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Felice Clemente & Javier Pérez Forte – “Aere libre”

Felice Clemente & Javier Pérez Forte – “Aere libre”

Felice Clemente & Javier Pérez Forte – “Aere libre” – Crocevia di suoni 007
Ancora un duo e ancora un album semplicemente delizioso: protagonisti Felice Clemente ai sax soprano e tenore e al clarinetto e Javier Pérez Forte alla chitarra classica. Album delizioso, dicevo, e questa valutazione la si può formulare quasi immediatamente, dopo aver ascoltato il brano d'apertura, “De la raìz a la copa” del compositore argentino Juan Falù. I due si integrano alla perfezione e si percepisce quale sarà la cifra stilistica dell'intero album. Una musica senza confini, senza etichette, eseguita da due virtuosi dei rispettivi strumenti che si muovono su coordinate ben condivise. Di qui una pluralità di universi musicali cui fare riferimento: il jazz, la musica sudamericana, quella africana, la musica colta e contemporanea senza che tutto ciò dia luogo ad una sorta di indistinguibile pastiche. Tutt'altro: gli input restano ben distinti cosicché ciascun pezzo vive di luce propria caratterizzato dalla diversità di colori, da differenze timbriche, dalla minore o maggiore forza ritmica mentre la linea melodica resta sempre ben individuata sia che venga proposta dai fiati sia che venga evidenziata dalla chitarra. Così, ad esempio, con il secondo brano – “Pera y chocolate” di Felice Clemente – siamo già in territorio sudamericano con vaghe reminiscenze tanghere. Il terzo brano, “Merenguito”, potrebbe indurre ad errore facendo pensare ad infocate atmosfere dominicane; invece si tratta di un delicato brano del compositore venezuelano Alfonso Montes, tutto giocato su un sottile equilibrio fra tradizioni venezuelane ed influenze europee e magistralmente interpretato dalla chitarra di Pérez Forte e dal clarinetto di Felice Clemente. Seguono quattro originals equamente divisi tra i due; particolarmente interessante “Lila”, di Pérez Forte: il delicato dialogo tra fiato e chitarra viene quasi disturbato dal ticchettio di un metronomo; all'inizio la sensazione è straniante ma poi, man mano che la musica scorre fluida come al solito, anche l'intruso entra a far parte organico dell'universo sonoro magicamente disegnato da due. Avvicinandosi alla fine dell'album viene affrontato un brano celebre come “Mas que nada” di Jorge Ben: anche in questo caso l'interpretazione è molto originale, con Clemente che si assume l'onere di esporre il tema per poi improvvisare magnificamente sostenuto da Pérez Forte, che si concede alcuni significativi passaggi in splendida solitudine. Chiusura in stile tanguero con il celebro brano di Horacio Salgàn “A don Agustìn Bardi”. (GG)

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