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Vijay Iyer – “Accelerando”

Vijay Iyer – “Accelerando”

Vijay Iyer – “Accelerando” – ACT 9524 2

Ecco il nuovo album del indo-americano: Iyer è accompagnato dal suo solito trio completato dal bassista Stephan Crump e dal batterista Marcus Gilmore e presenta un repertorio molti variegato che va da pezzi originali (cinque), a brani di compositori jazz quali Duke Ellington, Herbie Nichols ed Henry Threadgill, a pezzi pop come “Human nature” portato al successo da Michael Jackson, a composizioni decisamente funky quale “The Star Of A Story”  lanciata dagli Heatwave ma firmata da quel da Rod Temperton, autore anche di “Thriller” che ha dato il nome ad uno dei migliori album di Michael Jackson, per giungere fino a “Mmmhmmm” brano che si muove tra l' hip hop e l' elettronica più spinta scritto dal produttore, DJ e performer Flying Lotus. Insomma un viaggio nella musica al di là delle etichette che evidenzia, seppur ce ne fosse ancora bisogno,  come questo artista abbia introitato una vastissima conoscenza musicale che riesce successivamente a trasporre nelle sue straordinarie interpretazioni, a conferma, tra l'altro, di un particolare momento della sua carriera: “in realtà – afferma Vijay – sto sperimentando la musica ad un livello viscerale, nel modo in cui la maggior parte della gente fa. La danza è un modo corporale di ascoltare la musica – è una risposta universale.Il jazz ha sempre avuto una specie di impulso alla danza nella sua natura. Il Bebop proviene dallo swing che era una danza ritmica assurta poi a livello di arte. Io non voglio perdere  questo fondamento di comunicazione ritmica nel mio lavoro. Questa realtà fisica della musica è ciò con cui “Accelerando” ha a che vedere. Per me la musica è azione”. Quindi il pianista pone a fondamento di quest'ultima fatica discografica il ritmo e la danza e ciò spiega anche la scelta di quel repertorio cui prima si faceva riferimento. Così, sia il brano d'apertura, “Bode” (uno degli original) sia quello di chiusura ( l'ellingtoniana “The Village Of The Virgins” , dall'opera per danza “The River”  scritta per Alvin Alley e rappresentata per la prima volta nel giugno del 1970 al Lincoln Center's di New York) vengono affrontati con grande forza ritmica quasi a racchiudere la forza ispiratrice dell'intero volume, con Vijay a scandire ogni nota, adoperando benissimo il pianoforte anche in funzione percussiva, alla Randy Weston tanto per intenderci. Ma è tutto l'album che si ascolta con interesse: splendidi, ad esempio, la cantabilità e l'andamento di “The star of a story” impreziosito da uno splendido di Stephan Crump, “Mmmhmm” è un gioiellino di delicatezza rispetto all'originale mentre il pezzo forse più suadente per la bella linea melodica, volutamente non risolta in maniera compiuta, è “Lude” dello stesso Iyer.

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