Orpheus Award 2023: i vincitori del prestigioso premio dedicato al mondo della fisarmonica e della famiglia delle ance

Anche per quest’anno operazione compiuta e con pieno successo.
Organizzato dall’Associazione Promozione Arte, si è chiuso l’ORPHEUS AWARD (Premio della Critica per produzioni di fisarmonica e tutta la famiglia delle ance, di cui il nostro direttore Gerlando Gatto è direttore artistico) rivolta ad artisti italiani. Occorre sottolineare come anche l’edizione di quest’anno abbia pienamente confermato le scelte degli organizzatori compiute nel recente passato. Quindi produzioni per lo più digitali e non coerenti con le canoniche durate dei CD: si parla di SINGOLI, di EP o brani unici ma di lunga durata.
Stante l’elevato numero di artisti partecipanti, evidentemente il nuovo regolamento è stato apprezzato dai musicisti; lo stesso dicasi per i numerosi critici che hanno partecipato all’evento, esprimendo tre preferenze per ogni sezione – classica, jazz, world – cui si affianca il premio alla carriera.

Quest’ultimo è stato conferito ad una vera e propria icona della fisarmonica: Wolmer Beltrami. Nato a Breda Cisoni il 23 maggio 1922, da ‘ragazzo prodigio’ qual era, Wolmer già a  16 anni aveva la sua orchestra con cui si esibì per molti mesi in alcuni grandi alberghi. Nel 1947, si costituì il celebre duo Kramer-Beltrami mentre con l’avvento della televisione in Italia formò il Trio con le sorelle Luisa e Leda, con le quali negli anni ’50 effettuò alcune tournée in Medio Oriente. Nel 1960 ebbe un importante riconoscimento: l'”Oscar Mondiale della Fisarmonica”.
Straordinario virtuoso, Beltrami è giustamente ricordato anche come compositore immaginifico: tra le sue “creature” da citare “Il treno”, “Carovana negra”, “Squadrone bianco”.

E veniamo adesso alla tre sezioni attraverso cui si articola l’Orpheus.

Per il jazz sono risultati vincitori Simone Zanchini e Gabriele Mirabassi con “Il Gatto e la Volpe” Egea Records.
Per la classica Marco Gemelli con ‘El Tiburon’ Ars Spoletium Publishing&Recording; infine per la world/popular, ancora un duo costituito da Flaviano Braga e Simone Mauri con ‘Ma però’ della Caligola Records.
Va ricordato come la manifestazione non sarebbe stata possibile senza l’impegno e l’abnegazione di un piccolo ma efficiente staff che oltre al già citato direttore artistico, comprende Renzo Ruggieri presidente dell’APA e vero motore della manifestazione, affiancato da Giuseppe Di Falco e Andrea Di Giacomo ambedue segretari.
A vostra disposizione il video della serata in cui, per l’appunto, sono stati comunicati i risultati delle segnalazioni operate dai critici.

Marina Tuni – Redazione APdJ

Varato l’ORPHEUS AWARD, il Premio della Critica per produzioni di fisarmonica

L’Associazione Promozione Arte, anche quest’anno organizza l’ORPHEUS AWARD (Premio della Critica per produzioni di fisarmonica e tutta la famiglia delle ance) rivolta ad artisti italiani. La direzione artistica è confermata al nostro direttore GERLANDO GATTO.
La versione passata ha ribadito quanto il concetto di “progetto artistico” sia profondamente cambiato. Oltre il 90% delle produzioni arrivate erano digitali e non più delle canoniche durate dei CD. Si parla di SINGOLI, di EP o brani unici ma di lunga durata. La rivoluzione è in atto e l’Orpheus Award vuole rimanere fedele al suo compito di fare il punto della situazione annuale della fisarmonica italiana. Il regolamento dello scorso anno è stato molto apprezzato e quindi confermato; i critici esprimeranno “tre preferenze” per ogni sezione.


Le Categorie sono le seguenti:
Miglior Produzione Italiana per Fisarmonica nella MUSICA CLASSICA
Miglior Produzione Italiana per Fisarmonica nella MUSICA JAZZ
Miglior Produzione Italiana per Fisarmonica nella WORLD MUSIC
Orpheus alla CARRIERA
Per “MUSICA JAZZ” – sezione che maggiormente interessa in questa sede – si intende “musica dove gli elementi fondamentali saranno le IMPROVVISAZIONI, lo STILE del leader. I progetti di tango personalizzati con improvvisazioni rientrano in questa sezione”.
I vincitori riceveranno i CERTIFICATI UFFICIALI degli ORPHEUS AWARD durante una diretta streaming con la proclamazione dei risultati.
Sarà predisposta una “LISTA DELLE PRODUZIONI” (sempre aggiornata) sul sito ufficiale con tutte le produzioni segnalate (Nome Artista, Titolo Progetto, Etichetta, Anno Pubblicazione, Sezione, Link per l’Ascolto: Spotify/ITunes/Bandcamp/etc.) per rendere disponibile ai critici la pubblicazione.
L’albo d’oro, che potrete consultare per intero al link seguente, www.associazionepromozionearte.com/orpheusaward/#idalbo
per quanto concerne in modo specifico il jazz, ha visto, a partire dal 2009, i seguenti vincitori: Luciano Biondini (2009); Renzo Ruggieri (2010); Daniele Di Bonaventura (2011); Di Bonaventura, Fresu, Filetta (2012); Di Sabatino, Ruggieri duo (2013); Daniele Di Bonaventura (2014); Max De Aloe quartet (2015); Simone Zanchini (2016); Biondini-Giuliani-Pietropaoli-Rabbia (2017); Di Bonaventura-Fresu-Bardoscia-Rabbia (2018); Soscia-Jodice quartet (2019); Vince Abbracciante e Simone Zanchini (2020).
Insomma quanto di meglio nel corso di questo decennio ha offerto il panorama fisarmonicistico jazz nazionale.
Infine qualche parola sulla giuria che annovera alcuni tra i più affermati e competenti giornalisti di settore italiani e stranieri tra cui Amedeo Furfaro, Christina M. Bauer (Germania), Fabio Ciminiera, Flavio Caprera, Gianluca Bibiani, Giuseppe Attardi, Herbert Scheibenreif (Austria), Marco Gemelli, Paolo Picchio, Stefano Dentice, Stefano Duranti Poccetti.

(Redazione)

Orpheus Award 2021: Vince Abbracciante conquista il premio della critica, ex aequo con Simone Zanchini

Il fisarmonicista ostunese 37enne Vince Abbracciante ha conquistato (ex aequo con Simone Zanchini) l’Orpheus Award 2021 nella categoria jazz, con l’album “Terranima”, prodotto dall’etichetta discografica pugliese Dodicilune. E’ il premio della critica per le produzioni fisarmonicistiche italiane, organizzato dall’associazione Promozione arte e diretto da Gerlando Gatto, che coinvolge diciassette esperti e critici di riviste italiane e internazionali e che per il biennio 2019/2020 ha visto la segnalazione di 45 produzioni discografiche.
“Sono felice e orgoglioso di questo premio in quanto viene attribuito ogni anno alle migliori produzioni italiane di fisarmonica in ambito jazz, classico e world music. In questo periodo davvero complicato per l’arte, ricevere un riconoscimento per quello che si è fatto, è uno stimolo notevole per continuare a produrre musica” commenta Abbracciante.
Negli arabeschi sonori di “Terranima” creati da Abbracciante c’è il sapore della terra salentina, generoso come un vino rosso primitivo, che pulsa e che ribadisce il forte legame dell’autore con quella Puglia così aspra eppure incredibilmente generosa come una madre. E c’è allo stesso tempo, la gentilezza del sospiro jazz che ricorda Astor Piazzolla.
Il musicista e compositore è affiancato dall’ensemble composto da Nando Di Modugno (chitarra), Giorgio Vendola (contrabbasso) e dall’Alkemia Quartet – Marcello De Francesco e Leo Gadaleta (violino), Alfonso Mastrapasqua (viola) e Giovanni Astorino (violoncello) – arricchito per questa nuova produzione dalla presenza di Gabriele Mirabassi (clarinetto), Aldo Di Caterino (flauto), Nicola Puntillo (clarinetto basso), Giuseppe Smaldino (corno, shell) e Pino Basile (percussioni). (courtesy: Ansa)

(Redazione MT)

Valerio Chiarovelli e Fulvio Chiara sono i vincitori del PIF 2020 nella categoria jazz

“Se Castelfidardo con il suo prestigioso festival vive, nonostante la pandemia, anche la fisarmonica vive»: questo l’efficace slogan coniato dal direttore artistico Renzo Ruggieri in occasione della 45° edizione del PIF (Premio Internazionale della Fisarmonica) svoltosi a Castefidardo dal 16 al 20 settembre scorsi.

La manifestazione di quest’anno potrà senz’altro iscriversi nell’album dei ricordi del PIF dal momento che è stato stravolto il tradizionale palinsesto organizzando un’edizione rispettosa delle linee guida in materia di sicurezza pur mantenendo altissimo il livello qualitativo. Ecco così che il teatro Astra si è trasformato in uno studio televisivo professionale con la ripresa di Étv Marche, lo streaming sui canali social e il maxi schermo in piazza della Repubblica per diffondere capillarmente ogni fase dell’evento, le audizioni su piattaforme digitali a garantire la certezza della diretta (primi in assoluto a proporre lo streaming in ricezione e in trasmissione, operazione di una complessità assoluta) e la partecipazione di artisti da 36 Paesi e di 45 giurati collegati da ogni parte del mondo. Insomma un PIF “global” con concerti “local” di grande qualità, aperti al pubblico nella misura di 150 spettatori.

A quest’ultimo riguardo vorrei segnalare la serata di venerdì 18 settembre dedicata a Luciano Fancelli (Foligno, 1928-1953) la cui passione per la fisarmonica è divampata come un’illuminazione in un ‘giovane adulto’ sensibile a tutte le arti, aperto all’armonia e alla ritmica jazzistica: un esecutore abilissimo, un compositore dal timbro poetico e personale che ha scritto tantissimo. Ha partecipato a rubriche radiofoniche RAI e inciso per la Ricordi e la Farfisa, lasciando una mole di materiale cui si ispira lo spettacolo che ha visto sul palco gli altrettanto giovani e già affermati talenti del Virtuosity Duo (Andrea Di Giacomo e Valerio Russo) e l’Italian Accordion Quintet in un programma che ha alternato live e contributi video. Il quintetto veneto è stato così la voce del Fancelli – maturo, grazie a componenti di fine levatura (Romano Benetello, Gianfranco De Lazzari, Omar Francescato, Roberto Salvalaio e Roberto Rusalen) che, come riferisce un amico degno di fede, hanno fuso le rispettive esperienze e stili mantenendo una matrice improvvisativa.

Renzo Ruggieri – ph Stefano Celiberti

Di assoluto rilievo anche il concerto di giovedì 17 settembre che ha avuto come protagonisti un duo d’eccezione formato da Danilo Rea al pianoforte e Luciano Biondini alla fisarmonica. Un duo certo non usuale che, come mi assicurava l’amico degno di fede di cui sopra, ha deliziato il palato degli spettatori

Di spicco anche il seminario “The world accordion to Gil”, con il pianista, fisarmonicista, produttore e arrangiatore Gil Goldstein collegato in diretta streaming dagli Stati Uniti per affrontare tematiche come lo sviluppo dell’assolo, l’accompagnamento, le trascrizioni e altri consigli sull’utilizzo della fisarmonica nel jazz.

Ciò detto vorrei adesso soffermarmi sulla specifica categoria dei fisarmonicisti jazz la cui giuria è stata anche quest’anno presieduta dal sottoscritto, coadiuvato da Jure Tori (Slovenia), Anatoli Taran (Bielorussia), Chico Chagas (Brazil), Paolo Di Sabatino (Italy), Coba (Japan) e Simone Zanchini (Italy). Come si nota una giuria di qualità che si è trovata sostanzialmente unanime nel designare i vincitori nelle persone degli italiani Valerio Chiarovelli alla fisarmonica e Fulvio Chiara alla tromba. Al posto d’onore il cinese Zhong Kai che personalmente non ho troppo gradito. Al terzo posto gli statunitensi Sergei Teleshev & Friends a precedere il Duo Astra dal Belgio e i finlandesi Anne-Mari Kanniainen & Heikki Ruokangas a mio avviso meritevoli di maggiore considerazione.

Archiviata nel migliore dei modi questa difficilissima ma storica edizione, gli organizzatori, con Renzo Ruggieri in testa, sono già al lavoro per la preparazione del PIF 2021 che speriamo si possa svolgere alla presenza di quel folto pubblico che ha sempre caratterizzato la manifestazione, lontani da questa pandemia che tante preoccupazioni sta ancora producendo.

 Gerlando Gatto

IN EQUILIBRIO TRA GIOVANI TALENTI E GRANDI NOMI LA NUOVA STAGIONE DEL MILESTONE JAZZ CLUB

Occhi puntati sui giovani talenti nostrani, alcune chicche inusuali e sorprendenti e nomi di grande richiamo, a livello nazionale e internazionale. Queste in estrema sintesi le peculiarità che possono descrivere la nuova stagione del Milestone Jazz Club, il locale piacentino di musica rigorosamente dal vivo che riapre la sua stagione di concerti il 5 ottobre e proseguirà tutte le settimane (perlopiù il sabato sera, qualche volta anche la domenica nel tardo pomeriggio e un unico venerdì) fino a tutto il mese di gennaio. Da febbraio, poi, sarà la volta della nuova edizione del Concorso “Bettinardi”, da sempre preludio del Piacenza Jazz Fest.

In sedici anni di vita il Concorso ha visto maturare professionalmente tanti dei giovani talenti che avevano superato le varie fasi della selezione fino alla finale, alcuni dei quali sono riusciti diventare musicisti affermati, concretizzando quella che, all’epoca della loro partecipazione, era un’ambizione: fare della musica la loro scelta di vita.

Quest’anno il Bettinardi si guadagna una larga fetta di programmazione al Milestone, sia attraverso tre dei protagonisti delle passate edizioni sia con una finale speciale, nuova di zecca. A tornare sul palco del club con i loro attuali progetti musicali saranno il polistrumentista Dario Carnovale (vincitore nel 2008 nella sezione gruppi col suo trio di allora) sabato 2 novembre insieme al saxofonista Francesco Bearzatti, il saxofonista Claudio Jr. De Rosa (miglior solista nel 2016) che presenterà il suo nuovo album il prossimo 4 gennaio insieme al quartetto che porta il suo nome e il pianista Francesco Orio (sempre miglior solista nel 2015 e miglior trio 2016) che si esibirà sabato 18 gennaio.

Domenica 13 ottobre si terrà invece la finale del Concorso Bettinardi “Speciale Emilia-Romagna”, appositamente bandita dal Piacenza Jazz Club insieme a Bologna In Musica e al Torrione di Ferrara, per selezionare giovani formazioni di musicisti che suonano musica originale residenti in maggioranza nella regione, con il sostegno della “Legge Musica”, prima in Italia nel suo genere. I gruppi che si esibiranno sono stati selezionati da una giuria di esperti sulla base del materiale audio inviato nei mesi scorsi, costituito da soli brani originali. Un’ottima occasione per tutti quei giovani che vogliono provare a crescere in un settore molto competitivo e in cui è molto difficile riuscire ad emergere senza l’ausilio di strumenti specifici che diano una mano concreta a sviluppare le proprie doti.

Pluralità di approcci, originalità di sguardi e livello qualitativo che tende sempre all’eccellenza nelle scelte artistiche, sono le caratteristiche più evidenti di questa stagione alle porte, che si preannuncia stimolante e variegata.

Senza addentrarsi troppo nel dettaglio, basti citare alcune perle come l’ultima serata di ottobre, una delle pochissime in Italia che vedrà esibirsi lo ZZ International Quartet, un quartetto internazionale di altissimo livello che include musicisti provenienti da quattro paesi diversi e che propone composizioni rigorosamente originali. Il quartetto è composto da Simone Zanchini alla fisarmonica e ai live electronics, Ratko Zjaca alla chitarra elettrica, Martin Gjaconovski al contrabbasso e Adam Nussbaum alla batteria.

Oppure a novembre la serata in due set che vedrà protagonista il batterista Roy Royston, nella prima parte insieme alla cantante Paola Quagliata in un duetto libero da appartenenze di genere, nella seconda insieme al suo quintetto, in una formazione particolarmente allettante, formata da clarinetto basso e saxofoni insieme alla fisarmonica, violoncello e contrabbasso.

Sempre a novembre, un trio di grandi nomi del Jazz, insieme per un progetto che finalmente torna a mettere il violino protagonista. Il violinista è il francesce Régis Huby che insieme al contrabbassista Bruno Chevillon (che qualcuno si ricorderà per aver accompagnato Michel Portal in un bellissimo concerto alla Sala degli Arazzi per il Piacenza Jazz Fest edizione 2018) e al batterista Michele Rabbia presentano il loro album “Reminescence”.

Tra i nomi di spicco non si può non citare la serata di venerdì 20 dicembre che vedrà il graditissimo ritorno di Antonio Faraò con un trio il cui spirito differisce dai precedenti, in virtù della presenza al contrabbasso e basso di Ameen Saleem, grande talento per anni nel quintetto di Roy Hargrove.

La commissione artistica del Milestone, composta da Gianni Azzali, Angelo Bardini e Monica Agosti, ha così voluto proporre al pubblico una programmazione che spazia per stili e per intenzione, che possa stuzzicare curiosità e interesse e che offrirà di certo la possibilità di ampliare i propri orizzonti musicali, per tutti coloro che non si vogliono fermare alle solite note ma amano continuare a crescere.

A partire dall’inaugurazione del 5 ottobre sarà già possibile all’ingresso fare la tessera 2020 del Piacenza Jazz Club che raffigurerà il padre del movimento free jazz Ornette Coleman nell’anniversario dei novant’anni dalla sua nascita.

Per maggiori informazioni si consiglia di visitare il sito www.piacenzajazzclub.it e seguire le sue pagine social su facebook, twitter e instagram.

Luca Ciarla Solorchestra @ Rossini Jazz Club, Faenza

Giovedì 29 novembre, sempre alle 22, la stagione del Rossini Jazz Club di Faenza prosegue con Luca Ciarla Solorchestra, il concerto in solo del violinista Luca Ciarla. La rassegna diretta da Michele Francesconi si presenta in questa stagione con due cambiamenti sostanziali: il Bistrò Rossini di Piazza del Popolo è il nuovo “teatro” per i concerti che si terranno di giovedì. Resta immutato l’orario di inizio alle 22. Il concerto è ad ingresso libero.

Un violino, alcuni strumenti giocattolo. Passo dopo passo, con un pedale loop, Luca Ciarla esegue dal vivo tutte le parti, suonando il violino come una chitarra, un violoncello o una percussione. Un fantasioso mondo musicale in cui il musicista canta, fischia, suona altri piccoli strumenti e aggiunge sempre nuovi passaggi virtuosistici: la musica si evolve continuamente trasformandosi in una vera e propria “solo string band”. Il programma presenta insoliti arrangiamenti di brani della tradizione popolare italiana, musiche del bacino del Mediterraneo e composizioni originali.

Nato a Termoli, in Molise, inizia a suonare il violino e il pianoforte all’età di otto anni. A dodici studia al conservatorio e pochi anni dopo inizia ad esplorare il jazz e l’improvvisazione. Si laurea in violino nel 1993 e poi studia presso la Scuola di Musica di Fiesole e la Scuola di Alto Perfezionamento di Saluzzo. Nel 1996 si trasferisce negli Stati Uniti per seguire un master dell’Indiana University e per studiare jazz con David Baker. Successivamente porta a termine anche un dottorato in arti musicali dell’ Università dell’Arizona dove insegna per alcuni anni. Vincitore di vari concorsi in Italia e all’estero, è stato premiato nel 1999 dalla prestigiosa organizzazione newyorkese Chamber Music America. Nel corso degli anni Luca Ciarla ha lavorato con artisti del calibro di Greg Cohen, Chris Jarrett, Daniele Sepe, Joshua Bell, Edgar Mayer, Daniele Scannapieco, Danilo Rea, Sylvain Gagnon, Anthony Fernandes, Luciano Berio, Andrea Piccioni, Meklit Hadero, Simone Zanchini, Lello Pareti, Marco Siniscalco, Marina Rei, Rodolfo Maltese, Paola Turci, Luigi Tessarollo, Ferruccio Spinetti, Mark Rush. Dopo aver registrato con varie prestigiose etichette discografiche, fonda la Violipiano, casa di produzione che si occupa della sua attività artistica a 360 gradi. Dal 2012 tiene master class incentrati sullo sviluppo creativo nel mondo degli archi.

La rassegna musicale diretta da Michele Francesconi, dopo oltre dieci anni, cambia sede e si sposta al Bistrò Rossini che diventerà, ogni giovedì, il Rossini Jazz Club: la seconda importante novità riguarda proprio il giorno della settimana, si passa appunto al giovedì come giorno “assegnato” ai concerti. Resta invece immutato lo spirito che anima l’intero progetto: al direttore artistico Michele Francesconi e all’organizzazione generale di Gigi Zaccarini si unisce, da quest’anno, la passione e l’accoglienza dello staff del Bistrò Rossini e l’intenzione di offrire all’appassionato e competente pubblico faentino una stagione di concerti coerente con quanto proposto in passato.

Giovedì 6 dicembre, sempre alle 22, la stagione del Rossini Jazz Club di Faenza propone un dopppio concerto. Nella prima parte della serata, si esibirà il Mattia Parissi Trio, formato da Mattia Parissi al pianoforte, Emanuele Di Teodoro al contrabbasso e Andrea Ciaccio alla batteria. A seguire, poi, sarà sul palco del club faentino Òligo, il trio costituito da Enrico Ronzani al pianoforte, Henrique Molinario al contrabbasso e Giacomo Scheda alla batteria.

Il Bistrò Rossini è a Faenza, in Piazza del Popolo, 22.