Agosto
Tempo di lettura stimato: 21 minuti
- Bann – “As you like” – Jazzeyes 010
- Wolfert Brederode – “Post Scriptum” – ECM 2184
- Mauro Campobasso, Mauro Manzoni – “Ears wide shut. Homage to Stanley Kubrick” – Parco della Musica Records
- Mattia Cigalini – Res Nova – My Favourite Records 8034135080219
- Stefano Di Battista – “Woman’s Land” – Alice Records
- Emoticons – “No project” – Abeat ABJZ 090
- Maurizio Giammarco – “Cieli di Sicilia” – Anaglyphos Records NTA05
- Salvo Lazzara – “Materia e memoria” – Fonosfere FNF102
- Angelo Lazzeri Trio – “Pipelettes” – Dodicilune Ed279
- Roberto Magris – “Morgan rewind: a tribute to Lee Morgan Vol.1”
- Mr. Rencore + Tim Berne – “Intollerant” – Auand AU 9024
- OpraChina – “OpraChina” – SLAM 527
- Daniele Santimone – “A little Bartòk” – Abeat ABJZ 093
- Scie Chimiche – “Spettacolo!!” – Splasc(h) CDH 1551.2
- Daniel Smith – “Bassoon goes latin jazz!” – Summit Records DCD 560
- Daniel Smith – “Blue bassoon” – Summit Records DCD 530
- Craig Taborn – “Avenging Angel” – ECM 2207
- Ricardo Villalobos, Max Loderbauer – “Re: ECM” – ECM 2211/12
Bann – “As you like” – Jazzeyes 010
“Bann” è l’acronimo ottenuto dalle iniziali dei quattro musicisti che compongono il gruppo, vale a dire Seamus Blake al sax tenore, Jay Anderson al contrabbasso, il chitarrista israeliano Oz Noy e il batterista Adam Nussbaum. Insomma un gruppo di vere e proprie all stars in quanto Blake è sassofonista oramai ben noto ed apprezzato negli ambienti jazzistici internazionali, Nussbaum è batterista oramai di gran nome essendosi definitivamente affermato nel trio di John Scofield con Steve Swallow, Anderson è musicista assai versatile capace di collaborare con jazzisti quali Paul Bley e Mike Stern.. ma anche con musicisti di estrazione totalmente diversa come Frank Zappa e Tom Wiats; l’unico che, per così dire, esce fuori dal coro è il chitarrista Oz Noy: israeliano di nascita ma residente a New York fin dal 1996, il musicista ha finora frequentato territori non proprio jazzistici, suonando funk, rock, blues con artisti quali Jeff “Tain” Watts, Anton Fig, Keith Carlock, Will Lee e Reggie Washington. In attività fin dal 2007, il gruppo non aveva però finora avuto modo di entrare in sala di incisione per cui questo è il loro primo disco, da seguire, quindi, con ancora maggiore interesse. E il risultato è senza dubbio alcuno positivo. In effetti quella diversità di linguaggio tra i musicisti cui si accennava in precedenza si avverte assai chiaramente soprattutto quando a prendere gli assolo si susseguono in rapida successione sassofonista e chitarrista. L’impostazione rock-funky del secondo è come una sorta di rapido cambio di direzione che tuttavia non nuoce alla compattezza del gruppo, capace di esprimersi su livelli altissimi sia che si preferisca il linguaggio più prettamente jazzistico sia che ci si esprima su territori affini. Esemplari, al riguardo, a lumeggiare i rispettivi ambiti “Played twice” di Thelonious Monk e “Minor Shuffle” di Oz Nov.
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