Divertenti e brave Susanna Stivali e Chiara Viola

Serata “scoppiettante” quella di martedì scorso che alla Casa del Jazz, nell’ambito del ciclo “L’altra metà del Jazz” curato da Gerlando Gatto, ha visto protagoniste Susanna Stivali, accompagnata da Alessandro Gwis al piano, e Chiara Viola con Danilo Blaiotta al piano.

Come si accennava, ospite del primo tempo Susanna Stivali, che ha esordito rispondendo alla domanda di Gatto riguardo ad eventuali problemi legati al sessismo nel mondo del jazz; l’artista ha invitato tutti ad una riflessione, non su episodi specifici ma su un atteggiamento generale abbastanza arretrato nei confronti delle musiciste jazz in Italia sebbene oggi,  grazie ad iniziative di musicisti, organizzatori e manager si stia avviando un lento ma inesorabile cambiamento, con una conseguente apertura maggiore alle musiciste jazz. Tra gli eventi più significativi, la creazione dell’associazione Musicisti Italiani di Jazz (MIDJ) del cui direttivo Susanna fa parte, l’istituzione del Premio Gender Equality destinato al festival più impegnato dal punto di vista della parità di genere e un report annuale che descrive la situazione relativa a questa problematica con riferimento al panorama nazionale.

Conclusa la parte relativa alle questioni di genere Susanna, guidata dalle domande di Gatto, parla della sua carriera partendo dalla sua preparazione: nel raccontare dei suoi studi di pianoforte, canto classico e canto jazz ricorda come la sua formazione classica sia stata indispensabile per avere solide fondamenta su cui costruire anche il canto jazz – disciplina che aveva intrapreso di nascosto, contro il volere della sua insegnante di canto. Una particolarità che riguarda la sua formazione è che anche lei, come altre musiciste di questa serie di incontri, ha studiato presso il Berklee College of Music di Boston per un anno e mezzo, grazie al conseguimento di una borsa di studio; proprio a Boston Susanna decide di dedicarsi in toto allo studio della musica. Relativamente a quell’esperienza, ma anche ai suoi numerosi viaggi in vari paesi tra cui Sudafrica, Brasile, Thailandia, Lettonia e Mozambico, Susanna descrive una sensazione molto particolare, che si prova studiando a lungo all’estero: paradossalmente quando si è più lontani da casa, a suo dire, ci si avvicina di più alle proprie radici e alla propria terra e ci si trasforma; a questo proposito condivide un bel ricordo di una sua partecipazione ad un festival locale di musica internazionale. Tra gli insegnanti avuti in questo periodo ricorda Bob Stoloff, Mark Murphy, ma soprattutto Hal Crook, trombonista di vaglia nonché autore del libro How To Improvise, uno dei più conosciuti manuali di improvvisazione jazz in circolazione.

In seguito parla delle sue collaborazioni una volta tornata in Italia: oltre ai sodalizi  con artisti del calibro di Lee Collins, Miriam Makeba e Rita Marcotulli (già ospite di questa serie) Susanna dà particolare spazio al suo rapporto di amicizia con Giorgia, conosciuta in un campus in Inghilterra e con cui ha sviluppato fin da subito un legame grazie alla passione comune per Whitney Houston; legame che si è esteso  anche in ambito artistico, dal momento che Susanna ha scritto il brano Chiaraluce per l’amica, contenuto nell’album Stonata del 2007. Un’altra collaborazione di cui la cantante parla con affetto è quella con il Trio Corrente composto da Paulo Paulelli al contrabbasso, Fabio Torres al pianoforte e Edu Ribeiro alla batteria, trio brasiliano tra i più conosciuti nell’ambito jazz in patria per uno stile musicale che adotta una pulsazione ritmica diversa da quella tipica  brasiliana per fare spazio ad atmosfere più soavi e morbide (vincitori peraltro di un Grammy Award al miglior album di musica latina nel 2014 con Song For Maura, registrato con Paquito D’Rivera). Ed è collegandosi proprio a quest’argomento che si va a toccare l’ultimo punto della chiacchierata, ovvero l’importanza della scrittura, fondamentale a detta della vocalist che ha anche raccontato la sua evoluzione dal punto di vista della lingua usata: ha infatti iniziato a scrivere in inglese, cambiando poi registro quando è passata alla scrittura in italiano. Conclude quindi esprimendo la sua opinione riguardo alla correlazione tra sensibilità femminile e scrittura musicale, sostenendo l’effettiva inesistenza di questa dicotomia.

I brani cantati da Susanna, insieme al pianista Alessandro Gwiss, sono stati Valsinha, tratto dall’album Caro Chico; Fee-Fi-Fo-Fum dello scomparso Wayne Shorter e Decostruzione della stessa cantante, un’anteprima del suo prossimo album, in uscita a giugno in Brasile.

La seconda cantante della serata, Chiara Viola, entrata sul palco accompagnata dal pianista Danilo Blaiotta, inizia raccontando del suo rapporto con la musica, di cui si è innamorata soprattutto per quanto riguarda il canto, grazie al film Sister Act, la cui visione era una tradizione annuale nella scuola di suore che frequentava durante l’infanzia. In seguito, racconta dei suoi studi di chitarra classica e di come la sua passione per la musica degli 883 l’abbia da una parte spinta ad imparare a suonare lo strumento, e dall’altra l’abbia messa un po’ in contrasto con il suo insegnante. In seguito si iscrive alla Scuola Popolare di Musica Donna Olimpia per studiare canto, e a seguito di un concerto di Joey Garrison si innamora del jazz e decide che quella sarà la sua strada (una divertita Chiara racconta, a questo proposito, dell’indifferente reazione di Garrison all’entusiasmo della cantante). Prosegue raccontando dei tanti lavori da lei svolti al di fuori della musica: dal fare l’hostess di terra per Alitalia a lavorare in un albergo di Parigi, dove si è trasferita in seguito e dove adesso risiede.

Tornando alla musica, continua parlando del suo periodo di studio al Conservatorio Santa Cecilia, con insegnanti del calibro di Maria Pia de Vito (già anche lei ospite del ciclo) e Danilo Rea, e della tesi con cui si è laureata con 110 e lode, dedicata al silenzio. Dietro sollecitazione di Gatto, la Viola esprime una particolare ammirazione  per il “silenzio” che lei ama come una tela bianca che permette di apprezzarne i colori – in questo caso i suoni. Un dato curioso è che un’altra musicista ospite del ciclo, Miriam Fornari, aveva dedicato la sua tesi di laurea allo stesso argomento esprimendo più o meno le stesse opinioni di Chiara.

Il racconto prosegue con una artista assolutamente padrona del palco che denota una sorta di umorismo davvero apprezzabile con cui tiene desta l’attenzione del folto pubblico, chiaramente divertito e interessato. Ecco quindi l’esperienza in un gruppo di jazz tradizionale in contemporanea ad un suo tour con un complesso di free jazz – tour nato per puro caso, in cui lei era entrata in sostituzione della cantante titolare a causa di un malore di quest’ultima.

L’ultima parte della chiacchierata è dedicata ad un intenso dibattito, in cui è stato coinvolto anche Danilo, riguardo alle differenze tra l’Italia e Parigi per quanto riguarda il ruolo dei musicisti nella società: la nostra cantante racconta di un pubblico parigino educato fin da piccolo alla musica, grazie anche all’istituzione dei conservatoires, rinomate scuole di musica statali presenti in abbondanza nella Città delle Luci, una per ogni banlieue – ma più in generale grazie ad uno stato che investe di più sulla cultura rispetto a quello italiano, tanto che lì è in vigore una legge che consente ai musicisti di ricevere un sussidio statale (legge che, come fa notare Danilo, è passata in maniera molto più restrittiva anche qui in Italia); da qui è emersa un profondo disappunto da parte di Chiara nei confronti dello Stato italiano e degli organizzatori che non pagano abbastanza i musicisti, trascurando anche l’aspetto culturale.

I pezzi eseguiti da Chiara e Danilo sono stati Didsbury, tratta dall’album Until Down pubblicato da Chiara nel 2019, Lullaby for Francesco, anch’essa una toccante composizione della cantante, e una originale rielaborazione di Harvest Moon di Neil Young.

Degno di una nota a parte è stato il finale della serata: in virtù di un rapporto di amicizia che lega Chiara e Susanna, le due cantanti, accompagnate da Danilo Blaiotta al piano, si sono esibite insieme in una frizzante esecuzione di Bye Bye Blackbird.

Beniamino Gatto

Udin&Jazz tocca quota 33! Molti gli appuntamenti da non perdere da Stewart Copeland a Pat Metheny, Eliane Elias e Roberto Ottaviano

Udin&Jazz tocca quota 33
Molti gli appuntamenti da non perdere tra cui quelli con Stewart Copeland, Pat Metheny, Eliane Elias e Roberto Ottaviano
Il festival in programma dal 10 al 18 luglio

Quest’anno, se tutto procede senza intoppi, ritornerò al Festival Udin&Jazz, organizzato da Euritmica, una delle pochissime manifestazioni del genere che stimolano ancora il mio interesse. E ciò per i motivi che ho più volte espresso ma che si riassumono nel fatto che il Festival si presenta sempre più legato al territorio di cui intende promuovere le eccellenze non solo artistiche.
Il Festival, in programma dal 10 al 18 luglio, offrirà alla città di Udine e alla regione intera circa 25 appuntamenti, fra location storiche e siti periferici, dove si terranno concerti, incontri, laboratori e proiezioni che coinvolgeranno oltre 110 artisti da 12 Paesi del mondo, 40 addetti e una cinquantina fra volontari e studenti, con la presenza della più qualificata stampa del settore.
Il tema scelto per questa 33^ edizione è “Jazz Against The Machine”, argomento che sarà approfondito il 10 luglio, all’apertura ufficiale del festival, nel corso di un apposito talk incentrato per l’appunto sul ruolo dell’arte e della musica dal vivo nello sviluppo dell’umanità dell’era digitale. In programma anche il concerto della Jazz Bigband Graz dedicato alla musica e alla cultura armena con una guest star: il vocalist e percussionista di fama mondiale Arto Tunçboyacıyan.
Scorrendo il vasto programma, alcuni appuntamenti appaiono imperdibili: Stewart Copeland, batterista, compositore e fondatore dei Police, si esibirà nel Piazzale del Castello il 12 luglio, prima data del suo tour europeo, con una straordinaria esperienza che propone i più grandi successi della band riarrangiati da Copeland in chiave orchestrale. Nel cast, anche il chitarrista di origini friulane, Gianni Rojatti e il bassista Alessandro Turchet, affiancati per l’occasione dalla prestigiosa FVG Orchestra, formazione recentemente annoverata dal Ministero della Cultura tra le migliori in Italia.
Altro concerto di assoluto rilievo quello di Pat Metheny in programma il 18 luglio; il chitarrista americano presenterà il suo recente progetto ‘Side Eye’ realizzato con talentuosi musicisti emergenti.
Due le star della notte brasiliana del 15 luglio: Amaro Freitas, giovane e prodigioso pianista, e la carismatica vocalist e pianista Eliane Elias, reduce dalla vittoria ai Grammy 2022.
Accanto a questi grossi calibri ci saranno anche giovani artisti internazionali tutti da scoprire quali Lakecia Benjamin, sassofonista newyorkese (17 luglio); Mark Lettieri, funambolico chitarrista, colonna portante degli Snarky Puppy (13 luglio); Matteo Mancuso, enfant prodige della chitarra (14 luglio).

Ovviamente anche questa volta non sarà poco lo spazio dedicato ai musicisti italiani: così, tra gli altri, avremo modo di ascoltare Roberto Ottaviano Eternal Love 5et (anche questo appuntamento degno della massima attenzione), Dario Carnovale trio feat. Flavio Boltro; Claudio Cojaniz; Massimo De Mattia e Giorgio Pacorig, Ludovica Burtone, violinista di origini udinesi residente a NYC, Soul System, GreenTea inFusion e la Zerorchestra.
In coerenza con quanto sottolineato in apertura circa l’aderenza del Festival alle necessità del territorio, Udin&Jazz estende i suoi orizzonti ben oltre i confini locali, realizzando progetti con festival e realtà europee e inviando giovani musicisti in residenze artistiche all’estero per momenti di crescita formativa e professionale. Anche in queste occasioni, Udine si pone, quindi,  al centro dei grandi circuiti europei del turismo culturale e artistico. All’Incontro JazzUpgrade (14 luglio) studenti e addetti ai lavori racconteranno l’esperienza di un campus di alta formazione musicale internazionale.
Questo e altri momenti, fanno parte di Udin&Jazz talk e Udin&Jazz(in)book, eventi collaterali strutturati secondo una logica che affronta sfaccettature diverse dell’anima jazz contemporanea. Fra i libri che verranno presentati, ricordiamo: Il Jazz e i mondi di Guido Michelone (12 luglio); la mini collana edita da Shake edizioni dedicata al grande poeta e intellettuale afroamericano Amiri Baraka (ospite di Udin&Jazz nel 2008), presentata da Marcello Lorrai in dialogo con Flavio Massarutto (13 luglio) e Sonosuono di Matteo Cimenti (17 luglio).
Dedicati agli studenti i workshop Jazz Sessions per i PCTO e il concerto di pianoforte partecipato di Agnese Toniutti per famiglie e bambini (15 luglio).
Da non perdere, dal 12 al 18 luglio: alle 12.00, gli Udin&Jazz Daily Special alla Ghiacciaia, aperitivi jazz con chiacchierate musicali, e le speciali dirette da Udine di “Torcida”, il programma sportivo e musicale dell’estate della rete ammiraglia Rai, condotto da Max De Tomassi, (presentatore ufficiale dei concerti del festival).
E vorrei chiudere questa nota su Udin&Jazz 2023 con le parole con cui Giancarlo Velliscig, direttore artistico del Festival, ma in realtà vera anima nonché instancabile motore della manifestazione, ha aperto la conferenza stampa di presentazione: «Si potrebbe dire che ricominciamo da 33, evocando un adorabile film del tenero Troisi. Udin&Jazz, infatti, non ricomincia da zero, come di solito si definiscono le ripartenze, ma dalla storia di 32 edizioni di un festival che ha saputo ritagliarsi un’autorevole collocazione tra i punti fermi del jazz nazionale».

Gerlando Gatto

IL PROGRAMMA COMPLETO DI UDIN&JAZZ
info dettagliate al sito www.euritmica.it

lunedì 10 luglio
ore 09:30 Groove Factory, Martignacco
WORKSHOP PCTO / 1
Progetto Jazz Sessions – Euritmica per le Scuole

ore 18:30 Corte Morpurgo
Udin&Jazz talk
JAZZ AGAINST THE MACHINE
Incontro sul ruolo dell’arte e della musica dal vivo nello sviluppo dell’umanità dell’era digitale Con la partecipazione di: Marco Pacini giornalista e scrittore / Angelo Floramo, docente e medievista, scrittore / Claudio Donà, critico, docente di Storia del Jazz al Conservatorio di Rovigo, produttore discografico / Giancarlo Velliscig, direttore artistico Udin&Jazz / Modera Andrea Ioime, giornalista e critico musicale
ore 21:30 Piazza Libertà
JAZZ BIG BAND GRAZ & GUESTS – ARMENIAN SPIRIT
Horst-Michael Schaffer, vocals, trumpet / Heinrich von Kalnein, reeds / Karen Asatrian, keyboards / Thomas Wilding, bass / Tom Stabler, drums
Special guests: Arto Tunçboyacıyan, percussion, vocals / Bella Ghazaryan, voice

martedì 11 luglio
ore 09:30 Groove Factory, Martignacco
WORKSHOP JAZZ SESSIONS / 2
Progetto Jazz Sessions – Euritmica per le Scuole
ore 20:00 via R. Di Giusto – Area Parrocchiale
Udin&Jazz talk
I LUOGHI DELLA MUSICA IN CITTÀ
Visioni, proiezioni, prospettive, progetti intorno agli spazi culturali e alle architetture dedicate alla musica in città.
Con: Federico Pirone, Ivano Marchiol, Chiara Dazzan – Assessori del Comune di Udine / Giancarlo Velliscig, presidente di Euritmica / Modera Oscar d’Agostino – caporedattore delle pagine culturali del Messaggero Veneto
segue
ore 21:30
SOUL SYSTEM Quartet
Piero Cozzi, sax / Mauro Costantini, piano / Andrea Pivetta, drums / Federico Luciani, percussion

mercoledì 12 luglio
ore 18:00 Spazio 35, via C. Percoto
Udin&Jazz (in) book
IL JAZZ E I MONDI Musiche, nazioni, dischi in America, Africa, Asia, Oceania
Guido Michelone presenta il suo libro (Arcana Ed.) e dialoga con Max De Tomassi, Radio 1 Rai
segue
ore 19:00
CLAUDIO COJANIZ “Black”
Claudio Cojaniz, piano feat. Mattia Magatelli, doublebass / Carmelo Graceffa, drums
ore 21:30 Piazzale del Castello di Udine
STEWART COPELAND & FVG ORCHESTRA
“Stewart Copeland Police Deranged for Orchestra” prima data europea
Stewart Copeland, drums, guitar, conductor / Troy Miller, conductor / Laise Sanches, vocals / Raquel Brown, vocals / Sarah-Jane Wijdenbosch, vocals / Vittorio Cosma, keyboard / Gianni Rojatti, guitar

giovedì 13 luglio
ore 18:00 Corte Morpurgo
Udin&Jazz(in) book
A SESSANT’ANNI DA “IL POPOLO DEL BLUES” (1963): L’EREDITÀ DI AMIRI BARAKA
Incontro con Marcello Lorrai, giornalista, scrittore e conduttore radiofonico in dialogo con Flavio Massarutto, scrittore e critico musicale
ore 20:00 Corte Morpurgo
LUDOVICA BURTONE 4et “Sparks”
Ludovica Burtone, violin, compositions / Emanuele Filippi, piano / Alessio Zoratto, doublebass / Luca Colussi, drums
ore 21:30 Piazza Libertà
MARK LETTIERI GROUP
Mark Lettieri, guitar, baritone guitar / Eoin Walsh, bass / Jason Thomas, drums / Daniel Porter- keyboards

venerdì 14 luglio
ore 18:00 Corte Morpurgo
Udin&Jazz talk: JAZZ UPGRADE
Jazz a Vienne e Udin&Jazz – Il campus di alta formazione musicale internazionale, come esempio della necessaria collaborazione e scambio per lo sviluppo della creatività giovanile e di un linguaggio musicale davvero globale. Con: Federico Pirone – Assessore alla Cultura Comune di Udine / Giovanni Maier, musicista, docente al Conservatorio Tartini Trieste / Glauco Venier, musicista e docente al Conservatorio Tomadini Udine / Roberto Ottaviano, musicista e docente al Conservatorio Piccinni Bari / Tomi Novak, presidente Kulturno umetniško društvo “Zvočni izviri” Nova Gorica / Giancarlo Velliscig, direttore artistico Udin&Jazz / In collegamento Benjamin Tanguy direttore artistico del Festival internazionale Jazz a Vienne (festival e città gemellati con Udine) e gli studenti italiani partecipanti al campus. In collaborazione con i Conservatori di Trieste e di Udine
ore 20:00 Piazza Libertà
ROBERTO OTTAVIANO – Eternal Love 5et
Roberto Ottaviano, sax / Marco Colonna, clarinets / Alexander Hawkins, piano, Giovanni Maier, doublebass / Zeno De Rossi, drums
ore 21:30 Corte Morpurgo
MATTEO MANCUSO trio
Matteo Mancuso, guitars / Stefano India, bass / Giuseppe Bruno, drums

sabato 15 luglio
ore 10:30 Casa Cavazzini, Museo di arte moderna e contemporanea
AGNESE TONIUTTI “Piano maestro”
Concerto partecipato per pianoforte, toy piano e piano preparato per bambini (dai 6 anni) e famiglie

ore 18:30 Piazza Libertà
DARIO CARNOVALE TRIO feat. FLAVIO BOLTRO
Dario Carnovale, piano / Lorenzo Conte, doublebass / Sasha Mashin, drums / feat. Flavio Boltro, trumpet
Piazzale del Castello di Udine
BRAZILIAN NIGHT
ore 20:30
AMARO FREITAS “Piano Solo”
Amaro Freitas, piano
segue
ore 22:00
ELIANE ELIAS
Eliane Elias, piano & vocals / Marc Johnson, bass / Leandro Pellegrino, guitar / Rafael Barata, drums

domenica16 luglio
ore 19:00 Giangio Garden – Parco Brun
GREENTEA inFusion “Viva Cuba!” New Album
Franco Fabris, Fender Rhodes, synth / Gianni Iardino, alto&soprano sax, flute, synth / Maurizio Fabris, percussion and vocals / Pietro Liut, electric bass
ore 21:00 Piazza Libertà
Introduzione al film e alla colonna sonora dal vivo di “The Freshman” a cura di Cinemazero – Pordenone
segue
ore 21:30
ZERORCHESTRA “The Freshman”
Proiezione del film muto con Harold Lloyd e la colonna sonora eseguita dal vivo dalla Zerorchestra: Mirko Cisilino, direzione, tromba e trombone / Francesco Bearzatti, sax tenore / Luca Colussi, batteria / Juri Dal Dan, pianoforte / Luca Grizzo, percussioni ed effetti sonori / Didier Ortolan, clarinetti / Gaspare Pasini, sax alto / Romano Todesco, contrabbasso / Luigi Vitale, vibrafono

lunedì 17 luglio
ore 18:30 Casa Cavazzini – Museo di arte moderna e contemporanea
Udin&Jazz(in) book
SONOSUONO
Incontro con Matteo Cimenti, autore del libro Sonosuono / Anselmo Paolone / Damiano Cantone / Massimo de Mattia / Giorgio Pacorig
segue
ore 20:00
MASSIMO DE MATTIA / GIORGIO PACORIG
Massimo De Mattia, flute / Giorgio Pacorig, piano
ore 21:30 Corte Morpurgo
LAKECIA BENJAMIN “Phoenix”
Lakecia Benjamin, alto sax / Zaccai Curtis, piano / EJ Strickland, drums / Ivan Taylor, bass

martedì 18 luglio
ore 18:30 Comunità Nove, parco S. Osvaldo
Udin&Jazz talk&sound
Doctor Delta “Zappa, idrogeno e stupidità”
Giorgio Casadei, oratore, chitarra, ukulele / Alice Miali voce, chitarra, banjolele, banjo, stylophone, kazoo
Tributo a Frank Zappa fra parole e musica nel trentennale della morte
In collaborazione con Vicino/Lontano Mont e Comunità Nove – Coop. sociale Itaca
ore 21:30 Piazzale del Castello di Udine
PAT METHENY “Side-Eye”
Pat Metheny, guitars/ Chris Fishman, piano, keyboards / Joe Dyson, drums

dal 12 al 18 luglio in diretta da Udine
MAX DE TOMASSI conduce “TORCIDA” e presenta sul palco i concerti di Udin&Jazz

Dal 12 al 18 luglio
Ore 12:00 Osteria alla Ghiacciaia
Udin&Jazz daily special:
12 luglio: Stewart Copeland e i Police, con Andrea Ioime
13 luglio: I collettivi musicali, con Guido Michelone
14 Luglio: Il jazz del futuro, il futuro del jazz, con Marcello Lorrai
15 luglio: Miti e leggende della musica brasiliana, con Max De Tomassi 18 luglio: La storia del Pat Metheny Group, con Flaviano Bosco

17 luglio Ore 12:00 Corte dell’Hotel Astoria
Dora Musumeci/Lakecia Benjamin, Tra le donne del jazz, con Gerlando Gatto

Udin&Jazz per i musicisti
Se sei un musicista iscritto a MIDJ e sei in possesso del QR code (inviato dalla segreteria al tuo indirizzo di posta) hai diritto al biglietto ridotto o all’abbonamento YOUNG per gli eventi del Festival. Info: www.musicisti-jazz.it

#euritmicasocial: Pagina Facebook Udin&Jazz / Twitter Udin&Jazz / Instagram Udin&Jazz / Canale YouTube euritmicavideo / Instagram Euritmica / Pagina Facebook Euritmica

biglietti e abbonamenti
tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito ad eccezione di:
mercoledì 12 luglio – Piazzale del Castello
Stewart Copeland & FVG Orchestra
Poltronissima intero € 55,00 + € 8,25 d.p. / ridotto € 44,00 + € 6,60 d.p. Platea intero € 40,00 + € 6,00 d.p. / ridotto € 32,00 + € 4,80 d.p.

venerdì 14 luglio – Corte Morpurgo
Matteo Mancuso
intero € 15,00 + € 2,00 d.p. / ridotto € 10,00 + € 1,50 d.p.

sabato 15 luglio – Casa Cavazzini
Agnese Toniutti
posto unico € 7,00
prevendita su eventbrite.it (non acquistabile all’ingresso).

sabato 15 luglio – Piazzale del Castello
BRAZILIAN NIGHT Amaro Freitas + Eliane Elias
intero € 30,00 + € 4,50 d.p. / ridotto € 24,00 + € 3,60 d.p.

lunedì 17 luglio – Corte Morpurgo
Lakecia Benjamin
intero € 25,00 + € 3,75 d.p. / ridotto € 20,00 + € 3,00 d.p.

martedì 18 luglio – Piazzale del Castello
Pat Metheny
Poltronissima intero € 50,00 + € 7,50 d.p. / ridotto € 40,00 + € 6,00 d.p.
Platea intero € 40,00 + € 6,00 d.p. / ridotto € 32,00 + € 4,80 d.p.

abbonamento full festival (5 concerti, settore poltronissima)
intero € 150,00 | ridotto € 120,00 | young € 100,00 / L’abbonamento young è riservato a: studenti di ogni ordine e grado under 26.
I biglietti e gli abbonamenti ridotti sono riservati a: studenti di ogni ordine e grado under 26; Soci Banca di Udine; possessori Contatto card, Iscritti a Groove Factory, Iscritti alla Università delle Liberetà, Associati Arci; musicisti iscritti al MIdJ; soci Vicino/Lontano; soci A.C.CulturArti.
biglietteria e prevendita
circuito e punti vendita Vivaticket / per i concerti di Stewart Copeland e Pat Metheny circuito e punti vendita TicketOne / per gli eventi gratuiti prenotazioni su eventbrite.it
abbonamenti: tickets@euritmica.it

Il Jazz per l’Ucraina in Italia e nel mondo

La musica non è un’arma spuntata. Ma non è “inoffensiva” nel senso che può diventare veicolo di messaggi forti – pensiamo a brani come “Imagine” di John Lennon o “Russians” di Sting –  in grado di influenzare le coscienze di intere fasce di popolazioni.
E non è semplice psicologismo (di massa) tant’è che anche in ambito militare si riconosce quanto sia importante il “morale della truppa”.
Può essere inno pacifista come il famoso “Mettete dei fiori nei vostri cannoni” dei Giganti e i tanti brani dell’epopea hippie ma può tramutarsi anche in un aiuto concreto. Ed è quanto di fatto sta avvenendo in un Occidente dove lo stesso jazz ha iniziato a mobilitarsi. Con qualche distinguo, però, non del tutto secondario che si sta manifestando nel nostro Paese. In effetti consentitemi di nutrire qualche ragionevole dubbio sulla perfetta coincidenza tra l’indire manifestazioni di sostegno e condividere appieno le sofferenze del popolo ucraino. Dubbio determinato da quanto leggo in questi giorni da varie fonti: invece di condannare senza se e senza ma le azioni di Putin, si comincia il discorso con i soliti “sì, ma, allora gli USA, il Libano, la Libia, l’Afghanistan, l’Iraq… e chi più ne ha più ne metta”. Il tutto non tanto e non solo per capire le cause dell’attuale guerra (cosa che si potrebbe benissimo fare ad ostilità concluse) quanto per giustificare se non per appoggiare pienamente Putin nel nome di vecchi slogan che sognavamo sepolti dalla storia e che invece riaffiorano sulla scorta di un “anti-atlantismo” più vivo che mai. Ma tant’è!
Per sgombrare il campo da ogni possibile equivoco, aggiungo che la redazione intera di “A Proposito di Jazz” ritiene di dover attestare la propria vicinanza alle vittime di questa guerra ripugnante, per riprendere le parole di Papa Francesco. Lo facciamo scrivendo. Computer e strumento musicale non saranno armi, d’accordo. Ma possono arrivare a trasmettere parole, suoni, emozioni, sentimenti. Là dove le armi non arriveranno mai.
Ma torniamo alle tante iniziative di cui in apertura. Fra le tante significative storie da segnalare quella di Tetyana Haraschuk, batterista jazz che vive a Winnipeg in Canada, dove si è trasferita qualche anno fa coi suoi genitori. Lei è nata a Kiev, e in Ucraina ha ancora tanti parenti minacciati dalla guerra. Alcuni di loro sono riusciti a passare il confine e rifugiarsi in Polonia, ma la situazione non è semplice nemmeno lì. Così lei è partita per incontrarli e condurli definitivamente in salvo.

Dal canto suo Tamara Usatova, cantante jazz e soul da oltre 15mila visualizzazioni su Youtube, nata in Ucraina da padre russo e madre ucraina, ha raccontato la lacerazione che sta vivendo in questi giorni. Perché anche lei, come molte persone russe, ha l’impressione di essere nel mezzo di una guerra civile. Per questo ha organizzato dei concerti a Milano con un doppio obiettivo: raccogliere fondi a sostegno del popolo ucraino e creare un ponte che avvicini i due Paesi in ostilità.
Ancora: in Gran Bretagna si è svolto il Concert for Ukraine grazie alla arpista di origine ucraina Alina Bzhezhinska, la quale nell’occasione ha dichiarato che “l’Ucraina è sempre stata un Paese europeo; ha persone straordinarie che vogliono vivere in pace e armonia con il resto del mondo”. Centrando, con tali affermazioni, il perché della reazione dell’Europa al conflitto, concorde ed unitaria come mai era stata in precedenza in situazioni più o meno assimilabili avvenute in territorio europeo. Le ha fatto eco Dave Wybrow, direttore del Cockpit, struttura teatrale sempre aperta alle battaglie ideali e antitotalitarie.

Giungono notizie sul sostegno all’Ucraina anche dagli U.S.A. In particolare il 18 marzo si è svolto a NYC “10,000 Tones for Peace”, un concerto cui hanno partecipato artisti del calibro di Oliver Lake, William Parker, Matthew Shipp, Frank London, Joe Morris, Marty Ehrlich, Melvin Gibbs… e altri. Notevole anche il contributo della Utah Jazz Foundation che ha stanziato fondi per l’accoglienza dei profughi ucraini.

E in Italia? Da noi lo scorso 13 marzo, la Midj, associazione musicisti italiani di jazz ha promosso “Italian Jazz 4 Peace”, una giornata di concerti on line e dal vivo per raccogliere fondi in favore delle popolazioni colpite dal conflitto. L’evento solidale, organizzato in collaborazione con Unchr Italia, l’Agenzia Onu per i rifugiati, è basato sul presupposto che “la musica unisce popoli, culture, persone. Da sempre il jazz è incontro e scambio, estemporanea espressione artistica che riflette la realtà del momento”. Ai vari coordinamenti regionali è stato assegnato il compito delle iniziative in loco per il cui riscontro rinviamo alle varie cronache di spettacoli.
Giovedì 17 marzo 2022 il Conservatorio di Milano ha ospitato presso la Sala Verdi il concerto dell’Orchestra Nazionale Jazz dei Conservatori italiani: gli studenti dei Conservatori si sono esibiti insieme per la pace in Ucraina nel concerto Kings of Pop in Jazz a sostegno del progetto Emergenza Ucraina #HelpUkraine della Fondazione Avis, guidati da Pino Jodice (nella doppia veste di direttore e arrangiatore) e con la voce di Cinzia Tedesco.
Buone nuove anche da Bergamo: la Fondazione Teatro Donizetti e Bergamo Jazz hanno aderito alla raccolta fondi promossa da Fondazione Cesvi con l’iniziativa “Emergenza Ucraina”: in occasione dei concerti, il pubblico ha così potuto effettuare donazioni destinate alla popolazione colpita dal conflitto.
Tra le iniziative locali da segnalare , infine, quella svoltasi a Palermo dove il 26 marzo scorso, al Real Teatro Santa Cecilia, l’Orchestra Jazz Siciliana – Fondazione The Brass Group, sposando l’appello dell’assessore regionale turismo, sport e spettacolo, Manlio Messina, ha dato vita allo spettacolo BRASS and FRIENDS for UKRAINE. Sono stati raccolti 6.000 euro, devoluti alla raccolta fondi promossa dalla Croce Rossa Italiana per il popolo ucraino, Oltre all’Orchestra, sono saliti sul palco molti artisti tra cui Flora Faja e Diego Spitaleri.

Gerlando Gatto

Ada Montellanico presenta la masterclass online “Le Signore del Jazz” nell’ambito di Celano Jazz Convention

Sabato 24 aprile 2021, dalle ore 16 alle 19, Celano Jazz Convention presenta “Le Signore del Jazz”, una masterclass online condotta da Ada Montellanico e dedicata alle artiste e alle voci che hanno reso grande la storia del linguaggio jazzistico.

La masterclass si svolgerà sulla piattaforma zoom: la partecipazione costa 20€ e per iscriversi occorre prenotarsi con una mail all’indirizzo conferenze@celanojazzconvention.com con oggetto, obbligatorio, ”Prenotazione seminario” e utilizzando un indirizzo mail al quale poi sarà inviato il link di partecipazione al seminario.

Se è molto difficile scegliere alcuni nomi all’interno del variegato mondo della vocalità jazzistica, possiamo sicuramente individuare in Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Betty Carter e Norma Winstone, quattro forti personalità che hanno rappresentato una vocalità, uno stile interpretativo e una visione dell’approccio improvvisativo estremamente originali ed unici.

Il seminario attraverso il supporto di materiale video e audio, sarà volto ad approfondire gli aspetti caratterizzanti della loro identità artistica, i momenti salienti delle loro carriere, analizzando lo stile vocale, il contesto storico e in maniera più approfondita la ricerca musicale che ha portato queste quattro signore del jazz ad essere le vere protagoniste dell’evoluzione della vocalità.

Ada Montellanico è autrice e cantante tra le più importanti e innovative della scena jazz italiana. Ha collaborato con artisti di fama internazionale tra i quali Jimmy Cobb, Lee Konitz, Paul McCandless, Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Danilo Rea, partecipando con successo di critica e di pubblico a numerosi e prestigiosi Festival italiani ed esteri. Interprete straordinaria dalla voce calda e sabbiosa, grande ricercatrice di repertori inusuali ed originali, ha saputo come nessun’altra trovare una magica fusione tra lingua italiana, jazz e improvvisazione.

Una parte fondamentale della sua ricerca musicale punta adunire la tradizione cantautorale italiana più colta con il linguaggio afroamericano del jazz. Tappa fondamentale di questo percorso è il 1996, quando incide “L’altro Tenco” con Enrico Rava. La profonda sensibilità con cui rilegge in chiave nuova il repertorio meno frequentato del cantautore piemontese, rivela una particolare capacità di far aderire il suo intimo mondo emotivo alle esigenze della narrazione e si ritrova in altre importanti incisioni come “Ma l’amore no“ (1997) per arrivare a “Danza di una ninfa“, realizzato per Egea nel 2005 insieme ad Enrico Pieranunzi, che contiene quattro testi inediti di Tenco, musicati per la prima volta dalla Montellanico e dallo stesso Pieranunzi, su concessione della famiglia Tenco.

Nel 2006 pubblica per Stampa Alternativa il libro “Quasi sera. Una storia di Tenco“, biografia musicale del cantautore. L’originalità, la competenza e la sensibilità di donna e di cantante con cui affronta la vita dell’uomo e dell’artista Tenco.

Ada Montellanico è stata Presidente di MIDJ, associazione nazionale dei musicisti italiani di jazz, dal 2014 al 2018. Dal 2019, la cantante è Presidente dell’associazione nazionale “ll Jazz Va A Scuola”, organismo che si pone la finalità di promuovere, sviluppare, diffondere e valorizzare il linguaggio del jazz e le pratiche dell’improvvisazione e dell’invenzione nelle scuole e all’interno delle programmazioni artistiche di festival e jazz club attraverso la creazione di spazi educational.

Il Jazz ai tempi del Coronavirus le nostre interviste: Nicola Mingo, chitarrista

Intervista raccolta da Gerlando Gatto

Nicola Mingo, chitarra – foto Fabrizio Sodani

-Come sta vivendo queste giornate?
“Beh, sono a casa ormai dal 4 marzo, ultimo giorno in cui sono regolarmente andato ad insegnare musica nella Scuola dove lavoro abitualmente. Che dire? Restare a casa è la condizione necessaria per tutti per cercare di uscire dalla Pandemia. Non è facile vivere l’isolamento per tutti noi e, nel caso specifico, noi Musicisti ed artisti in generale, abituati al contatto diretto con il pubblico e la gente, soffriamo particolarmente la condizione di reclusione. Nonostante ciò, cerco di reagire mantenendo un contatto diretto con il pubblico e con tutti gli appassionati di Jazz e della mia Musica attraverso i Social: Facebook You Tube ecc. Organizzo dirette e video party con miei home concerts, invitando i followers e gli appassionati per stare in compagnia e far ascoltare la mia musica. Il vantaggio dei social è che ti mettono in contatto con tutto il mondo e consentono la comunicazione diretta con musicisti ed appassionati da ogni parte del mondo”.

-Come ha influito tutto ciò sul suo lavoro? Pensa che in futuro sarà lo stesso?
“Questa situazione ha sicuramente influito in modo negativo sul mio lavoro per vari motivi. Il primo è di ordine pratico. Le scuole di Musica dove insegno sono chiuse e, seppure organizzano lezioni online, non è la stessa cosa, in quanto nella didattica a distanza viene a mancare il contatto diretto con gli allievi. In secondo luogo, siamo stati tutti penalizzati dalla cancellazione di date e soprattutto dei Tour di promozione, nella fattispecie del mio nuovo lavoro discografico “Blues Travel” (Alfa Music), che avrebbe dovuto essere presentato in varie Manifestazioni e Festival estivi che, allo stato attuale, non si sa se potranno svolgersi regolarmente”.

Come riesce a sbarcare il lunario?
“Come per molte categorie, anche e soprattutto per gli artisti, è un difficile periodo perché non abbiamo, nella maggior parte dei casi, entrate fisse. Nonostante ciò, un po’ mettendo da parte qualcosa negli anni di lavoro, un po’ grazie alle lezioni e a qualche introito dalla Siae per concerti e vendite di dischi si va avanti così. Non ci è dato sapere, allo stato attuale, per quanto tempo ancora”.

Vive da solo o con qualcuno? E quanto ciò risulta importante?
“Sono sposato dal lontano 1993 e vivo felicemente con mia moglie. Mia figlia, laureata in psicologia, non vive più con noi, ma col suo compagno ed ha una sua attività lavorativa. Indubbiamente questo Tsunami si è presentato all’improvviso e mi ritengo fortunato della convivenza con mia moglie perché credo che in buona compagnia (detto alla Catalano) sia molto meglio che vivere la Pandemia da solo e in solitudine”.

-Pensa che questo momento di forzato isolamento ci indurrà a considerare i rapporti umani e professionali sotto una luce diversa?
“Sì, credo che questo brusco arresto del ritmo frenetico della società a livello mondiale ci abbia un attimo messo tutti in standby e forse ci abbia dato la possibilità di riflettere e valutare cosa è realmente importante e necessario e cosa no”.

– Crede che la musica possa dare la forza per superare questo terribile momento?
“Credo nel valore terapeutico e comunicativo della musica, e questo è stato il Leitmotiv della mia scelta a suo tempo ossia comunicare attraverso la mia musica. Quindi sono ben contento quando nel pieno di una diretta social la gente mi ringrazia e scrive frasi tipo “Ci voleva proprio”, “Ci aiuta a star meglio” ecc ecc”.

– Se non la musica a cosa ci si può affidare?
“La Musica tutto sommato può rappresentare una fede! la Fede nel Bello, nell’Estetica e nella Comunicazione. Altra possibilità è la Fede religiosa vera e propria! Ma credo che bisogna, oltre che sperare, soprattutto agire ognuno nel proprio campo e con le proprie possibilità”.

– Quanto c’è di retorica in questi continui richiami all’unità?
“Beh, al Primo Flash Mob sono stato uno dei primi musicisti ad aderire e con piacere suonare in diretta dalla finestra di casa mia FRATELLI D’ITALIA! Era un brutto momento e non si era capito ancora bene cosa stesse accadendo; questo primo flashmob è stato molto sentito da parte di tutti noi e credo fosse giusto così. Nei giorni successivi, però, non ho più aderito al flashmob, divenuto ormai una routine anche un po’ fuori luogo, dal momento che alle ore 18 si sentiva in tv il bollettino delle vittime giornaliere da Covid 19”.

– È soddisfatto di come si stanno muovendo i Vostri organismi di rappresentanza?
“Se per organismi di rappresentanza musicale intendiamo Midj, Jazzit, la petizione su change.org e tutta l’informazione della comunità jazzistica, sto dando loro il mio pieno appoggio a tutte le iniziative”.

-Se avesse la possibilità di essere ricevuto dal Governo, cosa chiederebbe?
“Non credo che in una situazione di emergenza totale da Pandemia Mondiale mi riceverebbero in qualità di artista e nella fattispecie Musicista di Jazz! Ciononostante ci sarebbero tante cose da dire ma non credo che questo sia il momento appropriato”.

-Hai qualche particolare suggerimento di ascolto per chi ci legge in questo momento?
“Su You Tube c’è tutto il MEGLIO del jazz mondiale e di ogni epoca, Coltrane, Parker,Rollins, Wes Montgomery, Clifford Brown etc. Ma se volete sostenere il Jazz, e nella fattispecie la mia musica, sarebbe molto gradita, e non costa nulla, l’iscrizione al mio canale You Tube dove do la possibilità di ascoltare integralmente tutta la mia produzione discografica ed in particolare l’ultimo lavoro, “BLUES TRAVEL”,registrato in compagnia di Giorgio Rosciglione, Gege’ Munari e Andrea Rea, CD già ottimamente recensito proprio su questa autorevole rubrica da Gerlando Gatto. Insomma restiamo in contatto tutti e soprattutto gli artisti, gli operatori del settore, i manager e facciamo RETE in Rete! Ecco questa è la chiave di Lettura del Futuro per me”.

 

Il Jazz ai tempi del Coronavirus le nostre interviste: Claudio Angeleri, pianista

Intervista raccolta da Gerlando Gatto

Claudio Angeleri, pianista – ph: Dario Guerini

-Come sta vivendo queste giornate?
“Io sto a Bergamo. Il centro purtroppo di questa terribile epidemia. Ho cercato subito di essere vicino ai giovani facendo quello che so fare meglio. Cioè insegnando e suonando. Sono stato inoltre impegnato ad organizzare il Jazz Day on Line con l’Associazione Il Jazz va a scuola e il MIUR Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica. Le mie giornate sono davvero piene”.

-Come ha influito tutto ciò sul suo lavoro? Pensa che in futuro sarà lo stesso?

“Dall’inizio di questa triste avventura ho già perso una ventina di concerti. Il futuro non sarà assolutamente lo stesso. Cambieremo modo di essere e anche di fruire della musica per almeno i prossimi due / tre anni. Per questo motivo occorre rimodulare completamente il nostro lavoro. In tal senso il web mi ha dato la possibilità di aggiornare e ripensare le possibilità offerte dalla musica in rete. Sto registrando ad esempio diversi video didattici in cui suono anche molto”.

-Come riesce a sbarcare il lunario?
“Sono docente di ruolo nella scuola, dirigo e insegno pianoforte jazz al CDpM di Bergamo. Sono fortunato e così come me ci sono tanti musicisti che insegnano nelle scuole e nei conservatori. Il mio pensiero però ora va soprattutto a chi vive solo di concerti. Occorre un sostegno economico pubblico anche per questa categoria di lavoratori”.

-Vive da solo o con qualcuno. E quanto ciò risulta importante?
“La famiglia, gli affetti, l’amicizia sono un sostegno fondamentale in questo momento”.

-Pensa che questo momento di forzato isolamento ci indurrà a considerare i rapporti umani e professionali sotto una luce diversa?
“I rapporti umani sono già cambiati. Credo però che in Italia non si capisca ancora cosa significhi vivere in una città come Bergamo dove, nel mese di marzo, moriva una persona ogni 10 minuti. Se si provasse a vivere solo un giorno qui da noi credo si cambierebbero tanti comportamenti irresponsabili che purtroppo avvengono in tutta Italia. Devo dire però che in questa situazione terribile ho sperimentato una straordinaria vicinanza di tante persone, amici che non sentivo da tempo, studenti. Sento di avere delle responsabilità per il ruolo che rivesto, quindi faccio del mio meglio per essere un esempio attraverso l’impegno, lo studio quotidiano, il lavoro”.

-Crede che la musica possa dare la forza per superare questo terribile momento?

“La musica costituisce uno straordinario riferimento per tutti anche per chi non la pratica professionalmente come noi. Ci dà equilibrio, forza e speranza. È il futuro”.

-Se non la musica a cosa ci si può affidare?
“È difficile per un musicista rispondere a questa domanda. La musica è totalizzante e mettiamo tutti noi stessi anche nelle nostre componenti spirituali ed etiche oltre che artistiche. Per Coltrane la musica era innanzitutto preghiera, elevazione dell’anima”.

-Quanto c’è di retorica in questi continui richiami all’unità?
“Non lo trovo retorico. Siamo in guerra e dobbiamo essere uniti per vincere. Ne sono davvero convinto. Poi cercheremo le responsabilità e occorrerà essere molto severi. Ma ora bisogna andare oltre anche se capisco non sia facile”.

-È soddisfatto di come si stanno muovendo i V/si organismi di rappresentanza?
“I musicisti non hanno un vero sindacato di rappresentanza. L’associazione MIDJ, di cui sono referente regionale per la Lombardia, si è data molto da fare attraverso diverse iniziative di supporto all’emergenza economica. Oltre alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e della politica sul “mestiere del musicista” però non si può fare molto di più. Certo che più siamo più contiamo. Quindi occorre esserci e mettersi in gioco”.

-Se avesse la possibilità di essere ricevuto dal Governo, cosa chiederebbe?
“È un discorso delicato. È facile sparare a zero sulla classe politica attuale, viste le competenze che esprime. Tuttavia ora non è il momento di cercare responsabilità su cui sarà necessario indagare molto approfonditamente dopo. Ora bisogna uscire dall’emergenza e quindi chiederei innanzitutto di agire in fretta nelle forniture dei materiali che servono ai medici e al personale sanitario riducendo la burocrazia e ascoltando solo gli scienziati più autorevoli. Poi sarà il momento della ricostruzione e saremo tutti chiamati a reinventarci. Serviranno idee, competenze e professionalità nuove. Ho molta fiducia nei giovani. Può essere una grande occasione”.

-Ha qualche particolare suggerimento di ascolto per chi ci legge in questo momento?
Il jazz italiano oggi è molto variegato, ricco di stimoli ed eccellenti musicisti. Il panorama discografico riserva quindi delle piacevoli sorprese e comprando i dischi di jazz italiano si può inoltre sostenere concretamente il nostro settore. La rivista JazzIt, ad esempio, ha proposto i migliori 100 dischi del 2019. A Proposito di Jazz suggerisce già diversi ascolti. Fidiamoci e non resteremo pentiti”.

Gerlando Gatto