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Enrico Rava

I risultati del “Top Jazz 2009”
La cerimonia di premiazione all’Auditorium Parco della Musica di Roma nella serata di lunedì 18 gennaio

Cari Amici,
eccoci ancora insieme per un nuovo anno che spero possa essere, per tutti noi, ricco di belle sorprese.
Come al solito, nel mondo del jazz, il primo evento dell’anno è il risultato del Referendum “Top Jazz” indetto dalla rivista specializzata “Musica Jazz”. Va subito detto che anche questa volta, almeno per quanto concerne le posizioni di vertice, il referendum fotografa abbastanza fedelmente la situazione del jazz made in Italy.
In effetti, se si esclude l’esito della categoria “miglior disco” ove, evidentemente, le valutazioni sono quanto mai soggettive, i musicisti risultati vincenti nei rispettivi ambiti sono quanto di meglio il panorama nazionale possa oggi offrire. Certo, la situazione cambia radicalmente passando alle posizioni di rincalzo ove si nota come , ancora una volta ,qualcuno soffra di una certa sottovalutazione mentre altri ricevano forse più di quel che meritino.

Ma veniamo alle dieci classifiche che, anche quest’anno, hanno fatto registrare al primo posto un ex aequo : il premio Arrigo Polillo come miglior disco del 2009 è andato a «Stunt» del duo Fabrizio Bosso – Antonello Salis, disco della Parco della Musica Records, e a «New York Days» di Enrico Rava della ECM.
Il premio Pino Candini quale miglior musicista dell’anno è andato a Enrico Rava superando, nell’ordine, Gianluca Petrella, Stefano Bollani e il vincitore dell’anno scorso, Franco D’Andrea. E devo dire che sono particolarmente lieto di questo risultato in quanto temevo che certe forzature di mercato potessero orientare le votazioni in modo molto diverso.
Assolutamente condivisibile anche l’affermazione di Gianluca Petrella (jazzista dell’anno dodici mesi fa) come leader della miglior formazione, la Cosmic Band, che è prevalsa sulla Lydian Sound Orchestra di Riccardo Brazzale e sulla Unknown Rebel Band di Giovanni Guidi.
Così come non ci sono dubbi sulle capacità di Dino Betti van der Noot che è stato valutato il miglior compositore e arrangiatore dell’anno grazie a quel suo magnifico album “God save the earth” che ancora una volta ha messo in luce le straordinarie doti di questo musicista, vero e proprio assemblatore di suoni tra i più originali oggi in esercizio.
Per la categoria ottoni abbastanza scontata l’affermazione del trombettista Fabrizio Bosso mentre fra tra le ance l’ha spuntata il sassofonista Francesco Bearzatti.
La successiva categoria è una di quelle che francamente convince poco: come si fa a mettere assieme tastiere e chitarre? Forse per il solo fatto che pianoforte e chitarra hanno ambedue le corde? Francamente l’accorpamento pare un po’ tirato per i capelli ma ,nell’attesa che gli organizzatori cambino idea, tocca prendere atto dei risultati di quest’anno che premiano il pianista Dado Moroni…ed anche questo è un evento che saluto con particolare gioia. In effetti chi segue “A proposito di jazz” ricorderà come si è sempre parlato non bene ma benissimo di questo pianista che a mio avviso non ha ancora ottenuto tutti i riconoscimenti che merita; speriamo che adesso, finalmente, qualcosa si muova.
Per gli artisti della sezione ritmica affermazione del mio omonimo batterista Roberto Gatto mentre nella «miscellanea » la cantante Maria Pia De Vito ha bissato il successo dello scorso anno, a conferma di qualità canore ed interpretative di eccelso livello .
Infine, per quanto riguarda il nuovo talento nazionale, altra vittoria scontata: Luca Aquino, trombettista di Benevento, si è aggiudicato con pieno merito la maggior parte dei consensi precedendo un altro notevole musicista quale Daniele Tittarelli.
Ciò detto vorrei ribadire alcuni elementi che di questo referendum, convincono poco: innanzitutto la limitazione ai musicisti italiani, in secondo luogo l’accorpamento di alcune categorie che continua a restare assolutamente incomprensibile…e infine la scelta dei “giurati”. Fermo restando che qualsivoglia criterio, in quanto tale, è suscettibile di critiche, resta il fatto – questo assolutamente oggettivo – che nell’elenco dei votanti mancano alcuni colleghi che paradossalmente scrivono tanto di jazz e per giunta non sulla “Gazzetta della Sburbola” ma su quotidiani di assoluto rilievo nazionale. Esclusione o autoesclusione? Francamente non lo so…ma sarebbe interessante avere qualche spiegazione e questo non per volontà di polemica ma per assicurare al Referendum ancora maggior valenza. Valenza che sarebbe altresì assicurata se, a mio avviso, quanti votano si sforzassero di più nell’osservare il panorama nostrano e valorizzassero finalmente quei tanti talenti che pure ci sono: un nome per tutti, il gruppo “Odwalla” a mio avviso una delle realtà più fresche e originali del jazz italiano…ma ovviamente anche questo è un parere del tutto personale e quindi assolutamente discutibile.
Ma ora, come si dice, bando alle parole e passiamo alla musica: l’appuntamento è per il 18 all’Auditorium di Roma dove “Musica Jazz” la Casa del Jazz e la Fondazione Musica per Roma hanno organizzato una serata per la premiazione del Top Jazz, serata presentata da Luca Conti e Luciano Linzi. La Fondazione Musica per Roma – informa un comunicato – è particolarmente lieta di ospitare questo nutrito gruppo di artisti, “dal momento che la maggior parte dei vincitori di questa edizione si è esibita all’Auditorium nel corso degli anni, o ha ricevuto una Carta Bianca nel corso della programmazione (Enrico Rava, Gianluca Petrella) o ha pubblicato un disco con la Parco della Musica Records (Bearzatti, Bosso, Dalla Porta, De Vito, Salis)”. I musicisti si esibiranno in formazioni inedite, concepite per l’occasione.

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