“Jazz Loft”: una riuscita contaminazione tra musica e fumetto

Jazz Loft

E se il tanto atteso rinascimento culturale partisse da una piccola regione che giace nell’estremo nord-est dell’Italia, il Friuli Venezia Giulia? E se tra i flussi fecondi che lo alimentano, il jazz fosse tra i più vitali?

Affermazione azzardata? Non più di tanto, visto che la regione sta vivendo un momento di straordinario fermento artistico e numerosi sono i riconoscimenti nazionali e internazionali tributati ai jazzisti che vi sono nati.

Certo è che sabato 16 gennaio, a Pordenone, ho avuto una piccola conferma di quel che dico assistendo a Jazz Loft, momento primigenio di un convivio nel quale, come nel più celebre simposio platoniano, hanno dialogato e si sono confrontati interlocutori che fanno parte, nei rispettivi campi, dell’élite culturale friulana.

Innanzitutto va detto che Jazz Loft è un progetto edito dal Circolo Culturale Controtempo di Cormòns (infaticabile organizzatore di rassegne quali Jazz&Wine of Peace, Il Volo del Jazz, Le Nuove Rotte del Jazz e Piano Jazz), che racchiude nel suo scrigno una splendida graphic novel, un noir metropolitano i cui testi sono scritti dal giornalista e critico musicale Flavio Massarutto, le illustrazioni sono dell’artista Massimiliano Gosparini, la grafica di Marco Tonus e le musiche, composte ad hoc per quest’opera, di Massimo De Mattia e Bruno Cesselli (il cd, realizzato da Artesuono, è allegato alla pubblicazione).

Massarutto parte da una storia realmente accaduta, quella del fotografo William Eugene Smith, che fotografa e registra per otto anni (dal 1957 al 1965) tutto quello che accade nei locali di un edificio della Sesta Avenue, a New York, un luogo nel quale gravitano artisti come Roy Haynes, Sonny Rollins, Bill Evans, Roland Kirk, Alice Coltrane, Don Cherry, Paul Bley e molti altri personaggi del mondo dell’arte. L’enorme quantità di materiale diventa, nel 2009, un volume che è il frutto di un accurato lavoro di catalogazione e ricerca, confluito poi, l’anno successivo, in una esaustiva mostra allestita dalla New York Public Library for the Performing Arts. Nella nostra Jazz Loft, l’autore sposta la scena in un periodo che va dagli anni Settanta all’epoca attuale, citando nel titolo il nome di una tra le correnti più innovative del jazz americano: il Loft Jazz di Coleman e Ayler – tra gli altri – oltre l’avanguardia, oltre il free jazz, una new new thing che si suonava, appunto, nei loft del sassofonista Sam Rivers o del batterista Rashied Alì e dove muoveva i primi passi un giovane contrabbassista, William Parker, al quale è ispirato uno dei personaggi del fumetto. I rimandi storico-politici, nel racconto di Massarutto, riguardano anche la corsa elettorale che vede contrapposti quello che sarà il primo Presidente afroamericano della storia degli Stati Uniti e un candidato (di fantasia) appoggiato dalle frange più conservatrici e populiste appartenenti al movimento del Tea Party. Eric, il protagonista della graphic novel, è un giornalista musicale che scopre un omicidio, avvenuto anni prima nel mondo del jazz, le cui implicazioni condurranno ad un finale a sorpresa.

La serata pordenonese inizia al Museo Civico d’Arte, con l’inaugurazione della mostra “Jazz Loft”, alla presenza degli autori e introdotta dal disegnatore pordenonese Giulio De Vita. Qui sono esposte le tavole originali ed alcune tele di grande formato, realizzate da Gosparini appositamente per l’esposizione. Queste ultime sono davvero di grande effetto, con intense sfumature che vanno dal grigio al nero e che rendono pienamente l’atmosfera cupa in cui si muovono i personaggi della storia, ottenuta anche grazie ad un sapiente uso dell’illuminazione drammatica, con contrasti di luce e di buio e vedute “a reticolato” (l’artista cosparge la tela di cenere, appoggiandovi sopra una rete sulla quale dipinge. Alla fine della sua azione pittorica, sollevandola, ottiene quel particolare risultato). (altro…)

primavera 2015: nusica.org “on tour”. Ecco tutte le date!‏

Siamo lieti di annunciare che, per nusica.org, questa primavera sarà un periodo ricco di eventi, che vedranno partecipi i nostri progetti, i cd, le band in numerosi appuntamenti in Italia.Sarà un’occasione per incontrarti e conoscerti, farti scoprire chi siamo, presentarti la nostra realtà e ascoltare la nostra musica dal vivo.
Ecco dove saremo: vieni a vedere! Ti aspettiamo.

30 aprile, ore 14.00 @ Sala Petrarca, Teatro MPX, PadovaInternational Jazz DayBig Band Unipd (Università degli Studi di Padova)

diretta da Alessandro Fedrigo

MusiCafoscari Ensemble (Università Ca’ Foscari di Venezia)

diretto da Nicola Fazzini

Maggiori info: http://m.unipd.it/ilbo/international-jazz-day

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1 maggio, ore 21.00 @ Spazio Aereo, Marghera, Venezia

nusica.org dal vivo per “Power Acoustic Sunday”

Luigi Vitale and Luca Colussi “Stilelibero” 

HYPER+ 

Info sull’evento qui e qui

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4 maggio @ Radio Veneto Uno, Treviso

HYPER+ a “Garage Music”, live e intervista

Info qui: http://www.venetouno.it/ e qui

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16 maggio, ore 21.00 @ Museo Toni Benetton, Mogliano Veneto, Treviso

Luigi Vitale e Luca Colussi “Stilelibero”

Info qui

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23 maggio, ore 11.30

XYQuartet dal vivo @ “Young Jazz Festival”, Foligno (PG) Info: http://www.youngjazz.it/programma-young-jazz-2015-foligno-umbria.html
23 maggio, ore 21.00
nusica.org presenta
XYQuartet
Alessandro Fedrigo Solitario
Nicola Fazzini “Minimum Sax” Random2 (anteprima nuova uscita)
@ Casa del Jazz, Roma
Info: http://www.casajazz.it/pagine/eventi-000

il quartetto e il progetto;

su Facebook: https://www.facebook.com/XyQuartet

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10 giugno, ore 21.30 @ Vitraria Glass +A Museum, Venezia

Nicola Fazzini – Minimum Sax

Random2

Info qui: http://explore.vitraria.com e qui

I NOSTRI CD. Italiani in primo piano

I NOSTRI CD

Enzo Amazio – “Travelogue” – Itinera 026
Enzo Amazio – “ Essence” – Alfa Music 170
travelogueDevo dare atto all’amico Luigi Viva di avermi fatto conoscere questo giovane interessante chitarrista ancor prima che mi arrivassero i due album in oggetto. In effetti, in occasione dell’intervista che molti di voi avranno ascoltato, Luigi mi portò una demo di “Travelogue” invitandomi ad ascoltarla con attenzione. Cosa che feci ricavandone un’ottima impressione, corroborata dal secondo CD “Essence”. In effetti Amazio è chitarrista oramai maturo, in possesso di una propria dimensione stilistica e perfettamente consapevole delle proprie possibilità sia compositive sia strumentali sia espressive. A ciò si aggiunga il fatto che oramai da tempo collabora con il sassofonista Rocco Di Maiolo il che produce un’intesa ben percepibile ascoltando la musica di ambedue i lavori. Ulteriore elemento da porre in rilievo il fatto che tutti i brani– eccezion fatta per “Mille baci” di Francesco Colasanto contenuto in “Essence” – sono frutto della penna di Amazio (quattro in collaborazione con EssenceRocco di Maiolo). Siamo, insomma, di fronte ad un musicista completo, in grado di comporre musica ben strutturata, non banale, alle volte fortemente evocativa e di eseguirla al meglio, senza forzatura alcuna, senza compiacimenti virtuosistici ma ponendo la tecnica al servizio dell’espressività e conservando un costante equilibrio tra parte scritta e improvvisazione. Come amiamo spesso sottolineare, la buona riuscita di un album necessita anche della collaborazione di tutti i musicisti impegnati; anche in questo senso bisogna dare atto ad Amazio di possedere già una personalità da leader avendo chiamato accanto a sé, oltre all’amico di sempre Rocco Di Maiolo, validi musicisti: in “Trevelogue” Francesco Nastro e Francesco Marziani al piano, Aldo Vigorito e Corrado Cirillo al basso e Giuseppe La Posata alla batteria mentre in “Essence” oltre a Marziani troviamo Tommy De Paola al piano, Gennaro Di Costanzo o Corrado Cirillo al basso, Enzo De Rosa o Sergio Di Natale alla batteria e Agostino Mas alle percussioni cui si aggiunge, in veste di ospite d’onore in tre brani, Gabriele Mirabassi naturalmente al clarinetto. E proprio questi tre brani risultano particolarmente ben riusciti con il clarinettista in grande spolvero soprattutto in “1967”.

Nicola Andrioli – “Les Montgolfières” – Dodicilune 332
Les MontgolfieresAlbum sicuramente interessante questo del pianista e compositore brindisino Nicola Andrioli che presenta un organico assolutamente inusuale: un quartetto d’archi di chiama impostazione classica e un quartetto jazz composto, oltre che da lui stesso, da Fabrizia Barresi alla voce, Matteo Pastorino al clarinetto e Hendrik Vanattenhoven al contrabbasso. Quindi niente batteria a sottolineare vieppiù l’intento del leader di costruire un impianto musicale tutto giocato sul rapporto tra jazz e musica colta, tra scrittura e improvvisazione. Obbiettivo assai ambizioso ma di sicuro nelle corde dell’ottetto: in effetti il gruppo, grazie anche ad un repertorio ben strutturato e declinato sostanzialmente attraverso composizioni originali del leader (eccezion fatta per “Crystal Silence” di Chick Corea, porto dal leader in dolce solitudine e “A Scarlatti (K208)” di Domenico Scarlatti) raggiunge il risultato di presentare una musica ibrida, vitalizzata sia da influssi classici sia da pronunce linguistiche sicuramente jazz, che comunque risulta originale e tutt’altro che banale. Da sottolineare al riguardo, la felice scrittura di Andrioli che nel comporre questa serie di bozzetti (un solo brano supera i cinque minuti non raggiungendo i sei) si è preoccupato non solo di ritagliarsi ampi spazi solistici (convincente il suo pianismo solitario in ‘Don Quichote’) ma anche di dare la possibilità ad ognuno di porre ben in rilievo la propria identità solistica, a partire dalla vocalist Fabrizia Barresi assolutamente a suo agio con la pronuncia francese, per finire con il quartetto d’archi ben valorizzato in brani come “Le Flou Tissant la Toile” impreziosito anche da sapidi interventi di Matteo Pastorino e dalla bella voce della Barresi. Particolarmente suggestiva la title-track caratterizzata da un’atmosfera di chiara impostazione impressionista.

Filomena Campus, Giorgio Serci – “Scaramouche” – Incipit 189
ScaramoucheProtagonisti di questo album la vocalist, regista, autrice Filomena Campus e il chitarrista, compositore e arrangiatore Giorgio Serci che dalla natia Sardegna oramai da tempo si sono trasferiti a Londra incontrando grande successo di pubblico e di critica. Non a caso per cinque dei nove brani i testi della Campus sono in inglese e non a caso l’album prima dell’uscita nel nostro Paese, è stato presentato in anteprima nel famoso Pizza Express Jazz Club di Londra. A loro nel CD si aggiungono il percussionista brasiliano Adriano Adewale, il flautista Rowland Sutherland nei brani “Boghe e’ Maestrale” e “Scaramouche” , il Keld Ensemble String Orchestra costituito nel 2010 e presente con esiti eccellenti in “Campidano” e in “Decisions”, l’unico pezzo interamente strumentale, e il grande Kenny Wheeler al flicorno in un solo brano, “Momentum”, che rappresenta una delle ultime registrazioni effettuate dal grande artista scomparso lo scorso settembre. E proprio questo pezzo rappresenta una delle perle dell’album grazie proprio all’assolo di Wheeler così denso e allo stesso tempo esitante, sempre però caratterizzato da quel suono caldo, morbido che da sempre costituisce una delle caratteristiche essenziali del musicista canadese. Però, al di là dell’indubbia valenza degli ospiti, l’album si fonda sul perfetto connubio tra la voce della Campus, godibilissima anche nello scat cui spesso fa ricorso, e le corde di Serci, connubio declinato secondo un preciso filo conduttore: armonizzare, all’interno di un quadro omogeneo, una serie di input derivanti da fonti assai diverse quali la musica colta (interessante al riguardo il contributo del Keld Ensemble String Orchestra e di Rowland Sutherland), la tradizione rurale (si ascolti la splendida poesia di Maria Carta) , universi ritmici lontani dai nostri (le percussioni di Adriano Adewale). Il tutto giocato sul terreno acustico: Giorgio Serci utilizza la chitarra classica, l’oud o la chitarra basso, facendo ricorso alla chitarra elettrica in un solo brano, “ Baltic Spellbound”. In tale contesto, Filomena Campus e Giorgio Serci presentano un repertorio fortemente ancorato alle proprie tradizioni con brani originali (musiche del chitarrista e testi della vocalist). In tutto l’album Filomena e Giorgio evidenziano una intesa perfetta che, come acutamente sottolinea Paolo Fresu nelle note di copertina, “segna in modo profondo quel rapporto tra ancestrale e contemporaneo che da sempre è nella poetica di Filomena e Giorgio gettando, così, ancora una volta, un ponte ideale tra la Sardegna e il mondo”.

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Esce “Stilelibero”, settima produzione di nusica.org

“Stilelibero” è la settima produzione di nusica.org, un album che nasce da un’improvvisazione libera ad opera di due navigati ‘crawlisti in musica’.
A marzo 2014 Luigi Vitale e Luca Colussi colgono l’opportunità di suonare insieme in duo: si tuffano e si affidano al loro personale e codificato approccio strumentale, sperimentando, di bracciata in bracciata e di vasca in vasca, la loro naturale sinergia musicale, e registrando (homemade) quello che accade.
Gli otto pezzi di “Stilelibero” sono la fotografia di quell’allenamento senza sforzo, un progetto e un cd votato alla sorpresa, all’irripetibilità e al caso, che attraversa diversi “momenti” musicali lasciando aperte le infinite possibilità di evocazione che la musica, e in questo caso la libera improvvisazione, offrono a chi l’ascolta, dapprima a chi la fa, ossia di far emergere il bagaglio creativo (inconscio) e di giocare liberamente con il proprio stile.

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I nostri CD. In giro per l’Italia a caccia di novità

I NOSTRI CD

Dario “Rainote” Chiazzolino – “Paint your life” – TU KOOLJ
paint“Credo di essere stato da sempre mosso dalla melodia e da tutte le sue forme e combinazioni con il ritmo e l’armonia. Quando scrivo cerco di metterci il cuore. Ho sempre creduto che la musica più che stupire debba emozionare” . Sono parole pronunciate dallo stesso chitarrista torinese nel corso di una recente intervista e fotografano al meglio il contenuto dell’album. Otto brani di cui sette originali da lui scritti cui si affianca lo standard “There is no greater love” di Isham Jones in cui Chiazzolino evidenzia tutto il suo amore per le belle linee melodiche e tutta la sensibilità di un artista che vive la musica a tutto tondo, come un aspetto della vita di tutti i giorni. Ad esempio la title-track per chitarra solo è nata da un’evenienza dolorosa, la morte del padre durante la masterizzazione del disco: Dario ne ha scritto di getto le note dedicandole per l’appunto al padre. Ma è tutto l’album a risultare ben costruito anche perché il gruppo è di assoluto rilievo, costituito com’è dal pianista Taylor Eigsti , dal grandioso batterista Willie Jones e dal contrabbassista, oramai stabilmente a New York, Marco Panascia determinante – come afferma ancora Chiazzolino – nella realizzazione del progetto. E così ognuno ha la possibilità di mettersi in evidenza (si ascolti, ad esempio Eigsti nel brano d’apertura “Precious things”) con interventi sempre congrui rispetto ad un contesto che presenta un’indubbia omogeneità. Ad assicurare questa unitarietà è soprattutto il fraseggio del chitarrista, preciso, misurato, espressivo con un tocco sempre ben definito e declinato attraverso una profonda conoscenza della musica tout-court. Da musicista giovane Dario ha infatti introitato le varie influenze derivanti dai diversi generi musicali che sicuramente avrà ascoltato, dal jazz, al rock, dal pop alla world music…Insomma un album ben riuscito che non a caso è entrato nella sezione Best Release su Itunes.

Luca Ciarla Quartet – “Violinair” – violipiano records
violinairViolino e fisarmonica: due strumenti solitamente collegati al folk ma che, in questo caso, con l’ausilio di batteria e contrabbasso escono dal su citato recinto per avventurarsi su territori molto più ampi e difficilmente etichettabili. Luca Ciarla è il violinista, Vince Abbracciante il fisarmonicista, Nicola Di Camillo il contrabbassista e Francesco Savoretti il batterista…ma in realtà tutti suonano diversi strumenti nell’ambito di una visione musicale di largo respiro. Registrato nel 2012 in gran parte in Thailandia durante l’ultimo tour del Quartetto, l’album alterna brani originali , dovuti soprattutto alla penna del leader, con rivisitazioni di classici quali “Caravan”, “A Night in Tunisia”, “Round Midnight”. Ascoltare il gruppo nell’interpretazione dei su citati standards è straniante…ma nello stesso tempo rivitalizzante, come se una serie di fuochi si accendesse improvvisamente nell’alveo di una sconcertante omogeneizzazione. Ma c’è di più, ché, pur conservando una sua intima omogeneità,
l’album si caratterizza per repentini cambi d’atmosfera sì da ricordare esperienze ora free, ora folk senza disdegnare, ovviamente, il jazz canonicamente inteso. Insomma quello di andare al di là di certe regole è un obiettivo ben preciso nella testa di Ciarla il quale ricerca con il suo violino un sound affatto particolare: “Ero alla ricerca di un suono diverso. L’utilizzo dell’elettronica, della voce, degli strumenti giocattolo o del violino baritono, a volte anche insieme, mi ha permesso di scoprire combinazioni timbriche inaspettate” ha dichiarato di recente il violinista. E così proprio la ricerca di nuove possibili sonorità dello strumento e quindi un sound del tutto originale può a ben ragione essere considerato una delle caratteristiche peculiari del combo, caratteristica che ben si evince dall’ascolto del disco.

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I nostri CD

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