Esce “Stilelibero”, settima produzione di nusica.org

“Stilelibero” è la settima produzione di nusica.org, un album che nasce da un’improvvisazione libera ad opera di due navigati ‘crawlisti in musica’.
A marzo 2014 Luigi Vitale e Luca Colussi colgono l’opportunità di suonare insieme in duo: si tuffano e si affidano al loro personale e codificato approccio strumentale, sperimentando, di bracciata in bracciata e di vasca in vasca, la loro naturale sinergia musicale, e registrando (homemade) quello che accade.
Gli otto pezzi di “Stilelibero” sono la fotografia di quell’allenamento senza sforzo, un progetto e un cd votato alla sorpresa, all’irripetibilità e al caso, che attraversa diversi “momenti” musicali lasciando aperte le infinite possibilità di evocazione che la musica, e in questo caso la libera improvvisazione, offrono a chi l’ascolta, dapprima a chi la fa, ossia di far emergere il bagaglio creativo (inconscio) e di giocare liberamente con il proprio stile.

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nusica.org presenta Corde Alterne: due “trame musicali” alla ricerca di un suono affine per una promettente novità

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Corde Alterne: due “trame musicali” alla ricerca di un suono affine per una promettente novità
Corde Alterne è un recente progetto del chitarrista Roberto Gemo e del bassista Alessandro Fedrigo, ora anche titolo dell’omonimo album che esce per nusica.org, sesta produzione liberamente scaricabile dal sito dell’etichetta e su SoundCloud.
Un fortunato impasto, un frullato di idee che riunisce le molteplici ispirazioni di entrambi i musicisti.
Un’opera brillante e audace che sfida tre tipologie di Corde Alterne: gli strumenti acustici ed elettrici; l’uso di effetti, la sperimentazione sui timbri e l’inclinazione all’improvvisazione libera (di matrice inglese); l’alternanza continua e coerente fra scrittura e improvvisazione, di brano in brano, tipica anche di certo prog-noise che ben si può identificare in alcune tracce.
Due trame che si raccontano con strumenti diversi, che modulano per armonizzarsi in modo giocoso e intelligente; due storie musicali differenti che si narrano alla ricerca di un suono affine, che insieme creano una promettente novità.

XYQuartet riparte per l’Oltrejazz tour: 5 concerti tra Svizzera e Italia

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PROSEGUE L’OLTREJAZZ TOUR DI XYQUARTET.
“XY”, IL SECONDO ALBUM, SARÀ PRESENTATO DAL 23 OTTOBRE IN SVIZZERA E IN ITALIA
XYQuartet è un progetto nato nel 2011 a Nordest, tra Veneto e Friuli, dall’incontro di due identità artistiche complementari, quelle del sassofonista Nicola Fazzini e del bassista Alessandro Fedrigo che creano, con il vibrafonista Saverio Tasca e il batterista Luca Colussi, una musica scritta, originale e innovativa, provvista di profonda coerenza e omogeneità.
XYQuartet, «tra le formazioni italiane più personali di questi anni» secondo Stefano Merighi, attraversa diversi linguaggi musicali e artistici aggiornandoli alla contemporaneità, esplorando nuove strade compositive con un approccio curioso che si può definire ‘oltrejazzistico’. La X di Fazzini e la Y di Fedrigo costituiscono due sensibilità musicali e due idee come due sono i loro strumenti, il sax alto e il basso acustico.
A maggio 2014 è uscito il secondo omonimo album, “XY” (nusica.org), realizzato grazie ad una campagna di crowdfunding sul web e presentato in anteprima a “Piazza Verdi” Radio3.
Questo secondo lavoro sviluppa la duplice progettualità musicale dei leader, autori di tutte le composizioni; è disponibile online e scaricabile gratuitamente a questo link: www.nusica.org/it/o5_xyquartet.html.
Plurirecensito, l’album è stato definito, tra gli altri dal musicologo Mario Evangelista: “Un lavoro molto complesso che ha veramente come obiettivo la ricerca di nuovi stilemi espressivi.”
La musica di XYQuartet acquisisce sul palco una propria tridimensionalità, rendendosi coinvolgente e trascinante all’ascolto: dopo le numerose date estive, da Nord a Sud, XYQuartet è ora pronto a ripartire per l’Oltrejazz tour toccando, questa volta, 5 tappe tra Svizzera e Italia.

Alessandro Fedrigo: “Il musicista oggi deve operare a 360 gradi”

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Musicista, compositore, arrangiatore e ideatore di un festival assai particolare, Alessandro Fedrigo rappresenta qualcosa di nuovo nel panorama musicale del nostro Paese. Specialista del basso acustico, ossia chitarra basso acustica (acoustic bass guitar), Alessandro ha delle concezioni del tutto personali sia sul ruolo del musicista nell’odierna realtà sia su ciò che oggi possiamo ancora definire jazz. Proprio per meglio definire questi concetti ne abbiamo a lungo parlato con lo stesso Fedrigo e il risultato è contenuto nell’intervista che qui di seguito vi proponiamo.

Che significa per te oggi suonare jazz in Italia?
“Portare avanti una ricerca musicale personale e in qualche modo restare agganciato a quella pulsione che mi ha spinto a suonare. Parlo di ricerca perché questo è il momento creativo che mi da le maggiori soddisfazioni quando, da solo o assieme ad altri musicisti, scopro qualcosa di nuovo o mettiamo in atto qualcosa di nuovo. Quando parlo di nuovo non intendo riferirmi ad un concetto assoluto ma relativo al mio essere musicista. Il fatto che siamo in Italia complica un po’ le cose in quanto l’ambiente musicale italiano è appunto complicato e soffre di una crisi che non è semplicemente economico-finanziaria ma anche, se non soprattutto, di valori e di professionalità. Ed è proprio questo, a mio avviso, il punto centrale del discorso. Di qui le difficoltà che incontrano musicisti professionisti i quali svolgono la loro attività con la massima onestà intellettuale e non trovano spazi adeguati per suonare e sviluppare i loro progetti”.

Quali sono le linee guida su cui indirizzi la tua attività di ricerca?
“In senso generale un rapporto nuovo con il jazz e la materia musicale nel suo complesso. In senso più strettamente musicale una ricerca sul parametro della forma: per quanto mi riguarda la cosa più interessante è che una composizione non abbia la forma del chorus tipica del jazz ma abbia uno sviluppo più largo che abbia a che fare, se si vuole, con la composizione nell’ambito colto, classico. Per quanto concerne il ritmo, in questi ultimi tempi nel jazz c’è stato un grande sviluppo di innovazioni ritmiche….con l’utilizzo di tempi dispari, eteroritmie, poliritmie… è questo è senza dubbio un campo interessante. Per quanto riguarda, infine, il lato melodico armonico, la ricerca si sviluppa su nuovi materiali mutuati dalla musica colta per cui la “serie”
piuttosto che la teoria degli insiemi o dei pitch class set. Mi interessa particolarmente declinare queste tecniche compositive in ambito improvvisativo”.

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Il 27 luglio CREI live

Il 27 luglio, CREI in concerto presso la Filanda Romanin-Jacur di Salzano (VE) per la rassegna Ubi Jazz Summer 2014

Domenica 27 luglio 2014 ore 21:30
Ubi Jazz Summer 2014 – Salzano (VE)
Filanda Romanin-Jacur, via Roma 166

CREI (Composizione, Ricerca e Improvvisazione) è un ensemble a geometria variabile fondato e diretto dal sassofonista Nicola Fazzini che si avvale della collaborazione di MusiCafoscari, progetto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e l’etichetta musicale nusica.org.
CREI si propone di divenire un laboratorio ‘open content’ di nuove idee musicali, in cui l’aspetto compositivo riveste importanza capitale.
CREI interviene e partecipa sulle piattaforme più frequentate dal nuovo pubblico del web, nei social network, e interagisce infine con i luoghi dell’eccellenza formativa.

Nato a gennaio 2014, CREI vede una nutrita front-line di strumenti a fiato e una vigorosa sezione ritmica a ‘creare’ (come già dice il nome) un suono che evoca sì il jazz ma che ha l’ambizione di rappresentare e interpretare il luogo, il tempo e la realtà in cui viviamo e in cui siamo quotidianamente immersi. Una grande attenzione alla contemporaneità, all’innovazione e alla ‘costruzione’ musicale.

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