In programma alla Casa del Jazz dal 21 giugno al 7 agosto: parata di stelle al Summertime 2017

Davvero un gran bel cartellone quello posto in essere dalla Casa del Jazz di Roma per la sua “Summertime” 2017, ovvero i concerti all’aperto nella splendida struttura romana: star internazionali e italiane assieme a musicisti meno conosciuti ed emergenti, progetti originali, serate davvero imperdibili… il tutto avendo a disposizione un badget estremamente limitato.

Questa, in estrema sintesi la carta d‘identità della stagione estiva approntata dalla Casa del Jazz e ufficialmente presentata alla stampa il 15 giugno da Luciano Linzi coordinatore artistico della struttura e Luca Bergamo, Vice Sindaco e Assessore alla Crescita Culturale di Roma Capitale.

In effetti stupisce non poco il fatto che, sempre in ambito romano, una struttura sostanzialmente con pochi soldi riesca a mettere su una stagione siffatta cosa che altre, magari più ricche, non sono più in grado di fare. E si faccia attenzione al fatto che tutti i concerti previsti alla Casa del Jazz sono ascrivibili all’ambito jazzistico propriamente detto, senza ammiccamenti al pop e senza privilegiare le esigenze di cassa. Tutto ciò è stato possibile – ha spiegato Luciano Linzi – grazie al fatto che tutti i musicisti, anche i più celebrati, rendendosi conto della situazione hanno accettato di esibirsi con cachet molto al di sotto dei loro abituali. E, sempre con riferimento all’annosa questione dei finanziamenti, rispondendo ad una nostra precisa domanda circa i soldi che potrebbero essere destinati alla Casa del jazz, Luca Bergamo ha risposto ponendo in evidenza due fattori: il passaggio della struttura dall’egida del Palazzo delle Esposizioni a quello di Musica per Roma e la necessità di costituire una sorta di rete tra tutte le entità culturali della Capitale sì da portare la cultura anche in quelle realtà cittadine che ne sono attualmente deprivate.

Ma vediamo, adesso, più da vicino il cartellone.

Partenza il  mercoledì 21 giugno, con ingresso libero, in occasione della “Festa della musica”, con la proiezione di “Sicily Jass – The world’s first man in jazz” di Michele Cinque, documentario su Nick La Rocca e con la Jazz oltre night, un evento straordinario con i docenti e i migliori allievi dei corsi Jazz Oltre, organizzati in collaborazione con il Conservatorio di Santa Cecilia.

Come accennato in apertura, molte le serate imperdibili… ma almeno per il sottoscritto ce n’è una più imperdibile delle altre, quella che il 28 luglio vedrà sul palco il sassofonista Charles Lloyd in quartetto con Gerald Clayton al pianoforte, Reuben Rogers al contrabbasso e Eric Harland alla batteria. Personalmente ritengo Lloyd uno dei più geniali jazzisti in assoluto e un suo storico album, “Forest Flower”, registrato nel 1966 con Keith Jarrett piano, Cecil McBee basso e Jack DeJohnette batteria rappresenta ancora oggi uno dei miei ascolti preferiti. Inoltre a Lloyd va riconosciuto il merito di aver lanciato quelli che poi si sarebbero rivelati grandissimi artisti quali, per l’appunto, Keith Jarrett e soprattutto Michel Petrucciani.

Restando in ambito “straniero” quattro concerti di assoluto rilievo per gli amanti della chitarra: il 6 luglio il “William Lenihan e Marc Copland Quartet” con Marc Copland, pianoforte, William Lenihan, chitarra, Francesco Puglisi, contrabbasso e Lucrezio de Seta, batteria; il 13 luglio, unica data italiana,  una formazione tra le più interessanti del momento, quella del chitarrista Wolfgang Muthspiel con Ralph Alessi, tromba, Gwilym Simcock , pianoforte, Larry Grenadier contrabbasso, Jeff Ballard, batteria; il 18 luglio sarà la volta della “ John Scofield Uberjam Band”, in cui, a fianco dell’autorevole leader c’è un secondo chitarrista, Avi Bortnick, un bassista elettrico, Andy Hess, e un instancabile macinatore di ritmi come Dennis Chambers di nuovo live con Scofield dopo quasi 30 anni! Musicista dalla inequivocabile cifra stilistica, John Scofield è protagonista sin dalla fine degli anni Sessanta di una carriera artistica multiforme, scandita da progetti diversi per impianto strumentale e a cui piace sperimentare, rimettersi continuamente in gioco; la sua collaborazione di metà anni Ottanta con Miles Davis continua ad essere un punto fermo nel suo percorso evolutivo; venerdì 21 luglio, per la prima volta alla Casa del Jazz il grande Bill Frisell in trio con Tony Scherr al basso e Kenny Wollesen alla batteria, combo che oramai è sulla scena da molti anni tanto da aver sviluppato un’intesa davvero non comune.

Da segnalare la presenza di gruppi oramai consolidati e molto, molto interessanti: domenica 9 luglio The Bad Plus, ovvero Ethan Iverson al piano, Reid Anderson al contrabbasso e David King alla batteria, da diversi anni uno dei gruppi più interessanti della scena jazzistica mondiale che si contraddistingue per un repertorio che abbina loro composizioni originali, accanto a echi di Thelonius Monk e destrutturazione di successi pop. Da segnalare che questo è l’ultimo anno in cui Ethan Iverson farà parte del gruppo quindi l’ultima occasione per vederli insieme.

Lunedì 17 luglio, sul palco gli Oregon con Ralph Towner, Paul McCandless, Mark Walker che festeggiano il loro trentesimo album (CAM JAZZ), il primo con Paolino Dalla Porta al contrabbasso, e confermano tutta la loro impareggiabile abilità creativa, autentici precursori di world music, ancora estremamente freschi ed attuali.

Domenica 23 luglio, “Bokanté” , il nuovo progetto creato dal fondatore e leader della band rivelazione di questi ultimi anni “Snarky Puppy”,  Michael League, che affonda le radici tra il Delta del Mississippi e il deserto africano. Bokanté significa “Scambio” in creolo, la lingua della giovane cantante Malika Tirolien, cresciuta nell’isola caribica di Guadalupa. Otto musicisti provenienti da quattro diversi continenti che portano sul palco la propria conoscenza e la propria tradizione. Con due Grammy Award e un implacabile successo planetario League torna a rimettersi in gioco esordendo con un progetto che promette essere esplosivo.

Per quanto concerne ancora i grandi solisti internazionali, da segnalare il 3 luglio il concerto del trio di Chris Potter al sax tenore con James Francies tastiere, pianoforte e Eric Harland, batterista tra i più richiesti e stimati a livello mondiale oggi mentre l’ 1 agosto sarà la volta di “Peter Erskine is Dr. Um”; un’autentica icona del jazz mondiale, uno dei protagonisti della storia della musica moderna, uno dei batteristi più completi. “Dr. Um” è il titolo del suo più recente cd uscito per la Fuzzy Music, acclamato dalla critica mondiale, in cui Erskine esplora le sonorità R&B e Fusion che lo hanno visto protagonista assoluto degli anni ’80.

Altra caratteristica di “Summertime 2017” la presenza di alcuni progetti realizzati assieme da musicisti italiani e stranieri. Così il 24 giugno il duo Rita Marcotulli al piano e Mino Cinelu alle percussioni, duo nato l’anno scorso al Festival di Berchidda e in questa occasione per la prima volta a Roma. Nonostante non sia , forse, conosciutissimo nel nostro Paese, Mino Cinelu è uno dei più grandi percussionisti della storia del jazz e persona di grande sensibilità e umanità. Lo abbiamo conosciuto nel ’92 durante un Festival del Jazz alla Martinica e ne abbiamo conservato un ricordo quanto mai positivo.

Sabato 22 luglio il “TanoTrio”  feat. Kenny Werner al piano, quindi un quartetto con Kenny Werner, pianoforte, Daniele Germani, sax alto, Stefano Battaglia, contrabbasso e Juan Chiavassa, batteria. TanoTrio è una formazione nata nell’autunno del 2016 a Boston che  propone un jazz dalla forte influenza melodica con una chiara contaminazione da parte del free jazz e della musica classica contemporanea europea e statunitense.

Due date saranno caratterizzate da un doppio concerto: il 4 e il 26 luglio. Il 4 in apertura il trombettista Luca Aquino propone il suo progetto OverDOORS, con Antonio Jasevoli alle chitarre, Dario Miranda al basso e Lele Tomasi ai tamburi. Profondamente ispirato dalla musica dei Ramones, Offspring e Stranglers il trombettista rivisita, a suo modo, i classici del repertorio dei Doors. A seguire, “Greg Burk’s Solar Sound”  Feat. Rob Mazurek. La genesi di questo quartetto con Burk al piano, Mazurek alla tromba, Marc Abrams al basso e Enzo Carpentieri alla batteria si può collegare al ricordo del Lunar Quartet di John Tchicai. Nel 2008 infatti Burk, Abrams e Carpentieri erano a fianco del sassofonista afrodanese, scomparso quattro anni dopo. Oggi il pianista Greg Burk riprende quel viaggio sonoro interrotto, invitando a bordo Rob Mazurek, ormai tra i nomi di punta della musica contemporanea.

Il 26 luglio, nella prima parte il progetto “Travel” frutto della collaborazione tra l’Alfa Music, intraprendente etichetta romana con la Reale Ambasciata di Norvegia a Roma. Sul palco Marit Sandvik, voce, Maurizio Giammarco, sax, Fulvio Sigurtà, tromba, Eivind Valnes, pianoforte, Raffaello Pareti contrabbasso, Maurizio Picchiò batteria. Le composizioni di ”Travel” sono di Sandvik e si richiamano sia alle tradizioni jazz americane che europee, sia alla musica brasiliana. Seguirà il “Pasquale Innarella Quartet” una realtà attiva già da diversi anni, che presenta “Migrantes” (Innarella sax, Francesco Lo Cascio vibrafono, Mauro Nota contrabbasso e Roberto Altamura batteria). Il concerto sarà dedicato al contrabbassista Pino Sallusti, recentemente scomparso.

Per quanto concerne gli altri musicisti italiani, il 23 giugno l’inventiva di Massimo Nunzi viene fuori ancora una volta nella conduzione della Perugia Big Band in un programma dedicato all’esplorazione , in parallelo, dei suoni modernissimi del jazz orchestrale italiano degli anni 60, attraverso le sigle di Tv 7 , Rischiatutto, Brava e la musica del film Il Sorpasso e del repertorio dello stesso periodo dell’orchestra di Stan Kenton.

Lunedì 10 luglio un combo d’eccezione con Paolo Damiani al violoncello, Rosario Giuliani al sax e Michele Rabbia batteria e percussioni. Il trio debutta alla Casa del Jazz, ma i tre solisti hanno spesso suonato insieme in diverse formazioni. In particolare , Damiani e Giuliani collaborano da tempo in duo, ed entrambi hanno  sovente incrociato lo straordinario percussionista torinese.

Infine al quintetto di Ada Montellanico l’onore di chiudere la manifestazione il 7 agosto. La vocalist presenta il suo nuovo cd, “Abbey’s road, omaggio a Abbey Lincoln”, con gli arrangiamenti curati dal grande trombettista Giovanni Falzone. A loro si uniscono alcuni degli astri nascenti del jazz italiano: Matteo Bortone al contrabbasso, vincitore del Top Jazz 2015, Filippo Vignato al trombone, vincitore del Top Jazz 2016 e Ermanno Baron alla batteria.

E chiudiamo con una anticipazione: sabato 23 settembre, la Casa del Jazz ospiterà il concerto conclusivo di Una Striscia di Terra Feconda, Festival Franco-Italiano di Jazz e Musiche Improvvisate, direzione artistica Paolo Damiani e Armand Meignan. In programma  la prima nazionale del vincitore del Premio Siae 2016, Gabriele Evangelista Quartet con lo stesso Evangelista contrabbasso Pasquale Mirra vibrafono, Gabrio Baldacci chitarra, Bernardo Guerra batteria,  e la produzione originale, Residenza D’Artista franco italiana, “F.A.R.E.”: FOURNEYRON/ARCELLI RESIDENCE ENSEMBLE con Fidel Fourneyron trombone, composizione, Cristiano Arcelli alto sax, composizione (vincitore del concorso nazionale di MIDJ –Associazione nazionale musicisti di jazz), Francesco Diodati chitarra, Matteo Bortone contrabbasso, Bernardo Guerra batteria.

Moncalieri Jazz Festival 19′ edizione

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Report di Daniela Floris
Foto di Carlo Mogavero (cliccare su ogni foto per ingrandire)

Ogni tanto noi di A proposito di Jazz ci spostiamo da Roma e andiamo a sentire concerti in giro per l’Italia: veniamo a contatto così direttamente con realtà culturali importanti, tra cui Festival che oramai fanno parte di un panorama consolidato e sono diventati per il pubblico – non solo locale – e per gli artisti – anche internazionali – veri e propri punti di riferimento, appuntamenti molto attesi di cui si interessano media a tutti i livelli.
Uno di questi è il Moncalieri Jazz Festival, arrivato alla 19’ edizione, il cui successo è certamente dovuto alla strenua passione del direttore artistico Ugo Viola.
Strenua perché come in altri casi con cui siamo venuti a contatto e di cui vi abbiamo spesso parlato su questo sito, ha sfidato e sfida tutte le difficoltà (molte) dovute a molteplici fattori, non ultima la crisi economica che si protrae oramai da anni abbattendosi naturalmente anche sulle manifestazioni culturali. E che si tramuta essa stessa in una crisi culturale.
Arrivare a scavallare 19 anni di impegno su tutti i fronti significa avere forza, creatività, capacità anche manageriali e soprattutto ottimismo e anche un po’ di abnegazione. E a volte anche rimetterci quattrini di propria tasca.
La passione, e quel pizzico dell’”essere visionari” dona a questi eventi sempre un’atmosfera particolare, che è quella che va al di là dell’essersi accaparrati un artista ad un buon prezzo, o del margine più o meno ampio di guadagno che si riesce a spuntare: è l’emozione di chi organizza (direttori artistici, associazioni, volontari) che dona quel qualcosa in più, sia che poi partecipino le istituzioni o solo gli sponsor faticosamente cercati e trovati per poter andare in scena.
Ho visto questa atmosfera ad Alba, ad Atina, ad Ivrea, a Formia, a Cassino, a Laigueglia, e in tante altre realtà ed ora l’ho visto anche a Moncalieri.

Detto questo, sono arrivata a Festival quasi concluso ed ho assistito alle due serate finali: in realtà l’apertura dei giochi era stata il 29 ottobre, con la oramai celebre “notte nera”, arrivata al suo decennale: concerti gratuiti in piazza, eventi collaterali, una vera festa in piazza che mi è dispiaciuto sinceramente perdere. Ma c’era Carlo Mogavero: ecco alcune foto che mostrano il clima di questo evento che ha avuto un grande successo. Protagonisti del doppio concerto Gegè Telesforo 5tet e Horacio El Negro Hernandez con il suo progetto Italuba Quartet. La Marchin’ Band Route 99 ha girato swingando per le vie della città.

 

Gli eventi sono proseguiti per tutta la settimana successiva tra concerti in vari luoghi della città e workshop anche nelle scuole, e persino proiezioni di film.

Il festival vero e proprio è cominciato venerdì 11 novembre con il concerto “Dallo Spiritual al Gospel”, protagonista lo “Spiritual Trio” di Fabrizio Bosso alla tromba, Alberto Marsico all’organo, Alessandro Minetto alla batteria, con special guest Walter Ricci (voce) e il Sunshine Gospel Choir diretto da Alex Negro. Concerto applauditissimo e Fonderie Teatrali Limoni sold out: su questa splendida location vale la pena spendere qualche parola, perché è uno di quei posti magici recuperati con gusto e sapienza valorizzandone gli elementi architettonici con quella lungimiranza un po’ visionaria che permette di pensarli come altro e di non vederli andare in rovina. E’ così che una ex fonderia di ghisa, alluminio e bronzo, chiusa negli anni 70 è stata già dagli anni 90 recuperata come Teatro ma anche spazio per la produzione Teatrale e per l’allestimento di mostre.
Vi documentiamo il concerto di Spiritual Trio ancora con le foto di Carlo Mogavero

Sono arrivata a Moncalieri il sabato per assistere alle due serate finali. Il tema della serata di sabato era ““Nuovi e Vecchi Talenti” . Ma non vi immaginate una gara muscolare tra categorie in contrasto. Ancora una volta piuttosto si dimostra come il Jazz, sia in ogni caso un genere musicale vivo, multiforme, se chi lo suona ha energia creativa e comunicativa.
Il nuovo talento che Ugo Viola ha voluto a Moncalieri Jazz è stato Fabio Giachino, che ha suonato in piano solo in un concerto suggestivo ed applauditissimo.

Moncalieri Jazz Festival
Fonderie Teatrali Limone
Sabato 12 novembre, ore 21

Fabio Giachino (piano solo)

Su questo sito abbiamo parlato molto di questo giovane pianista che sta crescendo rapidamente, facendosi oramai conoscere anche fuori Italia come talento creativo del pianoforte.
Una tecnica ineccepibile totalmente finalizzata ad una notevole forza espressiva, swing, energia, cultura musicale e dunque un linguaggio tematico, armonico, ritmico infinitamente vario ed efficace, Giachino ha mostrato quanto possa essere intenso e tutt’altro che monocorde un concerto in piano solo.
Una scaletta ben congegnata che ha toccato brani classici come “It could happen to you” ma anche molti brani originali, a partire da un “Balancing Dreams” (titolo del suo ultimo cd) dal tema melodico incantevole, in 6/8,  che non è solo una ninna nanna ma una sorta di sogno che si anima e che prende progressivamente forza ed intensità: da un suono inizialmente sfumato dal pedale tonale, si arriva ad una specie di concretizzarsi espressivo, fatto di cascate velocissime di note sgranate e perfettamente percepibili nella loro totalità, accordi più percussivi, ottave parallele potenti che progressivamente tornano a concludere su dinamiche dolci e di nuovo sfumate, una specie di finire, del sogno, nel sonno.
Giachino ha mostrato ancora una volta di possedere un tocco personalissimo, un pianismo lirico ma anche ricco, corposo. Di amare i contrasti tra episodi introspettivi, intimi, e altri dal pathos più esplicito, sempre garantendo una benefica profusione di varianti armoniche, timbriche e persino stilistiche.  Un musicista originale, maturo, premiato a Moncalieri Jazz da un pubblico entusiasta.

I vecchi talenti che lo hanno seguito sul palco sono stati musicisti – mito del Jazz americano, concentrati nel supergruppo “The Cookers”

Ore 22

The Cookers

David Weiss, tromba,
Eddie Henderson, tromba
Craig Handy, sax alto
Billy Harper, sax tenore
Cecil McBee, contrabbasso
Billy Hart, batteria.
Antonio Faraò , pianoforte (sostituisce George Cable)

Se vi immaginate un Jazz stantìo perché suonato da un gruppo comprendente anche musicisti in là con gli anni vi sbagliate di grosso: Billy Hart alla batteria ha regalato un groove pazzesco. Cecil McBee con il suo contrabbasso ha strutturato con vigore brani tutt’altro che scontati e ritriti. Billy Harper con il suo sax tenore ha ricamato assoli intensi. La sezione fiati, supportata dalla batteria granitica di Hart si è esibita in obbligati perfetti. Antonio Faraò è apparso perfettamente integrato nel sestetto dando ulteriore impulso creativo alla sezione ritmica e ha improvvisato con il suo stile personalissimo che lo ha reso uno dei pianisti italiani più conosciuti al mondo.
Composizioni originali e qualche standard, quello dei “Cookers” è stato un concerto dalle variegate soluzioni espressive, dalle dinamiche curatissime, dallo spessore sonoro sempre cangiante tra momenti al minimo dell’organico ad altri in cui l’ensemble si ricostituiva in un insieme potente ed energico (specialmente nelle parti scritte, ma anche nelle improvvisazioni collettive).
Nelle ballad non sono mancati episodi in cui la sezione fiati è diventata una morbida ed intensa sezione ritmico – armonica per supportare assoli dai fraseggi pregevoli (Henderson e Weiss con le loro trombe e Craig Handy, infinitamente creativo al suo sax alto), e anche momenti in trio in cui Faraò, Hart e McBee hanno fatto sfoggio di un Jazz coinvolgente, raffinato e sapiente: sapiente è il termine giusto, perché completo di tutto ciò che un trio jazzistico necessita per essere definito tale, a partire da un interplay notevolissimo. Non è mancato il blues, costruito sulla struttura classica ma tutt’altro che “già sentito”, per i continui stop carichi di tensione, per gli assoli anche virtuosistici (come quello di Craig Handy con fiato continuo), per l’energia innegabile di un gruppo coeso e che si diverte da morire a suonare.
Alla fine del concerto nessuno credo abbia più pensato all’età di Cecil McBee e di Billy Hart: si è applaudito un eccellente Jazz.

Domenica 13 novembre
Fonderie Teatrali Limone

AZIZA
Dave Holland (contrabbasso)

Chris Potter (sax)
Lionel Loueke (chitarra)
Eric Harland (batteria).

“I Giganti del Jazz” il tema del concerto finale di Moncalieri Jazz Festival.
Ed in effetti questo gruppo stellare, con Dave Holland come leader non ha deluso l’aspettativa che un tema così impegnativo e altisonante aveva creato nel pubblico. Anche stavolta, comprensibilmente, teatro sold out. Musica a livelli stratosferici.

 

Si capisce da subito che questo concerto sarà tutt’altro che musicalmente prevedibile: si parte da piccoli rumori, battiti che si aggregano man mano coagulandosi e progressivamente intensificandosi in un funky irresistibile. Il suono corposo del contrabbasso di Dave Holland emerge quasi subito in un assolo, uno di quegli assoli cui ci ha abituati da sempre e ai quali in realtà siamo tutt’altro che abituati. E da subito emerge la batteria di Eric Harland, star della serata insieme ad Holland: veramente un musicista prodigioso, dalla tecnica spaziale, capace di essere generosamente sobrio (nei momenti in cui serve al quartetto un contributo di semplice ma efficace accompagnamento) ma anche elegantemente esplosivo, senza mai, mai diventare eccessivo, nemmeno negli assoli più potenti e creativi.
La sintonia tra Dave Holland e Eric Harland è stata una caratteristica fondante di questo concerto che non a caso ha entusiasmato il pubblico, nonostante non fosse certo un Jazz di “intrattenimento”. Un Jazz complesso ma di impatto immediato, che ha strappato applausi senza alcun ammiccamento o gigioneria. A turno i musicisti diventano elemento trainante del gruppo partendo dalle proprie improvvisazioni: la chitarra di Lionel Loueke, ad esempio, che con un fraseggio sempre più incalzante dà l’impulso alla batteria di Harland, accordata con le pelli tesissime e dagli attacchi irresistibilmente netti. A sua volta la batteria diventa raccordo e base del brano successivo, coinvolgendo il contrabbasso che pone le basi del brano con un pattern reiterato che poi diventa tema melodico preso al volo e sviluppato dal sax di Chris Potter.
Non ci si ferma quasi mai eppure questa forma in suite non annoia, non stanca, non è mai monotona o piatta. Dave Holland suona il contrabbasso divertendosi un mondo, raccontando un mondo musicale pieno di spunti, ricordi, è morbido ed energico contemporaneamente. Si riconosce un accenno di “But not for me” ma è solo una piccola tappa di quel viaggio, come un piccolo punto di riferimento regalato a chi ascolta, e poi si riparte tra improvvisazioni di sax, exploit possenti di batteria, raffinati fraseggi di chitarra.
Le gamme dinamiche, ritmiche, armoniche, timbriche sono tante, giustapposte a contrasto o sfumate in progressione dal minimo al massimo, e però sempre calibrate in un dialogo complessivo armonico e serrato.
Il concerto si conclude nell’ entusiasmo del pubblico e nella gioia aperta del direttore artistico Ugo Viola, giustamente fiero di aver portato musicisti di questo calibro al suo Moncalieri Jazz Festival. Che già da ora si sta preparando per il suo ventennale, previsto l’anno prossimo. La musica, la cultura, in queste realtà piene di passione hanno ancora una speranza di risorgere.

Il Moncalieri Jazz Festival 2016 arrivato alla 19′ edizione

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Il Moncalieri Jazz Festival è arrivato alla 19′ edizione e riapre con la “Notte nera del Jazz” il 29 Ottobre come è tradizione, e prosegue con importanti eventi fino all’apertura del Festival vero e proprio, prevista per l’11 novembre. Giovani talenti e nomi di prestigio fortemente voluti dal direttore artistico Ugo Viola si avvicenderanno sul palco confermando l’importanza di un Festival tra i più longevi d’Italia, vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati di Jazz. Daniela Floris sarà presente a Moncalieri sabato 12 e domenica 13 novembre, documentando la musica con le sue parole. Carlo Mogavero già dal venerdì 11 racconterà il festival con le sue foto. Noi di A proposito di Jazz pubblicheremo il reportage qui sul nostro sito.
Ecco il comunicato stampa ufficiale dove potete leggere tutti gli eventi previsti a partire dalla Notte Nera!

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CALENDARIO 10ª NOTTE NERA del JAZZ SABATO 29 OTTOBRE A partire dalle ore 17.00 sfilata marchin’ band con i “P‐Funking Band” ‐ a seguire Musica & Sapori con gli Aperitivi in Jazz, musica dal vivo con un’altra marchin’ band di giovani musicisti pugliesi i “Route 99” ed altri 150 musicisti in 15 locali e luoghi nel centro storico. Alle ore 21,00 in Piazza Vittorio Emanuele II Doppio Grande Concerto: dopo 10 anni, ritorna al Moncalieri Jazz Festival “GEGE’ TELESFORO” quintet che lo ha visto protagonista proprio nella prima “Notte Nera del Jazz” e nella seconda parte il Jazz Cubano: con il grande batterista HORACIO “EL NEGRO” HERNANDEZ con il progetto “ITALUBA quartet” e per finire ancora Musica & Gusto su tutta Via Santa Croce .

ASPETTANDO IL FESTIVAL DA GIOVEDI’ 3 NOVEMBRE A VENERDI’ 11 NOVEMBRE

GIOVEDÍ 3 NOVEMBRE Ore 21.30: Il Gelato Artigiano Via Tenivelli, 14 ‐ Moncalieri ‐ tel. 011/6407872 “GIOVANI TALENTI” la serata vedrà protagonista il gruppo “The Essence quartet” con Sara Kary (sax), Emanuele Sartoris (pianoforte), Dario Scopesi (contrabbasso), Antonio Stizzoli (batteria)

VENERDÍ 4 NOVEMBRE Ore 21.00: Famija Moncalereisa Via Alfieri, 40 ‐ Moncalieri ‐ tel. 011/641601 “A CAPPELLA IN MONCALIERI JAZZ” con “Gruppo Vocale Chorus” diretto da Mario Allia con Francesca Repetto (soprano), Laura Borgialli (mezzo soprano), Manuela Russo (contralto), Alberto Braghieri (tenore e percussioni vocali), Mario Allia (direttore e baritono) e Pier Carlo Aimone (basso).

SABATO 5 NOVEMBRE Ore 21.00: Castello Reale di Moncalieri – “la Cavallerizza” Viale del Castello, 2 ‐ Moncalieri ‐ tel. 011/6813130 o 3356104904 “JAZZ al CASTELLO” serata dedicata alla SWING DANCE: Lindy Hop con i “Turin Cats”, coordinati dai maestri Giorgio Finello e Doriana Galliano. La serata permetterà di rivivere le atmosfere degli anni 30/40 con il ballo che ha segnato un’epoca, il Lindy Hop, ballando sulle note della NP Big Band diretta da Roberto Resaz. È previsto con i maestri un workshop gratuito dalle ore 17.00 alle ore 18.30 di Lindy hop e Solo Charleston. Per poter partecipare al workshop è obbligatoria la prenotazione.

• LUNEDÍ 7 NOVEMBRE Ore 9.30: Teatro Civico Matteotti Via G. Matteotti, 1 ‐ Moncalieri ‐ tel. 011/6813130 o 011/6403700 “Il Jazz in Cattedra” Si terranno delle lezioni‐concerto per le Scuole Materne, Elementari, Medie Inferiori con momenti di musica dal vivo, in cui verranno illustrate le grandi personalità del jazz e i grandi periodi della sua storia, con l’interazione attiva del pubblico. A cura di Ugo Viola, Valerio Signetto e dei Corsi Musicali dell’Associazione C.D.M.I. di Moncalieri. • LUNEDÍ 7 NOVEMBRE Ore 16.30: UNITRE Moncalieri Via Real Collegio, 2 ‐ Moncalieri ‐ tel. 011/644771 “EDNA plays standards! From bebop up today”“ in collaborazione con l’UNITRE di Moncalieri, a cura dell’Associazione C.D.M.I. con Andrea Bozzetto (pianoforte), Stefano Risso (contrabbasso), Mattia Barbieri (batteria). • LUNEDÍ 7 NOVEMBRE Ore 21.00: Teatro Civico Matteotti Via G. Matteotti, 1 – Moncalieri ‐ tel. 011/640.37.00 “CINE & JAZZ” in collaborazione con Piemonte Movie. Proiezione del Film: All that Jazz – Regia di Bob Fosse interpretato da Roy Scheider, Jessica Lange e da un folto gruppo di attori comprimari.

IL FESTIVAL

VENERDÍ 11 NOVEMBRE Ore 21.00: Fonderie Teatrali Limone Via Pastrengo, 88 – Moncalieri – tel. 0115169496 DALLO SPIRITUAL AL GOSPEL: un percorso musicale che vedrà sul palco numerosi artisti: “Spriritual Trio” featuring Walter Ricci con “SPIRITUAL TRIO” composto da Fabrizio Bosso (tromba), Alberto Marsico (organo), Alessandro Minetto (batteria). Special guest Walter Ricci (voce) e il “Sunshine Gospel Choir” diretto da Alex Negro.

• SABATO 12 NOVEMBRE Ore 21.00: Fonderie Teatrali Limone Via Pastrengo, 88 – Moncalieri – tel. 0115169496 NUOVI E VECCHI TALENTI Un concerto nel quale a salire sul palco sarà Fabio Giachino al pianoforte solo, con “The Cookers” composto da David Weiss (tromba), Eddie Henderson (tromba), Craig Handy (sax alto), Billy Harper (sax tenore), George Cables (pianoforte), Cecil McBee (contrabbasso) e Billy Hart (pianoforte).

• DOMENICA 13 NOVEMBRE Ore 21.00: Fonderie Teatrali Limone Via Pastrengo, 88 – Moncalieri – tel. 0115169496 I GIGANTI DEL JAZZ concerto con AZIZA featuring Dave Holland (contrabbasso), Chris Potter (sax), Lionel Loueke (chitarra), Eric Harland (batteria).

 

INGRESSO LIBERO Centro storico di Moncalieri Gelato Artigiano INGRESSO a PAGAMENTO Teatro Matteotti Teatro Matteotti Castello Reale Famija Moncalereisa Fonderie Teatrali Limone
10ª NOTTE NERA del JAZZ GIOVANI TALENTI – The essence quartet CINE & JAZZ‐ All that Jazz € 3.00 Jazz in cattedra € 5.00 SWING DANCE: Lindy Hop € 10.00 A cappella in Moncalieri Jazz € 10.00 Dallo Spiritual al Gospel: SPIRITUAL TRIO € 15.00 Nuovi e vecchi talenti: FABIO GIACHINO e THE COOKERS € 15.00 I Giganti del Jazz: AZIZA € 20.00

Ferrara in Jazz 2015 – 2016

Ferrara in Jazz 2015 – 2016
XVII Edizione
16 ottobre 2015 – 30 aprile 2016

COMUNICATO STAMPA
Forte dell’abbrivio di successi e riconoscimenti delle scorse stagioni, il Jazz Club Ferrara si appresta ad inaugurare la XVII edizione di Ferrara in Jazz che si svolgerà, dal 16 ottobre 2015 al 30 aprile 2016, tra le storiche mura del Torrione San Giovanni, bastione rinascimentale iscritto nella lunga lista dei beni UNESCO e tra le location per il cinema di Emilia-Romagna Film Commission.
L’apprezzata rassegna concertistica, organizzata da Jazz Club Ferrara con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Comune di Ferrara, Endas Emilia-Romagna e Banca di Romagna – Gruppo Cassa di Risparmio di Cesena, assembla le tessere di un articolato mosaico musicale in cui convivono tutte le cangianti sfumature del linguaggio jazzistico. Il varo della kermesse, che assume sempre più la qualità e le proporzioni di un vero e proprio festival della durata di ben sei mesi, spetta – venerdì 16 ottobre – al quintetto di un fuoriclasse del panorama
internazionale, il trombettista statunitense Wallace Roney.
Sempre più ampio sarà l’articolato network di co-produzioni grazie a cui Ferrara in Jazz acquista ulteriore prestigio e visibilità in ambito regionale e nazionale. Quest’anno, oltre al Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara, Ferrara Musica, Bologna Jazz Festival e Crossroads Jazz e altro in Emilia-Romagna, il Jazz Club Ferrara accoglie il ritorno di Ferrara Arte, della Fondazione Siena Jazz e il nuovo ingresso di Jazz Network.
Riconfermando la formula data dall’equazione di tre concerti settimanali (venerdì, sabato e lunedì), il pubblico potrà godere di oltre trenta Main Concerts che vedranno il susseguirsi di grandi protagonisti della musica afroamericana come Uri Caine, Wallace Roney, Rob Mazurek, Gary Bartz, Tim Berne, Eumir Deodato, Kevin Hays, Bill Carrothers, Gabriele Mirabassi, Michael Formanek, Bennie Maupin, Dave Binney, Drew Gress, Ray Anderson, Zhenya Strigalev, Eric Harland, Marc Ribot, James Carter, Nir Felder, Trio Da Paz, Pat Martino, Ralph Alessi, Donny McCaslin, Kenny Werner, Joey DeFrancesco e molti altri.
Ad arricchire la ricca stagione sarà il “pit stop” sul prestigioso palcoscenico del Teatro Comunale Claudio Abbado che quest’anno ospita Volcan, magmatico ed irruente quartetto guidato dal pianista cubano Gonzalo Rubalcaba.
Mentre con Monday Night Raw si rinnova la veste dei lunedì del Torrione che, con un focus sul contemporaneo e le immancabili jam session, propone quanto di nuovo è in circolazione scandagliando tra giovani protagonisti del panorama nazionale ed internazionale, di gusto sempre più ricercato sono gli appuntamenti firmati Somethin’Else, volti all’esplorazione di itinerari etnici gastronomico-musicali lungo rotte geografiche sempre nuove, dall’Asia di Jen Shyu al Brasile di Gabriele Mirabassi.
Dopo il successo di The Unreal Book, primo ciclo didattico ideato da Jazz Club Ferrara, inizia The Tower Jazz Workshop Orchestra, secondo capitolo caratterizzato da nuove clinics tenute da docenti di prima fascia, che mireranno alla creazione della prima resident band del Torrione. Restando nell’ambito della formazione, sotto la sigla Jazz Goes To College, si svilupperanno invece due appuntamenti realizzati in collaborazione con il Conservatorio estense e con la Fondazione Siena Jazz.
Consueto è anche l’appuntamento del Jazz Club con l’arte contemporanea. Ospite di quest’anno è Birds in Jazz, personale di Donald Soffritti e Simone di Meo – due tra i più giovani e immaginifici illustratori Disney – che con le loro curiose “paperizzazioni” trasformeranno autentiche icone del jazz per mostrarvele come non le avete mai immaginate.
Spazio infine alla solidarietà insieme ad A.C.A.RE.F, fondazione impegnata da sempre a sostegno della ricerca sull’atassia spinocerebellare. (altro…)

Jazz Club Ferrara – Sabato 12 aprile è di scena la rapinosa eleganza dell’Aaron Goldberg Trio featuring Reuben Rogers ed Eric Harland

Sabato 12 aprile (ore 21.30) a calcare il palcoscenico del Jazz Club Ferrara è la rapinosa eleganza del collaudatissimo Aaron Goldberg Trio costituito da due virtuosi del proprio strumento come Reuben Rogers al contrabbasso ed Eric Harland alla batteria guidati dal travolgente talento di uno dei pianisti più emozionanti della scena newyorkese, Aaron Goldberg.

A distanza di poco più di un anno quello di Aaron Goldberg è un gioioso ritorno. Enfant prodige con laurea ad Harvard e numerosi premi nel carniere è apprezzato musicista, compositore e didatta.
Conosciuto perlopiù come sideman di lusso per l’interminabile elenco di prestigiose collaborazioni a fianco di artisti quali Joshua Redman, Wynton Marsalis, Betty Carter, Kurt Rosenwinkel, Nicholas Payton, Madeleine Peyroux, Freddie Hubbard, Al Foster, Mark Turner, Tom Harrel, ecc. con cui ha realizzato oltre settanta registrazioni e ha viaggiato per l’intero globo, Goldberg conduce altresì un’intensa attività di leader e co-leader di progetti originali come il recente Yes! (Sunnyside Records, 2012) a fianco di Ali Jackson e Omer Avital. Con quest’ultimo ha dato vita anche all’OAM trio completato da Marc Miralta.

Quella di sabato costituisce una delle poche occasioni per ascoltare una delle menti musicali più brillanti in circolazione coadiuvata da una sezione ritmica formidabile. Dopo questo breve tour italiano che toccherà anche Ferrara il talentuoso pianista di Boston partirà infatti alla volta del Giappone.

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I nostri CD. Le melodie di Chris Potter

Chris Potter – “The Sirens” – ECM 2258

thesirensDopo una sorta di apprendistato in casa ECM (è presente in alcuni album ad esempio di Dave Holland, Steve Swallow, Paul Motian, Jason Moran) ecco “The Sirens” il CD che segna l’ esordio di Chris Potter per ECM come leader.

L’ album , come indica lo stesso titolo , è ispirato all’Odissea, un mondo epico da noi assai lontano i cui valori rimangono però immutati nel tempo. Per interpretare al meglio questo tipo di realtà, di ambiente, Potter (al sassofono tenore, soprano e clarinetto basso) ha scelto una band di assoluto livello con Craig Taborn (piano), David Virelles (piano preparato, celeste, harmonium), Larry Grenadier (contrabasso) e Eric Harland (batteria).

E quanti conoscono tali musicisti possono già avere un’idea di quanto si ascolterà nel disco. Potter disegna le sue proverbiali linee melodiche con i sassofoni, il cui suono già all’inizio del primo brano, risulta ammaliante come a voler ricordare il richiamo delle mitiche sirene. Poi il suono si fa più robusto, interviene la sezione ritmica a dare nerbo a tutta l’esecuzione e l’album prende rapidamente quota, supportato da una ritmica straordinaria per inventiva coloristica. E al riguardo occorre sottolineare la felice intuizione di mettere l’uno accanto all’altro due pianisti quali Craig Taborn e David Virelles.

In realtà a stupire è soprattutto quest’ultimo; nativo di Cuba, David si era fatto valere come artista in qualche modo legato alle sue radici; ricordiamo, al riguardo, le collaborazioni con Paquito D’Rivera, Bill Holman, l’ultimo Michael Brecker e successivamente con Steve Coleman. Nel 2007 il primo album da leader “Motion”  (Justin Time) in cui evidenza da un canto le sue origini cubane dall’altro l’approfondita conoscenza del linguaggio bop. In questo “The Sirens” Virelles cambia completamente strada per seguire l’ estetica di Potter e lanciarsi senza rete in straordinari duetti con Craig: li si ascolti con particolare attenzione soprattutto in “Nausikaa”, un delicato bozzetto in cui i due evidenziano tutta la loro sapienza nel disegnare avvolgenti linee melodiche.

Comunque l’impronta dell’album la da decisamente il leader che, oltre a firmare otto dei nove brani presentati, sembra aver raggiunto, stilisticamente, un nuovo punto di partenza, un punto che riassume tutte le esperienze precedenti, ponendosi, però come elemento imprescindibili per futuri sviluppi… soprattutto se continuerà ad avvalersi di musicisti tanto bravi.

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