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Emanuele Cappellotto, Gianluca Sabbadin – “Four Clockworks for Mandolin & Guitar”

Emanuele Cappellotto, Gianluca Sabbadin – “Four Clockworks for Mandolin & Guitar”

Emanuele Cappellotto, Gianluca Sabbadin – “Four Clockworks for Mandolin & Guitar”- Dodicilune Ed277
L’etichetta Dodicilune ci ha abituati a spaziare oltre il jazz, passando anche attraverso alla musica contemporanea, e qui noi di “A proposito di Jazz” di questo non possiamo che essere felici.
Dunque ogni tanto ci imbattiamo in piccoli gioiellini come questo “Four Clockworks for Mandolin & Guitar” in cui il mandolino di Emanuele Cappellotto e la chitarra di Gianluca Sabbadin si cimentano in ben quattro suite di altrettanti compositori contemporanei: Norbert Sprongl, Guido Santorsola, Ernst Krenek ed Angelo Gilardino. Composizioni strutturate e definite dai due musicisti per l’appunto “Clockworks”, letteralmente “meccanismi” o “ingranaggi”, a moto perpetuo, che dir si voglia, perche’ scritte con una ferrea precisione di intrecci ritmici e melodici, che ne è il fil rouge. Abbiamo molti modi di ascoltare i virtuosismi complessi e divertenti di questo excursus nella musica colta moderna. Quello “diacronico”, poiché le quattro composizioni sono sistemate in progressione a partire dal 1950 di Sprongl, passando poi per il 1981 di Santorsola, per il 1989 di Krenek e il 2006 di Gilardino, in cui possiamo recepire come cambia il linguaggio ritmico melodico e anche tecnico esecutivo per gli strumentisti con il progredire dei tempi; ma possiamo accostarci all’ ascolto anche decidendo di cogliere analogie e differenze tra compositori moderni provenienti da diverse realtà culturali (il mitteleuropeo Sprongl, austriaco, l’ austriaco ma naturalizzato statunitense Krenek, l’ italo – uruguayano Guido Santorsola, l’ italianissimo Angelo Gilardino: ascoltate quanta diversa musicalità, che intrecci contrappuntistici e armonici diversi e addirittura contrastanti emergano da queste complesse pagine di musica ); possiamo infine anche decidere di abbattere i parametri cronologici e geografici e prestare attenzione solo e soltanto a come chitarra e mandolino si scambino i ruoli in maniera quasi acrobatica, a partire dal molto definito Strongl, in cui il mandolino ha essenzialmente la parte tematica e la chitarra quella di accompagnamento armonico ritmico, fino allo scardinamento quasi totale di questa consuetudine in Gilardino. Cappellotto e Sabbadin seguono implacabilmente questo moto perpetuo in tutti i sessantaquattro minuti ma non pensiate che “moto perpetuo” significhi un continuo ticchettio sempre uguale a se stesso: ciò che lascia stupiti, è che in questo meccanismo di precisione musicale che percepiamo come uno scorrere regolare di battiti dall’inizio alla fine, in realtà assistiamo ogni minuto che passa a un continuo esplodere di sorprese mai uguali una all’altra. Consigliamo, vivamente, più ascolti perche’ niente è più imprevisto del regolare scorrere del tempo! Come ci insegna il trascorrere di ognuno dei nostri giorni, del resto. (Daniela Floris)

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