrista doveva avere un buon “forte”, il sassofonista un buon “piano”, oltre ai normali parametri utili a qualsiasi insieme da camera. Non ci volle molto per capire che Heptachord poteva partire”. Nicola Mogavero: “Gli equilibri su cui si regge Heptachord, in modo del tutto istintivo, non sono mai stati un problema su cui soffermarci. Ci siamo infatti incontrati e scelti proprio perché c’era un’affinità in tutti gli ambiti, primo tra tutti quello della performance: Alessandro è un chitarrista con una presenza sonora pari a pochi altri, io col sax provo semplicemente a non dargli troppo fastidio”.

Heptachord contiene Grottapinta, Op. 200 di Dimitri Nicolau (1946-2008) e Trittico di Vulcano di Melo Mafali (1958), composizioni che racchiudono temi, direzioni, geografie locali e immaginarie care a Blanco e Mogavero. Dichiara il sassofonista: “Le scelte di repertorio sono legate alla nostra naturale radice mediterranea. Dimitri Nicolau, gigante della musica greca tra XX e XXI secolo, è stato in grado di dipingere atmosfere e affetti talmente connotati, a livello melodico, ritmico, armonico e timbrico, da tirarci dentro ad un vortice di “mediterraneità” nuova e antica, oltre le mode, che il Trittico di Melo Mafali ha quindi potuto rilanciare. La matrice comune è immaginifica e descrittiva, a tratti cinematica, e di certo è quanto di più vicino a due personalità come la mia e quella di Alessandro: due figli di città di mare – Palermo e Messina – che spesso scappano a studiare in posti isolati, tra alberi e montagne”. Aggiunge il chitarrista: “Una volta testato il seme di Heptachord con le nostre riletture e trascrizioni, ci imbattemmo in un brano originale per chitarra e sax soprano, grazie alla conoscenza diretta degli amici di Almendra. Si trattava di Grottapinta di Dimitri Nicolau, grande compositore greco molto vicino ad uno dei membri della factory palermitana. Fantastico! Il brano era scritto benissimo e gli equilibri funzionavano senza sforzi. Il sapore e gli affetti mediterranei della composizione di Nicolau ci fecero venire in mente che si poteva pensare a un progetto organico con anche musica nuova dalla nostra Sicilia. Fu così che coinvolgemmo Melo Mafali – compositore colto e “musicista totale” vicino anche a esperienze progressive rock – il quale, entusiasta, si mise al lavoro su Trittico di Vulcano, tre quadri sonori dall’arcipelago delle Eolie, che rispondevano agli affetti musicali di Dimitri con visioni e “sapori” mediterranei tanto cari anche a Nicola e me”.
Info:

Almendra Music:
www.almendramusic.com

Heptachord dal vivo a Messina

Presentazione del disco Heptachord
ingresso libero

Domenica 19 febbraio 2017
ore 18.30
ARB Service
via Romagnosi 18
Messina

Nicola MOGAVERO, sax soprano
Alessandro BLANCO, chitarra classica
[Melo Mafali & Dimitri Nicolau music]

Domenica 19 febbraio a Messina, finalmente dal vivo Alessandro Blanco e Nicola Mogavero con il nuovo disco Heptachord, che dà anche il nome a questo nuovo ed entusiasmante progetto artistico per chitarra classica e sax soprano. Il nuovo album della palermitana Almendra Music ribadisce il sostegno ad artisti che esplorano percorsi inconsueti, ritenuti difficilmente praticabili, come la composizione per chitarra e sax.

Heptachord nasce nel 2009 per volontà dei due solisti siciliani (messinese Blanco, palermitano Mogavero), desiderosi di condividere un nuovo repertorio per due strumenti poco o quasi mai ascoltati insieme, immaginando un progetto aperto anche sperimentazioni di tipo elettronico e strumenti amplificati. Tale singolarità ha fatto scaturire velocemente un ampio corpus di riscritture e “traduzioni” (dalle Six Melodies di John Cage all’area iberica e latino-americana con Assad, Gismonti, Bellinati, Piazzolla) ma soprattutto ha stimolato la curiosità di compositori che hanno deciso di comporre pagine originali per Heptachord, come Carlo Francesco Defranceschi, Victor Kioulaphides, Alessio Fabra, Dimitri Nicolau e Melo Mafali. Sono proprio questi ultimi due gli autori protagonisti del debutto del progetto Heptachord.

Alessandro Blanco ricorda: “Heptachord nasce da un’estrema sintonia umana tra noi due e da un’innata curiosità e ricerca del ‘nuovo’, a maggior ragione per la pressoché totale assenza di musica originale per questo insolito duo. L’oggettiva difficoltà di accostare una chitarra non amplificata al sax soprano, così presente dal punto di vista della pressione sonora, ha scoraggiato i compositori, ma come spesso è accaduto nella storia della musica, l’interprete può essere punto di partenza per nuove strade prima impraticabili. Iniziammo a testare trascrizioni varie, scoprendo che l’equilibrio era in realtà possibile: il chitarrista doveva avere un buon “forte”, il sassofonista un buon “piano”, oltre ai normali parametri utili a qualsiasi insieme da camera. Non ci volle molto per capire che Heptachord poteva partire”. Nicola Mogavero: “Gli equilibri su cui si regge Heptachord, in modo del tutto istintivo, non sono mai stati un problema su cui soffermarci. Ci siamo infatti incontrati e scelti proprio perché c’era un’affinità in tutti gli ambiti, primo tra tutti quello della performance: Alessandro è un chitarrista con una presenza sonora pari a pochi altri, io col sax provo semplicemente a non dargli troppo fastidio”.

Heptachord contiene Grottapinta, Op. 200 di Dimitri Nicolau (1946-2008) e Trittico di Vulcano di Melo Mafali (1958), composizioni che racchiudono temi, direzioni, geografie locali e immaginarie care a Blanco e Mogavero. Dichiara il sassofonista: “Le scelte di repertorio sono legate alla nostra naturale radice mediterranea. Dimitri Nicolau, gigante della musica greca tra XX e XXI secolo, è stato in grado di dipingere atmosfere e affetti talmente connotati, a livello melodico, ritmico, armonico e timbrico, da tirarci dentro ad un vortice di “mediterraneità” nuova e antica, oltre le mode, che il Trittico di Melo Mafali ha quindi potuto rilanciare. La matrice comune è immaginifica e descrittiva, a tratti cinematica, e di certo è quanto di più vicino a due personalità come la mia e quella di Alessandro: due figli di città di mare – Palermo e Messina – che spesso scappano a studiare in posti isolati, tra alberi e montagne”. Aggiunge il chitarrista: “Una volta testato il seme di Heptachord con le nostre riletture e trascrizioni, ci imbattemmo in un brano originale per chitarra e sax soprano, grazie alla conoscenza diretta degli amici di Almendra. Si trattava di Grottapinta di Dimitri Nicolau, grande compositore greco molto vicino ad uno dei membri della factory palermitana. Fantastico! Il brano era scritto benissimo e gli equilibri funzionavano senza sforzi. Il sapore e gli affetti mediterranei della composizione di Nicolau ci fecero venire in mente che si poteva pensare a un progetto organico con anche musica nuova dalla nostra Sicilia. Fu così che coinvolgemmo Melo Mafali – compositore colto e “musicista totale” vicino anche a esperienze progressive rock – il quale, entusiasta, si mise al lavoro su Trittico di Vulcano, tre quadri sonori dall’arcipelago delle Eolie, che rispondevano agli affetti musicali di Dimitri con visioni e “sapori” mediterranei tanto cari anche a Nicola e me”.

Info:

Almendra Music:
www.almendramusic.com