All’ Auditorium Parco della Musica il GIOCAJAZZ!

Massimo Nunzi

Auditorium Parco della Musica, Teatro Studio Borgna alle 11 della mattina

Massimo Nunzi narrazione testi e tromba
Marta Colombo voce
Carlo Conti sassofono soprano e tenore
Silvia Manco pianoforte
Riccardo Gola contrabbasso
Pierpaolo Ferroni batteria

Massimo Nunzi, compositore e musicologo, è ben consapevole del fatto che sia necessario creare nuovi linguaggi di divulgazione per i nuovi pubblici di domani e che questo percorso vada iniziato sin da piccoli. Il jazz, la classica, la musica contemporanea, rischiano di scomparire se non si trova il modo di creare una nuova generazione di fruitori in grado di apprezzarne la meravigliosa complessità. Nunzi ha sempre lavorato nella direzione di una divulgazione popolare ed accessibile anche a chi non sa nulla di musica e lo dimostra il successo di “Jazz! Istruzioni per l’uso”, format di successo creato per il Teatro Sistina, da cui è nato un manuale per Laterza e, successivamente una serie televisiva per l’Espresso e Repubblica e poi per Rai5. Giocajazz nasce per creare interesse ed ispirare le nuove generazioni verso la tutta la musica e le sue forme, usando il jazz; infatti questa musica fortemente legata all’improvvisazione e all’interazione, dove tutti sono protagonisti e nello stesso tempo gregari, è perfetta perché rende attiva la partecipazione dei ragazzi. Giocajazz vuole incrementare l’interesse dei più piccoli verso la musica in senso più generale utilizzando il Jazz, con la sua naturale propensione alla libertà e al gioco come mezzo sonoro ed ingrediente vincente del progetto. Sono più di 60 i bambini che hanno iniziato a suonare uno strumento musicale e si sono addirittura in molti casi, iscritti al conservatorio. Nunzi ha voluto portare avanti il percorso dividendo le “lezioni incontro” in strutture di narrazione legate ai moduli fondanti della musica: ritmo, melodia, armonia, forma. Con l’ausilio di un’orchestra di altissimo livello, formata da alcuni dei migliori musicisti della scena nazionale, offrirà un giocoso e fruttuoso incontro con la musica, portando i bambini immediatamente ad interagire con la band, e rendendoli anche protagonisti. Solo così, utilizzando un linguaggio fresco, veloce, privo di paludamenti teorici, si può ottenere il risultato di incuriosire, avvicinare, e far innamorare della musica le nuove generazioni. D’altra parte, le musiche colte fra virgolette, non hanno più accesso nelle grandi stazioni radiofoniche e televisive e quindi i bambini, attraverso questo lavoro divertente e in sintonia con il loro linguaggio, possono avere quella necessaria ispirazione a scoprire e conoscere in profondità la musica e poi, più avanti eventualmente a suonarla.

Biglietti:

Posto unico 10.00€

Spettacolo per famiglie con bambini dai 4 anni

Biglietteria 892.101 (Clicca e visualizza i costi del servizio)

Omaggio del sestetto di Roberto Gatto a Nino Manfredi

 

Roberto Gatto, batteria
Silvia Manco, pianoforte e voce
Luciano Biondini, fisarmonica
Francesco Lento, tromba e flicorno
Luca Velotti, sassofoni e clarinetto
Luca Bulgarelli, contrabbasso

 

E’ davvero difficile non fare centro quando un progetto è basato su musiche da film di maestri quali Fiorenzo Carpi, o Armando Trovaioli, tanto per citarne due. Se poi la performance è rivisitare i brani in chiave jazzistica ma ferma restando una  affettuosa, rispettosa e palpitante fedeltà, il risultato è di sicuro effetto. Se infine i musicisti sono musicisti come Roberto Gatto (batteria, ideatore del progetto dedicato all’ indimenticabile Nino Manfredi e fraterno amico della moglie Erminia), Silvia Manco (pianoforte e voce), Francesco Lento (tromba),  Luciano Biondini (fisarmonica) Luca Velotti (sassofoni e clarinetto) e Luca Bulgarelli (contrabbasso) allora potete stare sicuri che il concerto che ne scaturisce sarà allegro, commovente, divertente, trascinante.

Questo è accaduto alla Casa del Jazz, alla presenza di Erminia Manfredi,  per un piccolo ma intenso live ad inviti che seguiva un Live Recording destinato alla prossima pubblicazione di un cd e (si spera) ad una serie di concerti. Concerti che avranno il merito di “rimettere in circolo” musiche bellissime con tutta l’ energia del “qui e ora” che il buon Jazz sa imprimere per la sua stessa natura.
Non serve essere rivoluzionari per produrre buona musica: in questo caso serve, come accennavo, una (oramai si può dire) tradizione musicale che è un vero proprio fiore all’ occhiello per l’ Italia, passione, bravura e voglia di divertirsi.
E così questo sestetto comincia da “E nasce all’ improvviso una canzone”, cantata da Silvia Manco con una voce potente, espressiva e perfettamente in linea con l’ atmosfera del brano che riporta alla mente quel Manfredi un po’ scanzonato, un po’ spensierato, un po’ sornione che tutti ricordiamo. Il Jazz emerge elegante negli assoli di Lento, sempre più bravo, negli accordi congrui, equilibrati tra rivisitazione e attenzione al clima originale di Silvia Manco,  nel fondamentale apporto timbrico dei sassofoni e del clarinetto di Velotti, nel contrabbasso swingante di Bulgarelli e naturalmente nella esplosiva ma raffinata e giocosa batteria di Gatto. E Biondini è jazz si, ma anche melodia pura,  ritmo, lirismi a volte quasi dolenti.
Dunque con queste solide premesse si dipana poi uno spettacolo (si,  perché stiamo parlando di musica-spettacolo) convincente,  attraverso brani quali il tema principale del film “C’eravamo tanto amati” , incentrato sul contrasto tra unisono secco di fisarmonica e pianoforte nel presentare il tema, e la pienezza del suono del sestetto con la stessa fisarmonica che affresca quasi un intenso tango.  E se in Angola Adeus, di Trovajoli, dal bellissimo film “Riusciranno i nostri eroi a ritrovare il loro amico misteriosamente scomparso in Africa” tutto il sestetto dà prova tangibile di coesione e di quanto il ritmo possa essere fortemente legato ad un tema melodico geniale, con la medley del film Pinocchio, la fisarmonica e la tromba emozionano riproponendo i temi melodici di Fiorenzo Carpi, oramai nell’immaginario collettivo indissolubilmente legati alla fiaba di Collodi, e ridisegnati  dalla batteria di Gatto, così efficace nel ricostruire le atmosfere ad un tempo giocose e malinconiche di un film indimenticabile della nostra televisione.  Quanto sarebbe stato bello vedere in contemporanea le immagini dei film su uno schermo, come accaduto in precedenza all’ Auditorium della Conciliazione a Roma (vedi foto galleria), data la forte valenza evocativa di questa musica.   Ma probabilmente questo accadrà nei concerti futuri che andranno in scena in versione “integrale”.

Silvia Manco & Paolo Recchia in duo a Roma sabato 5 aprile

Silvia Manco, pianista e straordinaria cantante, assieme a Paolo Recchia, uno tra i più interessanti sassofonisti della nuova generazione jazzistica nazionale, presentano in anteprima a Roma il nuovo progetto live intitolato “Tales”. Per questa occasione Silvia Manco e Paolo Recchia si esibiranno sabato 5 aprile al Pentagrappolo (Via Celimontana 21B, Roma, ore 21.30), enoteca dall’atmosfera internazionale a pochi passi dal Colosseo luogo nel quale si possono respirare le atmosfere del celebre Greenwich Village di New York. Il duo proporrà standard tra i più ricercati, lasciando poi all’improvvisazione e al dialogo tra gli strumenti il compito di infittire le trame o dilatare gli spazi in racconti (da qui il titolo “Tales”) che dalla tradizione arriveranno fino alla contemporaneità del linguaggio, il tutto naturalmente in chiave jazz. Un incontro, quello tra Silvia Manco e Paolo Recchia nato quasi per caso durante le numerose jam session fatte nei locali della Capitale e scaturito dalla comune passione e dall’amore verso gli standard della tradizione americana.

Silvia Manco autrice e interprete dal pianismo raffinato, dalla suadente voce, propone un sound elegante, eclettico e originale che affonda le sue radici nella tradizione del jazz. I suoi riferimenti stilistici più diretti sono nelle formazioni guidate da pianisti e vocalist come Nat “King” Cole, Shirley Horn e Blossom Dearie. Silvia Manco ha all’attivo 3 album, “Big city is for me” con il quale esordisce nel 2007, incentrato su atmosfere sixties, beat e bossa nova; “Afternoon Songs” (2010) prodotto da Roberto Gatto; e il più recente, “Casa Azul” (Dodicilune, 2012) in cui presenta una biografia in musica ispirata alla figura della pittrice messicana Frida Kahlo. Nella sua carriera artistica vanta importanti collaborazioni. In ambito jazz: Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Dario Deidda, Fabio Zeppetella, Renzo Arbore, Lino Patruno. In ambito pop ha collaborato con Massimo Ranieri (tour 2009) e Arisa (Sanremo 2010); a teatro con Giorgio Albertazzi e Daniela Poggi.

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Musica per tutti i gusti alla Casa del Jazz

Lara Iacovini

Lara Iacovini

Dopo il successo della rassegna estiva svoltasi nel Parco da giugno ad agosto, ritorna ,sempre con la direzione artistica di Giampiero Rubei, la programmazione in  Sala Concerti della Casa del Jazz con un programma, assai variegato, che va da ottobre   a dicembre prossimi.

Ad  aprire la serie dei concerti, venerdì 4 ottobre, uno dei grandi protagonisti del jazz internazionale, Roberto Gatto che con il suo quintetto, presenterà “Tributo a Miles Davis”.  Sempre ad ottobre, il 29, eccezionale concerto con Lara Iacovini, Steve Swallow e Adam Nussbaum. Ma saranno tanti i concerti jazz di altissimo livello che si succederanno in questi tre mesi; così, ad esempio, il 30 novembre l’attesissimo ritorno di The Bad Plus, da diversi anni uno dei gruppi più originali e di successo della scena jazzistica mondiale che si contraddistingue per un repertorio che abbina loro composizioni originali a echi di Thelonius Monk e destrutturazioni di successi pop, come la particolare versione di “Smells like teen spirit” dei Nirvana. Il 12 dicembre è la volta di un altro grande protagonista, Fabrizio Bosso, che presenterà  il nuovo album “Purple” con il suo trio Spiritual ( all’organo e al piano Alberto Marsico e alla batteria Alessandro Minetto) . Il 9 novembre un altro eccellente trombettista, Luca Aquino, che presenterà ‘aQustico’, il suo nuovo lavoro discografico con in copertina un’opera di Mimmo Paladino. Tra gli altri concerti, il 12 ottobre, la cantante Susanna Stivali , il 1° dicembre, The Incredible John Papa Boogie Blues Band, il 31 ottobre Giancarlo Russo, il 7 novembre Venanzio Venditti Quartet, l’8 novembre Stefano Cicconetti Quintet, il 2 dicembre Electric People, il 20 dicembre Luca Chiaraluce con due progetti.

Come sempre un grande spazio nella programmazione della Casa del Jazz è riservato ai giovani talenti del jazz italiano: il 25 ottobre, Paolo Recchia  presenterà il suo nuovo progetto “Three For Getz” omaggio a un gigante del jazz ,Stan Getz; il 26 ottobre sarà la volta del giovane ma già ben noto pianista Alessandro Lanzoni; il 23 novembre il trio di un altro giovane, Enrico Zanisi, accompagnato da altri due giovanissimi: il batterista Alessandro Paternesi e il contrabbassista americano Joe Rehmer; il 5 dicembre Simone Graziano, pianista fiorentino di talento, con ospite uno  dei sassofonisti fra i più richiesti nell’ambito del jazz moderno e di ricerca: David Binney; il 7 dicembre Cristiano Arcelli presenterà “Brooks” ,il suo nuovo cd, un tributo alla diva dark del cinema muto Louise Brooks e infine il 21 dicembre, Armando Bertozzi New Generation Jazz, con ospite il trombettista Fabio Morgera.

Di grande interesse  “Fusione a caldo”, rassegna che unisce vari linguaggi e stili musicali come il jazz, la musica etnica, la  canzone d’autore, rock-blues e la musica classica con l’esibizione di musicisti affermati e altri emergenti della scena nazionale e internazionale, alla ricerca di un linguaggio musicale e culturale senza confini. Il primo appuntamento di questa nuova rassegna  è con un batterista tra i più amati e stimati in ambito progressive rock, Carl Palmer che farà rivivere i grandi classici di Emerson Lake & Palmer. Tanti gli appuntamenti di “Fusione a caldo” fino a dicembre.

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Il mondo del jazz lancia un S.O.S.

Maria Pia De Vito

Maria Pia De Vito

Il nostro, attualmente, è davvero un Paese strano… per usare un eufemismo. Siamo considerati in tutto il mondo il Paese dell’Arte, deteniamo oltre il 50% delle opere d’arte sparse in tutto il mondo e gli unici a non accorgersene sono i nostri politici. A questa regola non sfugge – anzi! – il cosiddetto governo dei tecnici anch’esso convinto che l’arte non è una risorsa. E quindi via con i tagli che se toccano un po’ tutte le manifestazioni artistiche, hanno ripercussioni ancora più pesanti sul mondo del jazz da sempre considerato una cenerentola in una sorta di classifica delle musiche degne d’attenzione da parte dei potenti di questo Paese. E così si chiudono gli spazi in cui soprattutto i più giovani possono esprimersi, si riducono drasticamente i fondi anche a favore di quelle manifestazioni storiche italiane, vetrine del jazz nostrano anche all’estero.

Il tutto, quindi, senza tenere minimamente conto del fatto che oggi , nel campo del Jazz, l’Italia rappresenta una vera e propria “eccellenza” con una serie di artisti che primeggiano a livello mondiale e che tengono alto nel mondo il nome della nostra patria.

Ma come, si potrebbe obiettare, in un momento in cui molti non arrivano a fine mese, molti perdono il lavoro, voi vi preoccupate della musica, del jazz? Sì, perché in  una società complessa come la nostra , tutto si tiene. Forse – anzi sicuramente – non ci si rende conto che indebolire il coté artistico di una società significa automaticamente indebolire la società tutta nella sua essenza, nell’essere, per l’appunto, un insieme di uomini e donne che vivono non solo per lavorare… magari come vorrebbe qualche ministro attuale. Ed inoltre, in un periodo come l’attuale, attraversato da innumerevoli tensioni anche a livello internazionale, da sempreil jazz èl’emblema dell’incontro e del confronto tra più culture, è il simbolo della libertà d’espressione.

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I nostri CD

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