Andrea Pozza Italian Trio live al Capolinea8 di Torino

Sabato 17 novembre, il jazz del pianista Andrea Pozza torna a Torino al Capolinea8 (Via Maddalene 42 bis). Una serata che si preannuncia ricca di swing con un repertorio di brani tratti dagli album più recenti del pianista genovese “Siciliana” e “A Jellyfish From The Bosphorus. Durante la serata non mancheranno poi brani della grande tradizione americana e standard jazz. Il pianismo di Pozza è caratterizzato da uno stile elegante, attento ai colori, alle sfumature, in perfetto equilibrio fra la solidità di un impianto formale di stampo europeo e l’inventiva fresca e ammaliante di un sound oltre oceanico. La ritmica sarà affidata alla grande musicalità del contrabbasso di Simone Monnanni e all’estro e alla maestria di Riccardo Zegna alla batteria.

Andrea Pozza ha una solida carriera nazionale ed internazionale che lo ha visto protagonista in Estremo Oriente, in America ed in Europa. Pianista genovese è attualmente riconosciuto dalla critica e dal pubblico come una delle personalità più rappresentative in ambito jazz attualmente in circolazione. Musicista eclettico capace di affrontare con grande disinvoltura qualsiasi repertorio, è sia leader carismatico sia partner ideale per grandi artisti che trovano in lui empatia e innato interplay. Andrea Pozza ha debuttato a soli 13 anni e da allora si è esibito al fianco di alcuni “mostri sacri” della storia del jazz: Harry “Sweet” Edison, Bobby Durham, Chet Baker, Al Grey, George Coleman, Charlie Mariano, Lee Konitz, Sal Nistico, Massimo Urbani, Luciano Milanese, Steve Grossman e molti altri ancora. Intensa la sua attività concertistica che lo porta costantemente in tour in Italia e in Europa, dalla Gran Bretagna alla Svizzera, dalla Germania al Portogallo, alla guida delle formazioni a suo nome. Pozza collabora stabilmente, tra gli altri, con Enrico Rava, Fabrizio Bosso, Scott Hamilton, Jesse Davis, Tullio De Piscopo, Ferenc Nemeth, Bob Sheppard, Antony Pinciotti, Furio Di Castri e tanti altri. Andrea Pozza è inoltre protagonista di numerosi progetti discografici a suo nome, tra questi, l’album più recente si intitola “Siciliana” realizzato in trio con Andrew Cleyndert e Mark Taylor (Trio Records, Inghilterra, 2016), preceduto da “I Could Write a Book”(Gennaio 2014) e “Who cares?” (Dicembre 2014) in super audio cd e vinile, in duo con Scott Hamilton; “A Jellyfish From The Bosphorus” (ABEAT REC, 2013) in trio, inciso tra l’Italia ed il Regno Unito e “Gull’s Flight”(ABEAT REC, 2011) realizzato con l’Andrea Pozza European Quintet e che coinvolge musicisti inglesi e olandesi.

 

Sito ufficiale di Andrea Pozza: www.andreapozza.it

Facebook Official Page: www.facebook.com/AndreaPozzaOfficial

 

Ufficio Stampa Andrea Pozza: Top1 Communication Press Office

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Stefania Schintu Cell. +39 347 0082416

“Occhi Negli Occhi” il nuovo cd di Francesca Elena Monte – Un omaggio a Chico Buarque

“Occhi negli Occhi – Un Omaggio a Chico Buarque” è il nuovo CD della cantante piemontese Francesca Elena Monte, realizzato al fianco di Roberto Taufic, chitarrista e arrangiatore di fama internazionale e con la partecipazione di Riccardo Fioravanti al contrabbasso.

Appassionata di musica popolare brasiliana e bossa nova, già nel 2013 aveva dedicato un intero album a Vinicius De Moraes, intitolato “Saravà, Vinicius!”. L’idea di un progetto su Chico Buarque De Hollanda, esponente della cultura brasiliana, è stata una naturale tappa del percorso di ricerca che Francesca Elena Monte sta portando avanti con sensibilità ed entusiasmo. Affascinata dalla figura del musicista e poeta straordinario brasiliano, ed incuriosita dalle melodie imprevedibili e dalle armonie coinvolgenti, Francesca Elena Monte ha ritrovato in questa musica popolare, al tempo stesso colta e profonda,  influenze di musica classica, di jazz, unite alle radici africane; ha riscoperto testi profondi e “interi universi di sentimenti e vita vissuta nello spazio di due strofe e un ritornello” e ha messo al servizio la sua voce in questo album che la vede interprete e studiosa esemplare.

Un progetto ambizioso in cui la cantante ha selezionato alcune delle perle più belle del vasto canzoniere di Chico Buarque: da “Joana Francesa” a “Apesar de você”, da “A banda” alla splendida “Trocando em miúdos”, dal medley “O meu amor- Teresinha” a “Atràs da porta”; ha curato personalmente la traduzione di alcuni brani dal portoghese all’italiano, ottenendo l’approvazione dello stesso Chico Buarque: Tatuaggio (Tatuagem), Passerà (Vai passar) e Occhi negli occhi (Olhos nos olhos). Proprio da “Occhi negli Occhi”, title track dell’album – che vede la partecipazione speciale di Riccardo Fioravanti al contrabbasso – comincia la genesi di questo album, da una rinascita: “Un giorno ci ritroveremo a guardare negli occhi chi ci ha fatto piangere e sentiremo con un brivido di orgoglio che siamo andati oltre e che tutto quel dolore non esiste più”. Nell’album ci sono anche alcune canzoni conosciutissime in Italia, perché portate al successo già negli anni ’60 da cantanti straordinarie del calibro di Mina e Ornella Vanoni, su testi dell’indimenticato Sergio Bardotti: “Far niente” (famosa sigla della trasmissione Un “Pomeriggio con Mina” del 1968) e “Costruzione”, versioni italiane di “Bom tempo” e “Constução”. (altro…)

I NOSTRI CD. Una fresca ventata di buon jazz italiano

a proposito di jazz - i nostri cd

Bardoscia, Alborada, Marcotulli – “Trigono” – Tuk Music 12
Conosciamo Rita Marcotulli da quando ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica; l’abbiamo sempre seguita con affetto e stima e la pianista romana ci ha ricambiato con una carriera luminosa, ricca di splendidi episodi sia concertistici sia discografici. Anche questo album della Tuk Music si colloca su livelli molto alti grazie questa volta non solo a Rita ma anche all’ottimo contrabbassista Marco Bardoscia, allo straordinario quartetto d’archi Alborada nonché alla presenza, quali ospiti d’onore, di Maria Pia De Vito in “I’m a Dreamer” e della chitarra di Nguyên_Lê in “Andrea’s Milonga”, dove compare anche Paolo Fresu straordinariamente al pianoforte e ai battiti di mani. In repertorio tredici brani di cui sei a firma di Marco Bardoscia. L’atmosfera che i musicisti sono riusciti a creare è sorprendente: l’ascoltatore si lascia facilmente cullare dalle note proposte con naturalezza dal gruppo che riesce a far apparire semplici anche passaggi che facili non sono. Il sound creato con l’apporto degli strumenti a corda è ora poetico, ora inebriante, ora suggestivo ma sempre ben lontano da facili concessioni anche perché ad orecchie ben aperte non sfugge l’apporto di fonti ispirative diverse che vanno dalla classica, alla musica accademica contemporanea, dal folk al jazz. Si ascolti, ad esempio, con quanta pertinenza la chitarra di Nguyên_Lê e il pianoforte di Fresu si integrino nel tessuto connettivo disegnato dai compagni di viaggio in “Andrea’s milonga” mentre in “I’m a Dreamer” Maria Pia De Vito conferisce ulteriore spessore ad un ensemble di per sé già ottimo. Tra gli altri brani, uno più convincente dell’altro, ci ha particolarmente colpiti per la bellezza della linea melodica introdotta da Marco Bardoscia, “My Head” dello stesso contrabbassista.

Angiolini Bros Quartet – “JazzOmetrix” –
Due fratelli sardi, Alessandro e Andrea Angiolini, rispettivamente sax tenore e pianoforte, sono i co-leaders di un quartetto completato da Mattero Marongiu al contrabbasso e Roberto Migoni alla batteria. L’album, inciso nel febbraio del 2016 per l’etichetta cagliaritana ‘Claire de Lune’, si inserisce nel solco di quel modern mainstream che a sua volta prende le mosse da un hard-bop aggiornato e rivisto. Quindi un jazz robusto, muscolare ma allo stesso tempo raffinato, in cui scrittura e improvvisazione si legano perfettamente. Il tutto declinato attraverso un repertorio di dieci brani tutti composti a partire dalla metà degli anni ’90 fino ad oggi da Andrea Angiolini che denota una certa facilità e originalità di scrittura. Si ascolti, al riguardo, “Dear Astor”, un omaggio a Piazzolla in cui Angiolini è riuscito a ricreare un clima che in qualche modo ci rimanda al grande artista argentino senza far ricorso ad alcuno dei clichés che solitamente si adoperano per omaggiare Piazzolla. Evidentemente la bella riuscita dell’album è legata non solo alla valenza dei brani ma anche alla bravura degli esecutori. Alessandro Angiolini è sassofonista esperto, maturo ben consapevole delle eredità che gli hanno consegnato tenoristi del calibro di Gordon e Brecker ; Andrea Angiolini è pianista di squisita sensibilità, in possesso di una eccellente tecnica di base che gli consente, tra l’altro, un’assoluta padronanza della dinamica; l’intesa tra i due è perfetta segno evidente che i molti anni passati a provare, a suonare assieme non sono passati invano. Marongiu e Migoni costituiscono, infine, una brillante sezione ritmica propositiva e swingante.

Federica Colangelo – “Chiaroscuro” – Alfa Music 168
Delizioso album della pianista e compositrice Federica Colangelo alla testa di “Acquaphonica” formazione composta dall’olandese Joao Driessen sax soprano, dal tedesco Matthijs Tuijn chitarra acustica, dal bulgaro Mihail (Misho) Ivanov contrabbasso e dallo sloveno Kristijan Krajncan batteria e percussioni, insomma una sorta di multinazionale del jazz che raccoglie alcuni dei più luminosi talenti della scena europea. E già da questa composizione dell’organico si ha una prova della maturità raggiunta dalla Colangelo: le sue scelte risultano, infatti, assolutamente coerenti con le idee compositive che la stessa pone in essere dal momento che non si nota una solo attimo in cui il gruppo non si esprima con grande empatia seguendo alla perfezione le indicazioni della leader. Così ognuno ha la possibilità di mettersi in luce in un equilibrio costante tra pagina scritta e improvvisazione: si ascolti, ad esempio, Joao Driessen in “Croma” e “Contemporary Solution” o Matthijs Tuijn in “Graphic Work”. Dal canto suo la Colangelo si fa notare immediatamente fin dalla trascinante introduzione del primo brano “In bilico” per innervare tutto l’album del suo pianismo allo stesso tempo intenso e delicato, frutto di una profonda conoscenza dello strumento: ottima la padronanza della dinamica, leggero e scorrevole il flusso delle improvvisazioni senza alcuna forzatura, senza alcuna volontà di stupire con tecnicismi fuori luogo. Dal punto di vista compositivo, la sua musica è caratterizzata da una linea melodica frutto di varie influenze (musica classica, Karnatic Music ovvero la musica classica dell’India del Sud) che riesce a trasmettere sensazioni profonde.

Sade Farida – “La terra dei ciclopi” – Inner Circle Music 064
Un pianismo spumeggiante non scevro da reminiscenze classiche e folcloriche. Questa, in estrema sintesi, la carta d’identità stilistica di Sade Farida così come la si evince da questo album uscito a fine settembre per la Inner Circle Music, etichetta discografica newyorkese guidata da Greg Osby. “La Terra dei Ciclopi” è il primo album in piano solo di Sade Farida Mangiaracina, interprete e compositrice siciliana che si è fatta già conoscere in tutto il mondo , grazie a collaborazioni con artisti di fama internazionale come Fabrizio Bosso e Michael Rosen . Come si accennava, l’album è per piano-solo eccezion fatta per due brani , “Ballarò” e “Sugnu tutta pi tia”, in cui accanto alla pianista è possibile ascoltare uno strepitoso Luca Aquino impegnato alla tromba e al flicorno. Ma probabilmente il brano più interessante è “Ciuri Ciuri” che assieme a “Vitti ‘na crozza” è la canzone popolare siciliana più famosa di ogni tempo; composta da Francesco Paolo Frontini nel 1883, con testi d’autore ignoto, “Ciuri Ciuri” ha fatto parte del repertorio di qualunque artista abbia voluto affrontare con serietà il grande patrimonio della canzone popolare siciliana. Ne hanno fornito buone versioni, tra gli altri, Mina, Fiorello, Roy Paci e Otello Profazio cui si aggiunge, adesso, Sade Farida. La sua è una interpretazione sotto certi aspetti straniante: dopo una sorprendente introduzione, Sade intona il tema ma lo fa in modo assolutamente personale, innanzitutto ritardandolo all’inizio di molto rispetto alle esecuzioni cui siamo abituati per poi assumere un andamento più veloce sostenuto da un ostinato della mano sinistra; l’esecuzione prosegue alternando, in mirabile equilibrio, improvvisazione e fedele richiami all’originale.

Claudio Fasoli – “Inner Sounds” – abeat 158
Fasoli è uno di quei rari musicisti che, come si dice in gergo, mai sbaglia un colpo: lo conosco e lo seguo oramai da molto tempo e non ricordo una sola volta in cui un suo concerto, un suo disco mi abbiano deluso. E anche quest’ultimo album non sfugge alla regola: il sassofonista veneziano (ma oramai milanese d’adozione) si presenta alla testa di un doppio quartetto, il Quartetto “FOUR” ed il “SAMADHI 4et” , ad eseguire sette sue composizioni originali, ispirate a una raccolta di sette poemi (Horae Canonicae), le “ore canoniche” del poeta inglese Wystan Hugh Auden. Il percorso seguito da Fasoli, more solito, non è dei più semplici alternando momenti di grande apertura, liricità a situazioni più scure all’insegna della più assoluta imprevedibilità. Il perché è motivato assai bene dallo stesso Fasoli in una breve nota che accompagna il CD, laddove l’artista spiega che per poter dare ad ogni musicista la possibilità di esprimersi in un territorio sonoro scelto solo per lui, si è giunti ad una moltiplicazione delle situazioni musicali e a brani politematici; di qui la studiata volontà di accostare atmosfere le più lontane fra loro, di qui la possibilità di creare una serie di variabili strumentali che si alternano con grande fascino. Ed è proprio questo, a nostro avviso, il merito maggiore dell’album, vale a dire la capacità dell’inusuale organico di misurarsi, con successo, su partiture tutt’altro che semplici che testimoniano la volontà di Fasoli di mai fermarsi sugli allori, di sperimentare continuamente, di cercare sempre di dare sfogo alla propria creatività con una coerenza, un’onestà intellettuale che unanimemente gli viene riconosciuta. Il tutto impreziosito da una valentia strumentale che trova pochi eguali e non solo in ambito nazionale; il suo sound, il suo fraseggiare sia al tenore sia al soprano hanno una precisa riconoscibilità mentre le capacità compositive sono oramai talmente acclarate che riteniamo inutile ogni ulteriore commento. Insomma un gran bel disco che merita la massima attenzione. (altro…)

You’ll See, il nuovo album del pianista Federico Bonifazi registrato negli Stati Uniti

You’ll see” è il nuovo CD del talentuoso pianista e compositore Federico Bonifazi, splendida realtà del panorama jazz italiano, registrato a New York con Eric Alexander al sax tenore, tra i più importanti solisti dell’ultimo decennio; e due mostri sacri del top jazz di tutti i tempi John Webber al contrabbasso e Jimmy Cobballa batteria, musicisti con un enorme sensibilità, esperienza e di fama mondiale.

“You’ll see” nasce come tutte le più belle cose, grazie a degli incontri fortunati, ma anche voluti e cercati. Tutto inizia nel 2014 quando Bonifazi decide di partire oltreoceano per vivere da protagonista la scena jazz Newyorkese. Entra subito in contatto con artisti di fama mondiale che vedono in lui oltre alle doti di pianista e compositore, anche caparbietà e spirito di sacrificio. Ben presto si ritrova a suonare sullo stesso palco con alcuni tra i più importanti jazzisti della scena internazionale e contestualmente a registrare il suo primo album “74th Street” composto da brani originali per l’etichetta danese “SteepleChase Productions” con nomi del calibro di Philip Harper, John Webber, Lorenzo Sandi, Billy Kaye (uscita prevista 2017). Ma è solo l’inizio, perché proprio dagli USA arriva la richiesta di comporre nuovi brani per registrare un nuovo album sempre con John Webber ma questa volta in compagnia di Eric Alexander e il leggendario Jimmy Cobb. «Quando ripresi l’aereo per rientrare la prima volta in Italia – racconta Federico Bonifazi – speravo che l’aereo non precipitasse per poter ritornare e registrare con questi tre grandi musicisti».

Nasce così “You’ll See” (2016) otto tracce frutto dell’estro compositivo del pianista umbro, per la maggior parte composizioni inedite appositamente scritte da Bonifazi per questo cd oltre ad un noto brano di Luigi Tenco, Vedrai Vedrai, totalmente ri-arrangiato e divenuto la “Title track” dell’album.

Molti i richiami alla tradizione jazzistica internazionale da Coltrane a Bill Evans, ma anche alla musica colta con Chopin e Ravel. Bonifazi ha una facilità compositiva che gli permette il giusto equilibrio tra melodie cantabili e una fervida creatività armonica di stile moderno, a volte anche complessa.

“You’ll see” è un album degno di particolare attenzione, concepito e realizzato con forte personalità artistica e con un enorme generosità comunicativa, nel quale Bonifazi regge bene il confronto con i suoi compagni di viaggio che lo assecondano, lo seguono senza mai sovrapporsi, con l’umiltà e la discrezione che solo i grandi artisti posseggono e che rendono questo cd una vera e propria perla nella produzione musicale del pianista umbro.

Il CD “You’ll See” prodotto dall’etichetta “SteepleChase Productions” è disponibile su tutte le piattaforme digitali (ITunes, Amazon, ecc.) e nel classico formato fisico. (altro…)

I remember Duke: Riccardo Zegna al TrentinoInJazz

Trentino Jazz
Fondazione CARITRO
Provincia autonoma di Trento
Regione Autonoma Trentino Alto Adige

presentano:

TRENTINOINJAZZ 2016
…il percorso del jazz…
8 giugno – 27 novembre 2016

Giovedì 28 Luglio 2016
ore 13.00
Ciampediè
Vigo di Fassa (TN)

RICCARDO ZEGNA
“I remember Duke” – Unusual Ellington

Riccardo Zegna: pianoforte

ingresso gratuito (altro…)

Jean Ruaz e Nic Lee feat. Marco Pandolfi mar. 26 luglio al TrentinoInJazz

Trentino Jazz
Fondazione CARITRO
Provincia autonoma di Trento
Regione Autonoma Trentino Alto Adige

presentano:

TRENTINOINJAZZ 2016
…il percorso del jazz…
8 giugno – 27 novembre 2016

Martedì 26 luglio 2016

ore 13.00
Col Rodella
Campitello di Fassa (TN)

JEAN RUAZ & BAND

Jean Ruaz: voce e chitarra
Francesco Dallago: basso elettrico
Loris Dallago: batteria
Matteo Cuzzolin: sassofono

ore 21.00
Piazza del Municipio
Pergine Valsugana (TN)

NIC LEE & THE JINGE FELLAS
FEAT. MARCO PANDOLFI

Stefano Nicli: chitarra e voce
Christian Stanchina: tromba
Marco Pisoni: Sax
Giorgio Beberi: Sax
Marco Stagni: basso
Andrea Polato: batteria
Special guest Marco Pandolfi: chitarra e armonica

ingresso gratuito (altro…)