Dalla scena jazz newyorkese, il nuovo album di Martin Wind “White Noise” con due icone della musica europea: Philip Catherine e Ack van Rooyen

E’ uscito il 28 agosto con l’etichetta tedesca Laika Records “White Noise” il nuovo album del contrabbassista e compositore Martin Wind.
Originario di Flensburg, in Germania, da quasi 25 anni Wind si è affermato nella scena jazz di New York, dove vive, collaborando con grandi artisti come Pat Metheny, Sting, John Scofield, Toots Thielemans, Michael e Randy Brecker, Phil Woods, Hank Jones, Michel Legrand, Clark Terry, Slide Hampton, Vanguard Jazz Orchestra. Attivo siamo come compositore che come strumentista, ha pubblicato a suo nome 11 dischi, è autore e interprete di colonne sonore di celebri film ed è docente alla Facoltà di Jazz della New York University Steinhardt e alla Hofstra University di Long Island.
Il precedente lavoro “Light Blue” (inciso con Anat Cohen, Ingrid Jensen, Maucha Adnet e Duduka DaFonseca) ha ricevuto le “four stars” su Downbeat Magazine, e Paquito D’Rivera ha definito “disgustosamente bello” il suo disco del 2014 “Turn out the Stars – music written or inspired by Bill Evans” inciso con un quartetto completato da Scott Robinson, Bill Cunliffe e Joe La Barbera, e con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana.

Per la registrazione del suo nuovo lavoro “White Noise” – disponibile anche nei principali digital stores e su Spotify, Martin Wind ha fortemente voluto l’incontro con due icone del jazz europeo: Philip Catherine, considerato dai critici il chitarrista più autorevole d’Europa dopo John McLaughlin, e l’olandese Ack van Rooyen, il cui timbro caldo e morbido su flicorno e tromba è l’inconfondibile marchio di fabbrica.
Il concept del nuovo album segue il noto principio del “less is more”: “Il silenzio è diventato sempre più un lusso, con “White Noise” ho voluto creare un polo acustico opposto. Una sorta di oasi sonora in cui il pubblico può rilassarsi e godere la musica fino alla sua massima espressione”.

I tre musicisti sono legati da una profonda amicizia, oltre che da una lunga collaborazione.
“Per me, Philip e Ack sono tra i più grandi artisti melodici che il jazz abbia mai avuto.
Entrambi fanno davvero cantare i loro strumenti, ed è ciò che voglio dimostrare con questo album. A 17 anni, l’album “The Viking” di Philip insieme al bassista danese Niels-Henning Ørsted Pedersen è stata una rivelazione e mi ha influenzato per decenni. Lavorare con lui mi è sembrata una vera e propria “ricongiunzione”, il suo sound per me risuona davvero familiare”.
Il legame tra Wind e van Rooyen ha invece avuto origine nella Bundesjazzorchester (BuJazzO), dove si incontrarono come studente e insegnante. “Ack è ancora incredibilmente concentrato e riflessivo. In studio ogni sua singola nota è stata assolutamente perfetta. Con questo album ho voluto ricordare al pubblico la sua incredibile abilità e mostrare tutta la sua “divinità”, accanto ad una grande umiltà, dedizione alla musica e ad un raffinato senso dell’umorismo!”

La titletrack “White Noise” è stata scritta da Martin Wind per i suoi due compagni. Con raffinati effetti di riverbero e distorsione sulla sua Gibson vintage, Catherine riesce a dare a questa composizione un carattere fluttuante. Così commenta il grande chitarrista belga: “Il brano, così come l’intero album, trasmette messaggi musicali chiari: è onesto, trasparente e, grazie alla sua semplicità, molto efficace. Martin è la quintessenza del groove e dell’interplay. Trasmette una costante sensazione di vicinanza, sia a livello ritmico che melodico.”

“White Noise” è stato registrato in Belgio, a Mechelen, in una splendida atmosfera come ricorda van Rooyen: “Gli studi non sono il mio posto preferito dove esprimermi al meglio, ma grazie ad un eccellente sound engineer e al feeling che si è creato con Martin e Philip, mi sono sentito davvero a mio agio. Loro sono musicisti che non devono dimostrare più nulla, ma continuano a suonare come se dovessero.”

Oltre a standard come la meravigliosamente swing “Everything I Love” (Cole Porter) o “But Beautiful” (Jimmy van Heusen/Johnny Burke), nella tracklist del disco vi è la ballata di van Rooyen “Autumn Bugle”, così come altre due composizioni di Martin Wind: “The Dream”, dedicato al primo incontro con Pat Metheny nel 2003, dove hanno suonato per l’opening concert del festival “Jazz Baltica” di Kiel, e “A Genius and a Saint” dedicato al bassista Bob Bowen, amico e collega scomparso per un tragico incidente in bicicletta a New York City. Brani dal contenuto biografico e molto personale, che hanno affascinato sia Catherine che Van Rooyen.

In Italia Martin Wind è stato ospite di molti festival nel trio della cantante e pianista Dena DeRose, con il pianista Bill Mays, nella band di Matt Wilson “Arts & Crafts” feat. Gary Versace e Ron Miles e con i pianisti Benny Green e Rita Marcotulli, ed ha registrato due album con Massimo Morganti.
Insieme a Rita Marcotulli e Matt Wilson ha inciso un pregiato disco in vinile “The Very Thought Of You – Remembering Dewey Redman” che ha presentato alla Casa del Jazz: una produzione dall’etichetta Go4 Records nata da una idea di Ancona Jazz.
E’ attivo anche in ambito classico, collaborando con diversi artisti tra cui il violoncellista e direttore d’orchestra Mstislav Rostopowitch, il violinista Guidon Kremer e i Christoph Eschenbach, Lalo Schifrin and Valery Gergiev. Negli ultimi 5 anni ha accompagnato grandi star mondiali, tra cui James Taylor, Aretha Franklin e Reneé Fleming, sul palco del prestigioso Kennedy Center Honors Galà.

LINKS
www.martinwind.com
Teaser: http://bit.ly/TeaserWhiteNoise
Spotify https://bit.ly/SpotifyWhiteNoise
Amazon https://bit.ly/AmazonWhiteNoise
iTunes https://bit.ly/iTunesWhiteNoise
Laika Records: www.laika-records.com

CONTACTS
Ufficio Stampa Francia e Italia: Fiorenza Gherardi De Candei
info@fiorenzagherardi.com – +39.328.1743236
www.fiorenzagherardi.com

Si chiude con successo la XXXVII Edizione del Roccella Jazz Festival!

La XXXVII edizione del Roccella Jazz Festival ha chiuso i battenti oltre la mezzanotte di giovedì 24 agosto con le note del pianoforte di Claudio Cojaniz, confermando il segno lasciato nella lunga storia della manifestazione, la cui direzione artistica è adesso opera di Vincenzo Staiano: produzioni originali, prime assolute, valorizzazione di nuovi talenti e ricerca di sonorità nuove ed elettrizzanti. Lo ha confermato anche il primo dei protagonisti dell’ultima serata, ovvero lo spiritato trombettista Jonathan Finlayson a capo del suo Sicilian Defense, un ensemble ad alta gradazione di talento, che prende il nome da una storica contromossa d’apertura del gioco degli scacchi.

Dichiara il direttore artistico Staiano: “Risultati oltre le aspettative per la XXXVII edizione del Festival, visto il ritardo con il quale è stata annunciata la manifestazione. Folta la partecipazione di pubblico con circa 9.500 spettatori che hanno seguito la manifestazione, secondo una prima stima approssimativa. Hanno superato il banco di prova anche le master class, i workshop e i seminari, che sono stati ripristinati quest’anno con successo. Il Comune di Roccella Jonica (unico ente organizzatore del Festival) ha saputo solo agli inizi di agosto che il Festival era stato finanziato dalla Regione Calabria, essendo risultato uno dei vincitori del bando grandi eventi che assegna contributi triennali. Erano 15 i partecipanti e il progetto di Roccella Jazz è risultato tra i primi cinque, precedendo anche i grandi comuni calabresi. La macchina organizzativa del Festival si è subito messa in movimento ed è riuscita ad attivare tutte le procedure necessarie per garantire i concerti e le altre attività grazie anche al fatto che il programma della manifestazione era già pronto da tempo”.

La XXXVII Edizione del Festival ha visto nella prima settimana, dal titolo Jamming Around & New Talents, i concerti dei nuovi talenti che, sottolinea Staiano, “hanno dimostrato tutto il loro valore a partire dalla bassista polacca Kinga Glyk, un’autentica rivelazione. Di grande spessore le performance del Francesco Orio Trio, dei Red Basica e dei Raw Frame. Hanno fatto la loro parte anche Thomas Umbaca, il trio Ophir, il duo Gennai-Cosentino e il trio Ammendola-Brissa-Scopelliti. Bello l’esordio del Carafa Quartet di Francesco Loccisano. Sono risultati una conferma musicisti come Ettore Castagna e gruppi come The South Project e Rhythm Permutations, che hanno suonato a Siderno, e il Gabriele Buonasorte Quartet, The Dave Howard Initiative e la Freak-out Band. Il fotografo Pino Ninfa, dopo anni di assenza, è tornato a Roccella con un bel progetto legato ai suoi recenti viaggi”.

Fiore all’occhiello della rassegna due produzioni originali dedicate a Rino Gaetano, che hanno riscosso particolare attenzione. Ricorda nuovamente il direttore artistico: “La prima, quella elaborata dal grande Giovanni Tommaso, è stata accolta con grande favore dal pubblico che ha affollato fino all’inverosimile gli spalti del Teatro al Castello. E’ stata la bella Jasmine Tommaso a dare voce agli arrangiamenti jazzistici delle canzoni di Rino fatte dal padre Giovanni. Vista l’assoluta originalità del progetto, la registrazione del concerto, probabilmente, sarà riversata su Cd. La seconda, invece, è stata un’operazione all’insegna del più sapiente istrionismo e ha avuto come protagonista Massimo Donà che ha presentato il suo progetto “Pitagorino”, suggerito dalla passione che Rino Gaetano aveva per le numerologie e Pitagora. Il grande filosofo e trombettista veneto ha dato una divertente chiave di lettura del rapporto tra Pitagora e la musica”.

Grandi attenzioni anche per i big italiani e stranieri scelti da Staiano, orgoglioso della risonanza avuta: “Non ha deluso le aspettative della vigilia la tanto attesa prima e unica tappa europea di Jonathan Finlayson and the Sicilian Defense. Il giovane trombettista statunitense ha dimostrato di possedere un proprio spessore stilistico lontano da imitazioni e espressioni stereotipate. Anche il Roccella Quartet, che si è formato nell’ambito della manifestazione, ha messo in luce grandi individualità come quelle di Alexander Hawkins, Sabir Mateen, John Edwards e Steve Noble. Già scontato, invece, il grande successo di musicisti come Tuck & Patti, Antonella Ruggiero, Antonio Faraò e la Med Free Orkestra. Un po’ di commozione, invece, per il ritorno su un palcoscenico di Luca Aquino dopo un fermo di due mesi a causa di un infortunio: il trombettista campano ha suonato con l’ausilio di strumenti elettronici e ha dimostrato di essere sulla via della guarigione. Molto coinvolgente il concerto del quartetto di James Taylor che è riuscito far ballare la quasi totalità del pubblico con un organo Hammond che sembrava uscito da un museo. Molto apprezzati il Quartetto guidato da Tino Tracanna e quello di Claudio Cojaniz, i due gruppi che hanno chiuso il Festival”.

Appuntamento allora al Roccella Jazz Festival 2018, per l’edizione n. 38.

Roccella Jazz:
http://www.roccellajazz.org/

Raw Frame, Massimo donà e James Taylor Quartet al Roccella Jazz!

Il Comune di Roccella Jonica (RC)
è lieto di presentare:

ROCCELLA JAZZ FESTIVAL 2017 – RUMORI MEDITERRANEI
XXXVII EDIZIONE

“A me piace il sud”
Original Tribute to Rino Gaetano

Direzione Artistica: Vincenzo Staiano

Martedì 22 agosto 2017
ore 18.30
Chiesa Matrice (Castello):

RAW FRAME:
“Side Sight”

(Prima Nazionale E Presentazione Cd)
In Collaborazione Con Nau Records

ingresso € 7 intero / € 5 ridotto (per under 25/over 60)

ore 21.15
Teatro Al Castello:

MASSIMO DONA’ TRIO
feat. FRANCESCO BEARZATTI:
“Pitagorino”

PRIMA ASSOLUTA!

ingresso € 10 intero / € 7 ridotto (per under 25/over 60)

ore 22.30
Teatro al Castello:

JAMES TAYLOR QUARTET

ingresso € 10 intero / € 7 ridotto (per under 25/over 60)

Ore 24.00
Teatro al Castello:

MIDNIGHT JAZZ READING

 

Martedì 22 agosto 2017, terzultima serata della XXXVII Edizione del Roccella Jazz Festival, che prosegue in grande stile con la sezione Rumori Mediterranei, che ospita ancora una volta due produzioni originali del Festival, entrambe prime assolute, più un grosso nome internazionale.

Il primo dei tre concerti è una prima nazionale, con la presentazione del nuovo cd Side Sight (Naked Tapes) da parte dei Raw Frame. Andrea Bolzoni (Chitarra), Salvatore Satta (Basso) e Daniele Frati (Batteria) compongono una delle formazioni più interessanti del nuovo jazz italiano: partiti da lontano e approdati nel 2012 all’Umbria Jazz Contest, hanno pubblicato poco tempo fa il secondo album Side Sight, ottimo esempio di ricchezza di ispirazione, spirito avanguardistico e voglia di superare steccati e catalogazioni. Il concerto di Roccella è in collaborazione con Nau Records, indie label pluridisciplinare e multiculturale unica nel suo genere.

Dalla Chiesa Matrice al Teatro al Castello per un altro gran colpo messo a segno dal Roccella Jazz 2017: produzione originale del festival, prima assoluta internazionale per Pitagorino, il concerto del Massimo Donà Trio con la partecipazione straordinaria di Francesco Bearzatti. Massimo Donà è ospite a Roccella in triplice veste, da musicista, voce recitante e filosofo: Pitagorino sarà la sua personale chiave di lettura a quelli che erano una vera e propria ossessione adolescenziale di Rino Gaetano, i numeri e la filosofia di Pitagora, crotonese immigrato dalla Grecia. Un’ossessione che si è poi trasferita nei testi delle sue canzoni a testimonianza delle sue inquietudini, tanto che Donà, nel ruolo di trombettista e voce recitante, attraverserà quei misteri con i suoi due rodati compagni di strada Michele Polga (sax tenore) e Davide Ragazzoni (batteria), insieme al sassofono di Francesco Bearzatti che riporterà alla luce la prorompente personalità di Rino Gaetano. in veste di filosofo, Donà terrà anche un seminario nella giornata del 22 all’ex Convento dei Minimi, dal titolo IL CONTRACCOLPO DEL JAZZ – Sulla metamorfosi dell’antico contrasto tra tempo e verità.

Gran finale con un’altra proposta internazionale del Roccella Jazz, il popolarissimo James Taylor Quartet! Il gruppo capitanato dal famoso organista inglese James Taylor sta festeggiando trenta onorati anni di carriera, infatti a partire dal 1987 è stato tra i pionieri dell’acid jazz e continua imperterrito con la sua formazione a girare il mondo all’insegna del groove, del jazz-funk e del soul, come testimoniano i suoi ultimi dischi ma soprattutto i suoi concerti, immortalati negli ultimi dischi dal vivo Bumpin’ on Frith Street – Live at Ronnie Scott’s (2016) e nella recentissima antologia Bootleg. Insieme al reuccio dell’organo Hammond Taylor, tre fidati musicisti come Daniel Drury (Basso), Ralph Wyld (Vibrafono) e Pat Illingworth (Batteria).

Mercoledì 23 agosto il festival propone una dedica speciale al compianto Freak Antoni con la presentazione del nuovo libro di Daniela Amenta e l’omaggio della Freak – Out Band; il ritorno sul palco per la prima volta dopo l’infortunio del trombettista Luca Aquino insieme al fisarmonicista Carmine Ioanna; il nutrito organico della Med Free Orkestra, all’insegna della musica multietnica e interrazziale.

Roccella Jazz:
http://www.roccellajazz.org/

Mazzone/Pisani/Ninfa, Antonio Faraò e Giovanni Tommaso al Roccella Jazz!

Il Comune di Roccella Jonica (RC)
è lieto di presentare:

ROCCELLA JAZZ FESTIVAL 2017 – RUMORI MEDITERRANEI
XXXVII EDIZIONE

“A me piace il sud”
Original Tribute to Rino Gaetano

Direzione Artistica: Vincenzo Staiano

Lunedì 21 agosto 2017
ore 18.00
Auditorium Comunale “Unità D’Italia”
Via Cristoforo Colombo 2:

SULLA ROTTA DELLE STORIE.
UN OMAGGIO AL MEDITERRANEO – DA ROGHUDI A LEPTIS MAGNA
Vincenzo Mazzone, Nicola Pisani, Pino Ninfa

ingresso € 7 intero / € 5 ridotto (per under 25/over 60)

ore 21.15
Teatro Al Castello:

ANTONIO FARAO’ EKLEKTIK

ingresso € 10 intero / € 7 ridotto (per under 25/over 60)

ore 22.30
Teatro al Castello:

ORIGINAL TRIBUTE TO RINO:
Jasmine Tommaso Sings The Songs Of Rino Gaetano
With Giovanni Tommaso Apogeo Quintet

(Produzione Originale E Prima Assoluta)

ingresso € 10 intero / € 7 ridotto (per under 25/over 60)

Ore 24.00
Teatro al Castello:

MIDNIGHT JAZZ READING

 

Lunedì 21 agosto 2017. Dopo il triplo concerto del 20 agosto con cui è partita la sezione Rumori Mediterranei, la XXXVII Edizione del Roccella Jazz Festival presenta una delle serate più attese dal pubblico e dalla stampa, ma anche una delle più rappresentative artisticamente, con la combinazione di diversi modi di intendere il jazz e una produzione originale del festival, in prima assoluta, dedicata a Rino Gaetano.

Alle 18.00 in Auditorium un progetto multimediale dedicato al rapporto tra i luoghi del Sud e il jazz, un filo conduttore decisivo nella longeva attività di Pino Ninfa, fotografo del jazz (e non solo) tra i più influenti, nonchè presidente dell’associazione P.I.M. (poesia-immagine-musica). Il titolo dello spettacolo Sulla Rotta Delle Storie. Un Omaggio Al Mediterraneo – Da Roghudi A Leptis Magna è eloquente: insieme alle immagini la musica, offerta da due straordinari strumentisti quali Vincenzo Mazzone (Batteria) e Nicola Pisani (Sassofoni), una congiunzione tra vista e udito, con l’obiettivo di sensibilizzare la coscienza collettiva. Produzione originale del Roccella Jazz.

Il sud che ispira l’intera rassegna e in particolare questa serata di lunedì 21 è alla base anche del lavoro di uno dei più eclettici e ammirati uomini di jazz in Italia: Antonio Faraò, che presenta a Roccella il nuovo disco Eklektik. Il pianista romano ha una discografia importante, con colossi di fama internazionale come Miroslav Vitous, Joe Lovano, Bob Berg, Jack De Johnette e molti altri, il suo ultimo lavoro Eklektik – al crocevia tra jazz, funk, elettronica e fusion – annovera una “all star band” con Snoop Dogg, Marcus Miller, Bireli Lagrène, Manu Katché, Mike Clark, Robert Davi, Didier Lockwood e Lenny White. A Roccella Faraò avrà con sè una band coi fiocchi: Ronnie Jones e Claudia Campagnol (Voce), Enrico Solazzo (Tastiere & Programming), Daniele Sorrentino (Basso Elettrico) e Lele Melotti (Batteria).

Ultimo concerto della serata, l’evento clou dell’intera rassegna. Prima assoluta per una produzione originale del Roccella Jazz Festival: “Original Tribute To Rino” – Jasmine Tommaso Sings The Songs Of Rino Gaetano With Giovanni Tommaso Apogeo Quintet. Una straordinaria rilettura del patrimonio di Rino Gaetano da parte di un grande del jazz italiano e internazionale, quel Giovanni Tommaso noto non solo ai cultori del jazz di tutto il mondo, ma anche agli amanti della discografia del cantautore crotonese, visto che si occupò degli arrangiamenti e della direzione d’orchestra di E io ci sto (1980), coinvolse Rino nel progetto Alice del Perigeo Special (1980) e nel tour con il New Perigeo e Riccardo Cocciante che diede vita al QConcert (1981). Accanto allo storico contrabbassista e alla figlia Jasmine, che da anni vive in America, una formazione speciale con Daniele Scannapieco (Sax), Alberto Parmeggiani (Chitarra), Claudio Filippini (Pianoforte) e Alessandro Paternesi (Batteria).

Lunedì 21 prosegue un’antica tradizione del Roccella Jazz Festival, le masterclasses che si svolgeranno nelle prestigiose sale del Palazzo Carafa, recentemente restaurato. I docenti saranno proprio sei tra i musicisti partecipanti: Giovanni Tommaso (contrabbasso), Francesco Bearzatti (clarinetto), Dave Howard (armonia e composizione), Jasmine Tommaso (canto), Francesco Loccisano (chitarra battente), Claudio Cojaniz (pianoforte). Nella stessa settimana sarà possibile partecipare anche a seminari e corsi di formazione: monitoraggio di palco (Enzo Barchitta), “suono, ergo sono” (Piera Recchini), fotografia (Pino Ninfa), passeggiate musicali (Eleonora Bilotta, Francesca Bertacchi, Francesco Rosa), tecnica moderna per fisarmonica(Virginio Aiello), “il contraccolpo nel jazz” (Massimo Donà).

Martedì 22 agosto in programma il concerto dei Raw Frame, nuovo e talentuoso trio di art-jazz; il Massimo Donà Trio con Francesco Bearzatti in una produzione originale (prima assoluta) tra filosofia e jazz, con uno “sguardo sonoro” a Pitagora; infine un tuffo nella storia dell’acid jazz con il popolarissimo James Taylor Quartet, il trionfo dell’organo Hammond soul jazz.

 

Roccella Jazz:
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Enzo Zirilli , o Zirobop

ENZO-ZIRILLIS-ZIROBOP

UR records

Enzo Zirilli, drums, cajon, percussion, whistle
Alessandro Chiappetta, guitar
Misha Mullov – Abbado, bass
Rob Luft, guitar

Enzo Zirilli ama la sua batteria.  Enzo Zirilli ama la musica al di là dei generi. Lo ha detto lui stesso: “ Il mio animo artistico è sempre a cavallo tra “Blues & Roots” (di Mingusiana memoria) e ricerca, non convenzione, rigore, rischio e provocazione, essendomi io formato ascoltando a casa contemporaneamente John Coltrane e i Beatles, Miles, Mingus e i Genesis, i Pink Floyd e gli Yes, Jimi Hendrix, Crosby Stills Nash & Young o Simon & Garfunkel e Joao Gilberto, Jobim, Frank Zappa o James Taylor, senza chiedermi minimamente che musica suonassero, ma semplicemente godendone.”
Zirobop, edito da UR records, è il suo primo album da solista e colpisce da subito proprio la sua gioia di poter suonare ciò che ama al di là di ogni “rigore tematico” o “progetto” sotteso ad una preformata coerenza.
Il progetto che c’è dietro questo album è la musica che piace ad Enzo Zirilli, che piace, ad ascoltare la coesione del gruppo, anche ai musicisti prescelti per questa avventura: Alessandro Chiappetta e Rob Luft alle chitarre e Misha Mullov – Abbado al contrabbasso.
L’organico è particolare. Mica facile, per una batteria rimanere acusticamente nei limiti di una simile compagine… ma Zirilli ama la sua batteria. La ama, dicevamo, e ama la musica. E dunque riesce a quadrare il cerchio arricchendo i suoi battiti più che di volumi deflagranti, di mille suoni, di timbri, dando ovviamente ritmo ma dando soprattutto atmosfera, in una sequenza di brani che ti tengono incollato all’ascolto per la loro morbidezza, eleganza, ironia persino, e intensità.

Il suo omaggio al Jazz è divertito, affettuoso e grato, “grateful” direi (Zirilli è a Londra fisso oramai da anni, purtroppo per noi), e lo troviamo in “Straight no seven” e in “Thank You very Monk: I mean You – Bye ya”. Una batteria dal groove intenso, con il rullante che prevale e si toglie molte soddisfazioni, cantando abbracciata insieme alle chitarre, spesso omoritmicamente. Soli di chitarra impeccabili, arrangiamento jazzistico puro, e un bel solo  di contrabbasso inarrestabile. “Zio Masi” , dello stesso Zirilli, è un jazz quasi ironicamente retro, forte di una batteria swing in maniera iper classica, divertente nel suo progressivo inarrestabile accelerare.
L’amore di Enzo Zirilli per il Brasile, che è emerso in lavori bellissimi come “Contigo oen la distancia” e “Floricanto” , e la sua passione per il suonare in formazione con la chitarra, emergono chiari in “Cancion Brasilena” (brano originale di Luft), in cui le percussioni sono suggestive, e rievocano il mare, il vento. E il vento è anche la batteria che soffia, ricchissima di spunti, che già da sola crea un suo tema e il suo sviluppo. La melodia centrale è pulita, l’impianto armonico e tematico delle due chitarre sono bossanova pura. Gli assoli di chitarra e contrabbasso sono pregevoli.
Ma c’è anche Jobim, con una delle sue più belle canzoni, “Olha Maria”, che viene suonata preservandone il tema con amore, lasciandone intatto il profondo struggente lirismo: la batteria è quasi solenne, l’accompagnamento dolce, e le dinamiche, che ne arricchiscono l’impatto emotivo, in alcuni tratti persino toccanti.  C’è un po’ di Brasile anche in “Personised”: negli accordi, nell’ arrangiamento, nella scelta dei suoni della batteria. Il contrabbasso di Mullov esegue un assolo bellissimo, tranquillo, placido ed intenso, senza cedere alla tentazione di esibirsi in virtuosismi inutili. Ed è questo proprio il virtuosismo, molto utile: quello di non cedere. Alla Charlie Haden. La batteria lo esalta, e così le due chitarre.
Uno dei brani più accattivanti del cd è dell’ indimenticato Andrea Allione, chitarrista virtuoso piemontese scomparso prematuramente nel 2013: Vostok 9. Un omaggio in cui traspare anche una sincera nostalgia, coinvolgente ed intenso. Parte con effetti e rumori ed entra nel vivo con la chitarra che espone il tema in modo soft, dolce. La progressione del brano è pensata con una grande cura al particolare che, attenzione, è tutt’ altro che cerebrale: piuttosto è frutto di una severa ricerca espressiva che guidi il sentire emotivo in modo che arrivi dritto al cuore di chi ascolta. I crescendo dinamici e di spessori armonici e ritmici avvinghiano fino alla fine, e sono dense di suggestioni rock mai didascaliche, sempre congrue.
“Wu Wey” (di Alessandro Chiappetta) è una indovinata progressione armonica in 3/4 percorsa dolcemente dalla chitarra che ne sottolinea l’andamento.
E poi troviamo Pino Daniele, in “Maggio se ne va”: anche in questo caso il tema principale viene “custodito” gelosamente, ed esaltato dal fraseggio, dalle dinamiche, dalla morbidezza quasi lirica della batteria e dalle progressioni delle due chitarre, belle, molto belle.
Il cd si conclude con un brano avveniristico, un po’ lounge, evocativo, di atmosfera, quasi una colonna sonora, che mostra quanto Zirilli abbia l’ inclinazione ad un proficuo continuo cambiamento di stile, senza mai perdere la propria forte personalità.
Un disco, Zirobop, felice. Per le sonorità, per la libertà con cui è stato concepito, per l’ afflato tra i musicisti. Per la felicità e l’emozione, evidenti, con le quali è stato concepito e realizzato. Morbido, intenso, divertente, nostalgico, e in molti tratti emozionante. Da ascoltare con gioia.