JAM Jazz A Mira 2015. L’undicesima edizione è dedicata al “jazz italiano”
suoni, immagini e parola dal jazz del futuro
giovedì 12, sabato 14 e domenica 15 marzo 2015
nusica.org presenta Corde Alterne: due “trame musicali” alla ricerca di un suono affine per una promettente novità
XYQuartet riparte per l’Oltrejazz tour: 5 concerti tra Svizzera e Italia
Alessandro Fedrigo: “Il musicista oggi deve operare a 360 gradi”
Musicista, compositore, arrangiatore e ideatore di un festival assai particolare, Alessandro Fedrigo rappresenta qualcosa di nuovo nel panorama musicale del nostro Paese. Specialista del basso acustico, ossia chitarra basso acustica (acoustic bass guitar), Alessandro ha delle concezioni del tutto personali sia sul ruolo del musicista nell’odierna realtà sia su ciò che oggi possiamo ancora definire jazz. Proprio per meglio definire questi concetti ne abbiamo a lungo parlato con lo stesso Fedrigo e il risultato è contenuto nell’intervista che qui di seguito vi proponiamo.
Che significa per te oggi suonare jazz in Italia?
“Portare avanti una ricerca musicale personale e in qualche modo restare agganciato a quella pulsione che mi ha spinto a suonare. Parlo di ricerca perché questo è il momento creativo che mi da le maggiori soddisfazioni quando, da solo o assieme ad altri musicisti, scopro qualcosa di nuovo o mettiamo in atto qualcosa di nuovo. Quando parlo di nuovo non intendo riferirmi ad un concetto assoluto ma relativo al mio essere musicista. Il fatto che siamo in Italia complica un po’ le cose in quanto l’ambiente musicale italiano è appunto complicato e soffre di una crisi che non è semplicemente economico-finanziaria ma anche, se non soprattutto, di valori e di professionalità. Ed è proprio questo, a mio avviso, il punto centrale del discorso. Di qui le difficoltà che incontrano musicisti professionisti i quali svolgono la loro attività con la massima onestà intellettuale e non trovano spazi adeguati per suonare e sviluppare i loro progetti”.
Quali sono le linee guida su cui indirizzi la tua attività di ricerca?
“In senso generale un rapporto nuovo con il jazz e la materia musicale nel suo complesso. In senso più strettamente musicale una ricerca sul parametro della forma: per quanto mi riguarda la cosa più interessante è che una composizione non abbia la forma del chorus tipica del jazz ma abbia uno sviluppo più largo che abbia a che fare, se si vuole, con la composizione nell’ambito colto, classico. Per quanto concerne il ritmo, in questi ultimi tempi nel jazz c’è stato un grande sviluppo di innovazioni ritmiche….con l’utilizzo di tempi dispari, eteroritmie, poliritmie… è questo è senza dubbio un campo interessante. Per quanto riguarda, infine, il lato melodico armonico, la ricerca si sviluppa su nuovi materiali mutuati dalla musica colta per cui la “serie”
piuttosto che la teoria degli insiemi o dei pitch class set. Mi interessa particolarmente declinare queste tecniche compositive in ambito improvvisativo”.
Il 27 luglio CREI live
Il 27 luglio, CREI in concerto presso la Filanda Romanin-Jacur di Salzano (VE) per la rassegna Ubi Jazz Summer 2014
Domenica 27 luglio 2014 ore 21:30
Ubi Jazz Summer 2014 – Salzano (VE)
Filanda Romanin-Jacur, via Roma 166
CREI (Composizione, Ricerca e Improvvisazione) è un ensemble a geometria variabile fondato e diretto dal sassofonista Nicola Fazzini che si avvale della collaborazione di MusiCafoscari, progetto dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, e l’etichetta musicale nusica.org.
CREI si propone di divenire un laboratorio ‘open content’ di nuove idee musicali, in cui l’aspetto compositivo riveste importanza capitale.
CREI interviene e partecipa sulle piattaforme più frequentate dal nuovo pubblico del web, nei social network, e interagisce infine con i luoghi dell’eccellenza formativa.
Nato a gennaio 2014, CREI vede una nutrita front-line di strumenti a fiato e una vigorosa sezione ritmica a ‘creare’ (come già dice il nome) un suono che evoca sì il jazz ma che ha l’ambizione di rappresentare e interpretare il luogo, il tempo e la realtà in cui viviamo e in cui siamo quotidianamente immersi. Una grande attenzione alla contemporaneità, all’innovazione e alla ‘costruzione’ musicale.