L’ Alexanderplatz commemora Giampiero Rubei

 

Lunedì 27 febbraio 2017 Giampiero Rubei avrebbe compiuto  77 anni : per ricordare questo importante personaggio, grande festa all’Alexanderplatz. Sarà una serata a palco aperto e saranno invitati tutti i musicisti del jazz, vecchi e nuovi amici del club. Per loro l’ingresso sarà gratuito e sarà offerto a tutti il palco per suonare o raccontare un ricordo che li lega a Giampiero o alle sue innumerevoli attività.

Non c’è dubbio alcuno che Giampiero Rubei sia stato uno dei più importanti organizzatori, animatori, appassionati che il jazz italiano abbia conosciuto. Una sua  creatura è ancora viva e vegeta e prosegue la sua attività in quel di Roma.

Era l’inizio degli anni ’80 quando nasceva l’idea di fondare nel cuore della Capitale, a due passi dal Vaticano, l’Alexanderplatz Jazz Club e di trasformare uno scantinato allora adibito a sala giochi in uno dei più attivi jazz club italiani.

La storia di Giampiero è strettamente legata al club, divenuto nel tempo luogo storico per la musica improvvisata, ma è legata anche al longevo festival di Villa Celimontana e a moltissime altre iniziative che hanno lasciato un segno importante della sua presenza. Non ultima la direzione artistica della Casa del Jazz assunta negli ultimi anni di vita.

Ancora oggi il club di Via Ostia segue le orme del suo fondatore e persegue lo stesso spirito di accoglienza e di direzione artistica voluto da Giampiero Rubei. Per questo i figli, eredi di tanto patrimonio culturale e artistico, hanno come obiettivo principale quello di portare avanti il lavoro svolto dal padre e di tener in vita l’Alexanderplatz ricercando sempre la stessa atmosfera da lui creata, caratterizzata da familiarità nei confronti del pubblico, accoglienza verso qualsiasi forma di musica, sostegno ai giovani musicisti che si affacciano sulla scena, ricerca costante della qualità e non ultimo – e non privo di rischi oggi –investimento economico per portare a Roma dei grandi progetti internazionali.

Un impegno che il Club di via Ostia sente di dover assumere nei confronti della comunità di musicisti e appassionati, per onorare la memoria di un uomo così importante per il jazz italiano, la cui assenza ancora oggi risulta essere un vuoto difficile da colmare. Era il 2 aprile del 2015 quando il grande Giampiero ci lasciava. Un giorno che per il club sarà sempre un giorno di lutto e di chiusura.

Infine, in un momento tanto difficile per il Jazz Italiano, un tempo che purtroppo si sta allungando oltre ogni qualsiasi previsione, oggi più che mai è importante ricordare e ribadire con forza quello che era il pensiero di Giampiero, un motto che ci spinge a non mollare e ad andare comunque avanti “Le radici profonde non gelano”

 

 

ALEXANDERPLATZ JAZZ CLUB – RE-Opening 27 febbraio 2016

alexanderplatz

Via Ostia, 9, 00192 Roma
infoline 342 8329344
www.alexanderplatzjazzclub.it

Anche le mura dell’Alexanderplatz hanno assorbito 33 anni di musica!
Lo testimoniano le centinaia di graffiti che artisti di tutto il mondo hanno voluto lasciare, con dediche spiritose, poetiche, sempre affettuose, per celebrare il loro passaggio nello storico locale di Via Ostia.
Nel 1984, Giampiero Rubei dava vita a quello che sarebbe diventato il più celebrato jazz club di Roma, recensito e consigliato anche da tutte le più autorevoli testate di settore italiane e non solo, la rivista statunitense Downbeat lo riporta anche quest’anno come “Uno dei migliori locali jazz del mondo”!
Impossibile citare i grandi che si sono esibiti, tra tanti Chick Corea, Chet Baker, Winton Marsalis, Dave Holland, Michael Brecker, Joe Henderson, Jack de Johnette, Steve Coleman, Stefano Bollani,  Antonello Salis, Stefano Di Battista, Danilo Rea, Roberto Gatto, Javier Grotto, Natalio Mangalavite, Flavio Boltro, Fabrizio Bosso, e i migliori nomi del jazz tradizionale Loffredo, Patruno, Marcello Rosa, Piana e molti altri.
Molte anche le iniziative che hanno preso forma per volontà dei Rubei e che hanno divulgato il jazz italiano in festival internazionali, da Villa Celimontana Jazz fino a New York, Parigi, Chicago, Mosca, Dubai, Pechino, Finlandia, Londra, Corea, Amsterdam, Grecia, Medio Oriente.
La serata inaugurale, sabato 27 febbraio, avrebbe coinciso con il compleanno del patron Giampiero Rubei, e sarà una lunga kermesse a testimoniare la ricorrenza. Le adesioni di tutti i più importanti e affezionati musicisti del mondo jazz sono in continua evoluzione.
Tra gli altri: Maria Pia De Vito – Stefano Di Battista – Alfredo Paixao – Rosario Giuliani – Riccardo Biseo – Lino Patruno – Giovanni Tommaso – Niky Nicolai – Miraldo Vidal Band – Natalio Mangalavite – Javier Girottto -Disordinati Musicali.
La nuova stagione vedrà alla direzione del locale e degli eventi collegati, come il Festival Internazionale “Jazz&Wine” a Montalcino e “Non Solo Jazz” all’Argentario, Eugenio e Paolo Rubei.
Nel locale rinnovato, la cavea jazz riprende i suoi colori dal bar alla cucina, un piccolo spazio dedicato all’artigianato, mostre, eventi. Non mancherà nella programmazione il jazz tradizionale, ma si esploreranno anche i nuovi linguaggi, fedeli alla linea del club star del jazz internazionale e nostrano, tra le nuove proposte, invece, le serate dedicate al cantautorato di qualità italiano. Nella nuova stagione la collaborazione con “Disordinati Musicali”, al secolo Daniela Morgia & Claudio Milo Vietnam in partnership con Radio K , per serate e after live con selezioni musicali, Djset e Live set che vedranno interagire musicisti e Djs. (altro…)

Giampiero Rubei. Un pezzo di storia del jazz che se ne va

Giampiero Rubei

La scomparsa di Giampiero Rubei non ha colto di sorpresa il mondo del jazz: da tempo non stava bene, lo si vedeva, ed una ripresa compiuta, totale non arrivava. Egli stesso negli ultimi tempi diceva di non sentirsi al meglio. L’anno scorso un ricovero in ospedale; a metà marzo ancora un ricovero e quindi l’esito fatale.

Come sempre accade in questo nostro meraviglioso e ipocrita Paese, all’indomani della sua dipartita abbiamo letto solo pezzi elogiativi. Tutti hanno fatto a gara a sottolineare gli indubbi meriti che Giampiero aveva acquisito come protagonista del jazz nazionale e romano in particolare. Così è stato ricordato come a lui si dovesse, nel 1984, l’apertura di quel jazz-club – l’Alexanderplatz di via Ostia, nel quartiere Prati – che nel breve volgere di qualche anno sarebbe divenuto uno dei locali più importanti dell’intero Paese, una sorta di tempio del jazz da cui, non a caso, sarebbero transitati i più importanti jazzisti internazionali tra cui ci piace ricordare Chet Baker, Chick Corea, Wynton Marsalis, Benny Golson, Michel Petrucciani, Michael Brecker, Joshua Redman, Joe Lovano… Per non parlare dei musicisti “nostrani” che proprio all’Alexanderplatz hanno avuto modo di mettersi in luce e che hanno continuato a frequentare anche da artisti affermati; l’elenco è lungo, troppo lungo per cui basta citare i nomi di Stefano Di Battista, Ada Montellanico, Roberto Gatto, Danilo Rea, Antonello Salis, Riccardo Fassi, Mario Raja, Nicky Nicolai… e non a caso molti di questi, unitamente ad alcuni “veterani” quali Marcello Rosa e Gegè Munari, erano presenti ai funerali svoltisi il 4 aprile scorso.

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Ciao, Giampiero

rubei
Gerlando Gatto, Daniela Floris e tutta la redazione di A Proposito di Jazz salutano il leggendario Giampiero Rubei: Roma perde un pezzo storico del suo Jazz.
Presto Gerlando ne pubblicherà un ricordo: intanto abbracciamo la famiglia tutta, quella vera e quella altrettanto autentica degli appassionati e degli artisti che lo hanno conosciuto in questi lunghi anni di musica.

Ciao Giampiero

Francesca Sortino. L’importante è il sound

Francesca Sortino mare

Avevano imparato a conoscerla nel 1995 grazie ad un ottimo album registrato per la Soul Note con grandi artisti quali Jim McNeely, Harvie Swartz, Eliot Zigmund, Rick Margitza; poi la collaborazione con i Gabin nel famoso brano ” doo uap doo uap doo uap” e un altro album nel 2004 per la Sugarmusic (“Kiss Me”), fino a “the Music I Play” del 2008, e quindi apparizioni sempre più sporadiche anche se di notevole pregio come nel progetto dell’etichetta Dejavu’ “Idea 6” a fianco di grandi nomi del jazz italiano, Dino Piana, Gianni Basso, e le collaborazioni con Gerardo Frisina (“Join The Dance”) e con il progetto “Train up” ecc.

Adesso Francesca Sortino è tornata alla grande nel mondo del jazz con l’album “Francy’s Kicks” (Abeat 529) di cui vi diamo conto in un post precedente. Ma come mai questa così lunga lontananza dalle scene jazzistiche? Cosa ha motivato questo suo rientro? Di questo e di molto altro abbiamo parlato con la vocalist nell’intervista che qui di seguito pubblichiamo:

-Il tuo è un ritorno sulle scene jazzistiche; da quando ne mancavi?
“ Da circa cinque anni”.

-Cosa è accaduto durante questo lasso di tempo?
“Non molto. In particolare l’ultima mia sortita sulla scena musicale non è stata prettamente jazzistica: l’ultimo album era costituito da brani di mia composizione ma con arrangiamenti di chiara marca pop; tanto per fare un esempio c’era il singolo “Namorada” che è stato lanciato da Fiorello in Viva Radio 2. E il pezzo ottenne davvero un grosso successo: i giornali specializzati ne parlavano come di uno dei possibili successi dell’estate e lo steso Eumir Deodato mi scrisse dicendomi che il brano gli era piaciuto moltissimo e che avevo tra le mani una hit. Insomma sembrava che il disco avesse delle forti potenzialità commerciali e invece il tutto si è arenato anche perché il produttore e la casa discografica non hanno saputo cogliere il momento… in buona sostanza non ci hanno creduto, non hanno investito, non è stato ben distribuito tanto che molti mi scrivevano dicendomi che il disco non si trovava, non è stato organizzato il live… e così tutto a poco a poco si è afflosciato. Ora per me questa battura d’arresto è stata molto grave perché se è vero che il disco apriva verso nuovi pubblici è altrettanto vero che chiudeva verso il mio pubblico tradizionale che evidentemente da me si aspettava qualcosa di diverso, con un linguaggio più jazzistico. E invece non ho guadagnato un nuovo pubblico e ho perso il vecchio. Insomma una specie di disastro”.

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Musica per tutti i gusti alla Casa del Jazz

Lara Iacovini

Lara Iacovini

Dopo il successo della rassegna estiva svoltasi nel Parco da giugno ad agosto, ritorna ,sempre con la direzione artistica di Giampiero Rubei, la programmazione in  Sala Concerti della Casa del Jazz con un programma, assai variegato, che va da ottobre   a dicembre prossimi.

Ad  aprire la serie dei concerti, venerdì 4 ottobre, uno dei grandi protagonisti del jazz internazionale, Roberto Gatto che con il suo quintetto, presenterà “Tributo a Miles Davis”.  Sempre ad ottobre, il 29, eccezionale concerto con Lara Iacovini, Steve Swallow e Adam Nussbaum. Ma saranno tanti i concerti jazz di altissimo livello che si succederanno in questi tre mesi; così, ad esempio, il 30 novembre l’attesissimo ritorno di The Bad Plus, da diversi anni uno dei gruppi più originali e di successo della scena jazzistica mondiale che si contraddistingue per un repertorio che abbina loro composizioni originali a echi di Thelonius Monk e destrutturazioni di successi pop, come la particolare versione di “Smells like teen spirit” dei Nirvana. Il 12 dicembre è la volta di un altro grande protagonista, Fabrizio Bosso, che presenterà  il nuovo album “Purple” con il suo trio Spiritual ( all’organo e al piano Alberto Marsico e alla batteria Alessandro Minetto) . Il 9 novembre un altro eccellente trombettista, Luca Aquino, che presenterà ‘aQustico’, il suo nuovo lavoro discografico con in copertina un’opera di Mimmo Paladino. Tra gli altri concerti, il 12 ottobre, la cantante Susanna Stivali , il 1° dicembre, The Incredible John Papa Boogie Blues Band, il 31 ottobre Giancarlo Russo, il 7 novembre Venanzio Venditti Quartet, l’8 novembre Stefano Cicconetti Quintet, il 2 dicembre Electric People, il 20 dicembre Luca Chiaraluce con due progetti.

Come sempre un grande spazio nella programmazione della Casa del Jazz è riservato ai giovani talenti del jazz italiano: il 25 ottobre, Paolo Recchia  presenterà il suo nuovo progetto “Three For Getz” omaggio a un gigante del jazz ,Stan Getz; il 26 ottobre sarà la volta del giovane ma già ben noto pianista Alessandro Lanzoni; il 23 novembre il trio di un altro giovane, Enrico Zanisi, accompagnato da altri due giovanissimi: il batterista Alessandro Paternesi e il contrabbassista americano Joe Rehmer; il 5 dicembre Simone Graziano, pianista fiorentino di talento, con ospite uno  dei sassofonisti fra i più richiesti nell’ambito del jazz moderno e di ricerca: David Binney; il 7 dicembre Cristiano Arcelli presenterà “Brooks” ,il suo nuovo cd, un tributo alla diva dark del cinema muto Louise Brooks e infine il 21 dicembre, Armando Bertozzi New Generation Jazz, con ospite il trombettista Fabio Morgera.

Di grande interesse  “Fusione a caldo”, rassegna che unisce vari linguaggi e stili musicali come il jazz, la musica etnica, la  canzone d’autore, rock-blues e la musica classica con l’esibizione di musicisti affermati e altri emergenti della scena nazionale e internazionale, alla ricerca di un linguaggio musicale e culturale senza confini. Il primo appuntamento di questa nuova rassegna  è con un batterista tra i più amati e stimati in ambito progressive rock, Carl Palmer che farà rivivere i grandi classici di Emerson Lake & Palmer. Tanti gli appuntamenti di “Fusione a caldo” fino a dicembre.

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