Agosto
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Wolfert Brederode – “Post Scriptum” – ECM 2184
Il pianista olandese Wolfert Brederode è alla sua seconda esperienza discografica con la ECM dopo “Currents” del 2007, e guida lo stesso gruppo di allora con il clarinettista Claudio Puntin, il batterista Samuel Rohrer (entrambi svizzeri) e il contrabbassista norvegese Mats Eilertsen che si è fatto conoscere anche al fianco di Trygve Seim. Il repertorio è costituito tutto da originals scritti dai quattro: in particolare Eiletrsen ha firmato tre composizioni, Puntin e Rohrer una cadauno, e Brederode le rimanenti nove. Dei quattordici brani alcuni erano preesistenti, altri sono stati composti per l'occasione: così i due pezzi di Eilertsen – “Wall View” e “Aceh” – erano già presenti in “Radio Yonder” (Hubro, 2009). Il clima che si respira è quello classico ECM, quindi un'atmosfera rarefatta ma sempre rigorosa, con i musicisti che evidenziano grande interplay e raffinata eleganza in un eloquio di apparente semplicità, alla costante ricerca del migliore equilibrio tra scrittura e improvvisazione. L'apertura dell'album è affidata a “Meander” del leader e rappresenta una sorta di mini-manifesto dell'estetica dell'album, con il pianismo di Brederode così lirico ed essenziale, il supporto ritmico-armonico di batteria e contrabbasso sempre puntuale pur non disdegnando i due sortite solistiche (si ascolti ad esempio Eilertsen in “Angelico”) e Puntin più volte brillante nel disegnare complesse serpentine così come delicate linee melodiche e in questi casi il pianista si produce in delicati e preziosi arpeggi che evidenziano la sua abilità anche di accompagnatore. Insomma un album raffinato per orchestre raffinate.
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