A Latina un quartetto per ricordare Nicola Arigliano

Ancora un evento importante nell’ambito della 24° stagione del Latina Jazz Club “Luciano Marinelli” con il terzo appuntamento del “Latina in Jazz 23/24”: il prossimo sabato 4 novembre, alle ore 21:00 presso il Circolo Cittadino “Sante Palumbo“ in scena “Fasano, Biseo, Tatti, Ascolese – My Dear Nicola”.

Il 6 dicembre di quest’anno Nicola Arigliano avrebbe compiuto 100 anni dalla sua nascita e proprio da questo spunto nasce l’idea di omaggiare il personaggio, Crooner per eccellenza, con il concerto “My Dear Nicola” a lui dedicato e che vedrà protagonisti sul palco quattro musicisti di grande valore artistico che hanno avuto modo di collaborare, negli anni trascorsi, con il grande Nicola Arigliano.

Si tratta di Giampaolo Ascolese (batteria), Elio Tatti (contrabbasso), Riccardo Biseo (pianoforte) e Franco Fasano, uno dei più grandi cantautori della musica Italiana. Un concerto dedicato al cantante, attore, volto noto della TV jazzista e artista con lo swing nel sangue. Voce calda e di velluto, volto caratteristico e Go Man! Un concerto in ricordo di un personaggio entrato nell’Olimpo dei grandissimi del jazz. Un Crooner, anzi, il Crooner italiano amato e ammirato anche dagli artisti d’oltreoceano. Il Crooner “Colpevole” di aver inventato uno stile unico nel suo genere.

Redazione

In programma undici concerti per la XXII stagione del “Latina in Jazz”

E’ iniziata il 20 novembre la XXII stagione della rassegna “Latina in Jazz 2021/22“, un insieme di 11concerti organizzati dal Latina Jazz Club Luciano Marinelli, che si concluderà il 20 maggio.

La manifestazione è stata presentata qualche giorno fa nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato il sindaco di Latina, Damiano Coletta, il Presidente del Circolo Cittadino, Alfredo De Santis, il Presidente del Jazz Club, Piergiorgio Marinelli, il vice presidente del Conservatorio Ottorino Respighi di Latina, Cristiano Becherucci, il Vicepresidente del Latina Jazz Club, Giovanni La Penna, il Direttore artistico del Latina Jazz Club, nonché coordinatore del dipartimento jazz del Conservatorio, Elio Tatti.

Il cartellone è di assoluto rilievo data la presenza di musicisti apprezzati da pubblico e critica.

Apertura, come si accennava, sabato 20 novembre con Greta Panettieri, una delle migliori voci italiane, che si è esibita in trio accompagnata da Andrea Sammartino al piano e Francesco Puglisi al contrabbasso. Purtroppo non abbiamo potuto seguire il concerto, ma amici degni di fede ci hanno assicurato che la Panettieri si è espressa su quegli alti livelli che oramai le sono abituali.

Dopo questa beneaugurante apertura, il 4 dicembre sarà la volta del batterista Roberto Gatto, ancora in trio con Alessandro Lanzoni al pianoforte e Pietro Ciancaglini al contrabbasso. Il 18 dicembre concerto dedicato ai canti storici natalizi: trio jazz più quartetto d’archi, accompagnato da alcune voci che si esibiranno in 3/4 brani ciascuno.

Il 14 gennaio un piano solo da non mancare: protagonista Dado Moroni. Il 4 febbraio il quartetto della vocalist Mariangela Morais; il 15 febbraio Max Ionata al sax tenore, Andrea Beneventano al pianoforte, Elio Tatti al contrabbasso e Giampaolo Ascolese alla batteria, come a dire un quartetto all star; il 4 marzo il trio del pianista Pierpaolo Principato in un omaggio a Michel Petrucciani; il 25 marzo un duo d’eccezione con Stefania Tallini al pianoforte e Franco Piana alla tromba; l’8 aprile il trio di Stefano Sabatini piano con Dario Rosciglione contrabbasso e Pietro Iodice batteria.

Gli ultimi due concerti il 29 aprile e il 20 maggio; nel primo saranno impegnati Lucio Turco batteria, Francesco Fratini tromba, Elio Tatti contrabbasso e Andrea Candela al piano mentre il concerto di chiusura vedrà sul palco il quartetto del chitarrista Umberto Fiorentino con Andrea Beneventano al piano, Elio Tatti al contrabbasso e Pietro Iodice alla batteria.

Come è facile notare, dei diversi gruppi in cartellone fanno parte musicisti che rappresentano al meglio il Conservatorio di Latina ove svolgono la loro attività didattica. Un filo conduttore in tutto il corso della rassegna, dunque, quello che lega il Latina Jazz Club Luciano Marinelli, il Conservatorio di Latina e il Circolo Cittadino, una collaborazione che è pronta ad offrire grande musica a tutta la città. Anche se, come ci dichiara il Presidente del Jazz Club, Piergiorgio Marinelli, “quella tra il Jazz Club e il Conservatorio non può ancora definirsi una vera e propria collaborazione. Ci sono delle idee sul tappeto ma dobbiamo cercare di concretizzarle; per ora il Conservatorio ci ha dato il patrocinio. Certo abbiamo Elio Tatti che è del Conservatorio e che ci supporta in mille modi: lui è il direttore artistico della manifestazione di cui costituisce una delle colonne portanti. Attualmente stiamo lavorando per consolidare questo jazz club e l’impresa non è delle più facili; l’ha fatto mio padre che l’ha condotto per 22 anni e io lo sto portando avanti da due anni con un gruppo di volontari, di alcuni sponsor: ecco stiamo cercando di organizzare delle rassegne che abbiano sempre un eccellente livello. Anche perché la città sembra rispondere bene: La stagione estiva, in cui abbiamo avuto modo di applaudire Pieranunzi, è stata soddisfacente; vediamo adesso al chiuso come si sviluppa la cosa”.

Ma non c’è dubbio che la cosa si svilupperà bene data la bontà del cartellone su cui ci siamo soffermati.

A Latina il Jazz è di casa!

Come abbiamo altre volte evidenziato, il jazz è di casa a Latina. A confermarlo per l’ennesima volta ecco la nuova rassegna 2021 che si apre venerdì prossimo (25 giugno) per concludersi il 6 agosto.
Quattro i concerti in programmi. Ad aprire le danze sarà l’Enrico Pieranunzi Youth Ensemble. Pianista di fama internazionale (personalmente lo ritengo uno degli artisti più prestigiosi che attualmente calchino i palcoscenici del jazz non solo italiani), Pieranunzi ha dato vita a una formazione di giovani emergenti che ha già ottenuto significativi riconoscimenti. Il gruppo, che  propone un repertorio di brani originali dello stesso leader, è completato da Valentina Ranalli, talentuosa cantante e autrice di testi che racconteranno i brani composti dal pianista romano, il batterista ventenne Cesare Mangiocavallo, il contrabbassista ventiseienne Giuseppe Romagnoli, il trombettista ventitreenne Giacomo Serino. Insomma un segno di speranza in una situazione oggettivamente non facile-
Il 9 luglio sarà la volta del batterista e percussionista Giampaolo Ascolese con il suo “My Heart for Art”, ovvero Claudio Corvini, tromba; Mauro Verrone, sax alto; Mauro Zazzarini, sax tenore; Andrea Beneventano, pianoforte; Elio Tatti, contrabbasso. Il sestetto propone un repertorio dedicato ad Art Blakey e vista la statura dei musicisti impegnati sarà davvero un  bel sentire

Il 23 luglio, “Ialsax” di Gianni Oddi, con Special Guest Elio Tatti al contrabbasso e Pietro Iodice alla batteria. Il gruppo è un laboratorio di ricerca musicale afroamericana composto da musicisti provenienti da varie aree artistiche della scena musicale romana. In particolare, accanto al leader al sax tenore e ai due ospitati su menzionati, ci saranno Filiberto Palermini al sax alto,  Alessandro Tomei al sax tenore, Marco Guidolotti al sax baritono. Da evidenziare la singolarità dell’organico che non comprende pianoforte e batteria.
Ultima data il 6 agosto con il Giorgio Rosciglione Quartet. Il gruppo del noto contrabbassista è completato da Fabiana Rosciglione alla voce, Oliver Von Essen al pianoforte e Lucio Turco alla batteria.
A ospitare tutta la rassegna sarà l’Arena del Circolo Cittadino “Sante Palumbo”, location idonea anche per l’ingresso a persone con disabilità.
Per tornare a godere dello spettacolo di questi artisti, sarà necessario mantenere ancora il distanziamento sociale e indossare la mascherina.

Gerlando Gatto

Latina Jazz Club Luciano Marinelli: un nuovo sito che fa bene al Jazz

Come abbiamo più volte sottolineato anche su questi spazi, il jazz è praticamente sparito dai media ufficiali. I quotidiani, e più in generale la carta stampata, quasi mai se ne occupano, per non parlare delle reti televisive che oramai non dedicano alcuno spazio a questa musica. Ogni tanto compare “Rai 5” ma è troppo poco per un linguaggio che ha conquistato il mondo e che da un punto di vista prettamente musicale rappresenta l’unica vera novità emersa nel secolo scorso.
Per fortuna resta la rete, resta Internet in cui è abbastanza facile trovare e leggere notizie e articoli sul jazz. Certo non è tutto oro quello che luce ma indubbiamente i siti a cui abbeverarsi per trovare qualcosa di interessante non sono pochi, checché ne dica qualche solone che ritiene di aver il diritto di criticare tutto e tutti, non si capisce, poi, bene da quale pulpito.
Nell’ambito delle recenti realizzazioni sulla rete, vogliamo segnalarvi un sito che ci pare degno di attenzione, il “Latina Jazz Club Luciano Marinelli” (www.latinajazzclub.it).
Il sito è intitolato all’avvocato Luciano Marinelli, protagonista del jazz e del basket pontino, scomparso nel maggio dello scorso anno ad 82 anni. Marinelli era un pezzo di storia della città di Latina; professionista conosciuto e molto apprezzato nel capoluogo, era stato presidente del Latina Jazz Club e coach di pallacanestro protagonista di stagioni di successo. Sono in molti infatti a ricordarlo oggi come colui che ha portato a Latina il jazz e il basket.
In particolare per quanto concerne il jazz, Marinelli aveva dedicato molte delle sue energie alla vita del Latina Jazz Club dove era riuscito a portare molti artisti di successo quali Mike Melillo, con cui è stato realizzato un album dal vivo da titolo “Three For Tea” Live In Latina, Scott Hamilton, Dave Glasser, Dave Hazeltine, Cyrus Chestnut, David Liebman, ecc… per non parlare degli italiani Mauro Zazzarini, Filiberto Palermini, Elio Tatti, Lucio Turco, Riccardo Biseo, Pietro Iodice, Francesco Venerucci, Dario Rosciglione, Amedeo Ariano, Giampaolo Ascolese, Marcello Rosa, Cinzia Tedesco, Stefano Sabatini, Danilo Rea (Presidente onorario del “Latina Jazz Club Luciano Marinelli”)… tanto per fare qualche nome.
E non è certo un caso che a Latina negli ultimi anni il Jazz, da musica di pochi eletti, sia divenuto un genere sempre più apprezzato dal pubblico.

Sulla scorta di tanto sincero entusiasmo, come si accennava, è nato nell’estate del 2019, il Latina Jazz Club Luciano Marinelli: sotto questo nome si sono riuniti i figli, Piergiorgio e Francesco, affiancati da quello che è stato l’alter ego artistico di Luciano, Elio Tatti, valente contrabbassista, e ancora gli amici che hanno voluto dire che sì, si può fare.
Il Latina Jazz Club Luciano Marinelli è una famiglia di volontari prestati alla musica, alla sua anima, alla sua parte più vera, quella delle performance live dei migliori artisti e interpreti jazz sulla scena italiana e internazionale.
“La sua sede – si legge nella presentazione del sito -è tutta la città di Latina, laddove si annida uno strumento, laddove un musicista decida di suonare o intraprendere la via del jazz. Le stagioni concertistiche del Latina Jazz Club animano da anni la giovane città pontina, permettendo ai suoi cittadini non solo di avere momenti in cui fondare e riconoscersi comunità, ma anche occasione di partecipazione e progresso della cultura del territorio”.
Questi concetti si sono concretizzati in quattro video-concerti jazz in streaming per l’iniziativa musicale online “Latina, Jazz Art & Architecture” organizzata dal “Latina Jazz Club Luciano Marinelli” (con il contributo del Comune di Latina), nell’ambito della rassegna “La cultura e l’arte al tempo del COVID19”. Sono quindi stati pubblicati quattro video, registrati in quattro diversi luoghi della città, con grandi artisti del panorama jazzistico e il contributo del videomaker Aniello Grieco che collaborato con le maggiori produzioni nazionali e internazionali nella realizzazione di documentari, spot, videoclip e cortometraggi. In particolare nel punto più alto della città di Latina, all’interno della Torre Pontina, Andrea Beneventano al piano elettrico e Claudio Corvini alla tromba hanno portato il jazz a toccare il cielo con le note di “Sandu” di Clifford Brown, “Barbara” di Horace Silver e “My Shining Hour” di Harold Arlen. Nella Sala del Palazzo del Governo, in cui domina il preziosissimo affresco di Duilio Cambellotti intitolato la Redenzione dell’Agro, con le immagini a raccontare la storia del territorio, Elio Tatti al contrabasso, Mauro Zazzarini al sax e Giampaolo Ascolese alla batteria eseguono con grande partecipazione “What’ New” di B. Haggart, “Jump Up” di Lou Donaldson, “Exactly You” di J.Mchugh, D.Field e “Stars Fell on Alabama” di F. Perkins. In uno dei più importanti musei della città, dove le origini contadine del  territorio incontrano le grandi menti dell’arte del ‘900, Marco Malagola al pianoforte e Claudio Olimpio alla chitarra, danno vita con il loro talento a “Stella by Starlight” di Victor Young e “Darn That Dream” di Jimmy Van Heusen. Infine il Circolo Cittadino, ovvero la sala che ogni anno vede la stagione del Latina Jazz Club Luciano Marinelli, vede protagonisti due cristallini talenti pontini come Vincenzo Bianchi al pianoforte ed Eleonora Serarcangeli alla voce con brani come “Misty” di Errol Gardner, “Soon” di George Gershwin, “Route66” di Bobby Troup e “Just in Time” di Jule Styne.

Gerlando Gatto

La scomparsa del Maestro Ennio Morricone: il ricordo del batterista Giampaolo Ascolese

di Giampaolo Ascolese

Premetto che non ho lavorato moltissimo con il grande Ennio Morricone, o almeno, non quanto ci abbiano lavorato molti miei colleghi, strumentisti, cantanti, operatori dello spettacolo, giornalisti, presentatori e quant’altro ci regali lo stupendo mondo della Cultura musicale, audiovisiva e multimediale.

Ennio Morricone

Questo non fa altro che accrescere, semmai ce fosse bisogno, la grandezza di Ennio Morricone: ha fatto lavorare TUTTI, nel mondo dello spettacolo e in ambiti prestigiosi come teatri auditorium, incontri internazionali e quant’altro ci si possa immaginare di estremamente gratificante per qualsiasi  “operaio” della musica, sia egli  cantante lirico internazionale, direttore d’orchestra, strumentista , concertista, solista, accompagnatore ,  sarto, falegname, muratore o operatore delle pulizie.

Ho avuto il piacere di conoscere il Maestro, in due occasioni ben distinte ed in due mie  “versioni”,  una da batterista di Jazz, presentato da Enrico Pieranunzi, con il quale ho collaborato dal 1982 al 1984 nello “Space Jazz Trio”, assieme ad Enzo Pietropaoli.
Pieranunzi  fu chiamato proprio da Morricone, perché voleva un trio di Jazz in un club di Jazz nel film “C’era una volta in America” e, bontà sua, non poteva far suonare dei professori dell’orchestra con la quale collaborava stabilmente, una musica molto lontana dalla loro corde.
E quindi chiamò Pieranunzi, assieme a me e ad Enzo, argomentando la sua convocazione in maniera, diciamo, “molto romanesca” e molto divertente, facendo chiaramente capire a noi, che conosceva Enrico da tanto tempo.

Il secondo mio incontro con il Maestro, fu più difficile, nel senso che mi presentai come turnista di strumenti  a percussione e batteria, quindi completamente “senza filtri”, come fosse un esame, fresco fresco di Diploma di Strumenti a Percussione, conseguito dopo 10 anni di studi.
Il suo batterista d fiducia, Renzo Restuccia non c’era, e allora venne da me e mi disse: “Maestro, qui ci vuole un tempo di batteria che fa così…” e cantò con la voce il tempo che voleva, così come abbiamo sempre fatto tutti noi in cantina, quando eravamo ragazzi, perché non sapevamo scrivere il tempo sulla partitura.
Io, a quell’epoca, come ho detto, mi ero appena diplomato in percussioni e, quasi offeso ma sicuramente con aria risentita dissi temerariamente: “Maestro… ma io mi sono appena diplomato in Strumenti a Percussione! Mi scriva qualcosa che così la leggo”.
Non l’avessi mai detto! Andò via e dopo 10 minuti tornò con una partitura per batteria di 4 fogli, che indicava anche quando dovessi usare l’apertura dell’hh e quando dovessi usarlo, invece, con la bacchetta, tanto era particolareggiata e piena di musica.
Sbiancai… Pentito, quasi piangente, gli chiesi scusa e lui, bonariamente disse: “allora fai il tempo che t’ho detto io”, lo ricantò e aggiunse: “però mettici tutto il sentimento che hai, come se fosse la cosa più importante della tua vita”.
Andò poi tutto bene e ne rimase contento; lo ringraziai e gli chiesi  ancora scusa, facendolo ridere e poi suonai anche molte percussioni su una colonna sonora di un film che, sinceramente, non mi sono poi posto il problema di sapere quale fosse.

Ero ancora sconvolto dalla lezione che mi diede. Lezione che è valsa più di ogni diploma da me conseguito.
Grazie Maestro Morricone.

Giampaolo Ascolese

Jimmy Cobb: il grande batterista se n’è andato in povertà

Il ricordo del batterista Giampaolo Ascolese

Carissimo Jimmy,
anche tu sei andato via e, spero, sia andato in un mondo migliore, che si chiami Paradiso o Inferno o Purgatorio, questo non lo so, ma la cosa importante è che sia un mondo migliore di questo, dove i grandi musicisti come te siano riconosciuti davvero per la loro grandezza e per le gioie che hanno dato alla Musica.

Jimmy Cobb

Poco prima di morire avevi sommessamente ma fermamente lanciato un grido di dolore perché non potevi più sostenere la tua famiglia con la tua stupenda musica, perché eri infermo e non potevi più suonare.

Hai chiesto aiuto e noi musicisti, sbigottiti, abbiamo cercato di aiutarti almeno psicologicamente, se non economicamente, poiché noi certo non abbiamo i mezzi, o per lo meno la maggior parte di noi.

Dovrebbe essere lo Stato in cui si vive, la Nazione a cui una persona “appartiene” ad occuparsi dei grandi Artisti e sicuramente io nulla so dell’America da questo punto di vista ma, ad esempio, qui in Italia non abbiamo alcuna possibilità di aiutare i grandi artisti, a qualsiasi arte essi appartengano.

Posso ricordare innumerevoli casi, come, ad esempio Salvo Randone, da tutti considerato uno dei nostri più grandi attori, morto fra gli stenti, e, molto più vicino a me, Nicola Arigliano, che è finito in una clinica privata, grazie al sostegno dei parenti più stretti e degli amici, perché le strutture sanitarie pubbliche non potevano assicurargli le terapie necessarie.

Ma gli esempi possono essere infiniti e quindi, spero vivamente che ora ti rifarai abbondantemente di tutti i sacrifici che hai dovuto affrontare, specialmente alla fine della tua vita, perché, per fortuna, quando eri giovane, ed anche dopo, la vita ti ha sorriso e ti sei potuto esprimere come il grandissimo batterista che eri.

Nel mio piccolo conservo il ricordo che ho di te, quando, dopo il concerto che feci con il Quartetto di Eddy Palermo a Perugia, in occasione di “UmbriaJazz 1985”, mi fermasti e mi facesti dei grandi complimenti, dicendo che io, oltre ad essere un batterista di Jazz “sapevo fare anche altro”, perché con Eddy suonavamo molti brani  latini e “fusion”.

Ecco, ora ti chiedo scusa se io non mi sono subito inginocchiato ai tuoi piedi, perché all’inizio non ci ho creduto, e forse non avevo nemmeno capito chi tu fossi, non ti ho riconosciuto subito… l’ho capito dopo, me lo hanno detto, quando non ti ho più visto e ti ho cercato… e non ti ho più trovato e le vicissitudini della vita non ci hanno più fatto incontrare.

Volevo ringraziarti poi anche perché, con “Kind of Blue” hai segnato il tempo, gli anni del mio primo amore, ascoltando continuamente il disco nei momenti più belli e poi anche perché, con il tuo tempo di spazzole su “All Blues”, hai definito la regola finale di come si debba suonare in 6/8 con le spazzole, e questa regola non si discute.., si impara.

Grazie Jimmy, e buona musica !!!

Giampaolo Ascolese