Tempo di lettura stimato: 13 minuti
Paolo Fresu & Omar Sosa – “Alma” – Tuk Music8030482000986
Paolo Fresu e Omar Sosa vantano una lunga collaborazione che si è sostanziata in numerose tournées che hanno sempre fatto registrare un clamoroso successo assolutamente meritato. I due sono , oramai da tempo, impegnati in una meritoria opera di studio di quelle radici che hanno dato vita al jazz e lo fanno partendo da premesse e universi sonori che , almeno sulla carta, appaiono assai lontani. Omar Sosa, cubano, è riuscito a fondere in mirabile sintesi le intime suggestioni della santeria con i ritmi jazz grazie ad una mentalità compositiva che tende a trovare connessioni là dove è possibile. Dal canto suo Paolo Fresu è partito dalla natia Sardegna per approdare ai massimi livelli avendo ben presenti sia la lezione di Miles Davis sia l'amore per la sua terra e quindi la sua musica. Di qui due mondi che a prima vista sembrano inconciliabili e che invece riescono a trovare un profondo punto di contatto, una sorta di ponte tra Cuba e Mediterraneo che trova i suoi pilastri nella spiritualità che pervade la loro musica. Fresu e Sosa si integrano perfettamente: le invenzioni dell'uno vengono immediatamente riprese dall'altro ed anche l'uso dell'elettronica viene inteso in maniera assolutamente similare: non un mezzo per deformare suoni, per andare alla ricerca dell'effetto quanto uno strumento dedicato a meglio esprimere le proprie idee, la propria anima. Di qui una musica variegata, dagli andamenti non univoci, ricca di chiaroscuri in cui soprattutto Fresu evidenzia ancora una volta quel controllo delle dinamiche che costituisce parte essenziale del suo bagaglio stilistico. Dal canto suo Sosa evidenzia spesso il carattere danzante della sua musica grazie a quella tecnica sopraffina che tutti gli riconoscono. Ma c'è un terzo elemento che non è stato menzionato e che pure ha un'importanza decisiva nella riuscita dell'album. Jaques Morelenbaum. Il maestro del violoncello interviene a cucire, a dare un senso di maggiore unitarietà al progetto con un sound sicuramente tra i più belli che il violoncello jazz abbia mai saputo offrire.
Ciao Gerlando, grazie per la bella recensione. Sarò felice di fare quattro chiacchiere con te appena sarà possibile, soprattutto a proposito dei “territori sconosciuti senza alcun punto di riferimento”, unica frase del tuo articolo che mi ha lasciato un po’ perplesso.
A presto e complimenti per il sito!
P