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Flavio Massarutto, “Assoli di china. Tra jazz e fumetto”

Flavio Massarutto, “Assoli di china. Tra jazz e fumetto”

Flavio Massarutto, “Assoli di china. Tra jazz e fumetto” (Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri, pp. 198, euro 20).

Di Luigi Onori – Da anni l’autore (brillante critico musicale ed organizzatore artistico friulano) si occupa delle “stripes” nella loro interazione con la musica afroamericana; all’interesse ha unito uno studio rigoroso che si nutre di attività creative come testimoniano le storie originali realizzate insieme a Massimilano Gosparini (“Bad Boys”) e Davide Toffolo (“Visioni. Un racconto di jazz”) pubblicate in appendice al volume. Nel testo non ci si occupa del jazz raccontato dai fumetti quanto dell’interazione tra questi due linguaggi che, insieme al cinema, hanno caratterizzato il XX secolo con una diffusione di massa: arti a lungo considerate non nobili. Massarutto affronta il ricco e complesso discorso con una andamento erratico, passionale sempre sostenuto da una documentazione copiosa, ineccepibile e spesso inedita (almeno in Italia).

La prima parte (“Temi e variazioni”) parla di cultura e storia, mitologie, jazzmen e jazzwomen: in essa trovano spazio, tra l’altro, la rappresentazione/autorappresentazione dei neroamericani, Billie Holiday,il jazz undergroundanni ’70, Mister No, i fumetti di Munõz e Sampayo, riflessioni sul postmoderno. Nella seconda (“Il mondo del jazz”) si vanno a ritrovare gli oggetti, i luoghi, gli strumenti della musica nera, con il jazzista visto in quanto “uomo materiale” e l’analisi di graphic novel quali “Bughouse” di Steve Lafler e “Reflex” di Danijel Zezelj. La terza sezione (“Linguaggi”) mette a fuoco i rapporti tra jazz e fumetti nel loro strutturarsi attraverso il linguaggio visionario (tra l’improvvidazione e il pastiche) di Jean Giraud Moebius; l’ultimo sottocapitolo (“Bande sonore”) si avventura nella produzione di Crepax ed Altan, nei lavori a cavallo tra performance e web di Conte e Palumbo fino ai brani dedicati ad Andrea Pazienza da Corrado Guarino. Un percorso non solo affascinante ed appassionato quello di “Assoli di china”: in esso vengono affrontate questioni nodali peril jazz el’arte (alta o bassa non importa) del Novecento con una prospettiva critica originale in cui convergono – e si sintetizzano – diversi campi di studi.

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