La “nostra” Daniela Crevena nella top ten della Jazzit Awards 2011

Ci piace dirlo, perché Daniela Crevena collabora con il nostro sito oramai da tre anni, mandandoci le sue belle foto di archivio o appositamente scattate per noi.

Se scorrete le pagine di “A proposito di jazz” vedrete che molti dei nostri articoli portano anche la sua firma.

Siamo convinti che le foto raccontino profondamente la musica così come lo fanno le parole, e le immagini di Daniela, non a caso specializzata in fotografia dello spettacolo, ricostruiscono l’ atmosfera ed i suoni di molti eventi o la personalità di grandi artisti dei quali parliamo qui nel nostro sito.

Daniela ama il jazz e i concerti li ascolta con attenzione anche nel caso che sia concesso ai fotografi scattare solo nei primi minuti: sceglie le sue foto in modo da ricostruire l’ atmosfera e le emozioni vissute durante il concerto, e le sceglie in modo che raccontino la personalità dell’ artista ritratto.

Noi della redazione di “A proposito di Jazz” siamo felicissimi per lei e le auguriamo di cuore in bocca al lupo e “ad maiora”!

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La musica francese affascina l’Italia

Ben col

Ben L’Oncle Soul

150 concerti, 400 artisti, 38 città interessate, 30 conservatori coinvolti: questa, in estrema sintesi, la carta d’identità della quinta edizione di “Suona Francese” presentato alla stampa giovedì 22 marzo nel corso di una lunga, lunghissima conferenza stampa caratterizzata da ben otto interventi non tutti propriamente indispensabili.

Comunque, presentazione a parte, il Festival si preannuncia invece particolarmente interessante sia per la varietà della proposta musicale, sia per la valenza artistica dei musicisti invitati, sia per l’idea di fondo che ha connotato la manifestazione: per la prima volta “Suona Francese” propone una serie di “mini rassegne” per evidenziare le varie componenti che caratterizzano la produzione musicale moderna e contemporanea francese.

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Dino Saluzzi, ovvero della buona musica

Dino Saluzzi

Dino Saluzzi

Sono le 21.00 inpunto quando Dino Saluzzi, suo fratello Felix e Anja Lechner compaiono sul palcoscenico della sala Petrassi. Ad accoglierli c’è una sala non gremita, ma in fremente attesa del concerto. E’ lo spagnolo la lingua più parlata nel parterre, ma questo Saluzzi non lo sa. Utilizzerà l’italiano e a volte un po’ d’inglese per parlare della musica, del tango, della cultura andina e della spiritualità che è alla base della buona musica. L’atmosfera è rilassata, da riunione di famiglia. I tre musicisti sembrano essere nel salotto di casa propria, rilassati e sorridenti. Mancano solo caffè e mate. Il trio bandoneon, sax e violoncello comincia a intrattenere gli ospiti. La musica nasce poco a poco, crescendo dal basso, costruendosi via via in spirali da cui emergono spunti melodici. Il tocco è impressionista, il tango è presente ma nella sua essenza più intima e spirituale, più che nella sua forma “terrena”.

Marco Giorgi
www.red-ki.com

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