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Paul Motian

Paul Motian

Quasi contemporaneamente, negli scorsi giorni, sono scomparsi due amanti della , l'uno un grande artista conosciuto a livello internazionale, l'altro, inizialmente batterista e poi valido artigiano di piatti: Paul Motian e Roberto Spizzichino.

Paul Motian

Paul Motian

Paul Motian è stato uno dei grandi costruttori di suono su tamburi e piatti; la sua concezione del drumming era assolutamente originale e questo ne ha fatto un jazzista assolutamente unico. La coloritura che riusciva a dare alla sua musica era qualcosa di eccezionale, non riscontrabile in altri batteristi, grazie anche alle influenze delle sue origini armene: era capace di suonare sul tempo, di improvvisare liberamente e altresì di librarsi disegnando splendide linee melodiche. Proprio per questo nel corso della sua lunga carriera, ha avuto modo di suonare accanto ai più grandi pianisti in assoluto, da a Lennie Tristano, da Paul Bley a Thelonious Monk… a Keith Jarrett. E quasi paradossalmente, dopo essersi affermato soprattutto a fianco di pianisti, quando decise di metter su propri gruppi, Paul decise quasi sempre di escludere il pianoforte a tutto vantaggio della chitarra, strumento di cui evidentemente amava le svariate possibilità timbriche.

Dopo averlo ascoltato varie volte su disco e averlo ammirato in alcuni concerti, ebbi modo di conoscerlo personalmente quando abitavo in Norvegia nei primissimi anni '80; Motian venne in tournée a Stavanger con Joe Lovano e Bill Frisell e grazie aTerry Nilssen Love, gestore del locale jazz club che me lo presentò, ebbi modo di fare una lunga chiacchierata sia con Lovano sia con Motian. In quell'occasione scoprii che Lovano era d'origine siciliana e che Motian, al di là della sua musica non sempre facilissima, era un uomo dalla squisita sensibilità, ben conscio della musica che voleva eseguire e soprattutto indisponibile a cedere qualcosa che contraddicesse i suoi princìpi musicali. E su questa linea il batterista avrebbe continuato fino alla fine, producendo album sempre di eccezionale livello anche in contesti e formazioni assolutamente atipiche.

Negli ultimi anni si era rifiutato di viaggiare in aereo, rinchiudendosi nel suo appartamento di Manhattan dove si è spento il 22 novembre all'età di ottanta anni.

Roberto Spizzichino

Roberto Spizzichino

Roberto Spizzichino lo conobbi molti anni fa, quando ancora giovane cominciò a suonare la batteria con buone fortune. Batterista autodidatta, a 18 anni insegnava batteria e suonava con professionisti. Negli anni '70 ebbe modo di suonare, tra gli altri, con Eddie “Lockjaw” Davis, Harry “Sweets” Edison, Dexter Gordon, Buck Clayton. Aveva fatto parte, inoltre, del trio di Amedeo Tommasi con Piero Montanari. Nel 1977 la svolta della sua carriera e della sua vita: innamorato dei vecchi piatti della Zildjian serie K, andò a cercare la fabbrica originale ad Istanbul ma la trovò chiusa. Così decise di cominciare da solo a costruire dei piatti, che, in qualche modo, ricreassero le sonorità di quei piatti.

Dopo alterne vicende che interessarono il suo “marchio di fabbrica”, Spizzichino si affermò definitivamente come uno dei migliori artigiani in questo settore, ricreando dei piatti molto simili ai vecchi “K”

Nel 1991 si trasferì a Pescia, in Toscana dove gestiva in proprio un laboratorio artigianale e qui è scomparso il 21 novembre.

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