Ferrara in Jazz 2015 – 2016. Al via la seconda parte di stagione

XVII Edizione
16 ottobre 2015 – 23 aprile 2016

Dopo la consueta pausa natalizia il Jazz Club Ferrara riscalda i motori per inaugurare la seconda parte della diciassettesima edizione di Ferrara in Jazz che si svolgerà, dal 23 gennaio al 23 aprile 2016, nell’incantevole cornice del Torrione San Giovanni, bastione rinascimentale iscritto nella lunga lista dei beni UNESCO e tra le location per il cinema di Emilia-Romagna Film Commission.
L’apprezzata rassegna concertistica, organizzata da Jazz Club Ferrara con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Endas Emilia-Romagna e una fitta schiera di partner privati, riserva ad un pubblico trasversale ed in costante crescita altri tre mesi di emozionanti concerti, nuove proposte e didattica, per indossare gli abiti di uno sfarzoso festival che volge lo sguardo al panorama internazionale con radici saldamente affondate nel territorio.
La riapertura, che riconferma le co-produzioni con Ferrara Musica, Crossroads – Jazz e altro in Emilia-Romagna ed il Conservatorio “G. Frescobaldi di Ferrara”, unitamente alla seconda edizione del progetto didattico “The Unreal Book” (realizzato in collaborazione con Endas Emilia-Romagna), spetta – sabato 23 gennaio – al quartetto di un’icona del jazz d’oltreoceano, il contrabbassista portoricano Eddie Gomez.
Con la consueta cadenza di tre concerti settimanali (venerdì, sabato e lunedì), la seconda parte di Ferrara in Jazz 2015 – 2016 consta di quindici Main Concerts tenuti da grandi nomi del panorama nazionale ed internazionale come Kenny Werner, Roberto Gatto, Mark Turner, Michael Blake, Marc Ribot, Joyce Moreno, Nels Cline, Ralph Alessi, Johnny O’Neal, Giovanni Guidi, Donny McCaslin, Jason Lindner, Gianluca Petrella, Jim Black, Cristiano Calcagnile, Jochen Rueckert, Nicole Mitchell, Romero Lubambo, James Carter e molti altri.
Copiose e di assoluta qualità sono anche le “rassegne nella rassegna” che affiancano gli appuntamenti principali. Si parte con gli scatenati lunedì firmati Monday Night Raw che, con un focus sul contemporaneo e le immancabili jam session, propongono quanto di nuovo è in circolazione scandagliando tra giovani protagonisti del panorama jazzistico europeo. Si prosegue con i venerdì di Friday Jazz Dinner, in cui le invitanti proposte culinarie elaborate dal Wine-Bar del Torrione sposano i colori del miglior jazz dal vivo del nostro territorio. A questi ultimi si alterneranno non solo le esibizioni mensili della Tower Jazz Composers Orchestra, la resident band nuova di zecca del Jazz Club Ferrara, ma anche le performance di Jazz Goes To College, che vedono succedersi i migliori allievi del Dipartimento Jazz del Conservatorio estense.
Infine, i solisti della Chamber Orchestra Of Europe – una tra le più importanti orchestre da camera d’Europa – firmano OFF, la rassegna realizzata in collaborazione con Ferrara Musica che, da oltre cinque anni, offre la rara opportunità di poter fruire di ricercati repertori classico-contemporanei tra le mura del Torrione.

Il PALINSESTO di questa seconda parte di stagione si riallaccia ai primi mesi di programmazione, mirando alla qualità delle proposte selezionate dall’universo jazzistico statunitense di area prevalentemente newyorchese, spaziando tra tradizione e avanguardia in un continuo alternarsi di musicisti di nuova e vecchia generazione.
A conferma di quanto sopra è il concerto di riapertura che spetta, sabato 23 gennaio, al quartetto di uno dei contrabbassisti fondamentali della storia del jazz, Eddie Gomez. Accompagnatore e solista di razza, Gomez ha militato lungamente nel trio di Bill Evans, per poi collaborare con Chick Corea e gli Steps Ahead. Qui lo troviamo in compagnia di Salvatore Bonafede e Roberto Gatto – due autentici mostri sacri del jazz italiano – e del giovane e talentuoso trombettista Alessandro Presti.

Proseguendo su sentieri MODERN JAZZ, venerdì 4 marzo, il Torrione sarà avvolto dallo stile elegante e raffinato del Johnny O’Neal Trio, all’insegna di un viaggio sonoro – tra swing e be bop – impreziosito dalla vocalità bluesy del pianista che ha lavorato a fianco di Clark Terry e Art Blackey.
GROOVE FEELING ad alto carico energetico è invece garantito, sabato 6 febbraio, dal James Carter Organ Trio che affonda le radici nel soul jazz degli anni ’60. La formazione del polistrumentista, impostosi fin da giovanissimo sulla scena statunitense per la straordinaria tecnica applicata ad ogni genere di strumento a fiato, è completata da Gerard Gibbs all’organo Hammond e Alex White alla batteria.

TRAIETTORIE CONTEMPORANEE, lungo le quali la scena downtown newyorchese incontra l’avanguardia più pura, definiscono un’articolata mappa sonora ricca di tesori da scoprire. Ancora in bilico tra tradizione e modernità è “Tiddy Boom”, originale lavoro che il sassofonista Michael Blake presenterà al Torrione sabato 27 febbraio, accompagnato da una sezione ritmica forte dell’esperienza di Greg Cohen e della freschezza di Giovanni Guidi e Jeremy Clemons. Altro appuntamento con uno dei principali esponenti del sassofono, presente sulla scena statunitense da oltre vent’anni e recentemente reclutato da David Bowie per il suo ultimo lavoro, è con il Donny McCaslin “Fast Future” Quartet (sabato 19 marzo). Si approda quindi a sabato 16 aprile, quando il Jazz Club ospiterà il batterista tedesco Jochen Rueckert che presenterà “We Make The Rules” a capo di un nuovo eccellente organico nel quale figurano, oltre all’acclamato tenor sassofonista Mark Turner, Mike Moreno alla chitarra e Orlando Le Fleming al contrabbasso.
L’universo delle sei corde gode, in questa parte di stagione, di una sorta di celebrazione. Il 30 gennaio è la volta del solo di Marc Ribot, preceduto dall’esibizione della compositrice, chitarrista e cantante Sara Ardizzoni, mentre sabato 20 febbraio l’anima rock di Nels Cline (ex Wilco) incontra l’estro di Julian Lage in “Room”.
Di taglio contemporaneo sono anche i tre appuntamenti 2016 firmati Crossroads & Ferrara in Jazz, realizzati in collaborazione con la prestigiosa kermesse itinerante. Il taglio del nastro è previsto per sabato 12 marzo con “Baida”, quartetto capitanato dal trombettista Ralph Alessi e completato da Gary Versace (pianoforte), Drew Gress (contrabbasso) e Nasheet Waits (batteria), che presenterà al pubblico del Torrione “Mirror Mind”, secondo lavoro per ECM. Sabato 9 aprile la co-produzione propone il nuovo piano trio del batterista Jim Black (con Elias Stemeseder al pianoforte e tastiere e Thomas Morgan al contrabbasso) che esplora, dopo l’esperienza degli AlasNoAxis, una vena più melodica e swingante. A chiudere l’intrigante trittico (sabato 23 aprile) è un altro quartetto – questa volta da camera – guidato da Nicole Mitchell, una tra le più grandi virtuose di flauto sulla scena mondiale, che con rigore ed immediatezza ci introdurrà il suo universo musicale. (altro…)

Ferrara in Jazz 2015 – 2016

Ferrara in Jazz 2015 – 2016
XVII Edizione
16 ottobre 2015 – 30 aprile 2016

COMUNICATO STAMPA
Forte dell’abbrivio di successi e riconoscimenti delle scorse stagioni, il Jazz Club Ferrara si appresta ad inaugurare la XVII edizione di Ferrara in Jazz che si svolgerà, dal 16 ottobre 2015 al 30 aprile 2016, tra le storiche mura del Torrione San Giovanni, bastione rinascimentale iscritto nella lunga lista dei beni UNESCO e tra le location per il cinema di Emilia-Romagna Film Commission.
L’apprezzata rassegna concertistica, organizzata da Jazz Club Ferrara con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Endas Emilia-Romagna e Banca di Romagna – Gruppo Cassa di Risparmio di Cesena, assembla le tessere di un articolato mosaico musicale in cui convivono tutte le cangianti sfumature del linguaggio jazzistico. Il varo della kermesse, che assume sempre più la qualità e le proporzioni di un vero e proprio festival della durata di ben sei mesi, spetta – venerdì 16 ottobre – al quintetto di un fuoriclasse del panorama
internazionale, il trombettista statunitense Wallace Roney.
Sempre più ampio sarà l’articolato network di co-produzioni grazie a cui Ferrara in Jazz acquista ulteriore prestigio e visibilità in ambito regionale e nazionale. Quest’anno, oltre al Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, Ferrara Musica, Bologna Jazz Festival e Crossroads Jazz e altro in Emilia-Romagna, il Jazz Club Ferrara accoglie il ritorno di Ferrara Arte, della Fondazione Siena Jazz e il nuovo ingresso di Jazz Network.
Riconfermando la formula data dall’equazione di tre concerti settimanali (venerdì, sabato e lunedì), il pubblico potrà godere di oltre trenta Main Concerts che vedranno il susseguirsi di grandi protagonisti della musica afroamericana come Uri Caine, Wallace Roney, Rob Mazurek, Gary Bartz, Tim Berne, Eumir Deodato, Kevin Hays, Bill Carrothers, Gabriele Mirabassi, Michael Formanek, Bennie Maupin, Dave Binney, Drew Gress, Ray Anderson, Zhenya Strigalev, Eric Harland, Marc Ribot, James Carter, Nir Felder, Trio Da Paz, Pat Martino, Ralph Alessi, Donny McCaslin, Kenny Werner, Joey DeFrancesco e molti altri.
Ad arricchire la ricca stagione sarà il “pit stop” sul prestigioso palcoscenico del Teatro Comunale Claudio Abbado che quest’anno ospita Volcan, magmatico ed irruente quartetto guidato dal pianista cubano Gonzalo Rubalcaba.
Mentre con Monday Night Raw si rinnova la veste dei lunedì del Torrione che, con un focus sul contemporaneo e le immancabili jam session, propone quanto di nuovo è in circolazione scandagliando tra giovani protagonisti del panorama nazionale ed internazionale, di gusto sempre più ricercato sono gli appuntamenti firmati Somethin’Else, volti all’esplorazione di itinerari etnici gastronomico-musicali lungo rotte geografiche sempre nuove, dall’Asia di Jen Shyu al Brasile di Gabriele Mirabassi.
Dopo il successo di The Unreal Book, primo ciclo didattico ideato da Jazz Club Ferrara, inizia The Tower Jazz Workshop Orchestra, secondo capitolo caratterizzato da nuove clinics tenute da docenti di prima fascia, che mireranno alla creazione della prima resident band del Torrione. Restando nell’ambito della formazione, sotto la sigla Jazz Goes To College, si svilupperanno invece due appuntamenti realizzati in collaborazione con il Conservatorio estense e con la Fondazione Siena Jazz.
Consueto è anche l’appuntamento del Jazz Club con l’arte contemporanea. Ospite di quest’anno è Birds in Jazz, personale di Donald Soffritti e Simone di Meo – due tra i più giovani e immaginifici illustratori Disney – che con le loro curiose “paperizzazioni” trasformeranno autentiche icone del jazz per mostrarvele come non le avete mai immaginate.
Spazio infine alla solidarietà insieme ad A.C.A.RE.F, fondazione impegnata da sempre a sostegno della ricerca sull’atassia spinocerebellare. (altro…)

Jazz Club Ferrara – Sabato 5 aprile è di scena l’ardita bellezza del Drew Gress 5et “7 Black Butterflies” featuring Ralph Alessi e Tim Berne

Sabato 5 aprile (ore 21.30) nel tempio estense del jazz è di scena l’ardita bellezza di 7 Black Butterflies, quintetto capitanato dal contrabbassista americano Drew Gress. Completano la formazione quattro stelle della scena contemporanea d’oltreoceano: Ralph Alessi alla tromba, Tim Berne al sax alto, Russ Lossing al pianoforte (sostituto di Craig Taborn per questo tour) e Tom Rainey alla batteria.
Drew Gress, nato in New Jersey nel 1959, è oggi uno dei contrabbassisti più richiesti a livello globale. L’intrigante dinamica, una resa del suono totalmente personale e spiccate doti compositive hanno fortemente contribuito alle registrazioni di artisti quali Uri Caine, Don Byron, Ravi Coltrane, Marc Copland, Fred Hersch, Bill Carrothers, John Hollembeck e molti altri. Ma è dai progetti personali di Gress che la quintessenza creativa emerge cristallina e 7 Black Butterflies (Premonition Records, 2005) ne è un chiaro esempio.
Il leader funge da catalizzatore di un gruppo di primi inter pares in grado di condurre alle vette più alte, in termini di vibrante energia, purezza ed eleganza, i nove brani che costituiscono il cd non solo attraverso una connaturata empatia dei componenti ben sperimentata nel tempo, ma anche grazie all’apporto di sempre nuovi idiomi che costituiscono il miglior jazz improvvisato.
La serata di sabato costituirà altresì l’imperdibile occasione per ascoltare materiale sonoro inedito che confluirà in The Sky Inside in uscita per Pirouet Records nel prossimo mese di maggio.
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I nostri CD. Chitarre… e chitarristi per tutti i gusti

Dopo l’avvento sulla scena jazzistica di Charlie Christian, la chitarra è stata considerata, seppure con alterne fortune, uno strumento avente pari dignità rispetto ai più “titolati” pianoforte e sassofono. In questi ultimissimi anni la chitarra è tornata in auge grazie ad una folta schiera di grandi musicisti. In questa sede ve ne presento alcuni, diversi per estrazione e linguaggio, ma uniti dall’amore verso questo strumento.

John Abercrombie Quartet – “39 Steps” – ECM 2334

Per questo nuovo album il chitarrista John Abercrombie guida un quartetto completato da Marc Copland al piano, Drew Gress al contrabbasso e Joey Baron alla batteria, come a dire un combo di assoluti fuoriclasse che possono comunque vantare una già lunga intesa. In effetti Abercrombie collabora con Copland (alla sua prima uscita su ECM) già dai primi anni settanta quando entrambi erano membri prima del quartetto di Chico Hamilton e in seguito del gruppo “Dreams”. Hanno ripreso a lavorare assieme negli anni novanta suonando sia in duo, sia in trio con Kenny Wheler sia con il gruppo “Contact” con Dave Liebman e Billy Hart. Dal canto suo negli ultimi dieci anni il bassista Drew Gress ha molto lavorato al fianco di ambedue. L’album, come ci si poteva attendere data la statura degli artisti coinvolti, è di eccellente livello, caratterizzato da una bella ricerca melodica e da un lirismo che pervade quasi tutti i brani presentati. Al riguardo sei sono firmati dal chitarrista, due dal pianista, uno è una improvvisazione collettiva ed un altro una straniante rivisitazione dello standard “Melancholy Baby” di Burnett e Norton. Difficile segnalare qualche brano in particolare; comunque già il pezzo d’apertura, “Vertigo” di Abercrombie detta l’atmosfera dell’album, disegnando una ballad in cui sia la chitarra sia il pianoforte si riservano un ampio spazio solistico; “LST” di Copland è un pezzo a tempo medio caratterizzato da un coinvolgente assolo del pianista tutto giocato sul registro acuto dello strumento mentre Abercrombie cuce un delizioso tappeto armonico primo di prendere a sua volta un lungo assolo; dal canto suo Gress si fa apprezzare per un centrato intervento. Infine “Melancholy Baby” è la palpabile dimostrazione di come quattro grandi artisti sappiano rileggere un classico stravolgendolo ma allo stesso tempo mantenendone l’originaria valenza. L’album, registrato a New York nello scorso aprile, è uscito quasi in contemporanea con la torunée che il gruppo ha effettuato in Europa toccando Francia, Germania, Austria, Italia, Polonia, Ungheria e Macedonia.

I nostri CD

I cofanetti della CAM Jazz

Prosegue la meritoria opera della CAM Jazz che, dopo l’acquisto degli splendidi cataloghi Black Saint e Soul Note, continua a riproporci imperdibili cofanetti dedicati ai protagonisti del jazz. Per considerare nella giusta luce il valore di queste ristampe, occorre considerare che i due marchi di Bonandrini si sono conquistati un posto ben preciso nella storia della musica afro-americana quando a partire dagli ani ’70 cominciarono ad offrire la dovuta attenzione a tutta una serie di musicisti d’avanguardia che solo in seguito sarebbero diventati famosi e ben accetti sia al pubblico sia alla critica. Quindi Bonandrini ha sempre agito con competenza e lungimiranza tanto che le sue registrazioni degli anni ‘70, ‘80 e ‘90 sono ancora ad oggi testimonianze preziose.
Questa volta vi segnalo due cofanetti dedicati rispettivamente a Muhal Richard Abrams e Dave Douglas.

Muhal Richard AbramsMuhal Richard Abrams è stato uno dei maggiori esponenti della cosiddetta “scuola di Chicago”, che si riuniva intorno all’AACM (“Association for the Advancement of Creative Musicians”); Abrams, assieme ad altri artisti quali George Lewis, Oliver Lake, Wadada Leo Smith, Leroy Jenkins, Anthony Braxton, Henry Threadgill, Anthony Davis, Julius Hemphill, Hamiett Bluiett, portò la lezione del “free”storico a vertici mai raggiunti in precedenza grazie ad una particolare intelligenza creativa che condusse all’elaborazione di un nuovo linguaggio. Non a caso un suo album è entrato nella ideale classifica dei migliori 100 dischi jazz di tutti i tempi. Di Abrams la CAM ci propone ben otto album: si parte con “Spihumonesty” inciso a New York nel 1979 con tra gli altri George Lewis al trombone, Roscoe Mitchell al sax alto e al flauto e Amina Myers al piano e all’organo. Segue “Mama and Daddy” dell’80 con un gruppo ancora più numeroso in cui figurano tra gli altri Baikida Carroll alla tromba e flicorno, Bob Stewart alla tuba, Leroy Jenkins al violino e Andrew Cyrille alle percussioni oltre al già citato George Lewis. “Blues Forever” è dell’81 ed è l’unico album, tra questi, registrato a Milano; seguono in rapida successione “Rejoicing with the light” (New York 1983), “View From Within” in ottetto (New York 1984), “The Hearinga Suite” (New York 1989), “Blu, blu, blu” (New York 1990), “Think All, Focus One” (New York 1994).

Dave DouglasDave Douglas è uno dei più significativi esponenti di un nuovo modo di intendere non solo il jazz ma la musica contemporanea in generale. Sempre alla ricerca di nuove forme espressive, incanalate nel solco di un approfondimento del jazz moderno, Dave attualmente collabora con una decina di formazioni molto diverse tra loro, passando così, con estrema disinvoltura ma sempre con totale coinvolgimento, dalle musiche balcaniche, ad espressioni in cui l’anima jazzistica si coniuga con la musica colta fino a rivisitazioni del free jazz operate grazie anche all’uso dell’elettronica. Di questo straordinario musicista il cofanetto della CAM ci propone sei album; nei primi tre, “Parallel Worlds” (New York 1993), “Five” (New York 1995) e “Convergence” (New York 1998) Douglas collabora quasi con gli stessi musicisti vale a dire Mark Feldman al violino, Erik Friedlander al cello , Drew Gress al basso e Michael Sarin alla batteria. Con “John Coltrane’s Ascension” (1995) il discorso cambia completamente: Douglas si rivolge espressamente ad uno dei suoi principali ispiratori, John Coltrane, e ne rivisita lo spirito di una storica incisione assieme ad un gruppo di straordinari musicisti quali  i componenti del Rova Saxophone Quartet  (Jon Raskin e Steve Adams al sax alto , Larry Ochs e Bruce Ackley al tenore), Glenn Spearman ancora al tenore, Raphe Malik alla tromba, , Chris Brown al piano, George Cremaschi e Lisle Ellis al basso e Donald Robinson alla batteria.  “Bounce” (1997) è una sorta di omaggio al jazz canonico secondo una visione del tutto moderna; il gruppo è guidato dal bassista e compositore John Lindberg con Ed Thigpen alla batteria e Larry Ochs ai sassofoni oltre naturalmente a Dave Douglas. L’ultimo album presente nel cofanetto è “Force Green” (1994) ; in questo caso le composizioni sono del bassista Mark Dresser e il gruppo comprende Theo Bleckmann voce, Denman Maroney piano e Phil Haynes batteria. (GG)

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